Lavoro, è emergenza nei campi. Parte da Confagricoltura l’appello a fare sistema per risolvere il problema della mancanza di manodopera

Fare sistema, insieme a tutti gli attori del settore agricolo, partendo dal contratto nazionale di lavoro e rivedendo gli strumenti attuali, per dare una risposta concreta ed efficace alle esigenze delle imprese e degli addetti.

E’ questa la proposta scaturita oggi dal convegno sul lavoro organizzato da Confagricoltura, principale organizzazione datoriale agricola, a Palazzo della Valle a Roma.

Al tavolo, oltre al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, anche i segretari generali della FAI CISL Onofrio Rota, della UILA UIL, Stefano Mantegazza e il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi, il consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana Emma Hatcher, il giornalista Alessandro Plateroti, oltre a Ersilia di Tullio di Nomisma e il direttore dell’Area Lavoro di Confagricoltura, Roberto Caponi. E’ intervenuto con un contributo il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.

“Oggi abbiamo un racconto dell’agricoltura che non fotografa la realtà; – ha detto Giansanti – il dibattito sui cambiamenti del contratto di lavoro è quindi necessario tenendo presente quali sono le difficoltà e le richieste effettive di imprese e lavoratori”.

Intervenire sui trattamenti economici per renderli più attrattivi e competitivi nell’ambito del CNL, mantenere il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, detassare gli aumenti retributivi contrattuali, ma anche avvicinare i giovani al mondo agricolo riconoscendo crediti e incentivi, rivedere insieme il decreto flussi che così come è strutturato non funziona. Per quanto riguarda le esternalizzazioni, per Confagricoltura è essenziale poter contare su un quadro normativo chiaro e stabile, che consenta alle imprese agricole di operare correttamente senza correre il rischio di interpretazioni opinabili che possono comportare gravi conseguenze sotto il profilo sanzionatorio.

Queste alcune delle proposte avanzate da Confagricoltura per contrastare la mancanza di manodopera, grave problema delle campagne italiane. “L’emergenza è tale – ha rimarcato Giansanti – che alle richieste di ridurre il costo del lavoro e di semplificare gli adempimenti si è sommata, prendendo il sopravvento, l’esigenza di manodopera disponibile e qualificata. Semine, raccolte e lavorazioni seguono cicli naturali e non si possono rimandare”.

Oltre un milione di dipendenti e 117 milioni di giornate lavorate. Questo il quadro del settore agricolo italiano fotografato da Nomisma. Quasi un terzo dei lavoratori è straniero, sebbene cambi la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Ma gli intoppi burocratici frenano il loro inserimento nelle aziende, che diventano così meno attrattive rispetto a quelle estere. L’esperienza illustrata per l’Australia è una delle più palesi conferme sul fronte del coinvolgimento dei giovani.

Lo stesso ministro Calderone ha evidenziato la necessità di rivedere gli strumenti utili allo sviluppo del settore primario, coinvolgendo proprio le nuove generazioni.

Nella tavola rotonda conclusiva moderata dal giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, il segretario generale della CGIL Landini ha sottolineato l’urgenza di gestire i cambiamenti in atto stabilendo insieme priorità per arrivare a scelte lungimiranti e di qualità per tutti.

Da Plateroti un invito a cambiare la visione dell’agricoltura partendo dalle scuole, costruendo una cultura del settore primario e facendolo diventare realmente attrattivo.

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Sistemi alimentari, Giansanti (Confagricoltura): “Costruiamo insieme un nuovo modello agricolo. Il settore primario fondamentale per lo sviluppo sostenibile”

“Assistiamo a una discrepanza, ormai consolidata, tra i prezzi agricoli e quelli dei prodotti ai consumatori. Come dimostrano le recenti rilevazioni dell’indice FAO, mentre questi ultimi continuano a crescere, i primi calano”. 

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti all’incontro di oggi a Viterbo che ha chiuso il ciclo di appuntamenti preliminari al Food System Summit, in programma a Roma, nella sede della FAO, dal 24 al 26 luglio. 

Un altro tema affrontato da Giansanti è stato quello della crescita della domanda di cibo e della conseguente necessità di aumentare la produzione agricola. Megatrend che vedono coinvolte tutte le economie mondiali. “Nel prossimo decennio dovremo aumentare la produzione agricola media globale del 28% – ha affermato – Ciò comporterà cambiamenti nell’assetto stesso del settore primario. Sarà, infatti, necessario stabilire su dove distribuire questo incremento e con quali strumenti e risorse. Non solo: a tale aumento non corrisponderà una crescita del numero di ettari di terreno coltivabili, anzi, il contrario”. 

Altro argomento centrale è quello dei cambiamenti climatici. “L’anno che stiamo vivendo è stato davvero anomalo, passando da siccità ad alluvioni che stanno mettendo in crisi intere produzioni. Basti pensare che, anche se siamo a giugno, nelle campagne italiane non c’è ancora una sola mietitrebbia in azione”. 

Il sistema primario deve essere parte della soluzione, come lo è stato fino ad oggi. “A livello mondiale, nell’arco di 30 anni il settore agricolo ha ridotto le emissioni pro capite del 20% – ha detto Giansanti –. Secondo un recente studio dell’Università di Oxford, negli ultimi 10 anni in Italia le attività zootecniche hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera con un risparmio di 49 milioni di tonnellate di CO2. Numeri – ha aggiunto – che dimostrano che il modello agricolo italiano è tra i più avanzati”. 

In questo quadro si inseriscono il processo di transizione ecologica e l’applicazione della ricerca di base al miglioramento delle specie vegetali e animali. Riferendosi all’emendamento sulle Tecniche di Evoluzione Assistita recentemente approvato, il presidente di Confagricoltura ha dichiarato: “Spero che adesso l’iter di conversione in legge non incontri ostacoli. L’apertura alla ricerca genomica è importante e trova preparate le università italiane che, nonostante il lungo periodo di oscurantismo che abbiamo vissuto, non hanno smesso di lavorare e trovare soluzioni che miglioreranno quantità e qualità dei nostri prodotti. E per questo dobbiamo ringraziarle”.

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Mercato del lavoro agricolo: antichi vizi, nuove virtù. Convegno mercoledì 21 giugno a Palazzo della Valle

Per le imprese agricole è sempre più difficile trovare lavoratori disponibili e adeguatamente professionalizzati. Da Nord a Sud, dall’ortofrutta alla zootecnia, il grido di allarme è unanime: manca manodopera. Questa carenza, grave e strutturale, genera problemi di produzione e crea stress alle imprese.

Non è una questione solo agricola, ma è più grave e preoccupante, proprio per le caratteristiche di questo tipo di attività, poco elastica rispetto ai tempi delle lavorazioni, che seguono i cicli biologici naturali. Finora si è ricorso in modo crescente a manodopera straniera, con tutte le incertezze dei decreti flussi e delle relative procedure, oppure esternalizzando con contratti di appalto labour intensive, con le preoccupazioni di una normativa tutt’altro che chiara rispetto a questa forma contrattuale.

Sono queste le soluzioni possibili o si può fare di più per restituire dignità al lavoro agricolo e renderlo maggiormente attrattivo, specialmente per i giovani?  Che cosa fanno gli altri Paesi?

Verranno analizzati e dibattuti, con esperti della materia e rappresentanti delle Istituzioni, i problemi del mercato del lavoro agricolo e i fenomeni economici e sociali che lo caratterizzano, immaginando possibili soluzioni, anche innovative, per aiutare le imprese a risolvere questa criticità.

L’appuntamento è per mercoledì 21 giugno a Roma, a Palazzo della Valle, alle 10.30.

Segue il programma del Convegno:

SALUTI E INTRODUZIONE AI LAVORI

Sandro Gambuzza – Vicepresidente Confagricoltura 

Annamaria Barrile – Direttore Generale Confagricoltura 

Daniele Rossi – Segretario Generale Agronetwork

 

RELAZIONI

Ersilia Di Tullio – Nomisma

Mercato del lavoro agricolo: situazione e tendenze

 

Roberto Caponi – Confagricoltura 

Lavoro agricolo: criticità e proposte

 

Emma Hatcher – Consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana 

L’esperienza australiana: il lavoro nelle farm

 

Paolo Pennesi – Direttore Ispettorato Nazionale del Lavoro 

La vigilanza nel lavoro agricolo: le esternalizzazioni

 

INTERVENTI

Maria Raffaella Caprioglio – Presidente Umana S.p.A. 

Onofrio Rota – Segretario Generale FAI-CISL

Stefano Mantegazza – Segretario Generale UILA-UIL

 

TAVOLA ROTONDA

Marina Elvira Calderone – Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 

Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura

Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL

Alessandro Plateroti – Direttore Notizie.it

 

CONDUCE: Federico Fubini – Giornalista Corriere della Sera

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Lavoro, Confagricoltura: ora necessario sostenere competitività delle imprese. Apprezzamento per aiuto ai consumi

In una fase di riduzione dei consumi dovuta all’inflazione valutiamo positivamente il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che ci auguriamo diventi presto strutturale. Il percorso imboccato è quello giusto, ora occorre accelerare ancora per alleggerire finalmente il costo datoriale del lavoro agricolo, che resta tra i più alti d’Europa, riducendo le aliquote contributive delle imprese per sostenere, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario. Lo afferma Confagricoltura in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

Positiva anche la semplificazione apportata nelle comunicazioni da dare al lavoratore all’atto dell’assunzione, che potranno ora essere fornite dal datore di lavoro rinviando alla contrattazione collettiva, come peraltro richiesto da Confagricoltura. 

L’auspicio dell’Organizzazione è che si consideri l’importanza del fattore umano per le aziende agricole. E, soprattutto in questa fase in cui viene richiesto un grande sforzo produttivo, impegnarsi anche sul contenimento del costo degli oneri sociali sarebbe fondamentale per favorire lo sviluppo del settore e promuovere la stabilizzazione degli occupati in agricoltura.

L’agricoltura, ricorda la Confederazione datoriale, con un milione di dipendenti, senza contare l’indotto, i lavoratori autonomi, coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, nonostante le difficoltà causate dell’aumento dei costi di produzione. 

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Emissioni, Confagricoltura: bene voto UE che esclude stalle da norme revisione

“Con il voto di ieri sono state accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali ed eliminando ogni ulteriore aggravio per gli allevatori di suini e pollame”. E’ il commento del presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti, all’esito della commissione Agricoltura dell’Eurocamera, in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Ora il voto passerà in commissione Ambiente.

Confagricoltura ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca, evidenziando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà che rischiano di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole italiane.

“Riteniamo assurdo ed infondato paragonare gli allevamenti alle attività industriali – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, – dal momento che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta ad una sempre maggiore richiesta di attenzione verso l’ambiente, che vede l’Italia primeggiare sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come peraltro dimostrano i risultati ottenuti rispetto alle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte rispettivamente del 24% e 12% (fonte Ispra)”.

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Earth Day, Confagricoltura: giornata importante per ricordare il ruolo del settore primario

Tutela della natura e sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri ed abusi di un bene che non è inesauribile: è questa, per Confagricoltura, la mission della Giornata Mondiale della Terra, evento annuale che si celebra il 22 aprile per far luce sulle questioni ecologiche più urgenti come la crisi climatica, il riscaldamento globale e il consumo di suolo. Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet”. E gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni future – sottolinea l’Organizzazione agricola -. Il loro impegno è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.


I primi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura diffusi nel 2022 da Istat registrano in Italia una SAU (Superficie agricola utilizzata) di 12.535 mila ettari e una SAT (Superficie agricola totale) di 16.474 mila ettari.


“L’innovazione digitale e quella genetica, come le Tea, sono il supporto concreto per rendere i sistemi produttivi sempre piu’ sostenibili – ricorda il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Sono un valido aiuto nella lotta ai mutamenti climatici, consentono di ridurre il consumo di acqua, di produrre di più, e meglio, per una popolazione in continua crescita. Occorre perciò investire di più in ricerca e innovazione, solo così sarà possibile un sistema economico globale equo e sostenibile”.

 

L’agricoltura fa dunque della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare questa risorsa in futuro, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.

 

Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.

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Export grano ucraino, Confagricoltura: l’UE lavori per tutelare i prezzi e i mercati interni degli stati membri

L’influenza dei flussi di grano ucraino sui mercati interni agli Stati membri è un tema che, per Confagricoltura, deve essere affrontato al più presto. Secondo i dati definitivi resi noti dalla Commissione europea, le esportazioni di settore dell’Ucraina verso il mercato UE, a fine 2022, hanno superato in valore i 13 miliardi di euro, circa 6 miliardi in più sull’anno precedente. 

Con un aumento complessivo dell’88% nell’arco di un anno, l’Ucraina è diventata il terzo fornitore di prodotti agroalimentari della UE, superando gli Stati Uniti. L’import di cereali, in particolare, si è attestato sui 4,6 milioni di tonnellate per un incremento di valore del 100%. Il risultato è che i prezzi negli Stati membri confinanti sono crollati, suscitando le proteste degli agricoltori.

Per sostenere l’attività agricola a seguito dell’invasione russa, lo scorso anno la UE ha proceduto alla sospensione dei dazi doganali sui prodotti agroalimentari in arrivo dall’Ucraina fino a giugno 2023. È già stata inviata al Parlamento e al Consiglio europei una proposta di proroga fino a giugno 2024.

Secondo Confagricoltura la soluzione dei problemi in atto va trovata in ambito europeo e in accordo con le autorità di Kiev. La politica commerciale rientra tra le competenze esclusive della Commissione europea. Le decisioni unilaterali degli Stati membri sono sempre contrarie alle regole dell’Unione, ma l’impatto determinato dallo straordinario aumento delle importazioni dall’Ucraina sull’agricoltura negli Stati membri confinanti richiede la massima attenzione.

Va anche garantito il transito dei prodotti ucraini nei “corridoi di solidarietà” aperti dalla UE per dare un’alternativa alle esportazioni ucraine dal Mar Nero. Da maggio a dicembre 2022 sono transitati 17 milioni di tonnellate di grano ucraino.

Infine, la Confederazione ricorda la necessità di salvaguardare e incrementare la presenza dei prodotti ucraini nel contesto delle iniziative internazionali per la sicurezza alimentare nei Paesi meno avanzati. Tenendo anche conto che le recenti contestazioni della Federazione Russa hanno fatto salire l’incertezza sul futuro dell’Accordo sul grano in partenza dai porti del Mar Nero.

Come segnalato nell’ultimo rapporto della FAO, resta aperta la sfida della sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo importatori netti di prodotti destinati all’alimentazione, a causa dell’aumento del debito pubblico e del deprezzamento del cambio delle valute locali nei confronti del dollaro USA e dell’euro.

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Vinitaly, Confagricoltura e FISE insieme per raccontare l’Italia rurale

Imprese agricole e realtà dello sport equestre unite per raccontare il territorio italiano. È questo il progetto alla base del protocollo d’intesa firmato a Verona alla fiera Vinitaly dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e Marco Di Paola, presidente della Federazione Italiana Sport Equestri (FISE). 

Con questo accordo le parti si impegnano a collaborare per la valorizzazione del territorio e del paesaggio rurale attraverso gli itinerari a cavallo che collegano riserve, boschi, colline, zone lagunari e fasce fluviali e i tanti borghi dell’entroterra. 

La Federazione Italiana Sport equestri, riconosciuta dal CONI e affiliata alla Fédération équestre Internationale, conta 150.000 tesserati e condivide con Confagricoltura i valori della natura e della campagna. Insieme collaboreranno nello sviluppo di iniziative che, con gli sport equestri, promuoveranno l’Italia dei piccoli comuni da scoprire attraverso i circuiti turistici e le ippovie. 

L’intesa avrà validità fino al 31 dicembre del 2024 e agevolerà la collaborazione che comprende anche attività di formazione per tecnici e operatori del settore. 

“Con questo protocollo – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – confermiamo il nostro impegno anche nel comparto turistico, che vede coinvolti gli agriturismi e le nostre imprese che ruotano intorno al tema dell’accoglienza e della fruizione del paesaggio attraverso l’attività sportiva. Firmare l’intesa qui al Vinitaly ci permette di collegare tutto ciò al mondo del vino, che fa traino al turismo in Italia”. 

“Insieme a Confagricoltura – aggiunge il presidente della FISE, Marco Di Paola – contiamo di promuovere la cultura equestre, far conoscere i cavalli e soprattutto incentivare lo sviluppo dello sport equestre che in tante strutture agrituristiche è già un’occasione esistente. Noi siamo a fianco degli agriturismi per riuscire a farlo con maggiore cultura, responsabilità e anche maggiore sicurezza”.

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La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?

Panel Confagricoltura e Federvini sulle misure legate alla revisione UE sul packaging

Lunedì 3 aprile ore 16

Verona, 2 aprile 2023 – Domani, lunedì 3 aprile alle 16 presso lo stand Confagricoltura al Vinitaly (Pad. D, stand G – H – I) si terrà l’evento promosso da Confagricoltura e Federvini “La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?”.

Parteciperanno gli eurodeputati Silvia Sardone e Pietro Fiocchi, la presidente di Federvini Micaela Pallini (che curerà l’introduzione) e il presidente del CONAI Luca Ruini. Le conclusioni sono affidate al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

La proposta del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre, impatta su intere filiere strategiche del Made in Italy, fra le quali il comparto vitivinicolo, cuore pulsante dell’economia nazionale e settore trainante del nostro export, con oltre 12 miliardi di Euro di fatturato e 8 miliardi di export.

Per Micaela Pallini, presidente di Federvini: “La proposta di regolamento così com’è stata concepita presenta numerose criticità. Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono per lo più bottiglie di vetro, quindi riciclabili al 100%, prodotte ricorrendo a moderne tecnologie che negli anni hanno permesso di ridurne il peso di oltre il 30%”. 

Inoltre, nel nostro settore gli imballaggi svolgono una funzione peculiare – aggiunge Micaela Pallininon sono un mero contenitore, bensì veicolo di presentazione al consumatore di prodotti unici, che si differenziano gli uni dagli altri per territorio di provenienza, storia, tradizioni e valori capaci di rendere quel mosaico, chiamato vino, patrimonio culturale nazionale riconosciuto in Italia e nel mondo. Per queste ragioni la proposta della Commissione europea, che inspiegabilmente mette al centro il riuso, anziché il riciclo, nonostante le ottime performance sul vetro del nostro Paese (88%), sembra imboccare la strada di una standardizzazione degli imballaggi, rischiando di diventare un ulteriore ostacolo per le nostre imprese, senza portare quei benefici ambientali indicati dal Green Deal”.

La proposta di Regolamento sugli imballaggi ufficializzata dalla Commissione europea presenta forti criticità che rischiano di compromettere il settore del vino, strategico per in nostro Paese  – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano GiansantiL’impatto sarebbe devastante, andando a ricadere direttamente su 700.000 imprese. Una penalizzazione che, peraltro, risulta ingiustificata se si considerano le performance ambientali delle aziende e le buone pratiche di economia circolare, di packaging ed etichettatura avviate”. 

Auspichiamo – conclude Giansantiche le istituzioni competenti si mobilitino in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti problematiche riscontrate nella proposta di Regolamento”.

 

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Federvini è l’organizzazione italiana di riferimento dei principali produttori e importatori di vini, liquori, acquaviti e aceti, nata nel 1917 e aderente a Federalimentare e Confindustria. Scopi della Federazione sono la rappresentanza degli interessi del settore nelle sedi nazionali e internazionali e la promozione dei valori che il settore esprime nella qualità della produzione, nella sostenibilità, nei rapporti con i territori, nella cultura della socialità e della convivialità, nell’educazione al consumo consapevole.

 

Confagricoltura è la più antica Organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Si impegna per lo sviluppo delle aziende agricole e del settore primario in generale, a beneficio della collettività, dell’economia, dell’ambiente e del territorio. Favorisce l’accesso all’innovazione delle imprese, alla sostenibilità delle pratiche agricole e alla competizione delle aziende sul mercato nazionale e su quelli internazionali. La presenza di Confagricoltura nel territorio nazionale si concretizza in modo capillare attraverso le Federazioni regionali, le Unioni provinciali, gli uffici di zona e le delegazioni comunali.

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Vinitaly, la riforma delle indicazioni geografiche e gli effetti sul mondo del vino. Convegno lunedì 3 aprile nello stand di Confagricoltura

La proposta di regolamento della Commissione UE relativa alla riforma della politica di qualità delle Indicazioni Geografiche (IG) prevede l’accorpamento in un unico sistema delle IG dei prodotti agricoli, dei vini e delle bevande spiritose.

Il dibattito politico a riguardo è molto acceso e sarà argomento di confronto e approfondimento a Vinitaly, nello stand di Confagricoltura (Hall D, stand G – H – I) nel convegno “La riformadelle IG”, organizzato da Federdoc e Confagricoltura lunedì 3 aprile alle 12.30.

Con il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e il presidente di Federdoc, Giangiacomo Bonaldi, ci saranno l’europarlamentare Herbert Dorfmann, Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto; Alberto D’Attimis, presidente della sezione vitivinicola Friuli Venezia Giulia; Diego Coller, presidente di Confagricoltura Trentino; Leo Tiefenthaler, presidente dell’Unione agricoltori e coltivatori diretti altoatesini, e Palma Esposito, della Direzione Politiche di Sviluppo Economico delle Filiere Agroalimentari di Confagricoltura e componente del Comitato nazionale Vini Doc. 

“Se dovesse confermarsi la struttura del Regolamento IG così come previsto dalla Commissione – evidenzia Giansanti – ci sarebbe il passaggio di parte della politica vitivinicola come la gestione dei disciplinari, la tutela, le regole di sostenibilità e le associazioni di produttori, nel regolamento orizzontale. Occorre prestare attenzione alle Indicazioni Geografiche che valgono circa 11 miliardi dei 13 totali del fatturato dell’intero settore”. 

“La proposta di riforma delle indicazioni geografiche ha l’intento di arrivare a un riordino generale, con termini procedurali e di tutela estesi a tutte le eccellenze dell’agroalimentare europeo, dai formaggi ai prosciutti – sottolinea Bonaldi -. Inserire in questo contesto il vino, che si avvale di strumenti normativi specifici, ha destato preoccupazione in Federdoc e nel comparto in generale. Il nuovo regolamento potrebbe presentare delle opportunità, ma allo stesso tempo espone il settore a delle complessità che potrebbero indebolire la normativa sul vino”. 

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