Estensione Psr Sicilia al 2022: in arrivo fondi per 660 milioni

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Una buona notizia in un periodo triste per l’economia agricola siciliana. Chiediamo tempi certi e celeri nel determinare modalità e tempi di erogazione”

 

In arrivo nuovi fondi europei per l’agricoltura Sicilia, in tutto 330 milioni all’anno per il 2021 e per il 2022: è questo il risultato dell’estensione dell’ambito temporale del Psr Sicilia al 2022, con nuove risorse ed obiettivi decisi di concerto con l’Unione Europea.

I fondi andranno a incrementare gli investimenti per le misure: 4.1 – Sostegno a investimenti nelle aziende agricole, 6.1 – Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, 10.1b – Metodi di gestione delle imprese ecosostenibili (per ridurre il peso della chimica nei terreni), 4.3 – Sostegno a investimenti nell’infrastruttura necessaria allo sviluppo, all’ammodernamento e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura – viabilità interaziendale e strade rurali per l’accesso ai terreni agricoli e forestali, ovvero il rifacimento delle strade interpoderali.

Senza dubbio – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrèuna buona notizia per l’agricoltura siciliana, provata dalle pesanti ripercussioni della crisi economica legata al Covid 19 (si pensi, per fare un esempio, al settore florovivaistico, ancora una volta letteralmente in ginocchio)”.

Al presidente della Regione – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – chiediamo tempi celeri e certi sia nella individuazione delle procedure tecniche per l’impegno dei nuovi fondi, che nell’erogazione degli stessi. Si tratta di risorse essenziali a sostegno dei giovani, della sostenibilità e della viabilità rurale”.

 

Ragusa, 27 novembre 2020

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Manovra, Agrinsieme: “L’agroalimentare come volano della ripresa economica”

Transazione digitale, incentivi per i giovani e sostegno alle aziende colpite da calamità naturali tra le misure proposte da Agrinsieme in audizione alla Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati

“L’efficacia delle azioni messe in campo fino ad oggi per le imprese che operano nel comparto agricolo e agroalimentare è circoscritta al ristoro nel brevissimo periodo, la cui applicazione è spesso rallentata da stringenti maglie burocratiche. E’ quindi prioritario che nella manovra venga messo al centro con maggior decisione il sistema agroalimentare che, se opportunamente sostenuto, può costituire il volano di una sicura e duratura ripresa economica per l’intero sistema nazionale, messo duramente alle corde dall’emergenza socio-sanitaria in atto”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso dell’Audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sul disegno di legge di bilancio 2021.

Per Agrinsieme, è necessario superare la logica degli interventi emergenziali e inquadrare in una visione strategica alcuni interventi strutturali per l’agricoltura, quali: stabilizzazione del credito d’imposta; transizione 4.0 e bancabilità per incentivare la propensione agli investimenti; incentivi ai giovani imprenditori e assunzione dei giovani per passaggio generazionale; transizione energetica.

Il Coordinamento, in particolare, ha evidenziato la necessità di rendere strutturale e stabile l’esonero contributivo messo in campo a favore dei giovani agricoltori, così da dare un forte segnale di cambiamento all’intero primario, e di mettere in campo azioni a sostegno delle imprese colpite da calamità naturali, al fine di favorire la ripresa produttiva con contributi in conto capitale per quelle zone del paese che sono state completamente distrutte dalle gelate della prima parte dell’anno.

Per favorire il rilancio dell’agricoltura italiana, inoltre, Agrinsieme ha indicato la stabilizzazione delle misure (crediti d’imposta) rientranti nel Piano Transizione 4.0, definendola “un’opzione importante e necessaria per sostenere più efficacemente gli investimenti in innovazione, a partire dal non più rinviabile processo di transizione digitale delle imprese in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità ambientale”.

Come nel corso della precedente legge di bilancio, Agrinsieme ha ribadito invece la ferma contrarietà alla plastic tax e all’imposta sul consumo di bevande edulcorate, che invece dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio 2021. Un’altra proposta avanzata dal Coordinamento, infine, è quella relativa ai contratti di filiera e di distretto, istituiti dall’articolo 66 della legge 289/2002, che rappresentano uno degli strumenti più utilizzati di sostegno agli investimenti nella filiera agroalimentare.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Brexit: un accordo è ancora possibile, ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari

“I negoziati proseguono e un’intesa è ancora possibile, ma dobbiamo essere preparati a tutti gli scenari, compreso il fallimento del negoziato sulle future relazioni commerciali tra Unione europea e Regno Unito. E’ perciò necessaria e urgente la messa a punto di un piano di emergenza, per limitare i contraccolpi del mancato accordo. Mancano poche settimane al 31 dicembre 2020, data di scadenza del periodo transitorio”.

La richiesta è stata avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Il piano dovrebbe prevedere un rafforzamento del personale della nostra amministrazione doganale, che ha già svolto una rilevante attività di preparazione e informazione nei confronti degli operatori, per supportare le imprese che saranno chiamate, dal 1° gennaio prossimo, a presentare una dichiarazione per le singole partite di esportazione sul mercato britannico”.

Confagricoltura ricorda che l’export agroalimentare della UE sul mercato britannico supera i 40 miliardi di euro l’anno.

“Senza un accordo – rileva il presidente della Confagricoltura – il prevedibile blocco o rallentamento dei flussi commerciali provocherebbe una situazione di instabilità sui mercati agricoli europei, in aggiunta a quella innescata dalla pandemia. La Commissione Ue dovrebbe attivare le misure di gestione previste dalla normativa europea, anche con il ricorso alla dotazione del fondo per le conseguenze del recesso del Regno Unito, previsto nel quadro dell’accordo di luglio del Consiglio europeo sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027 e sul Next Generation UE”.

Confagricoltura sottolinea che il governo di Londra ha avviato una serie di negoziati per la conclusione di accordi commerciali con i Paesi terzi. La concorrenza ai nostri prodotti è destinata ad aumentare.

“Andrebbero, quindi, ulteriormente rafforzate le iniziative promozionali per aprire nuovi mercati di sbocco per le nostre produzioni più presenti sul mercato britannico” conclude Giansanti. Si tratta, in dettaglio, di vini, ortofrutta fresca e trasformata, riso e prodotti del settore lattiero-caseario.

Nel complesso, le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare verso il Regno Unito ammontano a 3,4 miliardi di euro. I prodotti a indicazione geografica protetta incidono per oltre il 30% sul totale.

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La dieta mediterranea punto di forza per l’economia e per la società

“La Dieta Mediterranea è garanzia di cibi sani e di qualità, grazie ai quali gli italiani hanno un’aspettativa di vita tra le più alte a livello mondiale”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione del decimo anniversario del riconoscimento della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

“La Dieta Mediterranea – prosegue Giansanti – è ormai diventata un vero e proprio ‘passaporto’ che certifica un modello alimentare equilibrato e salutare apprezzato in tutto il mondo. Inoltre, va sottolineato che i nostri prodotti tipici hanno uno stretto legame con i territori nei quali le tradizioni sono valorizzate dalla cultura d’impresa, dalle innovazioni e da una visione di lungo periodo”.

“L’emergenza sanitaria ha riportato in evidenza l’importanza di avere a disposizione cibi sani e in quantità adeguata. In quest’ottica, la Dieta Mediterranea costituisce un punto di forza per la società e per l’economia che può essere ulteriormente valorizzato” – conclude Giansanti.

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Salumi, Confagricoltura: “Obbligatoria l’origine in etichetta”

È entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che usano come ingrediente carne suina (salumi, prosciutti e preparati). Ne dà notizia Confagricoltura, valutando positivamente il decreto interministeriale che è nato da una propria precisa proposta espressa al tavolo settoriale nell’aprile 2019.

Vanno indicati in etichetta i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi, e solo quando tutti e tre sono il nostro, si può apporre l’indicazione di prodotti ‘100% italiani’ – informa Confagricoltura -. Però salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare ad essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino ad esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021 (come previsto da circolare del ministero dello Sviluppo economico che ritarda in parte la piena efficacia del DM origine carni suine).

“Dopo un anno e mezzo finalmente – osserva Confagricoltura – è stato concretizzato l’obbligo di informazione al consumatore che è un valore aggiunto anche per il settore agroalimentare. Invitiamo i consumatori a prestare attenzione alle etichette ed a scegliere prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra della filiera”.

Confagricoltura auspica, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore, che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine, invitando i Consorzi di Tutela e tutti gli operatori delle filiere interessate ad una piena valorizzazione delle materie prime nazionali.

 

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Agromafie, Giansanti: ” La tutela dell’agroalimentare deve essere priorità internazionale”

“Controllo dei grandi mercati ortofrutticoli, del trasporto su gomma, del commercio, ma anche usura, accaparramenti dei terreni agricoli, riciclaggio di capitali di provenienza illecita, spandimento di rifiuti tossici o pericolosi, controllo della manodopera illegale, contraffazione e frodi nella gestione dei contributi europei. La criminalità organizzata è entrata da tempo nel grande mercato agroalimentare, dove primeggiano le eccellenze del Made in Italy, limitando la libera concorrenza fra le imprese agricole, attuando pratiche sleali che limitano la competitività delle aziende sane, mettendo anche a rischio la salute dei consumatori e danneggiando l’immagine di tutto il comparto.”

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda organizzata a “Advisora” sulle Agromafie, nell’ambito del corso Mafie e Settori, che ha voluto analizzare le influenze mafiose nei vari comparti dell’economia nazionale e transazionale e la risposta giudiziaria di contrasto.

“Occorrono radicali modifiche normative – ha detto il presidente Giansanti – che riordinino la materia agroalimentare, oggetto di numerosi e non organici interventi legislativi, che pongano al centro, come bene primario, oltre alla tutela della salute pubblica, quello del patrimonio agroalimentare, come parte insostituibile della cultura dei territori e delle comunità locali”.

“E occorrono – ha continuato – controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine e della pubblica amministrazione, con l’auspicio che, grazie alla diffusione del digitale, diminuisca il carico burocratico che tale attività comporta per gli imprenditori.”

La lotta alla contraffazione e alle frodi alimentari, a parere del presidente di Confagricoltura, deve inoltre travalicare i confini nazionali e deve costituire una questione europea, proprio per la grande diffusione del fenomeno e l’organizzazione ormai transnazionale delle associazioni criminali.

“La politica del cibo è ormai un tema internazionale. Per questo c’è bisogno di una Food policy a livello globale – ha spiegato – visto che il fenomeno delle infiltrazioni criminali e della sicurezza alimentare ha assunto dimensioni preoccupanti, amplificate dalle enormi potenzialità espansive, che, nel mercato, è destinato a svolgere il web”.

 

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Usa 2020, Confagricoltura: “Ripartiamo dal dialogo per porre fine alla guerra dei dazi”

All’indomani dell’esito elettorale negli Stati Uniti, le relazioni commerciali tra UE e USA sono all’ordine del giorno dell’odierna videoconferenza del Consiglio dei ministri degli Affari Esteri (Commercio) dell’Unione.

“Prima di tutto – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – dovrebbe essere chiuso il contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. Sarebbero così soppressi i dazi aggiuntivi – pari al 25% del valore – che gli Stati Uniti applicano sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori”.

Gli Stati Uniti, evidenzia Confagricoltura, sono il primo mercato di sbocco fuori dalla UE per il Made in Italy agroalimentare. Nel 2019 le esportazioni di prodotti agroalimentari sono ammontate a 4,7 miliardi di euro.

Secondo i dati della Commissione europea, per effetto dei dazi aggiuntivi, le esportazioni di prodotti agroalimentari dell’Unione sul mercato statunitense si sono ridotte di 400 milioni di euro nei primi sei mesi di quest’anno sullo stesso periodo del 2019.

“In prospettiva – aggiunge Giansanti – va rilanciato il sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali a livello mondiale. Le tensioni tra Unione europea e Stati Uniti hanno anche paralizzato il funzionamento dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). La nomina del nuovo direttore generale è bloccata e manca il numero legale per la convocazione dell’organo di risoluzione delle controversie”.

“Il sistema agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti e di regole condivise, per far ripartire la crescita delle esportazioni che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni, con un balzo in avanti delle vendite all’estero nell’ordine del 90%”.

“Una riforma del WTO è però necessaria – sottolinea il presidente di Confagricoltura – e una ritrovata intesa tra Unione europea e Stati Uniti sarebbe fondamentale, anche per la ripresa del commercio internazionale dopo la pandemia”.

“Il processo di globalizzazione – conclude Giansanti – ha imposto nuove esigenze di armonizzazione e reciprocità delle regole in termini di protezione dei consumatori, tutela dell’ambiente e protezione delle risorse naturali”.

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Confagricoltura: “Salviamo gli agrumi italiani, occorrono più controlli alle frontiere”

“Salviamo le arance italiane dalle malattie che entrano nel Paese insieme agli agrumi importati”. Lo chiede Confagricoltura sollecitando maggiori controlli alle frontiere dopo che la macchia nera (CBS-Citrus Black Spot) è stata riscontrata anche in Campania su prodotti provenienti dal Sud-Africa. Questa fitopatia, da cui l’Europa è indenne, era stata intercettata già lo scorso luglio in due porti siciliani e l’Unione europea era intervenuta per bloccare le importazioni dall’Argentina.

In quest’occasione, invece, è stato lo stesso Sud Africa a stabilire, in modo autonomo, di non spedire più verso l’Unione europea arance Valencia tardive provenienti dalle zone infette. La decisione assunta dal Paese, però, è limitata a questa varietà e vale esclusivamente per i prodotti provenienti dalle aree contaminate.

“A questo punto – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – il rischio che corrono le imprese agrumicole italiane è altissimo: se la malattia si dovesse diffondere sul territorio nazionale provocherebbe danni irreparabili al nostro patrimonio agrumicolo, che rappresenta un’eccellenza. Il comparto vale quasi un miliardo di euro, più della metà è rappresentato soltanto dalle arance, di cui siamo i tredicesimi produttori mondiali”.

E’ evidente la necessità di rispettare il principio di precauzione per poter preservare il territorio dall’ingresso di pericolose malattie, così come quello di reciprocità, per consentire ai produttori nazionali di operare nelle stesse condizioni dei competitor. Con l’approvazione della riforma del sistema fitosanitario nazionale, il livello di garanzia sulle merci importate dovrebbe essere maggiore.

“La posta in ballo – rimarca Gerardo Diana, presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura – è altissima, soprattutto in questo delicato momento. Occorre che le autorità vigilino con attenzione, stringendo i controlli sui flussi di merci in ingresso, per verificare che tutti i requisiti vengano rispettati, a cominciare dalle arance provenienti dal Sud-Africa sempre più presenti sul mercato nazionale. Sostenere le imprese agricole che hanno fatto della qualità l’elemento distintivo della loro produzione è un must, per far sì che possano continuare a garantire i rifornimenti essenziali di sani e saporiti agrumi italiani”.

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Ecomondo Digital, Giovani di Confagricoltura: “Accelerare sulle agroenergie”

“Le agroenergie sono un’attività economica in grado di produrre reddito ed occupazione, ma svolgono anche un’importante funzione in termini ambientali e nel mantenimento del tessuto agricolo sul territorio. Inoltre, permettono di aumentare il grado di autoapprovvigionamento energetico del Paese”. Lo ha detto il presidente di Anga-Giovani Agricoltori di Confagricoltura Francesco Mastrandrea, nel corso del webinar “Energia e Agricoltura: un binomio che diventa possibile”. Il dibattito è stato organizzato dai Giovani di Confagricoltura in collaborazione con Moroni & Partners (del Gruppo Kiwa Italia), in occasione di Ecomondo Digital.

Nell’incontro è emerso chiaramente come sia sempre più importante una forte interazione tra la produzione agricola e quella energetica, per lavorare con unione d’intenti al raggiungimento degli obiettivi ambiziosi fissati dal Piano Energia e Clima (PNIEC), riconoscendo all’agricoltura il ruolo centrale che le compete.

“Gli obiettivi che abbiamo preso a livello europeo per il PNIEC – ha detto Mauro Moroni, CEO della Moroni & Partners – passano per una installazione massiccia di fonti rinnovabili che, oltre che su tetti e superfici industriali, coinvolgerà in modo sostanziale anche i terreni agricoli. Il convegno è stata un’ottima occasione di confronto tra i principali esponenti del mondo agricolo e di quello industriale, che sempre più dovranno trovare soluzioni sostenibili di collaborazione”.

“Si prospetta una vera rivoluzione per il settore agricolo che punta sul potenziamento del fotovoltaico, purché – ha concluso Mastrandrea – sia inserito in progetti economici, agroenergetici e di sviluppo più ampi, specifici per i diversi contesti rurali”.

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“Consumiamo italiano”: l’appello di Confagricoltura alla vigilia delle nuove misure restrittive

“Acquistate i prodotti agroalimentari italiani”. E’ l’appello rivolto ai consumatori dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia delle nuove misure restrittive all’esame del governo e delle Regioni per fermare la diffusione dei contagi da Covid-19.

Un analogo invito è stato rivolto nei giorni scorsi dalla federazione dei produttori agricoli francesi FNSEA ai cittadini d’Oltralpe, per supportare il settore agroalimentare nazionale in questo periodo di lockdown.

“Chiediamo anche noi un patriottismo alimentare per sostenere la filiera italiana, puntando sulla qualità. Da parte nostra, continueremo a lavorare per garantire i rifornimenti. Le imprese agricole non si fermano”.

“La stretta sull’attività del canale HoReCa nel nostro Paese e a livello europeo inciderà anche sul giro d’affari dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione” – sottolinea Giansanti – In Italia, i consumi alimentari extradomestici ammontano a circa 80 miliardi di euro l’anno e nuove restrizioni sono già state decise in Francia, Germania e Regno Unito, vale a dire i principali mercati di sbocco per il Made in Italy agroalimentare”.

“Durante la prima ondata della pandemia – aggiunge il presidente di Confagricoltura – alcuni settori hanno sofferto più di altri per la chiusura di bar e ristoranti non compensata dall’aumento dei consumi domestici. E’ il caso di vini, ortofrutta di quarta gamma, salumi e carni bovine”.

“L’appello a privilegiare l’acquisto di prodotti italiani – prosegue Giansanti – è rivolto anche ai centri di acquisto per la ristorazione collettiva (ad esempio ospedali e caserme)”.

Alla grande distribuzione chiediamo di organizzare l’esposizione dei prodotti alimentari in modo da rendere più visibile il Made in Italy e agevolare così le scelte dei consumatori. Abbiamo di fronte mesi particolarmente difficili”.

“Il sostegno pubblico adeguato in termini di risorse finanziarie e rapido nell’erogazione risulta fondamentale, ma alcuni comportamenti degli attori economici possono contribuire ad attenuare le conseguenze della crisi e ad allentare le tensioni”.

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