Dalla Regione Siciliana 15 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole colpite dal lockdown

Dare un aiuto economico in tempi veloci e contribuire al recupero delle perdite dovute alla pandemia. Sono questi gli obiettivi dell’Avviso pubblico rivolto alle imprese agricole siciliane e illustrato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Orléans, dall’assessore regionale all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea, Toni Scilla, e dal dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.

Le domande potranno essere presentate esclusivamente da mercoledì 5 maggio sino al 7 luglio 2021 e nella documentazione dovrà essere inserita anche una dichiarazione asseverata che attesti il calo del fatturato del periodo del lockdown 2020.

Grazie a una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro, l’Avviso prevede, per ogni singolo beneficiario, aiuti a fondo perduto da un minimo di mille euro fino a un massimo di 15 mila euro. I fondi sono a disposizione delle imprese agricole con sede in Sicilia che nel periodo del lockdown dal 12 marzo al 4 maggio 2020, hanno subito perdite di fatturato superiori al 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Questo bando, fortemente voluto dal governo Musumeci, è un’attestazione di speranza e rilancio. Si tratta di una misura, in questo momento, necessaria per le piccole e medie imprese agricole che rappresentano il cuore dell’attività economica della nostra Isola. Un risultato che è stato raggiunto grazie anche all’approvazione della copertura finanziaria con la legge di stabilità 2020-2022 da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana” ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla.

“Con questo Avviso abbiamo voluto dare una risposta veloce e concreta alle aziende agricole, tra cui quelle del settore florovivaistico: una realtà composta, in Sicilia, da duemila aziende che producono un fatturato di 400 milioni di euro” ha dichiarato il dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.

Lo stesso Scilla però torna a ribadire l’intenzione della Sicilia di dare battaglia sul tema della ripartizione dei fondi PSR in proroga: “La Sicilia rischia di perdere 140 milioni. É una situazione inaccettabile e non corretta sia sul piano politico che regolamentare. La Sicilia non consentirà questo e sta cercando di fare tutto ciò che è possibile insieme alle altre cinque regioni coinvolte (Campania, Puglia, Umbria, Basilicata e Calabria). Non si possono cambiare le regole in corsa”.

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Tomato Brown, Confagricoltura Ragusa: “Bene il tavolo tecnico promosso dalla Regione. Si proceda velocemente con l’erogazione dei ristori alle imprese colpite dal virus”

Il ToBRFV (Tomato Brown Rugose Fruit Virus) è un virus che sta attaccando il comparto ortofrutticolo ibleo, in particolar modo le coltivazioni di pomodoro in ambiente protetto dove è favorita la rapida diffusione. La trasmissione per seme rende molto alto il rischio di introduzione in altri areali dove il virus non è presente. Inoltre, la capacità del virus di trasmettersi facilmente per contatto aumenta il rischio di rapida diffusione.

La Regione Siciliana ha attivato un tavolo tecnico per affrontare la questione, con il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria, che si è riunito l’11 marzo scorso sulla piattaforma Google Suite in uso presso il Dipartimento Agricoltura. A rappresentare Confagricoltura Ragusa, il dott. Luca La Licata.

Salutiamo positivamente l’attivazione del tavolo da parte dell’Assessorato alle risorse agricole e forestali della Regione su un’emergenza che sta mettendo in serie difficoltà i nostri imprenditori agricoli – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè. “Apprendiamo dal dott. Domenico Carta, dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale, che l’assessore sta valutando la possibilità di attivazione di un regime di aiuti, per operare il ristoro dei danni subiti dai produttori siciliani e l’imminente adozione di un decreto regionale per il contrasto al virus, al fine di assicurare alle categorie coinvolte (produttori, commercianti e vivaisti) maggiore chiarezza e trasparenza, in ordine alle prescrizioni imposte dalla normativa comunitaria in vigore. Chiediamo che le procedure per l’individuazione delle misure di sostegno economico alle imprese colpite siano celeri e che le modalità di erogazione dei fondi siano snelle e tempestive”.

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Moratoria per finanziamenti e mutui erogati dagli Istituti della Regione Siciliana

Fino al prossimo 31 marzo le imprese possono chiedere a IRCAC, CRIAS e IRFIS – FinSicilia s.p.a. la sospensione dei pagamenti

 

La Giunta regionale siciliana ha prorogato, fino al 31 marzo 2021, il termine per la presentazione delle istanze di sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti alle imprese. L’Assessorato all’economia diramerà, entro la prossima settimana, la circolare applicativa.

La decisione è sostenuta anche dall’Accordo per il Credito 2019, stipulato tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e le Associazioni di rappresentanza delle imprese (AGCI, Confcooperative, Legacoop – riunite nell’Alleanza della Cooperative Italiane; Casartigiani, CIA, CLAAI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confersercenti) per sostenere i comparti imprenditoriali danneggiati dall’emergenza epidemiologica. La sospensione è stata estesa, quindi, anche ai finanziamenti agevolati erogati alle PMI siciliane dagli Istituti finanziari regionali IRCAC, CRIAS e IRFIS-FinSicilia S.p.A. Nella moratoria rientrano le rate già scadute e non pagate, e le imprese quali sia stato revocato il beneficio del termine o risoluto il contratto di finanziamento. Inoltre è sospeso l’avvio di nuove iniziative per il recupero del credito fino al 31 dicembre 2021, dietro presentazione di istanza corredata da apposita autodichiarazione.

La sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti potrà avere una durata massima fino a 9 mesi. Tale termine comprende inoltre eventuali periodi di sospensione già accordati sullo stesso finanziamento in conseguenza dell’emergenza sanitaria Covid-19.

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La Regione Siciliana stanzia 5 milioni per gli agriturismi in crisi a causa del Covid-19

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Una buona notizia, ma occorre maggiore attenzione da parte delle Istituzioni nei confronti del settore agricolo”

La Regione Siciliana stanzia 5 milioni di euro per sostenere gli agriturismi e le aziende didattiche colpite dall’interruzione delle attività a causa del Covid-19. Il bando è stato pubblicato ieri sul sito dell’assessorato all’Agricoltura, dopo il via libera della Commissione europea e l’approvazione del Comitato di sorveglianza.

Il contributo va da 3 a 7 mila euro, calcolato in base al fatturato 2019 e ci sarà tempo fino al 5 novembre per presentare la domanda sul portale del dipartimento regionale dell’Agricoltura. Le risorse stanziate provengono da economie della Misura 6.4 a) del Psr Sicilia 2014 -2020, destinate agli agriturismi, che il governo Musumeci ha voluto assegnare alle stesse aziende.

 

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Il commento del presidente di Confagricoltura Ragusa

“Una buona notizia, – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – ma le Istituzioni ad ogni livello devono fare di più per sostenere gli agriturismi e, più in generale, il settore agricolo. Nello specifico, si tratta di un ristoro minimo a fronte delle gravissime perdite subite dai nostri agriturismi a causa del lockdown, coincidente con il pieno della stagione primaverile e delle festività pasquali. Nel periodo primaverile del 2020, secondo una ricerca effettuata da Ismea, il comparto agrituristico italiano ha subìto una perdita di fatturato di circa 800-900 milioni di euro”.

“Il turismo estivo di prossimità e nazionale – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – non ha compensato le perdite. Inoltre, le necessarie regole di contrasto del Covid-19 hanno imposto numeri contingentati, pannelli e marcatori per il distanziamento sociale all’interno delle strutture e operazioni straordinarie di sanificazione”.

 

Ragusa, 13 ottobre 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Inail, salute e sicurezza nelle aziende agricole: nel nuovo bando Isi 65 milioni a fondo perduto per le piccole imprese

“Un sostegno concreto per l’ottimizzazione delle condizioni di salute e di sicurezza nelle micro e piccole imprese agricole”: questo il commento del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, dopo la pubblicazione del bando Isi Agricoltura 2019-2020 da parte dell’Inail che prevede uno stanziamento di 65 milioni di euro, a fondo perduto, in favore delle piccole imprese. “Gli incentivi per l’acquisto o il noleggio di mezzi e macchinari – aggiunge Pirrè – rappresentano un’opportunità preziosa di innovazione per le imprese agricole di piccole dimensioni che puntano ad un’agricoltura in cui il rendimento incontra la sostenibilità, con meno emissioni nocive per l’ambiente e più sicurezza per gli operatori”.

Confagricoltura Ragusa mette inoltre in evidenza che le imprese agricole possono essere ammesse anche al bando Isi Covid, di prossima emanazione da parte dell’Inail, che destina risorse per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza e prevenzione anti Coronavirus per i lavoratori del settore primario.

“Si tratta di una specifica richiesta – spiega il presidente Pirrè – avanzata dalla nostra Organizzazione di categoria al governo che è stata accolta e inserita tra le misure previste dal DL Rilancio”.

Ragusa, 7 luglio 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Fumarole, controlli e sanzioni nelle campagne ragusane, Confagricoltura: “Plauso al corpo della Polizia Provinciale”

Confagricoltura Ragusa, attraverso il suo presidente dott. Antonino Pirrè, esprime il proprio plauso nei confronti del Nucleo Ambientale della Polizia Provinciale di Ragusa che, negli scorsi giorni, ha denunciato 4 titolari di aziende agricole nelle campagne di Scicli, Ragusa e Vittoria.

All’interno dei controlli preventivi contro l’incenerimento indiscriminato dei rifiuti agricoli derivanti dalla dismissione degli impianti serricoli, per smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, per violazione al Codice ambientale e per immissione di fumi nocivi in atmosfera, si è proceduto alla denuncia a carico di ignoti per incendio doloso di rifiuti speciali in contrada Cancellieri, nelle campagne di Scicli; inoltre 12 titolari di aziende agricole che hanno di recente dismesso gli impianti serricoli e accatastato i rifiuti nei propri terreni, sono stati formalmente diffidati a non procedere al rogo dei rifiuti e a smaltirli tramite ditte autorizzate.

“Grazie al lavoro encomiabile della Polizia Provinciale di Ragusa – dichiara il presidente Pirrè – a tutela della nostra comunità provinciale. Come Confagricoltura Ragusa siamo da sempre in campo, al fianco delle istituzioni, per sensibilizzare gli imprenditori agricoli a desistere da queste pratiche illecite che danneggiano la salute di tutti. Ben vengano i controlli e le sanzioni che auspichiamo continueranno nelle prossime settimane, al fine di debellare questo odioso fenomeno”.

Ragusa, 26 giugno 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

Tessera Odg n. 161773

b.lorefice@confagricolturagusa.it

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Fase 2, meno burocrazia e più aiuti concreti: le priorità per l’agricoltura siciliana secondo Confagricoltura

Sburocratizzazione, sostegno ad agriturismi e zootecnia, manodopera per le campagne di raccolta, aiuti economici certi e celeri: le priorità per l’agricoltura siciliana nella Fase 2 secondo Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia, in un’intervista al Quotidiano di Sicilia

Il Governo Musumeci, come sappiamo, ha dichiarato lo Stato di crisi per il comparto dell’agricoltura, oltre che della pesca, conseguentemente all’emergenza Covid. “Con questo atto – ha affermato l’assessore al ramo, Edy Bandiera – intendiamo manifestare, chiaramente, dinanzi a quale catastrofe di carattere economico ed occupazionale ci troviamo e chiedere un’immediata accelerazione dei provvedimenti a sostegno dei settori duramente colpiti. Occorre limitare, con tempestività, gli impatti negativi economici, sociali e ambientali del tessuto produttivo siciliano, fatto per l’80 per cento da piccole e medie imprese”.

Ma come rimettere in piedi il settore agricolo? Secondo Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia, “occorre mantenere in vita le aziende, con l’erogazione immediata delle provvidenze messe in campo e anche di altre provvidenze perché sta andando tutto a rotoli. In agricoltura poi ci sono dei comparti che possono andare avanti in quanto riguardano i settori primari ma ci sono anche attività più specialistiche come l’agriturismo, ma anche l’attività zootecnica che risente del calo dei consumi del latte e dei suoi derivati, che hanno grossi problemi di sopravvivenza. Occorre quindi dare liquidità alle aziende, bloccare tutte le imposizioni fiscali come anche la riscossione delle bollette di luce e gas essendo noi insolvibili non avendo entrate. E’ inoltre necessario erogare rapidamente e in modo efficace la cassa integrazione in deroga per i lavoratori agricoli come abbiamo chiesto in commissione-lavoro.
Un’altra emergenza, che però la politica non riesce ad avere la forza di affrontare, è quella che riguarda determinati settori dell’agricoltura che assumono il ruolo strategico di fornire il cibo alla nazione: c’è bisogno di rendere più facile l’accesso al mondo del lavoro, soprattutto per le campagne di raccolta; abbiamo bisogno di manodopera e in tempi molto ristretti, in gran numero. Prima c’era anche la mano d’opera extracomunitaria nelle zone classiche di produzione che dava il suo apporto, ma adesso non c’è più perché la movimentazione delle persone è totalmente bloccata e noi rischiamo di mandare all’aria tutto il raccolto e la fase finale di immissione nel mercato delle nostre produzioni. Avevamo chiesto addirittura il potenziamento, la semplificazione e la rimessa dei voucher ma i sindacati si sono opposti e in un momento così drammatico per la nazione è assolutamente improponibile una visione retrodatata, che poteva andare bene in altri frangenti, ma in una situazione di emergenza, come questa, non possono esserci totem da difendere a tutti i costi essendo in discussione la sopravvivenza de nostro settore primario”.
Pottino aggiunge che i tempi per una ripresa definitiva “saranno estremamente lunghi e le aziende non saranno in condizioni di far fronte non solo agli oneri di una ripartenza (fermarsi e ripartire di per sé ha un costo alto) ma anche ai debiti che si sono accollate per questo fermo che non è dipeso dal comparto”.
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Le falsità che non fanno bene all’agricoltura iblea

All’interno della trasmissione radiofonica “Sportello Italia”, l’Associazione Donne Romene in Italia afferma che nelle campagne ragusane si pagano i braccianti 3 euro al giorno. La risposta della signora Dumitrache contattata da Confagricoltura Ragusa

All’interno della trasmissione radiofonica “Sportello Italia” di Radio 1, andata in onda martedì 14 aprile, la signora Silvia Dumitrache, rappresentante dell’Associazione Donne Romene in Italia, ha affermato che nelle campagne del Ragusano si pagherebbero i braccianti 3 euro al giorno. Un’affermazione grave, infondata e lesiva della reputazione del comparto ortofrutticolo ragusano che arriva in piena fase emergenziale, proprio mentre le nostre imprese sono impegnate in uno sforzo produttivo straordinario per garantire frutta e verdura agli italiani e non solo.

A domanda precisa del giornalista, la signora Dumitrache ribadisce che non si tratta di dati vecchi, ma di numeri attuali, e che tale trattamento verrebbe riservato tanto ai lavoratori stranieri che italiani. Per supportare la sua tesi la Dumitrache fa riferimento a non meglio precisati “video su Youtube” e ad “inchieste giornalistiche”.

“Attacchi simili alla reputazione delle nostre imprese agricole – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – sono inaccettabili, a maggior ragione se sferrati senza alcun dato certo, concreto e verificato, ma facendo riferimento a video e inchieste giornalistiche vecchie di anni. Mi sento, anzi, di poter affermare con assoluta certezza che in provincia di Ragusa non esiste alcuna azienda che paga i lavoratori con queste cifre balorde e da schiavisti. In più, come Confagricoltura Ragusa, da tempo ci siamo dotati di un codice etico a tutela dei diritti del lavoro”.

“Abbiamo contattato la signora Dumitrache  – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – per chiedere nomi e cognomi degli imprenditori agricoli che pagherebbero cifre così assurde e fuori dal mondo e per invitarla a venire direttamente a visitare le nostre aziende per verificare come stanno realmente le cose. Confagricoltura Ragusa, infatti, è da sempre in prima linea nella lotta al caporalato e per il rispetto dei diritti umani nelle campagne”.

La signora Dumitrache non è stata in grado di fornire alcun nome e ha ritrattato la sua affermazione sull’attualità dei numeri che ha rilanciato in diretta nazionale, richiamando un’inchiesta del The Guardian del 2017 sullo sfruttamento sessuale, che a sua volta si basa su una precedente inchiesta dell’Observer e su una ricerca universitaria del 2015. Quindi numeri estrapolati da inchieste giornalistiche datate e riferite a temi diversi da quello del lavoro e che, da quello che ci risulta, non hanno avuto sviluppi giudiziari.

“Non si possono lanciare accuse così pesanti – conclude Pirrè – e così a cuor leggero, perché sono dannose e ingiuste. La nostra Organizzazione, da sempre in prima linea per la legalità e il rispetto delle regole, rimane a disposizione degli organi di informazione che volessero approfondire e chiarire come stanno realmente le cose garantendo il legittimo diritto di replica delle imprese”.

Qui il link al podcast della trasmissione oggetto del comunicato: https://www.raiplayradio.it/audio/2020/04/SPORTELLO-ITALIA-b68949d0-b470-4b0e-86c0-1e87841e8177.html?wt_mc=2.www.wzp.raiplayradio_ContentItem-b68949d0-b470-4b0e-86c0-1e87841e8177.&wt

 

Ragusa, 16 aprile 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

 

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Mercati chiusi e commesse estere annullate: la psicosi da Coronavirus colpisce le aziende agricole ragusane

La preoccupazione di Confagricoltura Ragusa per gli effetti concreti e pesanti del panico Coronavirus che stanno colpendo le aziende agricole ragusane

Siamo fortemente preoccupati per quello che stiamo registrando nelle ultime ore in un numero crescente di importanti aziende a noi associate, ovvero gli effetti negativi, concreti e pesanti, legati alla psicosi creata nei mercati internazionale dal Coronavirus: commesse estere annullate, mercati ortofrutticoli chiusi o che funzionano a singhiozzo”: questa la dichiarazione congiunta del presidente (dott. Antonino Pirrè) e del direttore (dott. Giovanni Scucces) di Confagricoltura Ragusa.

Che aggiungono: “Se si ferma il comparto agroalimentare, si ferma il cuore della nostra economia. Ci associamo alla richiesta del presidente di Confcommercio Ragusa nei confronti del Libero Consorzio di Ragusa di indire gli Stati Generali dell’economia, al fine di individuare e porre in essere strategie comuni e straordinarie da parte dei soggetti che rappresentano le imprese e il lavoro. È evidente che occorre il supporto immediato del governo nazionale con misure che prevedano sgravi e sostegno economico alle aziende”.

Confagricoltura Ragusa sta monitorando costantemente la situazione, mettendo a disposizione i propri uffici territoriali e nazionali per qualsiasi tipo di esigenza da parte degli imprenditori agricoli associati in questa fase di emergenza.

 

Ragusa, 3 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Il pomodoro ibleo sotto attacco del virus Tomato brown rugose fruit: capiamo meglio di cosa si tratta

Il Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) appartiene al genere virale dei Tobamovirus, ed è stato identificato e caratterizzato per la prima volta in Giordania nel 2015 su piante di pomodoro. Nell’autunno 2014, una nuova malattia su pomodoro con sintomi simili era stata già segnalata nel sud di Israele da dove si è diffuso rapidamente in tutto il Paese.

Nell’arco del 2018, nuove segnalazioni vengono riportate in pomodoro in Germania e California, in Messico su pomodoro e peperoncino, in Palestina ed in Italia dove il virus è stato trovato su piante di pomodoro in Sicilia, provincia di Ragusa.

Considerando la simultanea emergenza del virus in diversi areali produttivi, l’importanza della coltura del pomodoro e le caratteristiche proprie dei tobamovirus, ToBRFV è stato inserito all’inizio del 2019 nella “Lista di Allerta” dell’EPPO (European Plant Protection Organization).

Ospiti naturali

Principali specie ospiti sono Solanum lycopersicum e Capsicum spp. Ospiti sperimentali che hanno sviluppano sintomi della malattia sono: Nicotiana benthamiana, N. glutinosa, N. sylvestris, N. tabacum, N. Clevelandii, Datura stramonium, Chenopodium murale, C. amaranticolor, C. quinoa. Ospiti sperimentali non sintomatici sono risultati Petunia Hybrida e Solanum nigrum.

 

Sintomi

Su pomodoro:

– foglie: clorosi, mosaico, maculature e in alcuni casi restringimento dei lembi.

– peduncoli, calici e piccioli: spot necrotici.
– frutti: maculature gialle, verdi o brunastre, decolorazioni, rugosità, striature solcate, deformazione e maturazione irregolare che possono rendere i frutti incommerciabili.

In peperone causa ingiallimenti, mosaico e deformazione sulle foglie, mentre sui frutti causa deformazioni accompagnate da aree (maculature) gialle e/o marrone o striature verdi.

 

Trasmissione

Come altre specie appartenenti al genere Tobamovirus, il virus si trasmette per seme, via vegetativa (talee, innesto) e per contatto. La trasmissione per seme avviene per la contaminazione dei tegumenti e trasmissione meccanica (microlesioni) all’apice vegetativo durante il germogliamento. Ancora non nota la percentuale (stima dalle prime analisi intorno al 0,29%) ma anche se a bassa essa determina la presenza di piantine infette all’interno del semenzale, e successivamente al trapianto nella serra di coltivazione determinando in seguito la diffusione rapida del virus attraverso le operazioni culturali, con gli strumenti e indumenti contaminati, con le mani e tramite contato diretto tra le piante. I tobamovirus possono rimanere infettivi per un periodo lungo (anni) nei semi e per diversi mesi nei residui vegetali e sulle superficie di arnesi e strutture venute a contatto con succo infetto mettendo a rischio la coltura successiva.

Il virus può diffondersi a lunga distanza attraverso il commercio di materiale infetto come semi o piantine infette. Recentemente, è stato anche riportato il ruolo dei bombi (Bombus terrestris) nella diffusione del virus all’interno delle serre.

Misure di controllo

Effettuare controlli del seme in importazione, in modo particolare in sementi provenienti da paesi dove il virus è stato segnalato o di cui non è nota la presenza ma produttori di semente commercializzata di Ditte i cui lotti sono stati trovati infetti.

Non essendo ancora presente sul territorio laziale, far attuare tutte le norme preventive
di profilassi ed igiene in vivaio (seme) e sorveglianza frequente delle piante nelle nuove
coltivazioni (avviate con piantine certificate).

In caso di piante sospette, delimitare la pianta e quelle circostanti e, in attesa dell’esito
delle analisi diagnostiche, mettere in isolamento la serra rispetto al corpo aziendale (uso di indumenti monouso e sanificazione degli strumenti ad uso comune (ipoclorito di sodio 10%).

In caso di positività ai test diagnostici, attuare tutte le norme di eradicazione con
distruzione del materiale e sterilizzazione della struttura della serra, senza ritorno di pomodoro o peperone per almeno un ciclo. Attivare come norma le misure preventive in tutto il copro aziendale (indumenti monouso per singola serra; sterilizzazione degli strumenti).

 

Vertice della Commissione Attività Produttive all’Ars 

Mercoledì 12, a Palermo, la commissione Attività produttive dell’Ars, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, ha cercato di fare il punto su questa fitopatia, alla presenza dell’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dei dirigenti generali del Dipartimento regionale dell’agricoltura, dei dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, di docenti universitari, dei rappresentanti degli Ordini professionali e delle aziende che operano nel settore. Dalla riunione è emersa la gravità di questo nuovo virus. Il Tomato brown rugose fruit virus è stato identificato per la prima volta su pomodoro in Israele nel 2014. Il primo focolaio riscontrato in Sicilia risale alla fine del 2018. Da qui la diffusione ha assunto proporzioni molto preoccupanti.

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Numerosi sono stati i danni segnalati dalle aziende. E per questo motivo si sta cercando di correre ai ripari. “Il vertice che abbiamo promosso – afferma l’on. Ragusa – ha avuto proprio questo scopo dopo avere preso atto dell’entità che il fenomeno ha assunto. Ecco perché è stato deciso, intanto, di costituire un tavolo di crisi con gli uffici fitosanitari regionali, le Università siciliane e gli addetti ai lavori. Inoltre, l’assessore Bandiera si è impegnato a mettere in campo una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della problematica su tutto il territorio siciliano. Non si deve perdere tempo. E’ indispensabile che le notizie possano essere veicolate nella maniera più rapida per garantire risposte agli operatori del settore. Infine, un altro obiettivo verso cui si punta è quello di concretizzare una serie di provvedimenti che intendono aiutare le aziende agricole attraverso alcuni sgravi fiscali che mirano ad abbattere il costo del lavoro. Prima, però, è necessaria la segnalazione, il riconoscimento della calamità e la successiva declaratoria. E’ indispensabile un’azione concertata e mirata. Ma soprattutto occorre procedere con una certa tempestività. Non si può perdere di vista l’obiettivo principale, cioè contenere il fenomeno della diffusione del virus e salvare le coltivazioni delle nostre aziende isolane. E tutto ciò per preservare l’economia agricola che sappiamo quanta importanza assume per lo sviluppo e la crescita del territorio siciliano e della provincia di Ragusa che, non a caso, può vantare un’alta vocazione agricola. Sappiamo quale e quanto il reddito che l’agricoltura garantisce alle famiglie dei nostri territori ed ecco perché diventa prioritario tutelare questa produzione d’eccellenza”.

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