YoungaDays 2025, a Scicli dal 13 al 15 giugno tre giorni per una visione di agricoltura possibile, condivisa e inclusiva

Gli organizzatori del festival dedicato all’agricoltura giunto alla seconda edizione: «Costruiamo una comunità temporanea che riflette, sperimenta, condivide. È il nostro modo di restare, senza restare fermi»

Dal 13 al 15 giugno 2025 torna a Scicli (Ragusa) YoungaDays, il festival ideato dai Giovani di Confagricoltura – ANGA Ragusa e promosso da Confagricoltura Ragusa per dare voce a un’agricoltura capace di generare impatto sociale e culturale a partire dal proprio territorio di riferimento. In una città periferica e viva, sempre più protagonista di sperimentazioni culturali dal basso come Scicli, il festival propone tre giorni di incontri, laboratori e confronti pubblici tra mondi diversi: impresa agricola, ricerca scientifica, attivismo, comunicazione e pubblica amministrazione.

YoungaDays è pensato come un laboratorio collettivo per immaginare il futuro della terra e dei territori, con particolare attenzione alla sostenibilità, al welfare e al ruolo delle comunità locali, oltre che al linguaggio con cui questi temi vengono raccontati.

Il programma si svilupperà in luoghi iconici del centro storico – Palazzo Spadaro, Chiesa di Santa Teresa e Via Mormino Penna – trasformando Scicli in un’arena pubblica di riflessione e scambio.

Tra i protagonisti di questa edizione, Paolo Iabichino, scrittore pubblicitario e direttore creativo, già presente lo scorso anno, assume un ruolo centrale come partner del festival con AEdicola Lambrate. Insieme a Santina Giannone, giornalista e comunicatrice, guiderà AEdicola Younga, la rassegna stampa dal vivo che ogni mattina aprirà i lavori della giornata con una lettura collettiva dell’attualità, costruita come spazio di dialogo tra ospiti e cittadinanza.

Tra le novità di quest’anno, infatti, l’arrivo in Sicilia di AEdicola Lambrate, il format milanese che trasforma lo spazio urbano in presidio culturale, e che per l’occasione animerà Via Mormino Penna grazie a un intervento progettuale dell’architetto Francesco Gugliotta.

Il programma di YoungaDays coinvolgerà poi ricercatori, divulgatori, imprenditori agricoli, amministratori pubblici, studiosi e attivisti. La professoressa Stefania De Pascale, dell’Università Federico II di Napoli, porterà a Scicli il racconto dell’agricoltura spaziale. Il divulgatore scientifico Gabriele Scrofani interverrà sul valore alimentare degli insetti e sulle barriere culturali legate al loro consumo, mentre Umberto Trulli, consulente e formatore internazionale, parlerà di agroecologia fondata sui saperi africani.

Claudia Penzavecchia, dietista e nutrizionista, affronterà il tema dell’insicurezza alimentare in Italia, e Esmeralda Moretti, divulgatrice filosofica, proporrà una riflessione sull’etica della terra. Giovanni Nasca, agronomo ed esperto in fertilizzanti minerali, interverrà sul rapporto tra chimica e innovazione. Lorenzo Mineri, ricercatore, presenterà invece i primi dati della sperimentazione sul riso TEA.

Sul piano editoriale e culturale, Paolo Iabichino dialogherà con Francesco Ruta, autore del libro Grano, e con Michele Antonio Fino (Ermezio), docente e autore di Non me la bevo. Comunicazione e marketing del vino: istruzioni per un consumo consapevole, in due incontri dedicati al racconto del cibo e della terra attraverso le parole.

Accanto a questi momenti, il programma prevede anche due spazi di formazione pratica: una sessione tecnica a cura di EVJA, rivolta agli operatori del settore agricolo e incentrata sulle applicazioni smart per la gestione dei campi, e un workshop fotografico condotto da Antonio Riva, dedicato allo sguardo visivo sul paesaggio rurale.

Accanto a queste voci, il festival ospiterà figure dell’imprenditoria e del mondo delle reti locali: Antonino Pirrè, Presidente di Confagricoltura Ragusa e Vice Presidente di Confagricoltura Sicilia, Enrico Russino, fondatore dell’azienda agricola Gli Aromi, e Stefano Scavino, farmer piemontese, fondatore dell’azienda Duipuvrun e referente di due Presìdi Slow Food.

Nei luoghi di YoungaDays si alterneranno, poi, Alessia Gambuzza (Legambiente), Massimo Zortea (Università di Trento e SAFE Green), Vincenzo La Monica (progetto TFT – Trasformare la Fascia Trasformata), e Claudio Dall’Agata, (Consorzio Bestack e Spettacoli alla frutta). Parteciperà inoltre Michelangelo Giansiracusa, Presidente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, Sindaco di Ferla e coordinatore regionale della rete Borghi più belli d’Italia, con un intervento sulle città periferiche come nodi strategici per la transizione ecologica e per arginare la “diaspora” dei siciliani, inserito in una tavola rotonda dedicata alla “restanza” con Camilla Fortunati (Fondazione Ortygia), Carmelo Traina (Centro Studi Giuseppe Gatì), Paolo Scollo (Youngadays APS e Tirollalà) e Sarah Bua (OP La Deliziosa). A moderare gli incontri Bartolo Lorefice, giornalista e comunicatore.

Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del Sindaco di Scicli, Mario Marino, del Presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè, che si è espresso sul festival: «Confagricoltura Ragusa promuove con convinzione Youngadays come agorà feconda e multidisciplinare che, partendo dall’agricoltura, è in grado di integrare visioni, approcci e prospettive innovative, sostenibili e inclusive. Un festival che, partendo dalla vision e dalla mission della nostra Organizzazione che crede nei giovani e ne sostiene i progetti, punta a diventare appuntamento fisso e momento imprescindibile per chi coltiva un’agricoltura che guarda non solo al domani, ma anche all’oggi, assumendo la sfida di un settore primario che deve continuare a produrre ricchezza, lavoro, benessere diffuso, con un uso responsabile delle risorse naturali» e del Presidente di ANGΑ Ragusa, Lorenzo Cannella, ideatore del festival, che dichiara: «YoungaDays nasce dal desiderio di mostrare che un’agricoltura diversa è già possibile. Non parliamo di utopie, ma di esperienze vere, concrete, radicate nei territori e capaci di generare valore sociale. A Scicli costruiamo una comunità temporanea che riflette, sperimenta, condivide. È il nostro modo di restare, senza restare fermi». Tre giorni per tornare con i piedi per terra, senza smettere di guardare avanti.

YoungaDays è promosso da Confagricoltura Ragusa e ANGA Ragusa, con il patrocinio del Comune di Scicli.

Il festival conta sul sostegno della OP Ioppì, di Evja, BCC Pachino in qualità di main sponsor, di Reputation Lab come media partner, e di una fitta rete di partner territoriali e non, che hanno scelto di sostenere l’iniziativa.

 

Clicca qui per il programma di YoungaDays 2025 

Leggi

Dazi, Giansanti (Confagricoltura): “Colpiti i nostri settori di punta. Serve una risposta unitaria e decisa dell’Europa”

“Come Italia usciamo sicuramente penalizzati dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, all’olio d’oliva, alla pasta e ai sughi pronti.” Lo ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, intervenuto alla trasmissione di Rai Uno Porta a Porta, condotta da Bruno Vespa, e andata in onda mercoledì sera subito dopo l’annuncio ufficiale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dell’introduzione di dazi del 20% sui prodotti provenienti dall’Unione europea.

“La risposta – ha aggiunto Giansanti – non può che essere unitaria, europea, convinta, come annunciato dalla presidente von der Leyen nella conferenza di stamane. Fondamentali le misure previste per sostenere i settori più colpiti. Non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri Paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la Cina”.

In linea con quanto dichiarato dalla presidente von der Leyen nella prima mattina di oggi, Confagricoltura ribadisce la necessità di un’azione dell’Unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitività del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali.

Leggi

“Agricoltura È”, il Capo dello Stato visita lo spazio di Confagricoltura in Piazza della Repubblica a Roma

Questa mattina il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha visitato lo spazio di Confagricoltura al villaggio Agricoltura È, il grande evento dedicato al mondo agricolo italiano, ospitato a Roma nell’area riqualificata di Piazza della Repubblica.

Il Capo dello Stato si è soffermato all’interno dello stand, dove è stato allestito anche un apiario della FAI-Federazione Apicoltori Italiani e dove ha avuto un breve scambio di battute con i dirigenti ed alcuni imprenditori dell’Organizzazione presenti alla manifestazione organizzata dal MASAF.

L’evento, che terminerà mercoledì 26, domani prevede la visita del commissario UE all’Agricoltura Hansen. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sarà relatore all’incontro con il commissario. Nel pomeriggio, alle 15, nello spazio MASAF, Confagricoltura organizza la tavola rotonda dal titolo Agricoltura è sostenibilità e innovazione”, a cui partecipano, oltre al presidente Giansanti, Andrea Segrè, agronomo ed economista dellUniversità di Bologna, Marco Caprai ed Emma Cogrossi, imprenditori.

Leggi

Europa, Giansanti (Confagricoltura) alla premier Meloni: “No al Fondo Unico. La PAC deve restare una politica centrale dell’Unione”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per esprimere forte contrarietà all’eventuale proposta di un Fondo Unico nazionale per il finanziamento delle misure che attualmente rientrano nella PAC, nei fondi di coesione e altri fondi diretti europei.

“Questa proposta – evidenzia Giansanti – non solo creerebbe disparità nell’allocazione delle risorse tra gli Stati, ma metterebbe a rischio l’intero sistema della politica agricola europea e del mercato unico”.

La lettera è stata recapitata alla premier in occasione del Consiglio europeo, in corso oggi e domani a Bruxelles.

“La riassegnazione dei finanziamenti UE in un Fondo Unico – spiega il presidente di Confagricoltura – comporterebbe l’eliminazione degli storici strumenti di finanziamento della PAC, ovvero il fondo europeo agricolo di garanzia e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, minacciando la competitività dell’agricoltura e della stabilità delle zone rurali europee”.

Una scelta in questa direzione, insomma, rappresenterebbe un cambiamento radicale nella governance finanziaria dell’UE e avrebbe conseguenze gravissime sull’agricoltura. Da sempre il mondo agricolo chiede, invece, un aumento di bilancio per il settore e un adeguamento dei premi per rispondere alle esigenze che emergono con forza dall’attuale contesto caratterizzato da instabilità geopolitica e incertezza economica.

“E’ invece necessario che l’agricoltura continui a rimanere una politica unionale che non rientri nel Fondo Unico. Un’Europa forte e sicura – conclude Giansanti – non può prescindere da un settore agricolo solido e competitivo, supportato da un bilancio adeguato e mirato, fondamentale per il futuro del nostro Paese, in primis, e dell’Europa in generale”.

Leggi

Stati Generali della Maricoltura, API (Confagricoltura): eccellenza italiana a rischio se non si valorizza il comparto. Servono norme chiare, formazione e promozione

Nella foto, da sin.: Antonia Ricci, Claudio Pedroni, Vincenzo Lenucci, Luca Brondelli, Cristina Pozzi, Matteo Leonardi, Lea Pallaroni.

Garantire le produzioni dell’acquacoltura italiana con una regolamentazione quadro e regole chiare e uniformi per le concessioni, dando spazio adeguato all’allevamento ittico; promuovere lo sviluppo del comparto attraverso una corretta informazione e formazione; sostenere l’innovazione tecnologica e la ricerca finalizzate allo sviluppo sostenibile e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sull’acquacoltura.

E’ l’appello lanciato stamani dall’API, l’Associazione dei Piscicoltori Italiani di Confagricoltura, agli Stati Generali della maricoltura che si sono tenuti stamani a Palazzo della Valle a Roma. Un appuntamento che corona un percorso di incontri sui territori interessati che ha affrontato i temi del cambiamento climatico che influisce sulla gestione degli allevamenti e della concorrenza internazionale sempre più agguerrita.

“Garantire la competitività delle nostre imprese, tenuto conto che l’Italia ha perso quote rispetto ad altri Paesi – ha detto il vicepresidente esecutivo di API Claudio Pedroni, allevatore in Toscana – è la nostra priorità. Con oltre 8mila chilometri di coste, sono solo 20 le concessioni off-shore di impianti di produzione di maricoltura. La situazione è ferma a trent’anni fa, mentre altri Stati hanno investito nel comparto, arrivando a produzioni di gran lunga superiori a quelle italiane, garantendo occupazione e solidità economica”.

Oggi l’acquacoltura nazionale produce oltre 50mila tonnellate di animali acquatici, di cui quasi il 90% spigole, orate e trote. Sommando anche la produzione di molluschi, si arrivava nel 2022 a 130mila tonnellate complessive, praticamente la medesima quantità di quello che si ottiene con l’attività di pesca della nostra flotta nazionale. Anche se, in realtà, dopo l’estate del 2023, con gli effetti del cambiamento climatico, la produzione di molluschi si è drasticamente ridotta.

Di fronte ai mutamenti del clima, l’API, che rappresenta la quasi totalità delle aziende del comparto, occorre spingere sull’innovazione e sulla ricerca per trovare soluzioni atte a garantire un ambiente-mare più sano e un approccio ancora più sostenibile da parte delle imprese, spinto da un quadro normativo certo e strategico per il settore.

In questa direzione si inserisce la stretta collaborazione dell’Associazione Piscicoltori con gli enti di riferimento, quali l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, presente oggi con il direttore generale Antonia Ricci; con Assalzoo, intervenuta con il DG Lea Pallaroni, e con il mondo accademico, stamani rappresentato da Cristina Pozzi, docente di Diritto europeo dei trasporti all’Università di Parma.

L’acquacoltura italiana è comunque riconosciuta in tutto il mondo per l’alta qualità della produzione e per la sua biodiversità con più specie allevate in ambienti e strutture con tecnologie diverse (impianti off-shore e a terra). Alle produzioni di pesci destinati al consumo si aggiungono le produzioni delle avannotterie di specie eurialine (orata e spigola) con oltre 180 milioni di avannotti prodotti e destinati agli allevamenti di tutta l’area mediterranea.

“Per garantire un futuro di crescita al comparto – ha aggiunto Matteo Leonardi, presidente di API – occorre parallelamente intensificare e migliorare l’informazione al consumatore sull’origine nel mondo della ristorazione, oltre che lavorare sulla formazione in ambito tecnico-professionale, e non solo accademico”.

“Il fatturato dell’acquacoltura italiana supera i 400 milioni di euro e si conferma un settore importante per la nostra zootecnia, sebbene sia tra quelli più ‘giovani’. – ha commentato il vicepresidente di Confagricoltura, Luca Brondelli – Come Confederazione, insieme all’API, il nostro obiettivo è far crescere e sviluppare il comparto: l’Italia è il primo consumatore al mondo di spigole e orate, ma solo poco più del 20% è prodotto da allevamenti italiani. Dobbiamo colmare questo gap, valorizzando al contempo i territori di produzione, che sono anche un vanto ambientale e turistico per il nostro Paese”.

Leggi

Frisitali si presenta agli imprenditori zootecnici iblei: proficuo incontro promosso da Confagricoltura Ragusa

𝘈𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢𝘵𝘰 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘢 𝘓𝘢𝘵𝘵𝘢𝘯𝘻𝘪 (𝘊𝘰𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘚𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘛𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘊𝘰𝘯𝘧𝘢𝘨𝘳𝘪𝘤𝘰𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢) 𝘦 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘰 𝘝𝘪𝘵𝘢 (𝘋𝘪𝘳𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘊𝘰𝘯𝘧𝘢𝘨𝘳𝘪𝘤𝘰𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘚𝘪𝘤𝘪𝘭𝘪𝘢)
Un incontro partecipato e denso di spunti operativi quello che si è tenuto oggi negli uffici di Confagricoltura Ragusa tra gli imprenditori zootecnici iblei associati all’Organizzazione e il vice presidente di Frisitali, Raffaele Di Ciommo. Hanno partecipato ai lavori Alessandra Lattanzi dell’Area Coordinamento e Sviluppo del Territorio di Confagricoltura e Alessandro Vita, Direttore di Confagricoltura Sicilia . A fare gli onori di casa il Presidente Antonino Pirrè e il Direttore Giovanni Scucces.
Frisitali è l’Associazione Nazionale Allevatori Frisona Italiana Indipendente, nata nel 2020 con il sostegno di Confagricoltura, per rappresentare gli allevatori di razza frisona italiana.
Riconosciuta come Ente Selezionatore con decreto ministeriale del 23 settembre 2021, offre servizi avanzati per il miglioramento genetico della razza frisona, tra cui: test genomici e valutazioni genomica su piattaforma condivisa, consulenza strategica per l’ottimizzazione delle mandrie e gestione dati proprietà esclusiva degli allevatori.
Il vice presidente Di Ciommo ha spiegato che gli obiettivi primari dell’associazione sono l’indipendenza da condizionamenti esterni, con un modello di rappresentanza basato sul numero di capi allevati, innovazione nel miglioramento genetico e servizi tecnologici avanzati, gestiti tramite l’organizzazione Synergy e gestione del Libro Genealogico per la selezione della razza, dopo aver ottenuto il riconoscimento ufficiale nel 2023.
Da parte del nutrito gruppo di imprenditori zootecnici presenti è emerso interesse verso l’associazione, testimoniato dalle diverse domande che hanno rivolto al vice presidente di Frisitali e che hanno stimolato un confronto utile e concreto.
Leggi

Olio di oliva, Confagricoltura e Unapol: la forte competizione internazionale obbliga l’Italia a una svolta. In 15 anni perso oltre il 30% del raccolto e il 38% della produzione

Nella foto, da sin.: Maurizio Pescari, Carlo Alberto Buttarelli, Ignacio Silva, Anna Cane, Tommaso Loiodice, Massimiliano Giansanti, Walter Placida, Salvatore Camposeo, Paolo Mariani.

 

Il Sottosegretario La Pietra annuncia a breve la convocazione del Tavolo di settore

Riconquistare posizioni a livello internazionale e attivare una strategia nazionale unica lungimirante con risorse dedicate: è il messaggio del settore olivicolo emerso oggi al convegno organizzato da Confagricoltura e Unapol a Roma, a Palazzo della Valle “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana”, con tutti gli attori della filiera e le istituzioni.

La produzione di olio d’oliva nel nostro Paese è in calo strutturale: tra condizioni climatiche avverse, frammentazione produttiva (il 40% delle aziende olivicole ha meno di 2 ettari di oliveto), volatilità dei prezzi e della redditività, negli ultimi 20 anni i volumi di olive raccolte si sono ridotti di oltre il 30%, quelli di olio più del 38%, mentre il calo delle superfici si è limitato al 3%. Una deriva che occorre a tutti i costi fermare.

“Abbiamo un quadro italiano fatto di luci e ombre e occorre ripensare alla filiera produttiva – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – con investimenti concreti e senza far prevalere la visione ideologica. Se l’impresa è orientata al mercato, c’è bisogno di grande professionalità, perché altrimenti l’Italia perderà questa partita. Sul fronte internazionale il 73% della produzione è in mano a 5 Paesi: Spagna, Turchia, Tunisia, Grecia e Italia, ultima in questa classifica. Gli altri Paesi del bacino del Mediterraneo hanno saputo creare politiche settoriali mirate: Tunisia, Marocco, Egitto e Turchia stanno crescendo in maniera esponenziale. Non possiamo permetterci di stare a guardare”.

Ciò che frena l’Italia nella competizione internazionale sono più fattori, a partire da una strategia politica settoriale frammentata, con piani di settore territoriali, mentre occorre che si uniformino a quello nazionale in arrivo, anche per sfruttare al meglio le risorse che saranno messe in campo.

A riguardo il sottosegretario al Masaf Patrizio la Pietra ha annunciato la prossima convocazione del Tavolo Olio, per il quale “si sta lavorando alla definizione delle linee guida, in modo da essere immediatamente operativi, e a un’unica interprofessione che coinvolga tutti gli attori della filiera”.

L’oliveto Italia è poi da ristrutturare. Il 61% delle piante ha più di 50 anni; il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro. Il quadro che emerge è di un oliveto Italia vecchio e poco competitivo, che necessita di essere ristrutturato.

Occorre aumentare la produttività, rendere la gestione dell’oliveto economicamente più sostenibile e al contempo favorire azioni di rinnovamento degli impianti produttivi con modelli moderni che consentano di accrescere la capacità competitiva, come gli impianti ad alta densità da implementare senza pregiudizi per varietà.

Infine, ma non ultime, la formazione e la valorizzazione del prodotto, a iniziare dalle scuole e dalla ristorazione. L’olio di oliva italiano non è sufficientemente valorizzato, ma non è neanche conosciuto bene dai consumatori, i quali, nelle scelte della spesa, rischiano di affidarsi esclusivamente al fattore prezzo.

“Oggi abbiamo ribadito il nostro impegno nel rafforzare la collaborazione con Confagricoltura – ha affermato Tommaso Loiodice, presidente di Unapol – confermando l’importanza di unire le forze per affrontare le criticità del settore olivicolo. L’eccessiva frammentazione delle aziende e la necessità di garantire un valore equo all’olio extravergine italiano sono sfide che richiedono visione e cooperazione. Formazione, innovazione e adeguamento alle nuove tecnologie sono le chiavi per dare slancio a un comparto storico, ma bisognoso di rinnovamento. Insieme, Unapol e Confagricoltura possono offrire risposte concrete per il futuro dell’olivicoltura italiana”.

“L’olivicoltura non è solo un settore agricolo, ma un pilastro strategico per l’intero Paese, con ricadute significative non solo sull’economia rurale, ma anche sulla salute pubblica, sul turismo e sulla formazione. È quindi fondamentale un dialogo sinergico tra i diversi ministeri, affinché si riconosca il valore trasversale di questo comparto e si adottino politiche adeguate a valorizzarne il ruolo sia a livello nazionale che internazionale.”

Il mercato globale, insomma, offre spazi importanti per gli oli di oliva, e il know how italiano legato alle capacità e alla qualità del prodotto ancora dà all’Italia un vantaggio competitivo che dobbiamo certamente sfruttare senza rimandare.

Leggi

Zootecnia, è emergenza. Confagricoltura chiede l’attivazione della riserva di crisi UE. Lunedì a Bruxelles il primo Agrifish sotto la presidenza polacca

Attivare la riserva di crisi unionale che permetterebbe, con l’aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico. E’ quanto propone Confagricoltura, che ha scritto al ministro Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione.

La zootecnia italiana sta infatti affrontando una crisi senza precedenti a causa del diffondersi inarrestabile di diverse epizoozie e del proliferare della fauna selvatica. I dati relativi all’influenza aviaria sono allarmanti: secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, solo nei mesi di dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1.700.000 animali tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.

Per il comparto suinicolo – aggiunge Confagricoltura – stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno.

A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell’afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.

Nonostante il forte impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili – evidenzia Confagricoltura – rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo  ai produttori colpiti. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria l’istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l’aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.

Lunedì prossimo, 27 gennaio, il presidente di Confagricoltura Giansanti, nel ruolo di presidente del COPA, sarà a Bruxelles alla prima riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish) sotto la neo presidenza polacca che presenterà il suo programma di lavoro e le sue principali priorità per il settore primario nel prossimo semestre. Sarà anche l’occasione per tornare sulla questione, che per l’Italia è una vera emergenza.

Leggi

Approvato il manuale del sistema di identificazione e registrazione. Cirone (FAI-Confagricoltura): “Importante segnale di attenzione a un comparto essenziale”

Lintesa Stato-Regioni sancita oggi sullo schema di decreto recante “Modifiche al manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema nazionale di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali, adottato con decreto del ministro della Salute del 7 marzo 2023”, riguarda anche gli apicoltori, chiamati a farsi carico di nuove procedure tese a garantire la salute del patrimonio di alveari presenti in Italia.

«Le istanze rappresentate dal comparto apistico sono state per intero recepite dal nostro governo e di questo siamo grati, in particolare, al sottosegretario di Stato, on. Marcello Gemmato, che ha saputo cogliere le specificità di un allevamento delicato quanto essenziale. Così il presidente della Federazione Apicoltori Italiani (FAI), Raffaele Cirone, che insieme alle altre rappresentanze dell’apicoltura nazionale aveva ripetutamente sollecitato al ministero della Salute interventi di semplificazione utili a tutelare il patrimonio apistico nazionale gestito da 76.961 apicoltori censiti dalla Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe apistica.

«In attesa che il provvedimento veda ora la luce in Gazzetta Ufficiale – raccomanda il presidente FAI, Raffaele Cirone – chiediamo un ultimo sforzo affinché il processo di semplificazione burocratica a carico degli apicoltori venga recepito in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale, forti della collaborazione tra tutti i Servizi Veterinari, le associazioni e gli operatori del mondo apistico: soggetti tenuti a collaborare al fine di preservare la salute dell’ape italiana e della sua insostituibile funzione ecosistemica».

Leggi

Edison e Confagricoltura: energia e agricoltura, una strategia condivisa a supporto della decarbonizzazione del settore primario

Focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili con il progetto pilota a Mantova

Una sinergia per decarbonizzare il settore agricolo in linea con l’Agenda dell’Unione Europea. A poco più di un anno dall’avvio dell’intesa tra Edison e Confagricoltura, siglata a dicembre 2023, le due organizzazioni si sono riunite oggi a Palazzo della Valle per fare il punto della situazione, con un focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili.

La società leader dell’energia con 140 anni di storia e la più antica Associazione di rappresentanza delle aziende agricole italiane hanno, infatti, avviato un progetto pilota a Mantova proprio su questo tema: un’iniziativa che rientra nel percorso di Confagricoltura per la realizzazione di una comunità energetica rinnovabile di respiro nazionale (facendo leva su una norma – articolo 47, comma 10 – del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13) che opererà sottoforma di una cooperativa. Quello di Mantova rappresenta un primo esempio concreto di configurazioni locali di autoconsumo, e Edison è un partner cruciale per la definizione progettuale e la fornitura di tecnologie.

“Confagricoltura ha ritenuto fin da subito che l’adesione da parte delle imprese agricole a un modello di condivisione dell’energia potesse rafforzare la competitività, abbattendo i costi, riducendo l’impronta ambientale e migliorando l’accesso a tecnologie avanzate. La collaborazione con Edison nell’ambito del progetto ci consente di supportare le aziende, promuovendo le rinnovabili e l’efficienza energetica. Puntiamo a una crescita, certamente in termini di produttività, ma anche culturale del sistema agricolo – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, proseguendo con un commento sulle agroenergie –. Il contributo dell’agricoltura alle rinnovabili elettriche è importante con circa 3 GW di fotovoltaico installato e più di 1 GW di biogas a cui va aggiunto anche il contributo delle biomasse. Crediamo che nel 2026, anche grazie alle misure del PNRR, si possa raggiungere un potenziale aggiuntivo di +3 GW, con benefici economici, ambientali e sociali”.

“Edison è impegnata nel fornire soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate – dalle comunità energetiche rinnovabili al biometano – per accelerare la transizione energetica del settore agricolo, un comparto altamente strategico. La collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di sperimentare modelli di comunità energetiche rinnovabili, che non solo garantiscono benefici economici e ambientali, ma che promuovono anche un approccio sostenibile e condiviso all’energia. Progetti come quello di Mantova rappresentano un passo importante verso l’integrazione delle rinnovabili nel

tessuto produttivo italiano e un esempio concreto di come le sinergie possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione”, ha dichiarato Nicola Monti, Amministratore delegato di Edison.

L’evento ha coinvolto altri attori del settore energia per stimolare una riflessione più ampia sul tema della decarbonizzazione. La mattinata si è aperta con una relazione di Giorgio Graditi, Direttore di ENEA, con un focus sulle tecnologie al servizio della transizione ecologica, seguita dall’intevento di Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ha ricordato gli ottimi risultati del Bando Agrisolare conseguiti senza consumare terreno agricolo. Si è poi proseguito con un tavolo di confronto che ha visto gli inteventi, oltre che di Giansanti e di Monti, anche di Paolo Arrigoni, Presidente di GSE, e di Franco Cotana, Amministratore Delegato di RSE.

Giorgio Graditi, Direttore ENEA, ha così dichiarato: “Parliamo di agroenergetica, un segmento che mette a sistema diverse soluzioni per valorizzare e rafforzare sia l’agricoltura sia la produzione di energia. L’energia e il suo costo, infatti, sono elementi cruciali per la competitivitá di tutte le imprese, comprese quelle agricole. In questo contesto, il legame tra agricoltura ed energia consente di implementare innovazioni con sinergie virtuose connesse alla produzione di cibo. Tre aspetti sono fondamentali in questa relazione: le bioenergie, l’agrivoltaico e le comunitá energetiche. Pilastri che contribuiscono alla costruzione di un modello sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. L’integrazione tra questi fattori rappresenta una soluzione concreta alla transizione green e apre a nuove prospettive di sviluppo dei territori”.

Paolo Arrigoni, Presidente GSE, ha così dichiarato: “Il settore agricolo sta svolgendo un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Sono 4 le misure del PNRR, gestite dal GSE, specifiche per il comparto e la domanda da parte delle imprese é davvero forte. Gli ambiti interessati sono: agrisolare, agrivoltaico, biometano e comunitá energetiche”.

Franco Cotana, Amministratore Delegato RSE, ha così dichiarato: “Per una completa decarbonizzazione dobbiamo sviluppare tecnologie ancora non mature. RSE è impegnata su questo fronte. Il rapporto con l’agricoltura in questo senso é fondamentale perché é dal territorio che nascono le opportunitá, ad esempio le bioenergie. É opportuno iniziare dalla consapevolezza del loro forte contributo alle rinnovabili. C’è ancora un ampio margine di sviluppo. Pensiamo ai 4milioni di ettari di terreni marginali abbandonati; almeno 1 milione di ettari potrebbero essere utilizzati per produrre energia. Lo sviluppo della ricerca sarà foriero di grandi opportunitá”.

 

In foto da sinistra: Nicola Monti (ad Edison), Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura), Paolo Arrigoni (presidente GSE), Franco Cotana (Ad RSE)

Leggi