Accordo sul grano, Giansanti (Confagricoltura): “Lo sblocco dell’export ucraino è fondamentale per scongiurare la crisi alimentare globale”

“Con la ripresa delle esportazioni via mare dell’Ucraina, circa 20 milioni di tonnellate di grano potranno essere collocate sui mercati internazionali, con il risultato di ridurre sensibilmente il rischio di una crisi alimentare globale. Adesso valuteremo gli effetti dell’intesa sul mercato, anche alla luce della flessione che le produzioni hanno subito e subiranno a causa della siccità”. È il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’accordo firmato oggi per lo sblocco dell’export agroalimentare dai porti dell’Ucraina.

Secondo i dati della FAO – evidenzia Confagricoltura – sono più di 50 i Paesi in via di sviluppo che, fino allo scorso anno, dipendevano dal grano esportato dall’Ucraina per la copertura del fabbisogno totale interno.

Nel 2021, ha fatto sapere la Commissione europea, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina ammontarono a circa 24 miliardi di euro. Le vendite all’estero di grano e semi oleosi hanno inciso per l’84% sul totale. Quasi il 90% dell’export complessivo di settore è stato effettuato via mare.

“L’accordo raggiunto è positivo anche sotto un altro aspetto di rilievo”, prosegue Giansanti. “La ripresa delle vendite all’estero da parte dell’Ucraina consentirà di liberare le strutture necessarie per lo stoccaggio dei nuovi raccolti, facilitandone l’ordinata commercializzazione”.

“Seguiremo con particolare attenzione anche gli eventuali effetti che lo sblocco dell’export agricolo ucraino potrà avere sulle quotazioni internazionali dei cereali”, conclude il presidente della Confederazione.

Secondo i dati ancora provvisori dell’Istat, nei primi tre mesi di quest’anno il saldo valutario dell’Italia per l’interscambio con l’estero di cereali, semi oleosi e farine proteiche è risultato negativo per 781 milioni di euro, con un incremento di 240 milioni sullo stesso periodo del 2021.

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“Coltiviamo agricoltura sociale”, Confagricoltura lancia la VII edizione

In palio 120 mila euro più 20 mila euro per un progetto sulla gestione e riqualificazione del verde pubblico

Parte rinnovata la settima edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il premio ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che punta a valorizzare, attraverso l’agricoltura, questa forma di welfare verde per offrire supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili.

Due le principali novità: a garanzia di una maggiore trasparenza è stata eliminata la votazione on-line, dando così modo alla giuria di esaminare tutti i progetti presentati. E, oltre ai tre premi da 40.000 euro uniti a tre borse di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale presso l’Università di Roma Tor Vergata, è stato aggiunto un “premio speciale 2022” per un progetto di gestione e riqualificazione del verde pubblico, per il quale potranno partecipare anche le cooperative sociali non agricole. L’idea vincitrice riceverà 20.000 euro.

“Con questa settima edizione – rimarca Confagricoltura – insieme ai nostri partner raggiungeremo un totale di 20 progetti premiati, tutti perfettamente operativi ed equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale. E’ la migliore dimostrazione di come questa attività, che si traduce in un forte strumento di integrazione e di inclusione, abbia messo salde radici, diventando un’eccellenza del made in Italy”.

Una scelta imprenditoriale quella di impegnarsi in progetti sociali all’interno di imprese agricole, che ha saputo coniugare perfettamente i ritmi lenti della natura con il reinserimento lavorativo, restituendo dignità a migliaia di persone. Questo tipo di agricoltura è oggi ben consolidata sul territorio: sono più di 3.500 le aziende del settore che vi si dedicano con successo, occupando 38mila addetti, con un fatturato di 300 milioni.

Le aziende agricole impegnate in progetti di agricoltura sociale sono unite da una visione dell’agricoltura che va ben oltre la coltivazione e la produzione. Pur mantenendo un forte legame con la terra, sono state capaci di evolversi al punto di trasformarsi in un collegamento tra persone e processi sociali e culturali diversi, dimostrando il loro valore decisivo per le comunità rurali.

Tutte le info per candidarsi alla VII edizione bando, che sarà attivo fino alla mezzanotte del 20 ottobre 2022, su www.coltiviamoagricolturasociale.it 

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Europa, Giansanti (Confagricoltura): “Modulare a attualizzare la PAC per vincere le nuove sfide”

«Nella Politica agricola va coniugata efficacia e flessibilità, intervenendo in maniera mirata per implementare le misure dei vari sistemi settoriali di mercato (OCM). Gli interventi di sviluppo rurale vanno semplificati e orientati verso investimenti produttivi, che migliorino la competitività delle imprese puntando alla introduzione di innovazioni di processo e di prodotto. Occorre anche garantire una differenziazione a livello territoriale, risolvendo le problematicità di alcuni specifici comparti, territori o beneficiari compensando le scelte del ‘primo pilastro’». Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione dell’evento conclusivo del progetto europeo “Be green, be smart, be farmer”, in collaborazione tra Confagricoltura, Citynews, RDS e Gambero Rosso, che si è tenuto oggi alla Casina Valadier, a Roma.

Nei 10 appuntamenti, on line e in presenza, tenuti su tutto il territorio sono stati coinvolti oltre 2.000 tra imprenditori agricoli, policy maker europei ed esperti con l’obiettivo di capire come funzionerà e dibattere sulle priorità della nuova Politica agricola comune, che entrerà in vigore da gennaio 2023.

«Siamo in una fase di emergenza continua, prima la pandemia, poi l’impennata dei costi delle materie prime e la guerra. La Pac – ha messo in evidenza Giansanti – deve potersi modulare seguendo i tempi e le nuove sfide, altrimenti resta scollata dalla realtà. Contrasto ai cambiamenti climatici, innovazione, sostenibilità, economia circolare sono solo alcuni dei temi fondamentali. Deve essere definito prima possibile il quadro delle regole e degli interventi previsti per poter programmare per tempo le produzioni, gli investimenti e tutte le azioni conseguenti».

Per Confagricoltura è necessario confermare il delicato equilibrio delle scelte operate a livello nazionale riguardo il nuovo regime dei pagamenti diretti, senza apportare modifiche che potrebbero comprometterne la coerenza complessiva. Occorre allentare comunque gli obblighi relativi alla “condizionalità rafforzata”, in particolare quelli che gravano sui seminativi, così come va prevista una entrata in vigore della “condizionalità sociale” solo dopo aver testato adeguatamente il funzionamento delle nuove procedure.

«Il rapporto, che abbiamo consegnato oggi ai decision maker della riforma della Pac, contiene la descrizione delle principali novità che attendono gli agricoltori italiani ed europei e i pareri emersi dalla consultazione con le imprese associate e gli stakeholder. Solo con un Piano Strategico Nazionale improntato a questi principi e definito al più presto per dare certezze ed indirizzi agli operatori – ha concluso Giansanti – si riuscirà ad attualizzare una riforma che si applicherà fino al 2027».

 

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Grano duro, Confagricoltura: “Fermare la speculazione e ritornare a un proficuo dialogo all’interno della filiera”

“Sulla corsa verso l’alto dei prezzi del grano duro può avere inciso una scommessa che sta ora producendo distorsioni lungo la filiera. Le notizie, forse filtrate ad arte, di ritorni su buoni livelli di produzione in Nord America, dopo la forte contrazione dello scorso anno, hanno spinto molti agricoltori italiani a vendere velocemente, generando così un eccesso di offerta sul mercato”.

A parlare così a margine dell’Assemblea generale di Confagricoltura è Carlo Maresca, presidente della Federazione nazionale cereali alimentari della Confederazione.

“In queste ultime ore si registra una repentina discesa del prezzo del grano duro che non trova giustificazioni in una campagna di raccolta che ha fatto segnare sul territorio nazionale un calo medio di produzione di circa il 30%. Il rischio, alimentato anche dalla grande speculazione finanziaria che approfitta della crisi internazionale in corso, è che ci sia un vero e proprio crollo nel valore del grano duro, che produrrebbe effetti devastanti per l’agricoltura nazionale”.

A proposito di speculazione, Confagricoltura ricorda che il mercato dei futures sulle materie prime – oro escluso – valeva, all’inizio del 2022, 390 miliardi di dollari, il 30% in più nel giro di un anno.

“Per questo – conclude il presidente Maresca – riteniamo necessario che ci sia in tutta Italia un’attenta verifica dell’andamento delle quotazioni sui diversi mercati. Dobbiamo in tutti i modi evitare che, ancora una volta, siano gli agricoltori a pagare dazio per manovre speculative che nulla hanno a che fare con uno sviluppo serio e sostenibile di un comparto strategico per l’economia italiana. Un comparto che, come tutta l’agricoltura, ha dovuto far fronte a un aumento dei costi di produzione senza precedenti e che, per evitare un tracollo, necessita della collaborazione tra tutte le parti della filiera”.

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Reale Mutua diventa azionista di HubFarm, piattaforma digitale per l’agricoltura

In affiancamento a Confagricoltura, come annunciato ieri all’assemblea dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, Reale Mutua entra con una quota del 19,99% in HubFarm, la società nata con l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica a riconferma del percorso strategico intrapreso lo scorso anno.

Al centro del progetto HubFarm c’è una piattaforma digitale sviluppata con Microsoft, motore del sistema, che aggrega le imprese agricole, gli sviluppatori, il mondo della ricerca, con l’agroindustria più avanzata e con partner tecnologici e player di altissimo livello.

“L’ingesso di Reale Mutua in questo nostro importante progetto ne rafforza ulteriormente la portata. L’agricoltura italiana indubbiamente merita di più. HubFarm è nato proprio per affiancare le imprese agricole con mezzi e strumenti innovativi, permettendo di produrre sempre di più, in maniera sostenibile, con una forte attenzione alla transizione ecologica, digitale ed energetica. In questa fase storica – ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare così come riuscire a contrastare il cambiamento climatico sono diventati fondamentali. HubFarm porta l’innovazione al servizio delle imprese agricole e, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, di droni, sensori e satelliti, asseconderà la loro crescita, guidandole verso quel necessario salto di qualità che permetterà una produzione maggiore, più competitiva e fortemente rispettosa dell’ambiente”

Attraverso HubFarm, Reale Mutua, diventata Società Benefit a inizio 2022, conferma ancora una volta il proprio impegno per il mondo agricolo e per una sua evoluzione sempre più votata alla sostenibilità e alla digitalizzazione, come già fatto con Agricoltura100, l’iniziativa di Confagricoltura e Reale Mutua – nata nel 2020 – che premia le aziende agricole più sostenibili e promuove il contributo dell’agricoltura al rilancio del Paese. L’indice Agricoltura100 è un indicatore innovativo che misura il livello generale di sostenibilità delle imprese.

“Una scelta coerente e che testimonia la forte volontà di Reale Mutua, insieme a Confagricoltura, di investire in ecosistemi e partnership di valore, oltre a dare concretezza al percorso strategico improntato a una sostenibilità autentica, confermata quest’anno anche dall’acquisizione dello status di Società Benefit – ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua –. Siamo da sempre molto vicini al mondo agricolo: HubFarm è quindi un’ottima opportunità per contribuire all’innovazione del settore, forti anche della nostra esperienza nell’ambito della digitalizzazione. Il mondo agricolo ha bisogno di idee e progetti come HubFarm per non farsi trovare impreparato anche di fronte alle conseguenze dei grandi cambiamenti climatici e degli altri fenomeni, come la siccità – di cui siamo testimoni in questi giorni – e che impattano su questo comparto”.

 

 

Fondata a Torino nel 1828, la Società Reale Mutua di Assicurazioni è la più importante Compagnia di assicurazioni italiana in forma di mutua. È capofila di Reale Group, un Gruppo internazionale nel quale operano oltre 3.800 dipendenti per tutelare oltre 4,7 milioni di Clienti in campo assicurativo, bancario e dei servizi. Reale Mutua offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nei rami Danni sia nei rami Vita. I suoi Soci/Assicurati sono più di 1,4 milioni, facenti capo a 360 agenzie presenti su tutto il territorio italiano. La Società evidenzia un’elevata solidità, testimoniata da un Indice di Solvibilità (Solvency II), calcolato con il Modello Interno Parziale, che si attesta al 390% (Year End 2021).

 

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“Una strategia globale per l’alimentazione”: dall’assemblea di Confagricoltura l’appello al governo per un cambio di rotta della politica agricola in Italia e in Europa

“Siamo al centro della tempesta perfetta: la guerra ha acuito i problemi della sicurezza alimentare e dell’emergenza climatica. Non possiamo più aspettare: l’agricoltura continua a fare la sua parte, ma senza politiche e strategie lungimiranti, le imprese non reggeranno ancora a lungo”.

Dal palco di Villa Miani, all’assemblea generale di Confagricoltura, il presidente Massimiliano Giansanti lancia un appello al governo: definire al più presto un modello agroalimentare insieme a tutta la filiera e valorizzare nei consessi internazionali la posizione italiana. “E’ tempo di una politica globale per l’alimentazione”.

Il presidente di Confagricoltura ha dialogato con il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e con il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, Antonio Tajani, sulle questioni più urgenti che hanno posto l’agricoltura al centro dell’attenzione mediatica internazionale, ma che a livello europeo è ancora lontano dalla definizione di un’agenda politica capace di essere al passo con i tempi.

“Gli ultimi 40 anni di politica agricola europea hanno modificato la Pac da politica economica a politica sociale. Eppure l’agricoltura è un settore performante, nonostante i dati Istat riportino un calo del numero di aziende del 50% negli ultimi anni. Ma le imprese che rimangono sul mercato sono quelle più strutturate, anche perché aumenta la dimensione media. Il nostro appello è a non stare fermi, a non sprecare ulteriore tempo, perché la strada è in salita”.

Il forte aumento dell’inflazione e dei costi di produzione, oltre all’inevitabile rialzo dei tassi di interesse, rischiano di innescare una fase recessiva, bloccando così la ripresa economica avviata lo scorso anno.

Temi che sono stati ripresi durante la tavola rotonda tra il vicedirettore generale della  Fao, Maurizio Martina, il presidente dell’Istituto Affari Internazionali, Ferdinando Nelli Feroci, e Francesco Zollino, direttore senior del Dipartimento di Economia e Statistica di Banca d’Italia, moderati dal giornalista Nicola Porro.

Martina si è concentrato sull’importanza dello Stato e sul ruolo dell’Italia nella Ue: “Per rendere la transizione tecnologica e ambientale accessibile a tutti sono indispensabili le politiche pubbliche. Bisogna dare atto al governo di aver saputo avviare e guidare, all’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina,  il dibattito sul necessario rafforzamento delle iniziative a favore dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo”.

Per Zollino “le basi che consentono ad un Paese di superare una fase difficile come questa sono due: credibilità e stabilità di bilancio. Istituzioni nazionali ed europee oggi sono impegnate nella gestione dell’inflazione e degli effetti che ha sulla capacità di spesa e sul reddito dei cittadini”.

“L’Ue ha dimostrato compattezza in diverse fasi critiche: dalla crisi finanziaria del 2008, alla gestione della Brexit, fino alla pandemia da Covid-19 e oggi all’aggressione russa in Ucraina. Questa compattezza deve essere mantenuta” – ha detto l’ambasciatore Nelli Feroci.

“Partiamo da qui – ha concluso Giansanti – E’ arrivato il momento di scelte coraggiose: l’agricoltura vuole coltivare certezze, come il titolo di questa assemblea, attraverso alti principi etici e uno sguardo rivolto al futuro delle imprese”.

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L’Ente Produttori Selvaggina aderisce a Confagricoltura. Le parti rafforzano la propria collaborazione per la tutela del comparto faunistico e agrituristico venatorio

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e il presidente dell’Ente Produttori Selvaggina (EPS), Galdino Cartoni, hanno firmato una convenzione che va a rinnovare e rafforzare la collaborazione tra i due soggetti per la tutela e la rappresentanza delle imprese agricole impegnate nella gestione faunistica del territorio.

In base alla nuova intesa, EPS diventa ente aderente alla Confederazione. Le parti si impegnano nel raggiungimento di tre obiettivi ben definiti: un adeguato riconoscimento delle attività che gli istituti faunistici privati svolgono a beneficio dell’intero sistema della biodiversità e della collettività; una piena progettazione e valorizzazione della filiera alimentare, venatoria e naturalistica; una necessaria, concreta e urgente revisione delle politiche fiscali per alleggerire la pressione sulle attività del comparto.

Confagricoltura riconosce, così, l’EPS quale principale ente a di livello nazionale in rappresentanza dei concessionari degli istituti faunistici privati e l’Ente, a sua volta, riconosce la Confederazione quale principale organismo nazionale di riferimento di rappresentanza delle imprese agricole.

Sono 5.000 gli associati a EPS e 2.700 gli istituti faunistici aderenti che gestiscono un milione di ettari di superficie.

La Confederazione si impegna a fornire la propria collaborazione ed assistenza di tipo legale, previdenziale, sindacale, legislativa, tributaria, tecnica ed economica. EPS potenzierà la propria azione sul territorio grazie alla presenza capillare dell’associazione degli imprenditori agricoli in tutta la Penisola. Confagricoltura, infatti, ospita la sede nazionale dell’Ente presso i propri locali; inoltre, le parti valuteranno di comune accordo l’opportunità di trasferire la sede delle Sezioni regionali e Provinciali dell’EPS presso le Federazioni Regionali e le Unioni Provinciali di Confagricoltura.

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Agrumi, dal 14 luglio Cold Treatment obbligatorio per le importazioni dai Paesi a rischio Falsa Cydia: una vittoria di Agrinsieme

Sarà applicato dal 14 luglio il nuovo Regolamento Ue (n. 959-2022) che obbliga al Cold Treatment le arance provenienti da Paesi in cui è presente la Falsa Cydia (Thaumatotibia Leucotreta). Un risultato importante, fortemente richiesto da Agrinsieme, il Coordinamento composto da Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari, e ottenuto grazie all’intensa e coesa attività di lobby, portata avanti con il gruppo di contatto agrumi che coinvolge Italia, Francia, Spagna e Portogallo, e con le amministrazioni nazionali.

Agrinsieme era intervenuta ripetutamente negli ultimi mesi presso le istituzioni europee sollecitando l’adozione di misure concrete ed efficaci in grado di prevenire i rischi fitosanitari derivanti dalle importazioni di agrumi. Una pressione esercitata sulla base delle informazioni contenute nell’analisi del rischio fitosanitario dell’Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante (EPPO), avallata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dai risultati della consultazione svolta dall’Organizzazione mondiale del commercio.

Le organizzazioni del Coordinamento hanno rivendicato questo “storico risultato” ottenuto in favore della salvaguardia delle produzioni nazionali ed europee anche nel corso dell’incontro del gruppo fitosanitario di Italia, Francia, Spagna e Portogallo. La riunione, svolta il 27 giugno scorso, si è conclusa con l’auspicio che i nuovi requisiti vengano estesi al più presto all’intero settore agrumicolo.

Considerato che il Cold Treatment è obbligatorio già da tempo per le esportazioni di agrumi dall’Ue verso Usa, Cina e Giappone, per il Coordinamento l’inserimento dell’obbligo nel regolamento rappresenta un primo passo verso il rispetto del principio di reciprocità.

C’è ancora molto lavoro da fare per garantire un’adeguata tutela fitosanitaria nel territorio europeo. L’attenzione di Agrinsieme resterà alta per scongiurare l’ingresso di pericolose fitopatie (quali la CBS – Citrus Black Spot) e per promuovere contromisure in grado di difendere le produzioni Ue.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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Siccità, Confagricoltura: “Bene lo stato di emergenza, ora la nomina di un Commissario straordinario per fronteggiare i danni all’agricoltura e ammodernare la rete idrica nazionale”

La dichiarazione dello stato di emergenza per Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto trova Confagricoltura d’accordo. Positiva la previsione da parte del Consiglio dei Ministri di 36,5 milioni di euro in favore dei territori maggiormente colpiti dalla grande siccità in corso. Si tratta di uno stanziamento economico importante, ma che rappresenta solo un primo passo verso la tutela delle produzioni e del lavoro delle aziende agricole.

 

La Confederazione è convinta dell’importanza della nomina, nel più breve tempo possibile, di un Commissario straordinario che, di concerto con i territori e le rappresentanze degli agricoltori, proceda con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire i danni già subiti dal settore primario. È fondamentale mettere in campo ogni sforzo necessario per la salvaguardia dei raccolti, e di conseguenza, l’occupazione.

 

Confagricoltura auspica, però, che questa grave situazione abbia tolto ogni dubbio sulla necessità di superare la politica dell’emergenza per avviare un piano per la modernizzazione del sistema idrico che il Paese aspetta da oltre 20 anni. Nell’ultimo rapporto Istat è contenuto un dato esemplificativo della condizione attuale: a causa della vetustà della rete, nel 2020 è andato perso 1 miliardo di metri cubi di acqua.

 

È necessaria un’inversione di marcia e alcuni strumenti sono già a disposizione. È possibile procedere fin da subito con i lavori di efficientamento della rete nazionale previsti e finanziati nel PNRR con 190 milioni di euro. Ma la manutenzione non basta: Confagricoltura è convinta che sia necessario rimodulare la destinazione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicando una quota a nuove infrastrutture strategiche per la raccolta dell’acqua piovana e per la gestione e il riutilizzo dei reflui a scopi irrigui. Inoltre, il settore primario aspetta da tempo incentivi che rendano accessibili alle imprese gli investimenti in tecnologie per il risparmio idrico proprio come è stato fatto in Francia e Spagna.

 

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Censimento, l’Istat fotografa il processo di rafforzamento imprenditoriale del settore primario

Il VII Censimento generale dell’agricoltura dell’Istat “fotografa” il processo di rafforzamento imprenditoriale del settore primario: aziende sempre più grandi e strutturate, gli investimenti in innovazione e digitale spingono verso l’agricoltura del futuro.

Dai dati presentati oggi emerge chiaramente il profilo dell’azienda agricola del futuro, con elementi valorizzati più volte da Confagricoltura: imprese di dimensioni maggiori rispetto al passato, che mettono al centro della propria strategia le innovazioni e il digitale. Imprese impegnate nella diversificazione delle proprie attività, a partire dalla produzione di energia rinnovabile.

Il processo in atto – evidenzia Confagricoltura – è testimoniato dalla riduzione del numero di aziende dal 2010 al 2020 (- 29,9%) a fronte di un aumento delle dimensioni, con il traguardo storico di 11 ettari in media per impresa. Senza però dimenticare che, aldilà della posizione in ambito europeo in termini di estensione media delle aziende, l’agricoltura italiana è al primo posto per creazione di valore aggiunto.

Strutture aziendali più organizzate portano anche un innalzamento dell’offerta di lavoro. L’Istat descrive un settore in cui il lavoro familiare resta prevalente, ma che vede una crescita interessante di quello salariale.

Dall’indagine emerge con chiarezza un modello di impresa che coincide, sostanzialmente, con quello a cui guarda Confagricoltura, che tuttavia avverte: “Bisogna allungare il passo. Ad esempio è ancora limitata la presenza di giovani agricoltori che, insieme all’imprenditoria femminile, sono in grado di dare una maggiore spinta verso la modernizzazione”.

L’ultimo Censimento – conclude Confagricoltura – descrive un mondo agricolo vitale e orientato allo sviluppo sostenibile, che può ancora crescere per conquistare nuovi spazi sui mercati interni e a livello internazionale.

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