DL Sostegni: credito d’imposta 4.0, conto termico, vertical farming, accolte le richieste di Confagricoltura

Nelle Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato si sono chiuse ieri notte le votazioni sugli emendamenti al Dl Sostegni.

Da quanto si apprende, per il settore primario sono stati approvati alcuni provvedimenti, proposti da Confagricoltura, a partire dalla cessione del credito d’imposta per le imprese che abbiano fatto investimenti per l’innovazione che rientrano nel piano Transizione 4.0, “un intervento prioritario per garantire liquidità alle aziende che investono in innovazione”.

Altrettanto sostenuto dalla Confederazione, e passato, è l’emendamento relativo all’accesso delle imprese agricole al conto termico, che permette l’utilizzo degli incentivi erogati dal GSE per interventi riguardanti l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Molto positiva è l’estensione alle produzioni delle vertical farming delle disposizioni in materia di prodotti di quarta gamma: il provvedimento – ad avviso di Confagricoltura – è importante perché va nella direzione dello sviluppo di un nuovo comparto, assai innovativo, del settore primario.

Approvata anche la possibilità di commercializzare, fino a esaurimento scorte, i prodotti immessi in commercio o etichettati al 1° gennaio 2022, pur privi dei requisiti disposti in materia di etichettatura dal decreto legislativo 152/2006.

Su questo argomento – rileva Confagricoltura – occorrerà intervenire nuovamente per risolvere le numerose questioni aperte relative agli imballaggi di numerosi prodotti, dal vino all’olio, alle conserve, ma l’approvazione dell’emendamento rappresenta un elemento positivo in questo periodo di difficoltà per le aziende.

Soddisfazione anche per l’emendamento approvato che prevede che per accedere agli esoneri contributivi ex art.222 del DL Rilancio, i beneficiari della domanda dichiarino di non avere superato i limiti individuali fissati dal Quadro Temporaneo per le misure di aiuto di Stato. Si tratta di un provvedimento importante – conclude Confagricoltura – perché va incontro all’esigenza di semplificazione espressa a gran voce dalle imprese agricole.

Positiva, infine, l’esenzione del canone Rai, per l’anno 2021, per le strutture ricettive. Si tratta di una misura – conclude la Confederazione – che interessa le strutture agrituristiche fortemente colpite dalla pandemia.

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Recovery Plan, le imprese agricole sono pronte. Ora si acceleri su semplificazione e riforme

“Una sfida senza precedenti. Le imprese agricole sono pronte per mettere a frutto le opportunità delle risorse del Recovery Plan, che dovranno essere spese con rigore e tempestività imposti dalle regole europee, accelerando su semplificazione e riforme”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’invio odierno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla Commissione europea che, una volta approvato dall’Europa, dovrà essere attuato secondo un cronoprogramma che prevede l’utilizzo delle somme entro il 2026-2027.

“Sarà necessario un attento monitoraggio sullo stato di avanzamento degli interventi – aggiunge Giansanti – che passa inevitabilmente da una profonda semplificazione delle procedure amministrative e da un rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, enti e parti sociali. Senza un Sistema Paese più evoluto, non si potranno attuare riforme efficaci per il cambio di passo”.

“Il settore primario è chiamato a impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi indicati dal Recovery Plan – conclude il presidente di Confagricoltura – e le nostre aziende vogliono fare la propria parte, in particolare per il rafforzamento delle filiere strategiche sui mercati internazionali e per sfruttare al meglio le opportunità dell’innovazione tecnologica”.

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Un accordo tempestivo sulla riforma della Pac: a chiederlo gli agricoltori di Italia, Francia e Germania (Confagricoltura, FNSEA e DBV)

Alla vigilia di una riunione tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue (Trilogo) che potrebbe essere decisiva per la nuova Politica Agricola Comune, i Presidenti di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, FNSEA, Christiane Lambert e DBV-Deutscher Bauernverband, Joachim Rukwied, non solo in rappresentanza degli agricoltori francesi, italiani e tedeschi, ma rispettivamente presidente, vicepresidente e past president del COPA, esprimono preoccupazione per la discussione in corso sulla PAC.

“La PAC è, e deve rimanere, una politica economica – sostengono i tre presidenti –  concepita per stabilizzare e sostenere il reddito degli agricoltori, come affermato nel Trattato UE, affrontando contemporaneamente le attuali sfide ambientali”.

“In questo momento, invece, – sottolinea Giansanti – il nostro settore è sotto attacco da chi vorrebbe scaricare sull’agricoltura le principali responsabilità dei mutamenti climatici e ambientali, senza avere contezza di quanto le imprese agricole siano indispensabili per il bene di tutti: senza aziende competitive e senza agricoltura mangeremo cibo sintetico e importato da Paesi che non rispettano i nostri standard di produzione in termini di sicurezza, qualità e anche di diritti sociali e ambientali”.

Confagricoltura, FNSEA e DBV chiedono più flessibilità nell’attuazione dell’architettura verde e nessun ulteriore onere amministrativo per le imprese agricole, già alle prese con una pesante burocrazia.

Le tre associazioni sostengono una PAC più verde, di facile attuazione, attraente per gli agricoltori ed efficiente.

Per quanto riguarda la condizionalità sociale, i tre presidenti evidenziano che Francia, Italia e Germania hanno già regole severe in materia di diritto del lavoro e welfare e che questa ulteriore previsione introduce ulteriori elementi di burocrazia.

“Nella futura PAC – evidenzia da Parigi la presidente Lambert – la lotta al cambiamento climatico e la protezione ambientale dovrebbero conciliarsi con gli aspetti economici. Gli agricoltori si impegnano ad affrontare queste sfide. Gli strumenti della PAC possono supportarli proprio per un’agricoltura ancora più sostenibile”.

“È essenziale per il settore primario – sottolinea da Berlino il presidente Rukwied – che la nuova PAC consenta agli agricoltori europei di continuare a produrre alimenti sicuri e nutrienti, oltre che proteggere la biodiversità e il clima. Per questo, la funzione di sostegno al reddito della PAC è di fondamentale importanza, sia per affrontare i mercati, sia per rispondere alle sfide ecologiche”.

 

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L’olivicoltura tra gap strutturali e voglia di riscatto

“Quello olivicolo è un settore complesso e frammentato, che attraversa difficoltà strutturali e commerciali, nonostante il livello qualitativo dei suoi prodotti. Serve una spinta forte che rafforzi la competitività e valorizzi, al contempo, le caratteristiche identitarie di qualità dell’olio”. Lo ha detto il direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino, aprendo i lavori del webinar ‘Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo’.

Confagricoltura ha svolto – con Assofrantoi, Op Confoliva, l’ente di formazione Enapra e avvalendosidella collaborazione tecnica di Nomisma – una survey che ha coinvolto 90 aziende olivicole individuate secondo criteri geografici, economici, produttivi. Nell’incontro sono stati presentati i risultati dello studio.

“Dalla survey – ha posto in evidenza Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma – è emersa la chiara consapevolezza, da parte dei conduttori, dei gap di competitività da colmare, ma ha anche evidenziato grandi potenzialità, alta propensione all’innovazione, particolare sensibilità sui temi della biodiversità e della sostenibilità”.

“Emerge un forte fabbisogno di innovazione – ha osservato Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura -. Bisogna favorire l’agricoltura di precisione per il contrasto alle fitopatie e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci, le certificazioni di prodotto sempre più orientate alla sostenibilità, macchinari e attrezzature per ridurre i costi di produzione ed efficientare i processi, la formazione dei produttori per un migliore know how in campo e sui mercati nazionali ed internazionali. Tutte sfide che necessitano di adeguati strumenti sia finanziari, sia tecnici”.

“I conduttori – ha aggiunto Pierluigi Silvestri, presidente Op Confoliva – avvertono pure la necessità di interventi e strumenti diretti a favorire le aggregazioni di produttori e di prodotto ed a promuovere una cultura oleicola presso i consumatori, che possa favorire una scelta consapevole, orientata al made in Italy ed alla qualità”.

Palma Esposito, responsabile del settore Olivicoltura di Confagricoltura, ha ricordato il grande dibattito sulla PAC che potrebbe portare ad una nuova OCM Olio con strumenti come la ristrutturazione degli impianti e la riconversione varietale; c’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un progetto per l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento dei frantoi; vanno utilizzati gli strumenti di gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione, per stabilizzare i redditi nel caso di crisi. Le nuove strategie dell’Unione europea legate al Green Deal – biodiversità e ‘From Farm to Fork’ – sono poi occasioni imperdibili per rilanciare il settore, puntando sulla sostenibilità.

“La richiesta di innovazione è strettamente connessa a quella di formazione – ha concluso Luca Brondelli, componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura e presidente di Enapra ed è necessaria una nuova mappatura delle competenze per gestire i cambiamenti. Enapra tutti i giorni costruisce piani di formazione su misura per le aziende; si parte dalle analisi dei fabbisogni per definire percorsi formativi su misura”.

 

GRAFICI – SURVEY SULLE AZIENDE OLIVICOLE

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Note di Natura, il concerto di Natale per piante al Teatro Donnafugata, tra progetti finalisti del Premio Cultura + Impresa 2020-2021

Il Premio dei migliori progetti di Sponsorizzazione e Partnership nella Cultura, di Produzione culturale d’Impresa e di applicazione dell’Art Bonus in Italia

Note di Natura – Più ossigeno per l’arte”, il Concerto di Natale per 200 piante presso il teatro più piccolo della Sicilia a Ragusa, organizzato dal Teatro Donnafugata e da Confagricoltura Ragusa, in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e di Confagricoltura, è stato inserito tra i 20 progetti finalisti dell’ottava edizione del “Premio Cultura + Impresa 2020-2021”, promosso da Federculture e da The Round Table, in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture e ALES, che ha l’obiettivo di premiare i migliori progetti di Sponsorizzazione e Partnership culturale, di Produzione culturale d’Impresa, e di applicazione dell’Art Bonus, valorizzando presenza e ruolo sia dell’Operatore culturale che dell’Impresa che investe in Cultura.

Il Premio Cultura + Impresa fa parte del ‘Progetto Cultura + Impresa’, che ha creato in Italia una piattaforma informativa, formativa, relazionale e di benchmarking per intensificare e rendere più efficienti i rapporti tra Operatori e Istituzioni culturali pubblici e privati da un lato, e Imprese, Fondazioni erogative e Agenzie di comunicazione dall’altro.

Note di Natura - Work in progress

 

 

“Siamo molto soddisfatti per questo ulteriore ed autorevole riconoscimento a Note di Natura” – commenta il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè. “Un grazie di cuore a Vicky e Costanza Di Quattro, direttrici artistiche del Teatro Donnafugata, a cui va riconosciuto il merito di aver ideato un’iniziativa culturale che va nella direzione della costruzione di relazioni proficue tra imprese e cultura, un connubio necessario e strategico per lo sviluppo culturale, sociale ed economico, soprattutto in una fase storica complessa come quella attuale. Per queste ragioni Confagricoltura Ragusa, con l’apporto determinante di alcune aziende associate che hanno aderito al progetto donando le loro piante, ha sostenuto sin dall’inizio il progetto Note di Natura – Più ossigeno per l’arte”.

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NOTE DI NATURA. PIÙ OSSIGENO PER L’ARTE: un concerto di Natale dedicato al regno vegetale per prendersi cura dell’ambiente, anche attraverso la musica, e per tornare ad affidarsi ai bioritmi della natura. Unici spettatori ammessi sono i 200 bellissimi esemplari vegetali messi a disposizione dalle aziende florovivaistiche associate a Confagricoltura Ragusa, co-partner dell’iniziativa assieme all’Accademia Teatro alla Scala di Milano, che ha portato sul palco del teatro di Ragusa Ibla il suo quartetto d’archi. Prendersi cura dell’ambiente e insieme invitare gli spettatori, privati in questo tempo della possibilità di essere fisicamente un “pubblico”, a tornare a mettersi all’ascolto dei ritmi biologici della natura. Al termine del concerto, tuttele piante sono state donate ai reparti ospedalieri dell’Asp di Ragusa per cercare di alleviare, attraverso la bellezza, la sofferenza e la solitudine. Il concerto è stato anche l’occasione per dare un abbraccio virtuale alla città di Milano, rappresentata dall’Accademia Teatro alla Scala.

Note di Natura

Soggetti coinvolti: Associazione Culturale Donnafugata 2000, Confagricoltura, Confagricoltura Ragusa, Mipaaf, Accademia Teatro alla Scala, La mediterranea, Spazio Verde, Florguarino, Il giardino delle Meraviglie/Mediflor, Margherita Aprile/Vittoria Palme.

 

Ragusa, 21 aprile 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Confagricoltura al Tavolo di partenariato per il PSN. Giansanti: “La Pac rimanga politica agricola ed economica”

“Abbiamo l’occasione di ridare un indirizzo strategico alla politica agricola nazionale, in linea con gli obiettivi di fondo che saranno decisi in ambito europeo. I traguardi dovranno essere ambiziosi, così come le strategie da condividere”.

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’avvio dei lavori del Tavolo di partenariato chiamato a redigere il Piano Strategico Nazionale – la principale novità della riforma della PAC proposta dalla Commissione europea – che dovrà essere trasmesso alla Commissione Ue entro la fine dell’anno.

“La pandemia ha messo in evidenza la solidità del sistema agroalimentare europeo e anche la capacità di resilienza dell’agricoltura. La messa a rischio del potenziale produttivo del settore sarebbe un danno prima di tutto per i consumatori – ha affermato – Condividiamo pertanto l’approccio del Ministro Patuanelli a favore della produttività e della competitività delle imprese”.

“Ci sono alcuni elementi dai quali il Piano strategico nazionale non può prescindere” – ha affermato il presidente di Confagricoltura.

“Prioritario è che la PAC rimanga una politica agricola, economica, che garantisca reddito agli agricoltori, con un approccio flessibile in grado di accompagnare le eventuali crisi di mercato, con obiettivi misurabili in corso d’opera”.

“Per garantire la competitività delle imprese è poi necessario che queste non vengano penalizzate se di medie o grandi dimensioni, – ha aggiunto Giansanti – poiché sono quelle che investono maggiormente in innovazione, quindi anche in tutela ambientale e occupazionale. No quindi al “capping” e sì invece a una semplificazione e riduzione degli oneri burocratici”.

“E’ importante che la Pac non sia scambiata per uno strumento di programmazione ambientale, – ha concluso Giansanti – perché tratta di produzioni agricole. Per le problematiche ambientali e sociali esistono politiche e fondi dedicati”.

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Ipotesi riaperture, Confagricoltura: “Fondamentale una graduale ripresa delle attività nella massima sicurezza”

“La ripresa economica è legata al superamento definitivo dell’emergenza sanitaria. Il lavoro del Governo per favorire una graduale riapertura delle attività è importante e l’ipotesi che questa possa essere decisa quanto prima possibile, compatibilmente con l’andamento del contagio, è una buona notizia”.

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulla programmazione della riapertura, nel massimo rispetto delle regole anti Covid, dei ristoranti e delle attività commerciali.

“Attendiamo le decisioni ufficiali del Governo Draghi. Per il nostro settore – spiega Giansanti – si tratterebbe di un passo atteso, auspicato e fondamentale per la ripartenza”.

La chiusura dell’Ho.re.Ca. ha messo in ginocchio molti settori, ad esempio quello del vino, che destina il 55% del suo valore a questo canale, ma ha influito pesantemente su diversi comparti”.

E’ il caso dell’agriturismo: le 24mila strutture italiane sono in grande sofferenza e la riapertura in questi mesi sarebbe importante non solo per le imprese, ma anche per gli ospiti. L’accoglienza è infatti garantita in assoluta sicurezza, grazie agli spazi aperti in campagna e alle caratteristiche stesse degli agriturismi.

“L’avanzamento del piano di vaccinazione segnerà i tempi della ripresa delle attività, così come sta succedendo anche in Europa, – conclude Giansanti – dove alcuni Stati membri stanno lavorando alla definizione di un calendario delle riaperture quanto prima”.

 

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Al via “Cultum Change”, il programma di formazione per l’inclusione sociale in agricoltura

Reale Foundation, insieme aConfagricoltura e a Onlus Senior Età della Saggezza, con ENAPRA, FAI-Federazione Apicoltori Italiani, Rete Fattorie Sociali, l’Università di Roma Tor Vergata, hanno avviato, in collaborazione con UNHCR, “Cultum Change”, un programma di formazione finalizzato all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo dei rifugiati in agricoltura.

Alle azioni previste dal Programma collaborerà anche la Cooperativa Kairos, titolare del Progetto Radix.

Cultum Change nasce da un’idea di Reale Foundation e sulla scia delle proposte fatte da Confagricoltura al governo per risolvere la crisi di manodopera nel settore agroalimentare italiano, dai corridoi verdi, ai voucher agricoli, fino a dare lavoro a chi percepisce un sussidio. In particolare, Cultum Change si rivolge a due tipologie di soggetti beneficiari:

 

• le aziende agricole e i piccoli produttori italiani che hanno bisogno di manodopera specializzata in brevissimo tempo. Le aziende saranno selezionate da Confagricoltura secondo criteri non solo produttivi, ma anche di sostenibilità e di particolare attenzione alle condizioni di lavoro;

 

• i rifugiati e i titolari di protezione internazionale, in quanto soggetti particolarmente svantaggiati e fragili rispetto all’accesso al mondo del lavoro.

 

La proposta di programma è stata tradotta in una piattaforma on line al sito https://www.cultumchange.it/ che, grazie al supporto di ENAPRA – Ente di Formazione di Confagricoltura – mette a disposizione dei rifugiati disoccupati corsi di formazione mirati, per l’inclusione e la crescita professionale, nel tempo, di coloro che si iscriveranno alla piattaforma.

 

I candidati e le aziende interessate ad entrare nella rete di Cultum Change e a collaborare alla buona riuscita del programma, dovranno compilare un apposito modulo dove, oltre ai dati, saranno indicate le disponibilità e le competenze lavorative, così da agevolare l’incontro tra il rifugiato e l’azienda.

Nell’ambito delle attività previste da Cultum Change, ENAPRA ha messo a punto, all’interno della propria piattaforma E-learning, un’area dedicata al progetto. L’accesso, gratuito, permette ai beneficiari di fruire di una serie di contenuti formativi con vari formati come ad esempio webinar, corso E-learning e pillole didattiche utili a creare le competenze necessarie per operare come addetto in un’azienda agricola.

L’agricoltura ha saputo contribuire alla ripresa e alla crescita sostenibile del Paese. Nel 2020, durante l’emergenza provocata dalla pandemia, ha svolto un ruolo fondamentale per la tenuta dell’Italia. Anche nei periodi di massimo rischio sanitario e di lockdown, le imprese agricole non hanno mai interrotto le attività. Hanno mantenuto la continuità produttiva e assicurato l’approvvigionamento di cibo, garantendo alti livelli di sicurezza per i lavoratori e per i consumatori.

Oggi più che mai il lavoro e la manodopera sono essenziali per l’impresa agricola, e l’agricoltura sta assumendo nuovamente quel ruolo trainante l’economia e soprattutto quello di ammortizzatore sociale che permette a categorie svantaggiate di trovare impiego ed una propria realizzazione. Per questo la formazione gioca un ruolo fondamentale: avere manodopera specializzata permette una crescita personale e professionale, anche dell’impresa stessa.

“Cultum Change permetterà ai rifugiati di costruire percorsi di inserimento lavorativo di qualità grazie a moduli di formazione e-learning, processi di job coaching e accompagnamento personalizzati, anche dopo il termine del contratto stagionale”, ha sottolineato Angelo Santori, Segretario nazionale di Onlus Senior – L’Età della Saggezza.

“Cultum Change si inserisce in un più ampio progetto di Reale Group che persegue l’inclusione sociale. L’agricoltura è uno dei settori più competitivi del sistema produttivo italiano. Nel 2020 con la sua crescita ha contribuito in modo significativo a mitigare la recessione ed ora si appresta a offrire un apporto determinante alla ripresa. Siamo felici di contribuire, tramite questo progetto, all’orientamento dell’agricoltura verso l’inclusione sociale e verso modelli di produzione e di consumo capaci di correggere gli squilibri sociali e ambientali che minacciano la nostra epoca – ha dichiarato Virginia Antonini, Head of Reale Foundation – Tutto questo è possibile grazie alla partnership con grandi realtà storicamente amiche come Confagricoltura e UNHCR, che ci permettono di generare, insieme, impatto sociale positivo e innovazione economica.”

“Tra i possibili indirizzi formativi c’è anche quello in apicoltura, settore di grande utilità per l’agricoltura e per l’ambiente – ha sottolineato Raffaele Cirone, presidente della FAI-Federazione Apicoltori Italiani -. In questo ambito di specializzazione sarà la Federazione Apicoltori Italiani, partner del programma, a prendere in carico le richieste dei rifugiati interessati a maturare una competenza nel settore della biodiversità”.

Rete Fattorie Sociali ha aderito all’iniziativa perché progetti come Cultum Change contribuiscono a contenere il disagio sociale generato dalla pandemia, favorendo soluzioni non precarie ma sostenibili nel tempo”, ha affermato il presidente della Rete, Marco Berardo Di Stefano.

“L’accesso a questi percorsi formativi in ambito agricolo rappresenta per le persone rifugiate un’occasione preziosa per migliorare e riqualificare le proprie competenze, accrescendo le opportunità di inserimento lavorativo dignitoso e lontano da dinamiche di intermediazione illecita e sfruttamento”, ha concluso Chiara Cardoletti, Rappresentante di UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.

 

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Esoneri contributivi, Confagricoltura: “Finalmente operative le esenzioni richieste”

Confagricoltura esprime soddisfazione per l’emanazione, da parte INPS, delle istruzioni operative per accedere all’esonero straordinario dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020.

L’esonero – ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – riguarda i datori di lavoro delle imprese appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole nonché dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura, che svolgono le attività identificate dai codici ATECO indicati nei decreti ministeriali 15/09/2020 e 10/12/2020.

Per Confagricoltura finalmente, per far fronte alle difficoltà causate dalla lunga pandemia, si rende attuabile una importante misura a sostegno al settore agricolo, grazie anche a un ingente stanziamento di risorse pari a quasi 500 milioni di euro.

La circolare INPS precisa che, per ottenere l’esonero, è sufficiente che almeno una delle attività svolte, anche non in via principale, sia riconducibile ad un codice ATECO indicato dai decreti ministeriali. In tal caso la misura viene riconosciuta per la contribuzione dell’intera posizione contributiva dell’azienda, non solo per quella che rientra nei codici.

L’INPS – sottolinea Confagricoltura – ha quindi condiviso la nostra tesi interpretativa prendendo atto che l’agricoltura moderna è sempre più caratterizzata dalla multifunzionalità e che in tale contesto diventa particolarmente difficile individuare quale sia l’attività principale esercitata dall’impresa agricola.

Per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli questo provvedimento attenua in parte le difficoltà di imprese e lavoratori, anche se preoccupano i tempi stretti per la domanda (30 giorni) e l’obbligo di comunicare gli aiuti percepiti o richiesti che rientrano nel “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID”, vista la complessità, lacunosità ed eterogeneità della normativa di riferimento.

Infine, per Confagricoltura, il limite individuale a questi aiuti previsti dal “Quadro Temporaneo” per le imprese operanti nel settore primario della produzione agricola, anche se è stato recentemente elevato a 225.000 euro, rimane comunque un possibile ostacolo per le imprese più strutturate e con maggiore carico di manodopera.

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Vaccinazioni nelle aziende agricole, Confagricoltura: “Contributo fattivo alle imprese per favorire la ripresa”

Confagricoltura ha aderito al “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, sottoscritto tra il governo e le parti sociali.

“Con il Protocollo viene data – commenta Sandro Gambuzza, vicepresidente di Confagricoltura con delega al Lavoro – una risposta concreta all’interesse manifestato da diverse imprese agricole associate di medie-grandi dimensioni a porre in essere tutte le iniziative necessarie per la vaccinazione dei propri dipendenti”.

Il settore primario, che ha confermato il suo ruolo strategico anche nell’emergenza sanitaria in atto, potrà dunque fornire il suo fattivo contributo alla realizzazione del Piano vaccinale nazionale, anche se il lavoro agricolo è classificato a “basso rischio” dall’INAIL rispetto al contagio da Covid. Infatti le denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus segnalate dall’inizio dell’epidemia in agricoltura rappresentano soltanto l’1,5% del totale delle denunce pervenute (dati INAIL del 6-4-21).

L’adesione al Protocollo da parte delle imprese agricole è assolutamente volontario. – ricorda Confagricoltura -. Potranno aderire tutti i datori di lavoro del settore, indipendentemente dal numero di lavoratori occupati, anche se, verosimilmente, saranno le imprese di certe dimensioni ad essere maggiormente interessate, potendo contare su spazi adeguati. In ogni caso l’adesione al piano di vaccinazione nei luoghi di lavoro potrà essere supportata o coordinata dalle sedi territoriali di Confagricoltura.

La somministrazione del vaccino potrà avvenire secondo tre diverse modalità: somministrazione diretta in azienda (con costi a carico del datore di lavoro, salvo i vaccini che saranno forniti dalle autorità sanitarie regionali); somministrazione in convenzione con strutture sanitarie private (anche per il tramite delle sedi territoriali di Confagricoltura); somministrazione per il tramite dell’INAIL (per i datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private).

“Attraverso la vaccinazione in azienda, le imprese agricole – conclude Sandro Gambuzza – vogliono fornire il loro contributo ad un ritorno graduale alla normalità, condizione necessaria per la ripresa economica del Paese”.

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