Elezioni europee, Confagricoltura Ragusa: “Ecco le priorità che segnaliamo ai neo eletti”

Il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, interviene sui risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo di domenica: “Ci congratuliamo innanzitutto con i parlamentari siciliani eletti, certi che sapranno perseguire e rappresentare gli interessi diffusi dell’agricoltura siciliana ed italiana. Diamo inoltre il benvenuto agli esponenti politici che fanno il loro ingresso per la prima volta al Parlamento UE”.

“La nuova assemblea – aggiunge il presidente Pirrè – ha davanti sfide importanti per l’Europa, come ad esempio la riforma della PAC, determinante e urgente per la nostra agricoltura. Come imprenditori che operano in un mercato comune chiediamo regole europee reciproche, partendo dal sistema fiscale, che invece oggi opprime le aziende italiane e le penalizza rispetto agli altri Paesi”.

“L’armonizzazione delle norme – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa – deve riguardare anche il costo del lavoro e le pratiche ambientali per costruire un’Europa più competitiva in ambito internazionale. Per farlo abbiamo bisogno di un’Italia più coraggiosa e lungimirante nelle riforme, capace di essere protagonista in questa battaglia. Siamo pertanto al fianco dei nostri parlamentari che condividono queste esigenze e intendono affrontarle con tempestività”.

“Stiamo vivendo una fase politica cruciale – conclude Pirrè – e auspichiamo che il nuovo Europarlamento tenga conto delle nostre peculiarità per valorizzarle a beneficio dell’economia italiana e delle nostre imprese”.

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“Il Pomodoro: Oro Rosso d’Italia”: si presenta a Scicli il libro della scrittrice ed editrice Yuko Okuma

Si presenta a Scicli il 31 maggio, presso la prestigiosa location di Palazzo Spadaro, con inizio alle ore 18.00, Il Pomodoro: Oro Rosso d’Italia, volume a cura della scrittrice ed editrice giapponese Yuko Okuma e di Sara Sargenti, ricco di un ampio repertorio iconografico, ripercorre le tappe della trasformazione del pomodoro da bacca sospetta a curioso ornamento a protagonista della cucina italiana. Antichi erbari, antichi ricettari , diari di viaggio e lettere di maggiordomi, immagini e scatti delle conserve, delle coltivazioni, delle grandi industrie e delle cucine dei grandi chef stellati.

Il libro è frutto di anni di lavoro da parte di Yuko Okuma, durante i quali ha più volte visitato Scicli per la casa editrice Yuko Edizioni, in stretta collaborazione con il fotografo sciclitano Gianni Mania.

L’evento è organizzato da Svi.Med (Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile Onlus), con il patrocinio del Comune di Scicli (Assessorato Sviluppo Economico e Cultura) e in collaborazione con Confagricoltura Ragusa, Coltivazioni Urbane, Lions Club Scicli, con il prezioso supporto di Gianni Mania.

Modera il dibattito il prof. Giuseppe Pitrolo, sono previsti gli interventi di Salvatore Occhipinti (Gal Terra Iblea), Bartolo Ferro (esperto agronomo), Emanuele Scala (imprenditore agricolo) e di rappresentanti di realtà istituzionali del territorio, esperti agronomi e imprenditori del comparto agricolo per discutere sulle strategie future del settore.

Il Pomodoro Oro Rosso d'Italia - Locandina

La presentazione, che avverrà non a caso a Scicli, patria della serricoltura e del pomodoro, vuole essere un momento di riflessione sull’importanza che l’agricoltura riveste per il territorio, che ha rivestito in passato ed ancora rappresenta una realtà imprenditoriale su cui Scicli ha basato la sua ricchezza, la sua crescita in termini non solo culturali ma di risorse umane , professionalità e competenze all’avanguardia nel settore.

Scicli che guarda al suo passato, ma che deve guardare necessariamente al futuro, senza utopie, poiché le sfide climatiche, sociali, ambientali ed alimentari si rivolgono ad un pianeta, sempre più popolato, che nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi di individui e che pertanto richiede un aumento della produzione agricola fino al 70%.

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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“L’agricoltura italiana ha bisogno di un’Europa forte e coesa”

Il manifesto di Confagricoltura per le prossime elezioni europee

“L’agricoltura italiana non ha bisogno di meno Europa; bensì di un’Europa più forte e coesa, con un ruolo più incisivo e propositivo dell’Italia”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti introducendo i lavori dell’assemblea degli imprenditori agricoli, che si è svolta sabato a Milano a Palazzo Mezzanotte, ribadendo il profondo attaccamento degli agricoltori alla “casa comune europea”.

“Le prospettive dell’economia italiana e della nostra agricoltura – ha continuato – sono strettamente legate al futuro dell’Unione europea, ma questo futuro è incerto. La nostra proposta è di imboccare la strada verso un’Unione sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese”.

Giansanti ha ricordato che sulle vicende dell’economia italiana hanno avuto un impatto negativo i ritardi accumulati nel completamento del mercato unico, dell’unione bancaria e del rafforzamento dell’euro-zona. Nonostante la ripresa che si è registrata negli ultimi anni, il reddito nazionale resta inchiodato sui livelli in essere nel lontano 2004. “Per tornare a crescere – ha detto Giansanti – l’economia italiana ha bisogno di misure straordinarie, ma inquadrate nell’ambito di un piano strategico con una visione a lungo termine. Ed è indispensabile far ripartire gli investimenti pubblici, per sostenere la competitività del sistema produttivo ed agevolare la presenza dei nostri prodotti sui mercati di sbocco all’estero.

Per la politica di coesione della UE, stando alle proposte della Commissione, l’Italia avrebbe a disposizione 38,6 miliardi di euro, a prezzi costanti (2018), dal 2021 al 2027. La proposta di Confagricoltura è che una larga parte di quelle risorse sia destinata alla modernizzazione delle infrastrutture, con una scelta in termini di concentrazione dei programmi che è mancata in passato. In via immediata, va ridotto il cuneo fiscale sulle retribuzioni, per sostenere la competitività delle imprese, riportandolo almeno sulla media dei nostri più diretti concorrenti. Rispetto ai Paesi dell’area OCSE il divario è di 11 punti percentuali.

Il processo di armonizzazione europea, oltre al lavoro, dovrà riguardare anche i temi della fiscalità e della tutela dell’ambiente, consentendo l’aumento della competitività delle imprese italiane e il rilancio della domanda interna.

“La crescita dell’economia italiana non può continuare a dipendere solo dalla dinamica delle esportazioni – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura -. E se è vero che quelle del settore agroalimentare continuano a crescere, è altrettanto vero che l’Italia sta diventando sempre più un Paese che trasforma materie prime agricole in arrivo dall’estero, rinunciando così ad una parte del valore aggiunto generato all’interno della filiera. E’ una tendenza che va assolutamente corretta”. La proposta di Confagricoltura è il varo di un progetto Paese comune tra agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione, per rafforzare la dimensione e la competitività dell’intero sistema agroalimentare italiano, che a livello mondiale è inteso come sinonimo di qualità.

“Il fenomeno Italian sounding, a ben vedere, non è altro che l’apprezzamento espresso nei confronti di qualsiasi prodotto che richiama un legame con le nostre tradizioni alimentari e con i nostri standard di qualità”, ha precisato Giansanti, che rilancia l’dea di una etichettatura su base europea basata su valutazioni scientifiche affidate a Autorità indipendenti, perché “su un mercato unico non possono coesistere metodi diversi e contraddittori per informare i consumatori”.

L’agricoltura italiana ha bisogno di mercati aperti e di regole commerciali condivise a livello multilaterale. Per questo Confagricoltura propone il rilancio del sistema multilaterale. Le iniziative a livello politico sono già state avviate, ma i tempi non saranno brevi. E a questo punto gli accordi commerciali sono l’unico strumento a disposizione per aprire nuove possibilità di sbocco per i nostri prodotti e tutelare le indicazioni geografiche e di qualità. “E’ però indispensabile che gli accordi prevedano condizioni di reciprocità – ha sottolineato Giansanti – e che vengano rispettati i nostri standard produttivi e le nostre regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali. E’ una questione di valori e sovranità che l’Unione europea potrà difendere, solo se diventerà più solida, più efficace, più vicina ai cittadini e alle imprese. E più autorevole sullo scacchiere internazionale”.

Anche in tema di politiche ambientali l’obiettivo non può che essere comune: la protezione delle risorse naturali e della biodiversità. Tuttavia, va assegnata agli Stati membri la facoltà di individuare le iniziative più idonee, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del proprio sistema produttivo agricolo.

Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. E’ necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scientifica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica, ben sapendo che sostenibilità economica e sostenibilità ambientale possono coesistere grazie ai risultati della ricerca scientifica. La trasformazione digitale del settore agroalimentare, assieme all’agricoltura di precisione, alla robotica, all’uso dei satelliti e dei droni, possono garantire il miglioramento delle rese/produttività con una più efficace tutela delle risorse naturali e riduzione dei costi di produzione. Così come con le “blockchain” è già possibile fornire ai consumatori, in modo trasparente e garantito, tutte le informazioni sui passaggi dalla produzione fino alla trasformazione. La proposta di Confagricoltura è di creare una banca europea di big data, nella quale far confluire tutte le informazioni relative ai sistemi agricoli negli Stati membri.

Il presidente Giansanti si è poi soffermato sulle prossime scadenze europee. Il 26 maggio si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo che tra i primi impegni che dovrà affrontare, ci sono la riforma della politica agricola comune e il quadro finanziariodell’Unione per il periodo 2021-2027. La richiesta di Confagricoltura è chiara: va contrastato con la massima determinazione il progetto di riforma della Commissione che intende trasformare l’aiuto al reddito in un trasferimento sociale, penalizzando, per di più, le imprese di maggiore dimensione.

“La PAC deve restare a tutti gli effetti una politica economica – ha affermato Giansanti – in grado di assicurare un reddito agli agricoltori che producono cibo sicuro, nelle quantità richieste dai consumatori. Per questo la dimensione del bilancio agricolo deve rimanere invariata nei prossimi anni, mentre le proposte avanzate dalla Commissione europea comporterebbero per l’Italia una riduzione delle spese agricole di circa 3 miliardi di euro”.

“Gli strumenti per far ripartire la crescita economica sono a disposizione, ma l’attenzione va rivolta al di là della gestione delle emergenze – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Spetta alla politica creare le condizioni per consentire al sistema agroalimentare di continuare a crescere in termini di dimensioni e competitività. A vantaggio dell’intera collettività”.

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Enel e Confagricoltura insieme per favorire la competitività del settore agricolo

Accordo per il miglioramento della qualità del servizio attraverso tavoli tecnici dedicati allo sviluppo del settore

Favorire l’innovazione, l’efficienza energetica, la sostenibilità e i processi di digitalizzazione per aumentare la competitività del settore agricolo: questo l’obiettivo dell’accordo che Enel e Confagricoltura hanno firmato per identificare le possibili sinergie tra il settore energetico e quello agricolo e produrre benefici economici, sociali e ambientali.

L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla qualità del servizio elettrico per l’analisi delle esigenze delle imprese, un programma di incontri di formazione per migliorare le condizioni di sicurezza durante lo svolgimento di attività agricole in prossimità di impianti di rete.

Enel e Confagricoltura puntano inoltre, attraverso una collaborazione a livello regionale con l’attivazione di un canale diretto per il monitoraggio delle condizioni del servizio elettrico e per agevolare il ripristino delle attività in caso di emergenza.

Grazie a questo protocollo le oltre 375.000 imprese associate a Confagricoltura potranno infine beneficiare di un servizio di consulenza commerciale ed energetica che accompagnerà ogni fase dei rapporti contrattuali con le società del Gruppo Enel.

 “L’intesa – sottolinea Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia – dimostra l’approccio sostenibile di Enel e l’attenzione di cliente attraverso l’individuazione di soluzioni innovative in grado di soddisfarne ed anticiparne le esigenze. Il settore agricolo rappresenta per il nostro Paese un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e la collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi che offriamo alle aziende del comparto.

L’accordo – afferma Massimilano Giansanti, Presidente di Confagricoltura – vuole contribuire ad assicurare alle aziende associate un adeguato livello di qualità del servizio, anche attraverso il presidio delle situazioni di emergenza. E allo stesso tempo grazie al monitoraggio continuo delle esigenze delle imprese, rafforzare la competitività delle imprese e di tutte le filiere agroalimentari congiuntamente alla sostenibilità delle produzioni agricole”.

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Solidarietà ai lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa. Subito incontro con l’assessore Bandiera

La solidarietà ai lavoratori del direttore e del presidente di Confagricoltura Ragusa

Non è tollerabile che i lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa non ricevano lo stipendio, nei casi più gravi, da 20 mesi. Esprimiamo solidarietà e vicinanza“, così il direttore Giovanni Scucces e il presidente Antonino Pirrè.

Non ci spieghiamo – aggiungono il direttore e il presidente di Confagricoltura Ragusa – come sia possibile che, mentre i lavoratori degli altri Consorzi siciliani ricevono gli stipendi, a Ragusa si continua a pretendere lavoro senza pagare gli stipendi arretrati“.

Tuttavia – precisano – riteniamo impensabile e deprecabile il paventato blocco di tutte le attività di competenza dell’ente, il problema è politico e va risolto dalla politica, non possono di certo farne le spese le imprese agricole“.

Non intendiamo stare con le mani in mano – concludono Pirrè e Scucces – e, oltre a manifestare la nostra solidarietà ai dipendenti del Consorzio di Bonifica, chiediamo un incontro formale e in tempi celeri con l’assessore Bandiera, per discutere e porre in campo soluzioni immediate“.

 

Ragusa, 14 maggio 2019

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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In arrivo la Fanta prodotta con Arancia Rossa di Sicilia Igp

Arriva una nuova variante di Fanta: è Fanta Aranciata Rossa Zero Zuccheri Aggiunti con “Succo di Arancia Rossa di Sicilia IGP”, un’aranciata con succo di arance rosse 100%, controllate dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP.

La bevanda della famiglia Fanta è stata presentata ieri in occasione di Tuttofood, la fiera internazionale dedicata al food & beverage in corso a Milano.

Coca-Cola, che produce in Italia dal 1927, con Fanta Aranciata Rossa riconferma lo speciale legame che la unisce al nostro Paese, celebrando una delle eccellenze italiane: l’arancia rossa di Sicilia IGP.

“Dedichiamo grande attenzione al territorio italiano, dove produciamo da oltre 90 anni, e proprio per questo vogliamo il più possibile valorizzare le materie prime del nostro Paese” ha dichiarato Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Coca-Cola Italia.

“Fanta Aranciata Rossa è il nostro omaggio alle origini italiane di Fanta, una delle nostre bevande iconiche a livello globale, nata a Napoli nel 1955 e che, ancora oggi, è preparata con il succo di arance 100% italiane.
“Siamo molto orgogliosi che le Arance Rosse del nostro splendido territorio siano protagoniste di questo lancio”, ha aggiunto Giovanni Selvaggi, Presidente Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP.

“È la prima volta che il prodotto di una grande multinazionale riporta in etichetta il marchio di origine IGP (Indicazione Geografica Protetta) che la nostra Arancia Rossa di Sicilia merita davvero. Si tratta di un’opportunità importante di cui ringraziamo Coca Cola Italia. La commercializzazione di Fanta Arancia Rossa IGP aiuterà sicuramente i nostri produttori ad aumentare la quota di arance destinate alla trasformazione e premetterà di far conoscere ancor di più le nostre arance anche nei periodi in cui non è possibile consumarle fresche o spremute. Una bevanda, senza zucchero e con il 20% di prodotto fresco è un ottimo modo di avvicinare ancor di più consumatori ad un frutto dalle riconosciute qualità organolettiche e salutistiche. Compito del consorzio sarà vigilare a che tutte le percentuali di prodotto presenti nella Fanta Aranciata Rossa Zero siano rispettato e che le arance utilizzate per produrla siano solo ed esclusivamente arance rosse di Sicilia”.

“La realizzazione di una bibita con il succo delle arance IGP siciliane – ha detto Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia intervenendo alla presentazione di Fanta Arancia Rossa di Sicilia Igp – è un traguardo raggiunto partendo da lontano, da quando nel 2014 abbiamo avviato una intensa collaborazione con Coca-Cola su diversi progetti per la crescita della filiera agrumicola siciliana. Già all’inizio di questo rapporto il Distretto propose l’idea di valorizzare i marchi di qualità degli agrumi siciliani (Igp e Dop). In questi anni di collaborazione abbiamo fatto conoscere a Coca-Cola più da vicino la realtà della nostra filiera, le realtà dei consorzi di tutela e oggi con orgoglio possiamo dire di essere stati parte del processo che ha reso possibile l’arrivo di questa Fanta che rende omaggio a un’eccellenza siciliana. Ci auguriamo che questa scelta possa servire da esempio e dare ulteriore visibilità alla qualità delle nostre produzioni che, oltre alle Igp annoverano anche una Dop”.

L’Arancia Rossa di Sicilia IGP è coltivata nella parte orientale dell’Isola, tra le province di Catania, Enna e Siracusa, nei territori intorno al vulcano Etna. La natura dei terreni, il clima, le forti escursioni termiche ed il sole fanno di questo prodotto un esempio unico di elevata qualità e tipicità.

L’attenzione particolare che Coca-Cola riserva agli agrumi nazionali si riflette nella scelta del succo di arance 100% italiane, con l’acquisto annuale di oltre un terzo della produzione di arance siciliane destinate alla trasformazione. Il concentrato di succo di arancia è acquistato esclusivamente da cinque fornitori siciliani che collaborano con Coca-Cola da decenni.

DIANA (CONFAGRICOLTURA) “BENE COLLABORAZIONE TRA COCA COLA ITALIA E CONSORZIO ARANCIA ROSSA DI SICILIA PER LANCIO FANTA ZERO ARANCIA ROSSA IGP

“La collaborazione tra il Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP e Coca Cola Italia che ha portato al lancio sul mercato italiano della nuova bibita Fanta Zero Arancia Rossa IGP, è un’ottima notizia per il comparto agrumicolo nazionale e siciliano in particolare”. Lo afferma il presidente della federazione nazionale di Prodotto agrumicola di Confagricoltura Gerardo Diana, commentando l’arrivo sugli scaffali dei supermercati della nuova bevanda con succo d’arancia rossa di Sicilia 100%.

“Si tratta di un grande risultato ottenuto grazie all’impegno del Consorzio presieduto dal nostro Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, che potrà aiutare i produttori siciliani ricadenti nell’areale dell’IGP ad avere i riconoscimenti che meritano, sia a livello economico sia a livello di notorietà del marchio, che rappresenta una delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese” – aggiunge Diana.

“La strada aperta con caparbietà e spirito imprenditoriale innovativo dal Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP e dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, presieduto da Federica Argentati, che collabora già da tempo con Coca Cola Italia, non potrà che giovare a nuove iniziative di questo genere che possono rappresentare una vera svolta per l’impiego nel settore della trasformazione in succhi e bevande di agrumi italiani di qualità controllati, certificati e di indubbie qualità salutistiche ed organolettiche”, conclude il presidente nazionale della sezione agrumicola di Confagricoltura.

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Lavori in corso per la creazione di un unico Distretto del Cibo Siciliano

Investire sul brand Made in Sicily costituendo un unico Distretto del Cibo siciliano che mira ad ottenere il riconoscimento da parte dell’Assessorato regionale all’agricoltura: la proposta arriva da un comitato che condivide la consapevolezza che i mercati vedono nella Sicilia una terra unica per valori, clima, prodotti e l’ospitalità. I consumatori, ad oggi, non riescono a riconoscere le differenze tra i prodotti dei vari territori. Pertanto il valore assoluto è costituito dal brand Made in Sicily che, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di genuinità, qualità, bontà, salubrità.

Tra i promotori di questa iniziativa il Consorzio di ricerca Coreras, l’Esa, l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei e l’Agenzia di sviluppo Sosvima. Ma anche alcuni comuni rurali e costieri, alcuni Flag e numerosi Gal: Madonie, Elimos, Golfo di Castellammare, MetropoliEst, Natiblei, Rocca di Cerere Geopark, Sicani, Sicilia centro-meridionale, Terre Normanne, Tirrenico Mari Monti e Borghi, Tirreno Eolie, Valle del Belice e Terre Barocche.

Per riflettere su questa opportunità sono stati programmati tre incontri. Il primo è in programma a Palermo il 10 maggio alle 10 presso la sede dell’Esa – Ente di Sviluppo Agricolo, il secondo a Catania il 14 maggio sempre alle 10 al Maas, e il terzo a Barcellona Pozzo di Gotto il 14 maggio alle 10 nell’Aula Consiliare.

Gli incontri si svolgeranno proprio a ridosso della pubblicazione del bando per il riconoscimento dei distretti del cibo che si aspetta sulla Gazzetta Ufficiale per il prossimo 10 maggio. Per questo è necessario procedere nei diversi territori ad una rapida consultazione di tutti i potenziali partecipanti del distretto unico del cibo. L’obiettivo è giungere a formulare un’unica proposta che valorizzi il “Made in Sicily”, salvaguardando l’autonomia, le peculiarità e le prerogative di tutte le filiere coinvolte.

Il Distretto unico del cibo siciliano si caratterizzerebbe come strumento di aggregazione di terzo livello. I singoli componenti, pur mantenendo il proprio ruolo autonomo di proposizione e coordinamento delle attività di competenza, parteciperebbero alle attività di promozione del comparto agroalimentare e turistico in ambito nazionale ed internazionale della  nascente aggregazione.

Ai distretti del cibo siciliano in molti, compreso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, attribuiscono un ruolo strategico per promuovere lo sviluppo territoriale e salvaguardare il paesaggio rurale, favorire l’integrazione tra le diverse attività agricole, agroalimentari, di promozione e salvaguardia complessiva del territorio e valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità anche favorendo l’aggregazione delle filiere agroalimentari con imprese di altre filiere produttive.

Un altro motivo che spingerebbe nella direzione di un unico distretto del cibo è la modestia delle risorse che il Mipaaft mette a disposizione dei distretti del cibo: 15 milioni di euro per il primo bando e 10 milioni per i bandi successivi. Bisogna, pertanto, individuare una organizzazione che permetta di evitare gli sprechi e di capitalizzare al massimo le risorse disponibili.

Nella prossima programmazione, inoltre, i distretti del cibo avranno un ruolo fondamentale per l’individuazione di temi e filiere sulle quali investire i fondi strutturali comunitari – Feasr, Feamp, Fesr ed Fse – rappresentando gli Stati generali dell’economia regionale.

Le nuove forme di aggregazione già esistenti in Sicilia – organizzazioni di prodotto, consorzi di tutela, patti di distretto – rappresentano una buona base di partenza per costruire un’aggregazione di livello superiore che possa svolgere un ruolo di coordinamento e non di sostituzione, finalizzato a massimizzare i risultati.

Tuttavia, questo progetto ambizioso, potrebbe riscontrare delle difficoltà nel governare un unico distretto che coinvolgerebbe, al suo interno, componenti assai diverse tra di loro, che già operano in totale autonomia. Non esistono esempi di pari livello ai quali ispirarsi e pertanto la capacità di mantenere unito il distretto dipenderà dalla volontà e dalla capacità dei singoli costitutori. Una bella sfida che punta a una pratica poco diffusa in Sicilia: il lavoro sinergico e di squadra per l’ottenimento di un grande risultato utile all’intero tessuto economico dell’isola.

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Dalla Corte di Giustizia Ue più tutela per le indicazioni geografiche, patrimonio del nostro Paese

Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea secondo la quale i segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento ad un’area geografica a cui è collegata una denominazione d’origine protetta (Dop), possono costituire un una illegale evocazione del marchio.

“Un ulteriore passo avanti nella tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione geografica – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – che, oltre che per le loro caratteristiche organolettiche e di qualità, sono riconosciute in tutto il mondo per il loro valore fatto di territori, storia, arte e tradizioni.  Un patrimonio culturale ed economico da valorizzare a livello europeo ed internazionale”.

Confagricoltura sottolinea positivamente l’obiettivo ribadito dalla sentenza della Corte di Giustizia, che è quello di garantire che il consumatore disponga di un’informazione chiara, succinta e credibile sull’origine del prodotto e al tempo stesso quello di dare il giusto riconoscimento all’impegno di chi produce eccellenze.

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Grani antichi, la Sicilia chiede al Mipaaft il riconoscimento del “Russello Ibleo”

La Regione Siciliana ha inoltrato al Ministero per le Politiche Agricole un’istanza per il riconoscimento della varietà di grano locale da conservazione “Ruscia”, detta anche “Russello Ibleo”. Ok da parte della Commissione di valutazione delle richieste di iscrizione al registro nazionale delle varietà da conservazione (istituita presso il Dipartimento regionale Agricoltura e presieduta dal Dirigente Generale) all’inoltro al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, del riconoscimento della varietà locale da conservazione di questo grano duro.

Grazie al lavoro della commissione (composta dal Dipartimento Agricoltura, dal Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura, dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dalle Università degli Studi di Palermo e Catania e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”) si è già resa possibile l’iscrizione di 14 varietà da conservazione di grano duro e 2 varietà di grano tenero, nel “Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive”.

Per l’assessore Edy Bandiera si tratta di un passo importante per la valorizzazione delle produzioni cerealicole siciliane con la possibile refluenza positiva sul tessuto produttivo dell’area iblea.

“Dopo essere stati l’unica regione italiana a poter emettere decreto di deroga alla ripetizione pluriennale del grano biologico – afferma Bandiera -, oggi, l’auspicato riconoscimento da parte del Ministero segnerà l’inizio di una produzione qualitativamente più elevata e rappresenterà il primo passo per la creazione di una filiera virtuosa, che andrà a valorizzare i derivati della lavorazione del “Russello Ibleo” e renderà ancora più stringente il legame fra tale varietà ed il suo territorio d’origine, generando un importante valore aggiunto, fondamentale per la sostenibilità economica del nostro tessuto produttivo”.

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Primo insediamento in agricoltura, bando Ismea da 70 milioni a sostegno dei nuovi imprenditori agricoli

I giovani agricoltori hanno a disposizione 70 milioni di euro per acquistare terre agricole: pubblicato venerdì scorso, 12 aprile, in Gazzetta Ufficiale l’avviso di bando 2019 per il Primo insediamento in agricoltura, lo strumento ISMEA che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani che intendono diventare imprenditori agricoli.

I giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti, che si insediano in agricoltura per la prima volta, potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola.

Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un Piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola.

Il bando 2019 prevede una dotazione finanziaria di 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti, 35 milioni di euro per le iniziative localizzate nelle Regioni del Centro–Nord e 35 milioni di euro per le iniziative nel Sud e nelle Isole.

Negli ultimi tre anni sono stati 224 i giovani che sono diventati imprenditori agricoli grazie all’intervento finanziario di ISMEA.

Le domande di finanziamento potranno essere presentate sul portale dedicato dell’ISMEA a partire dalle ore 12 del 12 aprile 2019 fino alle ore 12 del 27 maggio 2019.

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