Il vino si conferma ambasciatore del Made in Italy agroalimentare nel mondo

“AGRONETWORK per i Territori: l’oro in bocca!”

 

Al Castello Nipozzano – Marchesi Frescobaldi si è svolto il terzo incontro del tour di Agronetwork di promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori “l’oro in bocca”, dedicato al mondo del vino.

 

Nomisma, socio fondatore di Agronetwork, ha presentato i risultati della ricerca “Il vino italiano nel mondo. Trend, posizionamento e prospettive”, che conferma il vino volano dell’export Made in italy, assestandosi anche nel 2022 al primo posto (13% del totale) delle esportazioni agroalimentari italiane.

 

Trend in continua crescita se consideriamo che dai 4,7 mld di euro del 2012 siamo passati ai 7,8 miliardi del 2022 (+ 68% in 10 anni). Solo nell’ultimo anno le esportazioni sono passate da 7,1 a 7,8 miliardi di euro.

 

L’ANALISI DI NOMISMA

Nell’ultimo decennio le imprese italiane hanno conquistato nuovi spazi di mercato, soprattutto in Nord America e in Asia: sebbene l’Unione Europa continui a rappresentare il principale mercato di destinazione delle esportazioni italiane (40% nel 2022), negli ultimi dieci anni è aumentato il peso di Stati Uniti e Canada (dal 27% del 2012 al 29% del 2022) e dei mercati asiatici (dal 5% al 7%).

In parallelo si è assistito a una riqualificazione dell’export, con il calo del peso degli sfusi (attuale 19% in volume) a favore di spumanti e imbottigliati che rappresentano, rispettivamente, il 24% e il 57% delle esportazioni italiane di vino.

 

“Le esportazioni italiane rimangono concentrate nelle regioni centro-settentrionali del Paese, ma negli ultimi anni anche il sud Italia ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione. Nonostante Veneto (con un peso del 36% sul totale dell’export vitivinicolo italiano nel 2022), Toscana (16%), Piemonte (16%), Trentino (9%) ed Emilia Romagna (6%) continuino a rappresentare le regioni ambasciatrici del vino italiano nel mondo, tra i top-10 territori che sono riusciti a far crescere maggiormente le proprie esportazioni figurano anche Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia grazie a tassi di crescita a doppia cifra tra il 2012 e il 2022”, dice Emanuele di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma.

 

Il complicato scenario macroeconomico internazionale ha registrato per il primo semestre 2023 una frenata per il mercato del vino. Se infatti l’Italia ha mostrato un -0,4% a valore e un -1,4% a volume nei primi 6 mesi del 2023, Usa (-23,5% in valore) e Cile (-23,9% in valore) sembrano in caduta libera. Il calo interessa anche la Francia che segna un -6,1% a volume a fronte però di un +3,1% a valore.

 

Se ci si focalizza sui top-5 mercati di destinazione dell’export italiano, nel I semestre 2023, si segnala una crescita delle importazioni di vini fermi e frizzanti imbottigliati italiani solo nel Regno Unito e in Svizzera (rispettivamente +0,6% e +1,7% a valore rispetto al I semestre 2022). Più positive le tendenze per gli spumanti, grazie in primis al traino della Francia, che nei primi sei mesi del 2023 ha visto aumentare le proprie importazioni dall’Italia di oltre il 30%, grazie al successo del Prosecco su tale mercato.

 

LE PROSPETTIVE

Non ci sono solo ombre, ma anche opportunità da cogliere. Secondo l’indagine condotta da Nomisma, su un campione di consumatori italiani, nei prossimi 2-3 anni a crescere di più sul mercato domestico saranno in primis i vini con certificazione sostenibile (38%) e a marchio biologico (37%), seguiti da quelli prodotti da vitigni autoctoni (34%) e da piccoli produttori (32%). Sui mercati internazionali i produttori italiani – oltre ai vini con attributi green o provenienti da uno specifico territorio nazionale/prodotti con uve autoctone – prevedono una crescita anche della domanda di vini a bassa gradazione alcolica sempre più richiesti dai consumatori esteri.

 

CONSIDERAZIONI

“Il vino italiano, nell’insieme di tutti i prodotti della moda, dell’automotive di lusso e del cibo, non può che avere un futuro brillante. Si impone però una riflessione dopo gli aumenti che abbiamo avuto post-pandemia. Infatti, si sta assistendo a un rallentamento dei consumi specialmente nei prezzi più concorrenziali.  Questa riflessione deve aiutarci a porre l’accento su una maggiore attenzione alla qualità del prodotto e alla sua comunicazione. Saranno molto importanti gli aiuti che potremo riservare alla promozione del vino italiano all’estero”, così Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi e Giunta Confagricoltura.

 

“Oggi che celebriamo i nostri vini nel mondo ritorno sul concetto di sostenibilità per il corpo e per l’ambiente. Le scelte sostenibili sono quelle che ci portano a qualificare i nostri consumi e a migliorare la qualità di ciò che consumiamo.  Anche il vino, per essere più sostenibile, deve essere consumato con moderazione e rispetto, sempre ricercando la salubrità e la qualità.  Aziende come quella che ci ospita questa mattina rispettano l’ambiente e lavorano per l’uomo, che potrà così consumare questi prodotti con maggiore consapevolezza, grazie alla migliore informazione del consumatore ed alla responsabilità assunta dall’imprenditoria agricola” così la Presidente Agronetwork, Sara Farnetti.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

I prossimi appuntamenti del tour “L’oro in bocca” vedranno Agronetwork impegnata a ottobre in Campania, nel Salernitano, per parlare di conserve vegetali, pomodori, legumi e quarta gamma con Pancrazio SpA e il Gruppo Rago.

A metà novembre in Veneto, a Treviso, presso H-Farms con British American Tobacco per i processi innovativi nel cioccolato e nel tabacco, e a dicembre in Sicilia presso il distretto agrumicolo con Coca Cola Italia per le aranciate.

 

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L’agricoltura coltiva il sale: presentato il progetto di valorizzazione della salicoltura a cura di Confagricoltura e delle Saline Marine Italiane

Nella foto, da sin: Enrico Morgante (Ad Ing. Luigi Conti Vecchi), Piero Galli (Ad Isola Longa), Massimiliano Giansanti (Pres. Confagricoltura), Annamaria Barrile (Dg Confagricoltura), Bruno Franceschini (Pres. Atisale), Giacomo D’Alì Staiti (Pres e Ad Sosalt) e Ciro Zeno (Capo progetto)

 

 

Nasce il coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia hanno formalizzato oggi a Palazzo della Valle, a Roma, la loro collaborazione dettata dai molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino.

 

A firmare l’intesa, insieme a Confagricoltura, cinque partner:

Atisale Spa che, con le saline di Margherita di Savoia (Puglia), tra le più grandi di Europa con 4.500 ettari in produzione, e di Sant’Antioco (Sardegna), si configura come il maggior produttore di sale marino italiano;

Saline Ing. Luigi Conti Vecchi, nella Laguna di Santa Gilla a due passi da Cagliari, con quasi 2.800 ettari in produzione;

Sosalt Spa con le saline nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, circa 1.000 ettari in produzione e maggior produttore di sale marino in Sicilia;

Il Parco della Salina di Cervia, oltre 800 ettari di estensione, fulcro dell’economia del Ravennate e della Romagna per oltre 150 anni, che tanto ha fatto per la valorizzazione del sale marino italiano;

Isola Longa, la maggiore salina di mare del Trapanese, situata nell’omonima isola dell’arcipelago dello Stagnone, che produce oltre 23.000 tonnellate di sale ogni anno.

 

Ai soggetti firmatari si aggiungono inoltre, come sostenitori, le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa ed Isola di Calcara.

 

 

GLI OBIETTIVI

Gli obiettivi del progetto sono molteplici, in primis dimostrare che anche la coltivazione del sale marino è attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale. Vale la pena evidenziare che dal 2019 la Francia ha inserito la “saliculture” nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima.

In Sicilia, inoltre, il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali.

 

L’intesa prevede inoltre la realizzazione di iniziative nei territori delle saline e attività di valorizzazione di tutti gli aspetti legati alla salicoltura e alla multifunzionalità delle saline, che sono attrattiva anche turistica nelle rispettive regioni.

Il progetto culminerà con gli Stati generali della salicoltura italiana, il prossimo anno.

 

LA PRODUZIONE DI SALE

Il sale può essere sale marino che, come detto, viene ottenuto nelle saline tramite l’evaporazione dell’acqua ed è coltivato e prodotto in modo totalmente naturale, oppure salgemma, estratto nelle miniere sotterranee. Questo si presenta in forma solida, e pertanto viene tritato, pulito e preparato per le varie applicazioni.

 

In Italia la produzione di sale marino corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale: mediamente quasi 1,2 milioni di tonnellate/anno su un totale di oltre 4 milioni di tonnellate.

Anche in Europa la produzione di sale marino è circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi produttori di sale marino nella UE sono la Francia e l’Italia, seguiti da Spagna e Grecia.

 

Il sale, oltreché per uso alimentare, viene impiegato nell’industria metallifera, vetraria, chimica, cartaria, farmaceutica, nell’edilizia, nel settore tessile, nella cosmetica e nei detersivi, come antighiaccio nel disgelo stradale. Nell’ambito alimentare vale la pena ricordare che il sale è elemento intrinseco e necessario nei prodotti di alta qualità, quali prosciutti e formaggi.

 

LA SALICOLTURA

Le saline di mare sono vaste aree naturali di acqua di mare nelle quali si pratica la salicoltura tramite la gestione da parte dell’uomo del suolo e dell’acqua e l’azione evaporante degli elementi della natura quali il sole ed il vento con lo scopo finale della raccolta del sale.

La salicoltura, infatti, è l’attività di raccolta del cloruro di sodio contenuto nell’acqua di mare fatta evaporare in aree appositamente dedicate attraverso la movimentazione lungo percorsi tesi ad esaltare l’azione evaporante del sole e del vento. Come per l’agricoltura praticata sulla terra, quindi, questa attività segue il ciclo delle stagioni ed è soggetta al clima ed ai fenomeni atmosferici.

Le saline oggi sono parchi naturali poiché nei loro ambienti, controllati dal lavoro umano, si sono creati speciali areali di ripristino e salvaguardia di ecosistemi particolarmente adatti ad una flora ed una fauna eccezionali, creando interessantissimi luoghi di biodiversità e di attenzione e salvaguardia del territorio italiano.

Da un punto di vista naturalistico, quindi, le saline marittime rappresentano aree privilegiate per l’avifauna. La vita microscopica dei bacini fornisce nutrimento per fenicotteri, trampolieri, ibis e altri uccelli acquatici. Isolotti e argini ricoperti di vegetazione all’interno dei grandi bacini offrono agli uccelli posti in cui nidificare e riposarsi e li proteggono dai predatori.

Come gli agricoltori, i salicoltori hanno un ruolo di primaria importanza come conoscitori e difensori dell’ambiente.

VALORE SCAMBI COMMERCIALI DI SALE  ITALIA – MONDO

Valore in euro

Anno Import Export Saldo
2019 64.603.771 45.912.471 – 18.691.300
2020 48.716.255 57.876.592 9.160.337
2021 62.988.011 45.599.298 – 17.388.713
2022 72.244.249 45.561.850 – 26.682.399

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

VOLUMI SCAMBI COMMERCIALI DI SALE   ITALIA – MONDO

Quantità in kg

Anno Import Export Saldo
2019 864.072.606 560.143.252 -303.929.354
2020 602.101.499 409.256.219 – 192.845.280
2021 719.980.679 342.062.702 – 377.917.977
2022 714.153.636 465.148.219 – 249.005.417

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

 

 

PRINCIPALI PAESI ESPORTATORI DI SALE VERSO L’ITALIA. ANNO 2022 *

Valori in euro

Paese Import dell’Italia Export dell’Italia  Saldo
Austria 23.298.766 896.833 – 22.401.933
Germania 14.842.566 4.588.969 – 10.253.597
Tunisia 14.355.564 7.182 – 14.348.382
Francia 3.998.466 3.592.742 – 405.724
Egitto 2.012.511 26.153 – 1.986.358

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

* In Austria e in Germania le saline sono sostanzialmente di salgemma, ovvero il sale è un minerale estratto dalla terra; pertanto, possiamo ipotizzare che il principale Paese dal quale l’Italia importa sale marino sia la Tunisia.

 

 

 

PRINCIPALI PAESI IMPORTATORI DI SALE DALL’ITALIA. ANNO 2022

Valori in euro

Paese Import dell’Italia Export dell’Italia Saldo
Stati Uniti 100.363 11.192.989 11.092.626
Canada 0 864.017 864.017
Cina 55.568 195.310 139.742

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

Va tenuto presente che il codice di classificazione delle merci per il sale è unico, ovvero non viene distinto il salgemma (da estrazione mineraria) dal sale marino.

PRODUZIONE DI SALE NEL MONDO

I maggiori produttori di sale da cucina nel 2019
Paese Produzione

(milioni di tonnellate)

 Cina 59,0
 Stati Uniti 42,0
 India 29,0
 Germania 14,3
 Australia 13,0
 Canada 11,0
 Cile 10,0
 Messico 9,0
 Brasile 7,4
 Russia 6,7
 Turchia 6,5
 Paesi Bassi 5,9
 Francia 5,6
 Polonia 4,4
 Italia 4,2
 Spagna 4,2
 Regno Unito 4,1

Fonte: elaborazione Confagricoltura su USGS-United States Geological Survey 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: elaborazione Confagricoltura su USGS-United States Geological Survey

 

 

 

 

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Confagricoltura porta la biodiversità in Piazza San Pietro

Una decorazione floreale e arbustiva multiforme a simboleggiare la biodiversità e il rispetto di cui necessita: così si sviluppa l’installazione di Confagricoltura, dal 1920 la più importante organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, al centro dell’iniziativa “Together – Raduno del Popolo di Dio”, la veglia di preghiera in Piazza San Pietro, programmata per sabato 30 settembre, alla vigilia della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

La Confederazione, sensibile ai temi della responsabilità sociale e dei bisogni della collettività in tema di ambiente, con la collaborazione di Assoverde e dell’architetto paesaggista Virna Mastrangelo di Greenatelier, darà vita a una cornice verde di chiome multiformi attorno all’ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano e a una composizione di arbusti, graminacee, erbacee e fioriture che si snoderà dall’obelisco fino al Crocifisso, contornato da ulivi.

L’allestimento, che rappresenta frammenti di natura ed evoca la biodiversità degli ecosistemi, è realizzato grazie al contributo di Confagricoltura Brescia, di BAT (British American Tobacco) e dell’azienda CIFO.

Il concept dell’architetto Mastrangelo per Confagricoltura intende stimolare un sentimento di biofilia nei confronti della natura e di tutte le sue creature, seguendo l’invito alla consapevolezza, alla cura e alla sobrietà diffuso da Papa Francesco.

 

 

Confagricoltura

Dal 1920 la più importante organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, Confagricoltura si impegna per lo sviluppo delle aziende agricole e del settore primario in generale, a beneficio della collettività, dell’economia, dell’ambiente e del territorio, favorendo l’accesso all’innovazione delle imprese, alla sostenibilità delle pratiche agricole e alla competizione delle aziende sui mercati interni e internazionali.  La Confederazione assicura il ruolo multifunzionale dell’agricoltura e promuove lo sviluppo sostenibile attraverso le attività delle imprese nei settori innovativi nel campo agro-energetico.

www.confagricoltura.it

 

Assoverde

L’Associazione Italiana dei Costruttori del Verde opera in Italia dal 1982, in rappresentanza delle imprese e dei professionisti del settore. La salvaguardia dell’ambiente, del suolo e del paesaggio – che rientrano nella missione storica dell’Associazione – si collegano oggi direttamente ai grandi temi del cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico, dell’inquinamento ambientale, della qualità e vivibilità delle aree urbane, e non ultimo alla salute dei Cittadini. In questa direzione si muovono le collaborazioni attivate da Assoverde con Istituzioni, Università ed Enti di ricerca, Ordini professionali, altre Associazioni di categoria per promuovere iniziative congiunte e progetti nei diversi settori della pianificazione, progettazione, gestione, manutenzione e cura del verde, pubblico e privato, all’esterno e all’interno delle Città.

www.assoverde.it

 

Il “Libro Bianco del Verde” 

Un’iniziativa co-promossa da Assoverde e Confagricoltura, che ha recentemente condotto alla nascita di un’associazione di promozione sociale Kèpos-Libro bianco del Verde, in collaborazione con Tecnici e Gestori delle Amministrazioni, Docenti universitari e ricercatori, Aziende e Professionisti – presentata per la prima volta il 12 ottobre a Roma, con la consegna ufficiale ai Ministeri competenti. L’obiettivo è riportare il verde nelle città e valorizzare il lavoro di chi opera in questo settore, attraverso un nuovo approccio prima di tutto culturale al valore del verde e al ruolo strategico che tale settore deve avere nei prossimi anni, in stretta connessione con i temi della salute dell’ambiente e delle persone.

 

Il progetto

Il progetto dell’istallazione è dell’architetto paesaggista Virna Mastrangelo e del suo studio Greenatelier (www.greenatelier.it) con Assoverde, mentre la realizzazione è di Enzo Margheriti (socio storico di Confagricoltura) con Vivai Margheriti (www.margheriti.it) e Paesaggistica toscana (www.paesaggisticatoscana.it) aziende leader nel settore del verde.

 

Virna Mastrangelo

Architetto paesaggista è attualmente referente di Assoverde per il Lazio. Con quest’ultima e Confagricoltura partecipa attivamente all’iniziativa del Libro Bianco del Verde. Il suo studio Greenatelier si configura come un laboratorio aperto di lavoro e di ricerca sul tema del rapporto Uomo-Natura, Architettura-Natura di cui promuove il riequilibrio. Svolge attività di progettazione con un approccio ecosistemico sui temi della rigenerazione urbana, della diffusione delle NBS (Nature Based Solutions), del recupero ambientale e del risparmio delle risorse. Promuove la salvaguardia degli ecosistemi e svolge attività di sensibilizzazione alle tematiche ecologiche-ambientali. 

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Napolitano, il cordoglio di Confagricoltura

Il presidente della Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana, Massimiliano Giansanti e la dg, Annamaria Barrile, esprimono sentito cordoglio per la morte del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Nel suo lungo impegno politico e istituzionale ha sempre messo l’interesse generale al centro della sua azione, in Europa e in Italia. Esprimiamo la nostra vicinanza alla moglie Clio e a figli Giovanni e Giulio”.

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Cambiamenti climatici, necessaria una nuova fase per la gestione dei rischi in agricoltura

Gli eventi climatici eccezionali sono ormai ricorrenti e stanno infliggendo un duro colpo all’agricoltura a livello globale. Per quanto riguarda l’Unione europea, basti far riferimento all’ingente perdita dei raccolti e ai danni strutturali provocati dalle alluvioni in Emilia Romagna e in alcune zone nelle Marche e in Toscana.

 

In Spagna, il ministero dell’Agricoltura ha segnalato che, a causa della siccità, la produzione di cereali autunno-vernini è diminuita quest’anno del 40% nei confronti della precedente campagna. Per le arance, è stata stimata una contrazione dei raccolti di circa il 15% sulla media degli ultimi cinque anni. Sempre a causa della siccità, nella campagna 2022-2023 la produzione di olio d’oliva è crollata del 50% rispetto ai livelli ordinari.

 

L’impatto degli eventi climatici eccezionali sul settore agricolo è pesante anche fuori dall’Unione europea. Nell’ultimo rapporto dell’USDA (il dipartimento di Stato Usa all’Agricoltura) sono state ridotte le previsioni sul raccolto mondiale di grano a causa, in particolare, della siccità in Australia e Canada. In dettaglio, i raccolti australiani sono stati rivisti al ribasso per un ammontare di tre milioni di tonnellate. Per quelli canadesi, la diminuzione nei confronti delle precedenti stime si attesta a due milioni di tonnellate.

 

Alla luce di queste cifre, le giacenze mondiali di grano sono state valutate in 258 milioni di tonnellate a fine campagna 2023-2024. Se la previsione fosse confermata dai dati reali, sarebbe il livello più basso dal 2015.

 

La scienza e le innovazioni tecnologiche sono gli strumenti più efficaci che gli imprenditori agricoli hanno a disposizione per limitare l’impatto degli eventi climatici straordinari. Per questo, Confagricoltura ha chiesto di rilanciare il programma “Agricoltura 4.0” con il rafforzamento del credito d’imposta e con la conferma dell’automaticità dell’incentivo. Inoltre, la misura dovrebbe avere una durata almeno triennale al fine di consentire alle imprese la programmazione degli investimenti. Una risposta a queste richieste dovrebbe arrivare dalle risorse finanziarie del capitolo “REPower EU” inserito nella revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Occorre, però, andare oltre.  E non solo in termini di risorse finanziarie complessivamente disponibili. Le conseguenze del cambiamento climatico impongono una maggiore diffusione delle coperture assicurative da parte degli agricoltori. Senz’altro positiva è la scelta fatta dal governo di attivare, come consentito dalla nuova politica agricola comune (PAC), il fondo mutualistico nazionale “AGRICAT” alimentato con una trattenuta sugli aiuti diretti agli agricoltori. Serve anche una revisione normativa che consenta di ristorare i danni e far ripartire l’attività produttiva in tempi brevi.

 

I cambiamenti climatici richiedono, insomma, l’avvio di una nuova fase per la gestione dei rischi climatici in agricoltura.  E’ un tema da affrontare anche nell’ambito del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nella UE che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato di voler avviare nel recente discorso sullo stato dell’Unione.

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BCE, Giansanti (Confagricoltura) critico sul rialzo dei tassi: “Avrà impatto negativo su domanda e investimenti”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, critica l’ulteriore aumento dei tassi di riferimento fino a raggiungere il massimo storico, deciso oggi dalla Banca centrale europea (BCE).

“Una pausa sarebbe stata preferibile nella fase di rallentamento della crescita dei PIL nella zona dell’euro, che è stata evidenziata nei giorni scorsi dalla Commissione europea”.  

“La gestione della politica monetaria – sostiene Giansanti – non dovrebbe costituire un ostacolo per l’economia reale e per l’attività delle imprese. Il rialzo dei tassi avrà un impatto negativo sulla domanda e sugli investimenti. Anche i prodotti destinati all’alimentazione sono in calo”.

“Preoccupa, in particolare, l’intensità della riduzione in atto del credito bancario alle imprese che sono impegnate, tra l’altro, nelle transizioni energetica e ambientale secondo gli obiettivi fissati dalla UE. Anche la messa in opera del PNRR può risentire della stretta creditizia, riducendo così il previsto apporto degli investimenti al ciclo economico”.

“L’aumento dei tassi d’interesse – conclude il presidente di Confagricoltura – pesa anche sui conti pubblici, mentre la crescita economica apporta un solido contributo anche alla stabilità finanziaria”.

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Europa, von der Leyen riconosce il valore del settore primario. Confagricoltura: passo importante, auspichiamo maggiore protagonismo dell’agricoltura

 “Cogliendo appieno il valore dell’intervento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, auspichiamo un maggiore protagonismo dell’agricoltura, con politiche che salvaguardino le potenzialità produttive delle nostre imprese”.

Questo il commento di Confagricoltura alle parole odierne di Ursula von der Leyen in occasione dell’annuale discorso sullo Stato dell’Unione all’assemblea plenaria a Strasburgo. La presidente della Commissione Ue ha riconosciuto ufficialmente, per la prima volta, il fondamentale ruolo dell’agricoltura. “Un fatto di rilievo – evidenzia Confagricoltura – che pone le basi di una nuova prospettiva con il settore primario al centro delle scelte politiche europee per garantire sicurezza alimentare, stabilità sociale e sostenibilità”.

“E’ necessario ora includere nella strategia di crescita un principio su cui Confagricoltura si batte da tempo: non c’è contrapposizione tra produttività e sostenibilità”.

Alla luce delle parole odierne della presidente von der Leyen, nell’ambito del processo di revisione del quadro finanziario pluriennale europeo, la Confederazione ribadisce perciò la necessità di procedere a un adeguamento del bilancio agricolo, rimasto invariato nonostante il forte rialzo dell’inflazione.

“Prendiamo inoltre atto delle indicazioni della Commissione di concludere entro l’anno corrente l’accordo con l’Australia e implementare quello con i Paesi del MERCOSUR – conclude Confagricoltura – Siamo da sempre favorevoli agli accordi di libero scambio, ma nel rispetto del principio di reciprocità, in particolare riguardo ai processi produttivi dei Paesi terzi”.

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G20, alleanza sui biocarburanti. Confagricoltura: l’Europa non sia miope

Su iniziativa dell’India, nella veste di presidente di turno del G20, è stato annunciato ieri il lancio dell’Alleanza globale per i biocarburanti. Tra i Paesi aderenti c’è anche l’Italia.

“Esprimiamo pieno apprezzamento per la decisione assunta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che consente riproporre a livello mondiale il ruolo che i biocarburanti sono in grado di assicurare nel processo di transizione energetica, dopo le chiusure emerse a livello europeo” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Nove i Paesi che, al momento, hanno aderito all’iniziativa. Tra questi Stati Uniti, Brasile e Argentina, che sono tra i principali produttori ed esportatori di prodotti agroalimentari a livello mondiale.

 Nel comunicato diffuso dal governo indiano si precisa che la nuova Alleanza punta a promuovere “il progresso e l’adozione diffusa dei biocarburanti, facilitando i progressi tecnologici e definendo solidi standard e procedure di certificazione”.

Da ricordare che, lo scorso aprile, in ambito europeo, i biocarburanti sono stati esclusi dalle deroghe accordate in vista della fine, nel 2035, delle vendite di auto con motori alimentati con carburanti di origine fossile. “Una scelta discutibile e contestata dal governo italiano – rileva il presidente di Confagricoltura – perché la deroga è stata concessa ai carburanti di origine sintetica (e-fuels) che non sono disponibili e ancora allo studio sotto il profilo dell’impatto ambientale.

L’Unione europea ha quindi messo da parte il principio essenziale della neutralità tecnologica, considerato che i biocarburanti costituiscono una realtà consolidata.

“L’auspicio è che le novità definite in ambito del G20 inducano le istituzioni di Bruxelles a rivedere le scelte fatte. Avendo anche presenti le nuove esigenze in termini di sicurezza alimentare globale, l’Unione europea dovrebbe puntare decisamente sull’aumento della produzione interna di proteine vegetali”.

“Un piano specifico per le proteine vegetali è stato più volte sollecitato dal Consiglio, ma è rimasto nei cassetti della Commissione”, conclude Giansanti.

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TEA e Carbon Farming, passi avanti in Europa. Soddisfazione di Confagricoltura

Due novità importanti arrivano dal fronte europeo. Riguardano il carbon farming e le tecniche di evoluzione assistita (TEA), argomenti sui quali Confagricoltura è stata promotrice del dibattito politico.

Sulla proposta di regolamento delle TEA, nella riunione informale dei ministri dell’agricoltura Ue, nei giorni scorsi a Cordoba, la presidenza spagnola ha annunciato di voler raggiungere entro fine anno un accordo politico in Consiglio. “Un passaggio fondamentale – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – per inquadrare le nuove tecniche genomiche nell’ordinamento comunitario. Ricordiamo che l’Italia si è già portata avanti autorizzandone formalmente la sperimentazione in campo”.

Analoga soddisfazione di Confagricoltura per il voto espresso dalla Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo sul carbon farming e la proposta di regolamento che stabilisce un quadro di certificazione Ue per gli assorbimenti di carbonio.

La Comagri ha chiesto di equiparare all’assorbimento della Co2 al suolo anche alcune specifiche pratiche agricole. Nella proposta di regolamento sul tema, oltre alle rimozioni di carbonio (ottenibili con soluzioni tecnologiche di sequestro e/o soluzioni legate alla natura), è stato infatti incluso il carbon farming quale attività che comprende sia l’assorbimento dell’anidride carbonica nei suoli agricoli grazie all’attività agroforestale, sia la riduzione delle emissioni di gas effetto serra nel sistema di calcolo dei benefici in termini di carbonio rimosso dall’atmosfera.

“Decisione in linea con le aspettative di Confagricoltura sul carbon farming – aggiunge Giansanti – Si tratta di un risultato importante che auspico venga confermato dalla Commissione ambiente, competente in materia. Ringrazio il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida per la sensibilità e il sostegno all’iniziativa”.

Per quanto riguarda l’iter legislativo, il voto nella Commissione ambiente è previsto per il 2 ottobre, mentre il voto nella plenaria del Parlamento europeo si dovrebbe tenere la settimana del 16 ottobre.

“Con il via libera dei colegislatori europei – conclude il presidente – si potrà aumentare il ruolo del settore primario ai fini della sostenibilità ambientale dei processi di produzione e della tutela delle risorse naturali. Confagricoltura continuerà a lavorare in queste settimane per ottenere un regolamento favorevole e in linea con le istanze delle imprese”.

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Borghi, Congionti (Agriturist – Confagricoltura) a Radio1 Box: “Valorizzare i territori rurali, da sempre il nostro obiettivo”

“Il fenomeno dell’agriturismo nel nostro Paese ha contribuito a salvaguardare gli aspetti economici e sociali di gran parte dei territori rurali, valorizzandone le bellezze paesaggistiche e l’enogastronomia locale”.

Lo ha detto oggi Augusto Congionti, presidente di Agriturist, ai microfoni di Radio1 Box. L’Associazione di Confagricoltura che ha dato il nome all’agriturismo in Italia, fondata nel 1965, partecipa quest’anno al XV Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, in programma a Lucignano, in provincia di Arezzo, dall’8 al 10 settembre.

“Confagricoltura e Agriturist sono da sempre impegnate per la valorizzazione e la tutela del patrimonio agricolo e paesaggistico – ha ribadito Congionti -. Partecipiamo a quest’iniziativa perché è un’occasione per promuovere i 5600 borghi italiani, alcuni dei quali ancora poco conosciuti, che possono avere una funzione determinante anche dal punto di vista turistico”.

Il presidente di Agriturist ha ricordato il ruolo essenziale che le aziende agricole e agrituristiche svolgono su tutto il territorio nazionale. “Nei borghi troviamo la vita autentica e la vacanza esperenziale, perché il turista da qualche anno cerca anche questo: il contatto con la natura, con le persone che vivono in quei territori per avere uno scambio di culture, senza contare il valore delle risorse enogastronomiche locali, molto apprezzate – ha concluso Congionti -. Tutti questi elementi, insieme, rendono più forte anche l’offerta turistica italiana”.

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