L’intervista di Marcello Digrandi al presidente di Confagricoltura, dott. Antonino Pirrè

La protesta prosegue ad oltranza. Con presidi permanenti all’interno delle aule consiliari dei Comuni di Santa Croce Camerina, Vittoria e Pachino. I produttori, oramai esasperati, chiedono un confronto con il governatore della Sicilia, Nello Musumeci. I prezzi degli ortaggi, dal 15 dicembre, non coprono neppure i costi di produzione con merce che, di fatto, rimane invenduta. Le aziende serricole sono al collasso e l’intero indotto del sud della Sicilia rischia la paralisi.

Il comitato anticrisi Agricoltura Sicilia, in una piattaforma rivendicativa, chiede l’attivazione delle norme di salvaguardia, la rivisitazione dei trattati europei, e la moratoria di tutte le passività aziendali. “Innanzitutto un tavolo permanente con l’obiettivo di fornire settimanalmente i dati della crisi e fornire proposte – spiega il presidente provinciale di Confagricoltura, Antonio Pirrè – siamo innanzi ad una situazione eccezionale a cui bisogna rispondere con provvedimenti eccezionali a cominciare dalla dichiarazione dello stato di crisi, dalla ridefinizione dei trattati è perché no attivare politiche protezionistiche a carattere temporaneo.

“In questo momento – aggiunge Pirrè – purtroppo, non abbiamo punti di riferimento in ambito nazionale. E la protesta, legittima, dei nostri imprenditori serricoli rischia di vanificarsi. Il crollo dei prezzi ai mercati ortofrutticoli di Vittoria, Santa Croce e Donnalucata e i bancali di merce invenduta degli ultimi giorni non rappresentano accadimenti episodici, ma la prova palese di una situazione al collasso, in modo strutturale”. Confagricoltura chiede al prossimo governo nei confronti della grande distribuzione, norme ad hoc per tutelare e valorizzare i prodotti del sud Italia simbolo dell’eccellenza del made in Italy.

“Ci sono tutti gli strumenti per vendere, negli scaffali, ad un prezzo equo i prodotti del made in Italy –conclude il presidente Pirrè – ad un prezzo remunerativo per coprire, per intero, i costi di produzione e le spese della cosidetta logistica. Perché negli scaffali della grande distribuzione e degli altri canali di vendita i prezzi al consumo non hanno le stesse variazioni di quelli alla produzione. Sarebbe un grave errore dimenticare l’enorme ruolo sociale degli agricoltori a salvaguardia del territorio”. Confagricoltura esprime la piena solidarietà al mondo agricolo e alle proprie famiglie.