La Giunta regionale approva la riforma dei Consorzi di Bonifica, Confagricoltura Sicilia: “Risultato epocale”

La recente approvazione da parte della Giunta Regionale del Disegno di legge sui Consorzi di Bonifica rappresenta quello che il presidente di Confagricoltura Sicilia, avv. Rosario Marchese Ragona, definisce un risultato epocale, plaudendo a un progetto di riforma strutturale necessario, e per troppo tempo rinviato, che rappresenta un passo significativo verso un futuro più resiliente per l’agricoltura siciliana, garantendo la tutela delle risorse idriche.

Il risultato raggiunto è il frutto di un intenso lavoro, condotto grazie all’impegno del Presidente della Regione, On. Renato Schifani, dell’assessore all’agricoltura e Vice Presidente, On. Luca Sammartino, nonché dell’Ufficio di Gabinetto e del Dipartimento regionale Agricoltura, guidato dal dott. Dario Cartabellotta. Confagricoltura Sicilia ha dato il suo contributo alla riforma, collaborando attivamente con le Istituzioni regionali e vigilerà per garantire il pieno successo e l’effettiva implementazione della riforma.

Il nuovo quadro normativo permetterà di risolvere le criticità croniche che si sono accumulate nel corso degli anni e che, a partire dalla Legge Regionale del 1995, sono state oggetto di tentativi di riforma mai pienamente attuati.

“In tempi sempre più caratterizzati da cambiamenti climatici e da siccità – dichiara il presidente Marchese Ragona – un uso razionale, funzionale e senza sprechi dell’acqua diventa una sfida di primaria importanza per la sostenibilità e il futuro dell’agricoltura siciliana”. “Il governo regionale, attraverso la riattivazione di importanti bacini artificiali e ora con la riforma e la riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica, – aggiunge l’avv. Marchese Ragona – ha avviato una vera e propria rivoluzione. Confagricoltura Sicilia ha costantemente affiancato tale processo di trasformazione e finalmente gli agricoltori potranno beneficiare dei primi risultati ottenuti”.

Confagricoltura Sicilia rivolge, infine, un appello ai Deputati dell’Assemblea Regionale affinché approvino l’importante riforma, ribadendo il proprio sostegno a tutte le iniziative che contribuiscono allo sviluppo armonico e sostenibile del comparto agricolo regionale, nella consapevolezza che la salvaguardia delle risorse naturali e un loro uso razionale rappresentano snodi fondamentali e strategici per il presente e per il futuro dell’agricoltura siciliana.

Palermo, 30 giugno 2023

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Grano, si riducono rese e produzione. Confagricoltura: preoccupazione per le quotazioni dei cereali

È entrata nel vivo la raccolta del grano, con grande ritardo e all’insegna della forte incertezza. A pesare sono state le piogge tardive che hanno infranto le prospettive di quella che fino ai primi di maggio si presentava come un’ottima annata, sia per il grano duro, sia per quello tenero. Con le trebbiature ancora in corso, Confagricoltura rileva le prime impressioni dei territori di produzione.

I raccolti sono stati letteralmente falciati dalle piogge e, da Nord a Sud, i cali sono evidenti. L’andamento climatico ha fatto sì che s’invertissero tendenze consolidate: nel Centro e nel Nord del Paese, ad esempio, si raccoglieva prima il tenero, poi il duro, ma quest’anno è stato il contrario.

In Emilia-Romagna l’alluvione ha colpito duro. La regione, fanno sapere i tecnici, sconta intanto la perdita totale del raccolto su 13 mila ettari di grano e orzo, sommersi per più giorni. Si stima un calo del 20% dei cereali. Nella terza regione italiana per la produzione di grano duro, dopo Puglia e Sicilia, si temono, in media, rese inferiori fino al 40/50%, mentre la situazione appare migliore per il tenero.

In Puglia, in Capitanata, la raccolta del grano duro è in corso e terminerà entro due settimane. Ad oggi si stima un calo delle rese di circa il 20%.

In Sicilia, allo stato attuale, le rese inferiori del frumento hanno punte di oltre il 30%, con i grani antichi più penalizzati dall’allettamento.

In Veneto, nel Veronese, il quadro è ancora con luci e ombre: le rese variano da zona a zona, per alcune varietà più in calo, altre stabili. Nei prossimi giorni si avrà una valutazione più omogenea.

In Piemonte, nella provincia di Alessandria, inizia in questi giorni il raccolto del frumento tenero. La qualità sembra buona, mentre la quantità è in calo.

È ancora presto per fare stime più precise, anche perché la situazione è a macchia di leopardo: in alcune aree del Paese, proprio a causa delle piogge, non si è riusciti ad entrare nei campi con i mezzi e la trebbiatura non è ancora iniziata.

Sul fronte prezzi c’è preoccupazione. In Italia, rimarca Confagricoltura, si registra un consistente aumento degli arrivi di cereali dal Nord Est europeo, in un contesto di mercato segnato da una contrazione dei prezzi che nel giro di un anno è stata del 40%.

I costi di produzione non hanno avuto riduzioni rilevanti e pertanto i conti sono in rosso per le imprese che producono per il mercato. E’ quanto sta accadendo per un altro cereale, il riso. Dopo l’emergenza siccità, le aziende del comparto lanciano l’allarme: le sono quotazioni troppo basse, incapaci di coprire i costi produttivi.

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Vino, OCM promozione: urgente pubblicare l’avviso nazionale

Il MASAF ha pubblicato l’atteso decreto ministeriale sulla misura relativa alla promozione sui mercati dei Paesi terzi con modifiche importanti per la partecipazione al programma OCM vino.

Dalla prossima annualità, spiega Confagricoltura, sarà possibile presentare un solo progetto per tipologia nazionale, multiregionale o regionale, e le aziende inserite nei soggetti collettivi dovranno “partecipare ad almeno una delle azioni previste per ciascun Paese terzo”.

“Sono vincoli con impatto molto forte sulla capacità progettuale – afferma Confagricoltura – e occorrerà  trovare un equilibrio per agevolare la partecipazione di aziende di minore dimensione, senza limitare la progettualità di quelle più strutturate”.

Fra le novità invece è positiva la possibilità, per i progetti che sono stati inseriti nella graduatoria definitiva, di ritenere ammissibili le spese effettuate dopo il 16 ottobre, anche prima della stipula del contratto con AGEA, per consentire di avviare subito le attività.

Grazie all’azione sindacale di Confagricoltura, d’intesa con le altre organizzazioni, sono stati confermati nel decreto i progetti multiregionali e tutti i criteri di valutazione.

“A questo punto, – conclude Confagricoltura – vista la tempistica di emanazione del decreto ministeriale, diventa urgente la pubblicazione dell’avviso nazionale per la presentazione dei progetti che definisce annualmente le modalità attuative del decreto, senza il quale non è possibile avviare la procedura di presentazione dei progetti”.

“Auspichiamo un coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese in questa fase per un confronto diretto sugli aspetti operativi e procedurali della misura”.

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Legge Ripristino Natura, Confagricoltura: rigetto di Comenvi dimostra necessità di maggiore equilibrio tra tutela, biodiversità e capacità produttività agricola UE

Il rigetto espresso dalla commissione per l’Ambiente (Comenvi) alla proposta di legge della Commissione UE sul ripristino della natura, dimostra la necessità di ritirare l’attuale testo per ripartire basi nuove e maggiormente concertate con le imprese del settore. 

Il no dell’organismo del Parlamento UE – che è stato preceduto dai giudizi negativi delle commissioni UE Pesca e Agricoltura – riconosce la fondatezza della richiesta di Confagricoltura del ritiro dell’attuale proposta di legge, il cui approdo a Bruxelles è previsto a luglio per il voto in sessione plenaria. 

La Confederazione chiede di elaborare una nuova proposta di legge sul ripristino della natura che tenda a trovare un equilibrio tra la giusta tutela delle biodiversità e l’altrettanto importante tutela del potenziale produttivo agricolo dell’Unione (elemento fondamentale nella fase storica che stiamo vivendo). 

È auspicabile che tale posizione, condivisa anche dal ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin, venga alla luce in modo chiaro e unitario anche dal voto che gli europarlamentari italiani saranno chiamati a esprimere nella sessione di luglio. 

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PSA, Confagricoltura: bene il nuovo DL, misure che rafforzano prevenzione dal virus ed eradicazione dei focolai

Con l’approvazione del decreto-legge 22 giugno 2023 n. 75 sono state introdotte importanti novità sulle misure di contrasto alla Peste suina. Viene rafforzata la prevenzione e l’eradicazione della PSA e viene  ampliato il raggio di azione delle operazioni di contenimento dei cinghiali, primo vettore del virus, innocuo per l’essere umano e gli altri animali ma letale per i suini.

Il dl amplia anche le funzioni del Commissario straordinario che coordinerà l’azione dei servizi veterinari delle aziende sanitarie locali, sia per le finalità eradicative della Peste suina, sia per il contenimento dei cinghiali. Il Commissario definirà, sentite le Regioni interessate, il piano straordinario delle catture a livello nazionale e regionale. I tempi, gli obiettivi numerici di cattura e l’abbattimento e smaltimento, saranno condivisi con l’Ispra. Positiva la previsione di procedure straordinarie (compreso l’affidamento a ditte specializzate) in caso di inerzia o mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle Regioni.

Il 21 giugno scorso è stata approvata anche una importante risoluzione sulla PSA da parte della Commissione Agricoltura della Camera che prevede interventi di depopolamento del cinghiale tramite una maggiore attenzione all’attuazione del Piano straordinario di contenimento della specie. Le misure previste potranno coinvolgere anche le aree non toccate dal virus ma vocate all’allevamento dei suini, per prevenirne l’arrivo attraverso un lavoro di monitoraggio da parte di ulteriori operatori autorizzati all’abbattimento dei cinghiali.

Confagricoltura condivide la ratio alla base della risoluzione della Camera: fare in modo che i focolai di PSA presenti in Italia rimangano isolati e non si estendano alle zone attualmente indenni. La risoluzione ha quindi colto un aspetto molto importante, suggerito dalla Confederazione, con la previsione di adeguate risorse per gli indennizzi tempestivi a favore degli allevatori danneggiati dalla presenza di focolai nelle aree in cui operano. Politica e mondo delle imprese devono lavorare per un unico obiettivo comune: tutelare e proteggere le zone a più alta intensità di capi suini allevati e di stabilimenti produttivi di carni e salumi. 

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Europa, Agronetwork (Confagricoltura): servono politiche di partecipazione che partano dalle persone e dalle attività economiche

The policy game seminar è l’incontro internazionale per sensibilizzare le istituzioni europee ad adottare politiche di partecipazione che non siano calate dall’alto, ma abbiano origine dalle necessità di cittadini e imprese.

 
“Le giornate di lavoro “The Policy Game Seminar” e il progetto UE “FoodPaths” sul Sistema Alimentare Sostenibile sono preziose per facilitare un vero dialogo tra tutti gli attori coinvolti nelle politiche agricole ed alimentari europee. Siamo contro minacce e costrizioni ingiustificate, così come contro tutte quelle politiche che rischino di ostacolare la ricerca di partnership e il progresso, danneggiando la produzione e la sicurezza alimentare”. Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e vicepresidente Copa-Cogeca intervenendo oggi all’incontro di Agronetwork e Confagricoltura. “Dobbiamo concentrarci su innovazione e tecnologia, che sono le chiavi – ha proseguito – per raggiungere uno sviluppo sostenibile per le persone, per le economie e per l’ambiente”.
 

Nella foto Sara Farnetti e Daniele Rossi

“E’ nostra responsabilità coinvolgere tutti gli stakeholder e muoverci insieme verso un futuro di collaborazione. In medicina si lavora partendo dal paziente, non dalle linee guida, nello stesso modo si dovrebbe agire per le politiche nutrizionali.  Sono molto complesse, è impossibile dire semplicemente ai consumatori che ci sono prodotti buoni e prodotti cattivi con semafori rosso e verde”, ha sostenuto la presidente di Agronetwork Sara Farnetti, aggiungendo: “La funzionalità degli alimenti e le diete sostenibili, per essere ben comprese dal pubblico, necessitano di un profondo approccio scientifico, di conoscenze aggiornate e di una forte empatia”.
 
“Lo scopo del Seminario The Policy Game è quello di sensibilizzare le Istituzioni Europee ad adottare delle politiche “bottom up” maggiormente partecipative, consensuali o quantomeno persuasive, comunque di accompagnamento del sistema produttivo agricolo e industriale – verificate da serie valutazioni preventive di impatto – rinunciando a politiche “top down” a forte carattere pedagogico e rieducativo del nostro sistema imprenditoriale. Politiche che De Rita chiamerebbe ‘la normazione-manifesto’, che delineano obiettivi tanto ambiziosi quanto irraggiungibili, per garantire il legislatore delle sue buone intenzioni, rassicurare il cittadino-suddito dell’attenta vigilanza e protezione pubblica, finendo così per relegare il sistema produttivo alla condizione di “bad guy”, di “guilty actor”, di inaffidabile e resistente interlocutore, fonte di continue delusioni” ha concluso Daniele Rossi, Segretario Generale Agronetwork e Delegato alla Ricerca ed Innovazione di Confagricoltura.

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UE, bilancio agricolo invariato nonostante l’aumento dell’inflazione. Confagricoltura chiede a Governo e Parlamento europeo di modificare la proposta

Da una prima lettura, la Commissione europea non ha proposto aumenti delle spese agricole della UE fino al 2027. Una decisione incomprensibile, alla luce della crescita eccezionale dell’inflazione che ha tagliato il valore reale dei pagamenti diretti e degli incentivi agli investimenti che, secondo la stessa Commissione, hanno già fatto registrare una flessione lo scorso anno.

E’ il commento a caldo di Confagricoltura alla proposta di revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell’Unione.

Il sistema agroalimentare ha assicurato i rifornimenti al mercato interno e contribuito ad evitare una crisi alimentare globale – spiega la Confederazione – Il tutto con un impegno di spesa limitato allo 0,4% del PIL europeo. Un aumento del bilancio agricolo è fondamentale per garantire la continuità produttiva e delle iniziative per la transizione ecologica.

E’ poi evidente la grande discrepanza tra l’inflazione prevista quando il bilancio pluriennale fu approvato e quella reale. L’aumento dell’inflazione ha anche innescato un rialzo senza precedenti dei costi di produzione, a partire dall’energia.

Confagricoltura si rivolgerà al governo e al Parlamento europeo per modificare la proposta della Commissione a favore delle imprese agricole. Senza un aumento – conclude Palazzo della Valle – continuerà la concessione degli aiuti di Stato, che sono ammontati lo scorso anno a 7 miliardi di euro. Proseguendo su questa strada, rischia di saltare il mercato unico.

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Lavoro, è emergenza nei campi. Parte da Confagricoltura l’appello a fare sistema per risolvere il problema della mancanza di manodopera

Fare sistema, insieme a tutti gli attori del settore agricolo, partendo dal contratto nazionale di lavoro e rivedendo gli strumenti attuali, per dare una risposta concreta ed efficace alle esigenze delle imprese e degli addetti.

E’ questa la proposta scaturita oggi dal convegno sul lavoro organizzato da Confagricoltura, principale organizzazione datoriale agricola, a Palazzo della Valle a Roma.

Al tavolo, oltre al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, anche i segretari generali della FAI CISL Onofrio Rota, della UILA UIL, Stefano Mantegazza e il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi, il consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana Emma Hatcher, il giornalista Alessandro Plateroti, oltre a Ersilia di Tullio di Nomisma e il direttore dell’Area Lavoro di Confagricoltura, Roberto Caponi. E’ intervenuto con un contributo il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.

“Oggi abbiamo un racconto dell’agricoltura che non fotografa la realtà; – ha detto Giansanti – il dibattito sui cambiamenti del contratto di lavoro è quindi necessario tenendo presente quali sono le difficoltà e le richieste effettive di imprese e lavoratori”.

Intervenire sui trattamenti economici per renderli più attrattivi e competitivi nell’ambito del CNL, mantenere il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, detassare gli aumenti retributivi contrattuali, ma anche avvicinare i giovani al mondo agricolo riconoscendo crediti e incentivi, rivedere insieme il decreto flussi che così come è strutturato non funziona. Per quanto riguarda le esternalizzazioni, per Confagricoltura è essenziale poter contare su un quadro normativo chiaro e stabile, che consenta alle imprese agricole di operare correttamente senza correre il rischio di interpretazioni opinabili che possono comportare gravi conseguenze sotto il profilo sanzionatorio.

Queste alcune delle proposte avanzate da Confagricoltura per contrastare la mancanza di manodopera, grave problema delle campagne italiane. “L’emergenza è tale – ha rimarcato Giansanti – che alle richieste di ridurre il costo del lavoro e di semplificare gli adempimenti si è sommata, prendendo il sopravvento, l’esigenza di manodopera disponibile e qualificata. Semine, raccolte e lavorazioni seguono cicli naturali e non si possono rimandare”.

Oltre un milione di dipendenti e 117 milioni di giornate lavorate. Questo il quadro del settore agricolo italiano fotografato da Nomisma. Quasi un terzo dei lavoratori è straniero, sebbene cambi la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Ma gli intoppi burocratici frenano il loro inserimento nelle aziende, che diventano così meno attrattive rispetto a quelle estere. L’esperienza illustrata per l’Australia è una delle più palesi conferme sul fronte del coinvolgimento dei giovani.

Lo stesso ministro Calderone ha evidenziato la necessità di rivedere gli strumenti utili allo sviluppo del settore primario, coinvolgendo proprio le nuove generazioni.

Nella tavola rotonda conclusiva moderata dal giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, il segretario generale della CGIL Landini ha sottolineato l’urgenza di gestire i cambiamenti in atto stabilendo insieme priorità per arrivare a scelte lungimiranti e di qualità per tutti.

Da Plateroti un invito a cambiare la visione dell’agricoltura partendo dalle scuole, costruendo una cultura del settore primario e facendolo diventare realmente attrattivo.

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Sistemi alimentari, Giansanti (Confagricoltura): “Costruiamo insieme un nuovo modello agricolo. Il settore primario fondamentale per lo sviluppo sostenibile”

“Assistiamo a una discrepanza, ormai consolidata, tra i prezzi agricoli e quelli dei prodotti ai consumatori. Come dimostrano le recenti rilevazioni dell’indice FAO, mentre questi ultimi continuano a crescere, i primi calano”. 

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti all’incontro di oggi a Viterbo che ha chiuso il ciclo di appuntamenti preliminari al Food System Summit, in programma a Roma, nella sede della FAO, dal 24 al 26 luglio. 

Un altro tema affrontato da Giansanti è stato quello della crescita della domanda di cibo e della conseguente necessità di aumentare la produzione agricola. Megatrend che vedono coinvolte tutte le economie mondiali. “Nel prossimo decennio dovremo aumentare la produzione agricola media globale del 28% – ha affermato – Ciò comporterà cambiamenti nell’assetto stesso del settore primario. Sarà, infatti, necessario stabilire su dove distribuire questo incremento e con quali strumenti e risorse. Non solo: a tale aumento non corrisponderà una crescita del numero di ettari di terreno coltivabili, anzi, il contrario”. 

Altro argomento centrale è quello dei cambiamenti climatici. “L’anno che stiamo vivendo è stato davvero anomalo, passando da siccità ad alluvioni che stanno mettendo in crisi intere produzioni. Basti pensare che, anche se siamo a giugno, nelle campagne italiane non c’è ancora una sola mietitrebbia in azione”. 

Il sistema primario deve essere parte della soluzione, come lo è stato fino ad oggi. “A livello mondiale, nell’arco di 30 anni il settore agricolo ha ridotto le emissioni pro capite del 20% – ha detto Giansanti –. Secondo un recente studio dell’Università di Oxford, negli ultimi 10 anni in Italia le attività zootecniche hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera con un risparmio di 49 milioni di tonnellate di CO2. Numeri – ha aggiunto – che dimostrano che il modello agricolo italiano è tra i più avanzati”. 

In questo quadro si inseriscono il processo di transizione ecologica e l’applicazione della ricerca di base al miglioramento delle specie vegetali e animali. Riferendosi all’emendamento sulle Tecniche di Evoluzione Assistita recentemente approvato, il presidente di Confagricoltura ha dichiarato: “Spero che adesso l’iter di conversione in legge non incontri ostacoli. L’apertura alla ricerca genomica è importante e trova preparate le università italiane che, nonostante il lungo periodo di oscurantismo che abbiamo vissuto, non hanno smesso di lavorare e trovare soluzioni che miglioreranno quantità e qualità dei nostri prodotti. E per questo dobbiamo ringraziarle”.

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Istat, aumenti senza precedenti: in agricoltura fino al 17,7%

Eventi climatici fuori dall’ordinario e un aumento a doppia cifra dei costi di produzione hanno penalizzato lo scorso anno l’agricoltura italiana. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, si è registrata una contrazione in termini reali del valore aggiunto, del volume delle produzioni e dell’occupazione.

I costi di produzione sostenuti dagli agricoltori, in particolare, sono saliti nel giro di un anno del 25,3 per cento. Un aumento “di portata eccezionale – ha evidenziato l’ISTAT – senza precedenti negli ultimi decenni”. Anche i prezzi dei prodotti agricoli sono saliti, ma con una percentuale sensibilmente inferiore, pari al 17,7 per cento sul 2021.

I dati dell’ISTAT forniscono anche una serie di indicatori positivi sulla resilienza e sulla vitalità delle imprese di settore che, nonostante i negativi risultati dello scorso anno, consentono all’agricoltura italiana di collocarsi, a livello europeo, in seconda posizione per valore aggiunto e al terzo posto per valore della produzione.

C’è poi un altro aspetto ancora più positivo. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, dalla pandemia alle conseguenze economiche dell’aggressione russa all’Ucraina, gli investimenti fissi lordi sono aumentati lo scorso anno del 16% in valori correnti e del 12,7% in volume. Le imprese stanno reagendo alle difficoltà, puntando sulle innovazioni per contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici e per accrescere la sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Dalla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbero arrivare nuovi appositi incentivi per sostenere la spinta agli investimenti per la transizione verde e digitale.

Per quanto riguarda le prospettive – segnala Confagricoltura – i riflettori vanno accesi sulla contrazione dei consumi alimentari. La spesa aumenta come conseguenza dell’inflazione, ma calano i consumi in termini di quantità. Nel caso dei prodotti ortofrutticoli, da gennaio a marzo, gli acquisti al dettaglio sono calati di circa il 10% sul primo trimestre del 2022.

Anche le esportazioni fanno registrare nel complesso un calo in volume.  Per i vini, ad esempio, dopo gli eccellenti miglioramenti ottenuti negli ultimi anni, le vendite all’estero in quantità sono rimaste praticamente invariate nei primi tre mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. Sul mercato del Regno Unito la flessione è stata di oltre il 13 per cento.

Per contrastare l’inflazione alimentare, alcuni Stati membri della UE hanno assunto specifiche decisioni. In Spagna, è stata ridotta l’Iva sui prodotti di maggiore consumo.

In Francia, il governo ha promosso un’iniziativa della grande distribuzione che, su base volontaria, ha limitato o bloccato la crescita dei prezzi del carrello della spesa. L’iniziativa proseguirà fino all’autunno.

L’indice FAO segnala che i prezzi dei prodotti agricoli sono in calo da un anno in ambito internazionale. Non calano, invece, nella stessa misura i costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

L’inflazione rallenta, ma dovrebbe restare oltre il 5% nella media dell’anno corrente. La zona dell’Euro, intanto, è entrata in recessione tecnica.

La situazione dovrebbe essere oggetto di una comune riflessione da parte di tutti i protagonisti dell’agroalimentare italiano, per provare a raggiungere un’intesa su come affrontare i prossimi mesi che saranno ancora caratterizzati da un quadro di riferimento incerto.

Frenare la caduta dei consumi – sostiene Confagricoltura – è nell’interesse dell’intera filiera nell’ottica della salvaguardia dei livelli produttivi e dell’occupazione.

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