USA, inizia l’era Biden: momento del dialogo per superare dazi e ritorsioni commerciali

“C’è la possibilità di rilanciare un dialogo costruttivo sulle relazioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti d’America, superando definitivamente la stagione dei dazi e delle misure di ritorsione”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’insediamento ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca.

“Un primo positivo segnale potrebbe arrivare, ci auguriamo in tempi brevi, con un accordo sulla vicenda degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, evidenzia Giansanti, che ha determinato l’imposizione di dazi doganali anche sul settore agroalimentare assolutamente estraneo alla vicenda”.

Al riguardo, Confagricoltura ricorda che dall’ottobre 2019 sono sottoposte a un dazio aggiuntivo del 25% le esportazioni italiane di formaggi, agrumi, salumi e liquori destinate al mercato Usa, per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.

“Dovrebbe anche ripartire la discussione per definire una soluzione condivisa in materia di tassazione sui servizi digitali, per la quale – rileva il presidente di Confagricoltura – l’amministrazione Usa uscente ha minacciato l’imposizione di dazi sulle importazioni da alcuni Stati membri della Ue, Italia compresa”.

“In generale, le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Biden e dai suoi collaboratori fanno ritenere possibile il rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali e una riforma del WTO (Organizzazione mondiale del commercio)”.

“I contrasti tra Ue e Stati Uniti – rileva Giansanti – hanno finora impedito la nomina del nuovo direttore generale del WTO e la mancata designazione dei rappresentanti statunitensi sta bloccando da tempo l’attività dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie. L’Organizzazione è di fatto paralizzata”.

“Per il Made in Italy agroalimentare, quello statunitense è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE – rileva Giansanti. Trainate dai vini, le vendite sfiorano nel complesso i 5 miliardi di euro l’anno”.

Oltre il 12% dell’export agroalimentare dell’Unione è destinato al mercato Usa, mentre le importazioni di settore incidono per l’8% sul totale dell’export di settore statunitense. Gli ultimi dati della Commissione UE indicano che l’interscambio commerciale bilaterale è sensibilmente diminuito, circa 1,2 miliardi di euro da gennaio ad agosto dello scorso anno sullo stesso periodo del 2019. “Il rilancio della cooperazione è quindi nell’interesse comune”, conclude Giansanti.

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Brexit: un accordo è ancora possibile, ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari

“I negoziati proseguono e un’intesa è ancora possibile, ma dobbiamo essere preparati a tutti gli scenari, compreso il fallimento del negoziato sulle future relazioni commerciali tra Unione europea e Regno Unito. E’ perciò necessaria e urgente la messa a punto di un piano di emergenza, per limitare i contraccolpi del mancato accordo. Mancano poche settimane al 31 dicembre 2020, data di scadenza del periodo transitorio”.

La richiesta è stata avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Il piano dovrebbe prevedere un rafforzamento del personale della nostra amministrazione doganale, che ha già svolto una rilevante attività di preparazione e informazione nei confronti degli operatori, per supportare le imprese che saranno chiamate, dal 1° gennaio prossimo, a presentare una dichiarazione per le singole partite di esportazione sul mercato britannico”.

Confagricoltura ricorda che l’export agroalimentare della UE sul mercato britannico supera i 40 miliardi di euro l’anno.

“Senza un accordo – rileva il presidente della Confagricoltura – il prevedibile blocco o rallentamento dei flussi commerciali provocherebbe una situazione di instabilità sui mercati agricoli europei, in aggiunta a quella innescata dalla pandemia. La Commissione Ue dovrebbe attivare le misure di gestione previste dalla normativa europea, anche con il ricorso alla dotazione del fondo per le conseguenze del recesso del Regno Unito, previsto nel quadro dell’accordo di luglio del Consiglio europeo sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027 e sul Next Generation UE”.

Confagricoltura sottolinea che il governo di Londra ha avviato una serie di negoziati per la conclusione di accordi commerciali con i Paesi terzi. La concorrenza ai nostri prodotti è destinata ad aumentare.

“Andrebbero, quindi, ulteriormente rafforzate le iniziative promozionali per aprire nuovi mercati di sbocco per le nostre produzioni più presenti sul mercato britannico” conclude Giansanti. Si tratta, in dettaglio, di vini, ortofrutta fresca e trasformata, riso e prodotti del settore lattiero-caseario.

Nel complesso, le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare verso il Regno Unito ammontano a 3,4 miliardi di euro. I prodotti a indicazione geografica protetta incidono per oltre il 30% sul totale.

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Salumi, Confagricoltura: “Obbligatoria l’origine in etichetta”

È entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che usano come ingrediente carne suina (salumi, prosciutti e preparati). Ne dà notizia Confagricoltura, valutando positivamente il decreto interministeriale che è nato da una propria precisa proposta espressa al tavolo settoriale nell’aprile 2019.

Vanno indicati in etichetta i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi, e solo quando tutti e tre sono il nostro, si può apporre l’indicazione di prodotti ‘100% italiani’ – informa Confagricoltura -. Però salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare ad essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino ad esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021 (come previsto da circolare del ministero dello Sviluppo economico che ritarda in parte la piena efficacia del DM origine carni suine).

“Dopo un anno e mezzo finalmente – osserva Confagricoltura – è stato concretizzato l’obbligo di informazione al consumatore che è un valore aggiunto anche per il settore agroalimentare. Invitiamo i consumatori a prestare attenzione alle etichette ed a scegliere prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra della filiera”.

Confagricoltura auspica, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore, che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine, invitando i Consorzi di Tutela e tutti gli operatori delle filiere interessate ad una piena valorizzazione delle materie prime nazionali.

 

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Agromafie, Giansanti: ” La tutela dell’agroalimentare deve essere priorità internazionale”

“Controllo dei grandi mercati ortofrutticoli, del trasporto su gomma, del commercio, ma anche usura, accaparramenti dei terreni agricoli, riciclaggio di capitali di provenienza illecita, spandimento di rifiuti tossici o pericolosi, controllo della manodopera illegale, contraffazione e frodi nella gestione dei contributi europei. La criminalità organizzata è entrata da tempo nel grande mercato agroalimentare, dove primeggiano le eccellenze del Made in Italy, limitando la libera concorrenza fra le imprese agricole, attuando pratiche sleali che limitano la competitività delle aziende sane, mettendo anche a rischio la salute dei consumatori e danneggiando l’immagine di tutto il comparto.”

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda organizzata a “Advisora” sulle Agromafie, nell’ambito del corso Mafie e Settori, che ha voluto analizzare le influenze mafiose nei vari comparti dell’economia nazionale e transazionale e la risposta giudiziaria di contrasto.

“Occorrono radicali modifiche normative – ha detto il presidente Giansanti – che riordinino la materia agroalimentare, oggetto di numerosi e non organici interventi legislativi, che pongano al centro, come bene primario, oltre alla tutela della salute pubblica, quello del patrimonio agroalimentare, come parte insostituibile della cultura dei territori e delle comunità locali”.

“E occorrono – ha continuato – controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine e della pubblica amministrazione, con l’auspicio che, grazie alla diffusione del digitale, diminuisca il carico burocratico che tale attività comporta per gli imprenditori.”

La lotta alla contraffazione e alle frodi alimentari, a parere del presidente di Confagricoltura, deve inoltre travalicare i confini nazionali e deve costituire una questione europea, proprio per la grande diffusione del fenomeno e l’organizzazione ormai transnazionale delle associazioni criminali.

“La politica del cibo è ormai un tema internazionale. Per questo c’è bisogno di una Food policy a livello globale – ha spiegato – visto che il fenomeno delle infiltrazioni criminali e della sicurezza alimentare ha assunto dimensioni preoccupanti, amplificate dalle enormi potenzialità espansive, che, nel mercato, è destinato a svolgere il web”.

 

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Usa 2020, Confagricoltura: “Ripartiamo dal dialogo per porre fine alla guerra dei dazi”

All’indomani dell’esito elettorale negli Stati Uniti, le relazioni commerciali tra UE e USA sono all’ordine del giorno dell’odierna videoconferenza del Consiglio dei ministri degli Affari Esteri (Commercio) dell’Unione.

“Prima di tutto – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – dovrebbe essere chiuso il contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. Sarebbero così soppressi i dazi aggiuntivi – pari al 25% del valore – che gli Stati Uniti applicano sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori”.

Gli Stati Uniti, evidenzia Confagricoltura, sono il primo mercato di sbocco fuori dalla UE per il Made in Italy agroalimentare. Nel 2019 le esportazioni di prodotti agroalimentari sono ammontate a 4,7 miliardi di euro.

Secondo i dati della Commissione europea, per effetto dei dazi aggiuntivi, le esportazioni di prodotti agroalimentari dell’Unione sul mercato statunitense si sono ridotte di 400 milioni di euro nei primi sei mesi di quest’anno sullo stesso periodo del 2019.

“In prospettiva – aggiunge Giansanti – va rilanciato il sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali a livello mondiale. Le tensioni tra Unione europea e Stati Uniti hanno anche paralizzato il funzionamento dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). La nomina del nuovo direttore generale è bloccata e manca il numero legale per la convocazione dell’organo di risoluzione delle controversie”.

“Il sistema agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti e di regole condivise, per far ripartire la crescita delle esportazioni che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni, con un balzo in avanti delle vendite all’estero nell’ordine del 90%”.

“Una riforma del WTO è però necessaria – sottolinea il presidente di Confagricoltura – e una ritrovata intesa tra Unione europea e Stati Uniti sarebbe fondamentale, anche per la ripresa del commercio internazionale dopo la pandemia”.

“Il processo di globalizzazione – conclude Giansanti – ha imposto nuove esigenze di armonizzazione e reciprocità delle regole in termini di protezione dei consumatori, tutela dell’ambiente e protezione delle risorse naturali”.

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Confagricoltura: “Salviamo gli agrumi italiani, occorrono più controlli alle frontiere”

“Salviamo le arance italiane dalle malattie che entrano nel Paese insieme agli agrumi importati”. Lo chiede Confagricoltura sollecitando maggiori controlli alle frontiere dopo che la macchia nera (CBS-Citrus Black Spot) è stata riscontrata anche in Campania su prodotti provenienti dal Sud-Africa. Questa fitopatia, da cui l’Europa è indenne, era stata intercettata già lo scorso luglio in due porti siciliani e l’Unione europea era intervenuta per bloccare le importazioni dall’Argentina.

In quest’occasione, invece, è stato lo stesso Sud Africa a stabilire, in modo autonomo, di non spedire più verso l’Unione europea arance Valencia tardive provenienti dalle zone infette. La decisione assunta dal Paese, però, è limitata a questa varietà e vale esclusivamente per i prodotti provenienti dalle aree contaminate.

“A questo punto – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – il rischio che corrono le imprese agrumicole italiane è altissimo: se la malattia si dovesse diffondere sul territorio nazionale provocherebbe danni irreparabili al nostro patrimonio agrumicolo, che rappresenta un’eccellenza. Il comparto vale quasi un miliardo di euro, più della metà è rappresentato soltanto dalle arance, di cui siamo i tredicesimi produttori mondiali”.

E’ evidente la necessità di rispettare il principio di precauzione per poter preservare il territorio dall’ingresso di pericolose malattie, così come quello di reciprocità, per consentire ai produttori nazionali di operare nelle stesse condizioni dei competitor. Con l’approvazione della riforma del sistema fitosanitario nazionale, il livello di garanzia sulle merci importate dovrebbe essere maggiore.

“La posta in ballo – rimarca Gerardo Diana, presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura – è altissima, soprattutto in questo delicato momento. Occorre che le autorità vigilino con attenzione, stringendo i controlli sui flussi di merci in ingresso, per verificare che tutti i requisiti vengano rispettati, a cominciare dalle arance provenienti dal Sud-Africa sempre più presenti sul mercato nazionale. Sostenere le imprese agricole che hanno fatto della qualità l’elemento distintivo della loro produzione è un must, per far sì che possano continuare a garantire i rifornimenti essenziali di sani e saporiti agrumi italiani”.

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“Consumiamo italiano”: l’appello di Confagricoltura alla vigilia delle nuove misure restrittive

“Acquistate i prodotti agroalimentari italiani”. E’ l’appello rivolto ai consumatori dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia delle nuove misure restrittive all’esame del governo e delle Regioni per fermare la diffusione dei contagi da Covid-19.

Un analogo invito è stato rivolto nei giorni scorsi dalla federazione dei produttori agricoli francesi FNSEA ai cittadini d’Oltralpe, per supportare il settore agroalimentare nazionale in questo periodo di lockdown.

“Chiediamo anche noi un patriottismo alimentare per sostenere la filiera italiana, puntando sulla qualità. Da parte nostra, continueremo a lavorare per garantire i rifornimenti. Le imprese agricole non si fermano”.

“La stretta sull’attività del canale HoReCa nel nostro Paese e a livello europeo inciderà anche sul giro d’affari dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione” – sottolinea Giansanti – In Italia, i consumi alimentari extradomestici ammontano a circa 80 miliardi di euro l’anno e nuove restrizioni sono già state decise in Francia, Germania e Regno Unito, vale a dire i principali mercati di sbocco per il Made in Italy agroalimentare”.

“Durante la prima ondata della pandemia – aggiunge il presidente di Confagricoltura – alcuni settori hanno sofferto più di altri per la chiusura di bar e ristoranti non compensata dall’aumento dei consumi domestici. E’ il caso di vini, ortofrutta di quarta gamma, salumi e carni bovine”.

“L’appello a privilegiare l’acquisto di prodotti italiani – prosegue Giansanti – è rivolto anche ai centri di acquisto per la ristorazione collettiva (ad esempio ospedali e caserme)”.

Alla grande distribuzione chiediamo di organizzare l’esposizione dei prodotti alimentari in modo da rendere più visibile il Made in Italy e agevolare così le scelte dei consumatori. Abbiamo di fronte mesi particolarmente difficili”.

“Il sostegno pubblico adeguato in termini di risorse finanziarie e rapido nell’erogazione risulta fondamentale, ma alcuni comportamenti degli attori economici possono contribuire ad attenuare le conseguenze della crisi e ad allentare le tensioni”.

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DPCM Governo, Confagricoltura: “Estendere a filiera agroalimentare il ristoro per le ulteriori limitazioni al canale Ho.Re.Ca”

“La priorità assoluta è la salute pubblica ma, a seguire, è necessario tener conto delle conseguenze economiche delle nuove e necessarie misure assunte dal governo per frenare la diffusione dei contagi”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione al nuovo DPCM.

Il settore della ristorazione è tra quelli presi in considerazione dai provvedimenti del governo, con ulteriori limitazioni dell’attività che avranno impatto anche sui settori collegati al canale ‘Ho.Re.Ca.’, in primo luogo quello agroalimentare.

“I ristori adeguati e tempestivi annunciati dal governo – sottolinea il presidente di Confagricoltura – devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile ed ingiustificata”.

Confagricoltura ricorda come consumi alimentari extradomestici, nel 2019, siano ammontati a 85 miliardi di euro. Secondo le stime di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), a causa dell’emergenza sanitaria, si profila quest’anno una contrazione di 34 miliardi di euro.

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Olio d’oliva: frena l’Italia, continua a crescere la Spagna. Per Confagricoltura necessario valorizzare la qualità del prodotto nazionale

Forte riduzione della produzione italiana di olio d’oliva nel 2020. Il Centro Studi di Confagricoltura stima un meno 26% rispetto all’anno precedente. Il calo, in questo anno difficile, però non è esclusivamente italiano: a perdere terreno sono anche il Portogallo (meno 35%) e la Grecia (meno 25%). La Spagna, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, consolida la sua leadership con un aumento del 27%, cifra che nonostante la consistente diminuzione registrata per gli oli italiano, portoghese e greco, fa chiudere positivamente il bilancio produttivo europeo con un +5% sul 2019.

Le stime 2020 della produzione nazionale indicano un anno di “scarica” con solo 270mila tonnellate. Questa contrazione – spiega Confagricoltura – sembra essenzialmente dovuta alla forte diminuzione riscontrata in Puglia, regione che produce praticamente la metà dell’olio italiano. Decisamente più confortante, per quantità e qualità, la situazione rilevata nelle aree del Centro Nord, dove si prevedono mediamente buone produzioni, ma la cui incidenza sul totale nazionale si aggira intorno al 20%.

Il 50% delle esportazioni nazionali – sottolinea il Centro Studi – sono concentrate su quattro Paesi, in primis gli Stati Uniti (che hanno un valore di 420milioni di euro e rappresentano il 32% del totale dell’export italiano) e la Germania (168 milioni, pari al 12,8%); seguono il Giappone (8%) e la Francia (7,4%).

L’Italia, secondo Paese esportatore, realizza prezzi medi di vendita del 59% superiori a quelli della Spagna, nonostante che la sua produzione copra mediamente il 15% di quella mondiale, a fronte del 45% di quella spagnola.

Confagricoltura evidenzia che il comparto olivicolo italiano è caratterizzato da una disponibilità di prodotto in continuo calo e ampiamente insufficiente a soddisfare le esigenze interne o di esportazione. La forte concorrenza degli altri oli comunitari ed extracomunitari a prezzi stracciati fa sì che restino in giacenza nei nostri frantoi forti quantitativi di prodotto.

Occorre, a parere di Confagricoltura, avviare politiche efficaci di promozione per incrementare la domanda di olio EVO nazionale in Italia e sui mercati internazionali, anche attraverso politiche mirate che puntino sulla qualità del prodotto, il cui valore va comunicato in modo efficace, per essere recepito dal consumatore.

Il settore olivicolo, a livello mondiale, sta affrontando una fase di importanti cambiamenti strutturali in una difficile congiuntura di mercato, caratterizzata da ormai un anno da forti giacenze di prodotto che frenano le quotazioni. Con il suo patrimonio di poco più di un milione di ettari a uliveto e oltre 400 varietà, l’Italia – conclude Confagricoltura – deve impegnarsi per invertire questa tendenza negativa e recuperare tutte le sue potenzialità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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“Scegliete solo pesce Made in Italy”: l’appello di Confagricoltura e dell’Associazione Piscicoltori Italiani ai ristoratori

Il vantaggio è doppio: acquistare qualità e bontà con il sostegno del D.L. ”Agosto”

 

In Italia circa il 50% dei prodotti dell’acquacoltura e della pesca viene consumato al di fuori dalle mura domestiche. Confagricoltura e API (Associazione Piscicoltori Italiani) invitano ristoranti, pubblici esercizi e agriturismi a scegliere prodotti nazionali utilizzando i vantaggi previsti dal D.L. “Agosto”. Nel decreto legge approvato, infatti, sono previste risorse per 600 milioni, proprio per sostenere l’acquisto di prodotti agricoli del territorio (articolo 58, Fondo filiera ristorazione).

L’Associazione Piscicoltori evidenzia come questa misura sia un’opportunità da cogliere, dal momento che, sovente, il prodotto importato da altri Paesi non è in grado di offrire le medesime caratteristiche e garanzie di quello italiano.

Il Fondo, che in fase di conversione, su richiesta di Confagricoltura, è stato esteso alle attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, è una grande occasione per gli esercenti, che potranno offrire un prodotto di eccellenza utilizzando queste risorse e iniziare proficue collaborazioni con gli allevatori italiani. Tutto questo a vantaggio dei comparti interessati e dei consumatori, che avranno così certezze sull’origine e sul metodo di produzione del pesce ordinato al ristorante.

Confagricoltura e API mettono in evidenza, inoltre, come i nostri acquacoltori siano impegnati a garantire prodotti di altissima qualità, sani e nutrienti, fondamentali anche nelle diete dei più piccoli. Dal punto di vista nutrizionale, infatti, il pesce allevato contiene pregiate prerogative organolettiche e nutrizionali, come gli acidi grassi e gli Omega 3, ottimi per la salute e per rafforzare il sistema immunitario.

Il settore dell’acquacoltura – ricordano Confagricoltura e API – vanta un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro, occupa 15.000 addetti e produce più di 180.000 tonnellate tra pesci e molluschi, in 800 siti produttivi concentrati per il 60% al Nord, il 15% al centro e il 25% al Sud.

Il pesce più allevato in Italia è la trota, che con 37.000 tonnellate supera un valore di 120 milioni di euro. Seguono orata e spigola, con 17.000 tonnellate, per un valore di 133 milioni. Inoltre, il nostro Paese produce 130 milioni di avannotti di specie ittiche marine pregiate ed è leader europeo nella produzione di caviale da allevamento, con più di 50 tonnellate.

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