Fase 3, l’agricoltura punta su sostenibilità e bioeconomia

“Il consumatore ha capito l’importanza del settore primario, ora è importante far conoscere anche il ruolo positivo dell’agricoltura nella gestione delle risorse naturali”. Lo ha detto Ezio Veggia, delegato alla bioeconomia di Confagricoltura, intervenendo alla presentazione del VI Rapporto Bioeconomia in Europa di Intesa Sanpaolo.

Il rapporto ha evidenziato come l’agricoltura, insieme alla silvicoltura, facciano la parte del leone nella bioeconomia. In Italia il settore primario, ricorda Confagricoltura, è stato anche capace di ridurre, dal 1990 ad oggi, del 13% le emissioni e sequestrare CO2 dall’atmosfera grazie alla fotosintesi clorofilliana. La coltivazione dei suoli agricoli e la gestione attiva delle superfici forestali consentono di produrre cibo ed energia assorbendo CO2, grazie all’adozione di tecnologie che permettono di ottimizzare l’uso di risorse strategiche come acqua, suolo e biomasse”.

“Un ruolo centrale lo ha il suolo – spiega il delegato alla bioeconomia di Confagricoltura – ed è essenziale migliorarne fertilità, con l’apporto anche di concimi organici prodotti dalle matrici agricole vegetali ed animali. E’ importante anche il ruolo dell’agricoltura nella trasformazione del carbonio residuale (ad esempio il letame) in energia, sostituendo petrolio e altri idrocarburi, partecipando così, in modo significativo, alla decarbonizzazione del settore energetico.”

“Per rispondere alla sfida della sostenibilità – ha concluso Ezio Veggia – va ripensato il modello di sviluppo economico, dando maggiore attenzione alla bioeconomia. Servono normative chiare e risorse aggiuntive perché il percorso intrapreso dagli agricoltori in campo energetico è di successo, ma oneroso e non può pesare esclusivamente sulla politica agricola Comune (PAC). Per questo chiediamo che vengano incrementate le risorse per le bioenergie (biogas, biomasse) superando alcune incertezze normative che stanno frenando l’avvio del biometano agricolo come biocarburante avanzato”.

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Patto per l’export, Confagricoltura: “Iniziativa utile anche per il rilancio dell’agroalimentare italiano”

“Iniziativa tempestiva e utile anche per il rilancio delle esportazioni agroalimentari italiane dopo l’emergenza sanitaria”.

E’ questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al patto per l’export presentato ieri dal ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio.

In particolare, Confagricoltura accoglie positivamente l’inserimento di sei esperti agricoli nella rete diplomatico-consolare, che potranno ottimizzare il lavoro delle Ambasciate nella rimozione di barriere non tariffarie e nella promozione delle eccellenze della filiera agroalimentare. Una richiesta che Confagricoltura aveva da tempo caldeggiato, per colmare una lacuna dell’Italia rispetto ad altri Stati membri.

“La pandemia ha fermato la corsa delle nostre esportazioni – spiega il componente di Giunta Giordano Emo Capodilista, con delega all’internazionalizzazione, che ha preso parte alla presentazione del patto – Quest’anno potremmo registrare una contrazione superiore al 10%. Con la ripresa, la concorrenza sui mercati sarà ancora più agguerrita. Per questo è importante farci trovare pronti, con un piano teso a valorizzare l’eccellenza delle nostre produzioni. La crescita delle esportazioni di settore avvantaggia anche l’agricoltura, considerando che oltre il 70% dei nostri prodotti è destinato alla trasformazione”.

Nel trascorso decennio, ricorda Confagricoltura, l’export agroalimentare è praticamente raddoppiato. Attualmente, si attesta attorno ai 43 miliardi di euro.

“Possiamo in tempi brevi, e con l’impegno di tutti, arrivare a 50 miliardi – conclude Emo Capodilista – assicurando così un significativo contributo alla ripresa dell’economia italiana in termini di reddito ed occupazione”.

 

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Canapa, innalzare limite Ue di Thc allo 0,3% per tenere il passo con i competitor mondiali

Agrinsieme: settore in forte crescita, fondamentale per diversificare il reddito dei produttori agricoltori

“Per lo sviluppo della canapicoltura nazionale è importante tenere alta l’attenzione sul nuovo regolamento della PAC recante norme sul sostegno ai Piani Strategici Nazionali-PSN, che non prevede l’aumento del tenore di tetraidrocannabinolo (THC) proposto dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, la quale ha approvato lo scorso anno un emendamento che innalza il limite allo 0,3%”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto una lettera in proposito al Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate.

“Il mantenimento dell’attuale limite dello 0,2%, infatti, metterebbe i Paesi dell’Unione in una posizione di svantaggio rispetto ai maggiori competitor mondiali, ovvero Cina, Canada, USA, Svizzera e Australia, che hanno tassi di THC consentiti che vanno dallo 0,3% all’1%”, afferma il Coordinamento, spiegando che “i canapicoltori italiani oggi sono fortemente limitati nella scelta delle sementi, poiché le varietà del Catalogo UE con molta difficoltà si adattano alle condizioni pedoclimatiche della Penisola, mentre l’innalzamento della soglia di THC consentirebbe un ampliamento delle varietà del 50% circa”.

“Quella della canapa industriale è una coltura di grande importanza per la diversificazione del reddito degli agricoltori, che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita importante delle superfici coltivate e i cui margini di crescita sono molto più ampi tenuto conto di tutte le filiere attivabili da questa coltivazione; parliamo di una coltura dal grandissimo potenziale, agricolo e non solo, che vanta una tradizione secolare nel nostro Paese che fino alla metà del Novecento, era il maggior produttore comunitario e il secondo a livello mondiale”, fa notare Agrinsieme.

“Guardiamo pertanto con fiducia all’annunciato tavolo di coordinamento interministeriale, che a partire dal Mipaaf coinvolgerà i ministeri della Salute, dell’Interno, della Giustizia e dello Sviluppo Economico, quale importante strumento di confronto tra Istituzioni e attori della filiera per la definizione di un piano di settore che parta dall’agricoltura e arrivi alla più ampia bioeconomia, nonché per affrontare e auspicabilmente superare norme e regolamenti specifici, così da dipanare quelle incertezze normative legate alle singole destinazioni d’uso della canapa industriale che stanno oggi frenando lo sviluppo di questa coltura che, ancora di più in un momento di crisi di alcune filiere, può rappresentare un’integrazione importante per le imprese e le cooperative agricole”, conclude il Coordinamento.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Tiene l’export agroalimentare extra Ue, ma con sensibili differenze tra i prodotti

E’ un bilancio complessivamente confortante quello che risulta dall’analisi dell’ufficio studi di Confagricoltura, basata sui dati dell’Agenzia delle Dogane, sulle esportazioni italiane di prodotti agricoli e alimentari verso i Paesi Extra-UE, nel periodo gennaio-aprile 2020. Dal confronto dei valori delle esportazioni dei primi quattro mesi del 2019 e del 2020 (coincidenti con lo sviluppo della pandemia di Coronavirus) emerge, in generale, un andamento di crescita (+3,7%). Ma non per tutti i settori è andata allo stesso modo.

Guardando alle diverse categorie di prodotti, gli incrementi più rilevanti riguardano gli ortaggi (+30%) e le carni (+25%); sono vicini al +15% prodotti da forno, frutta e ortaggi trasformati, salumi; bene anche olio d’oliva (+11%) e riso (+10%). Segnano invece sensibili flessioni: fiori e piante (-25%), paste alimentari (-14%), frutta (-9%), carni conservate (-8%). Nove delle quattordici categorie di prodotti esaminate hanno esportato di più nel 2020 e, di queste, sette presentano incrementi superiori al 10%. D’altra parte, delle cinque categorie di prodotti con valore dell’export in flessione, tre segnano andamento negativo superiore al 10%.

L’ufficio studi di Confagricoltura ha anche confrontato i dati 2019 e 2020 di ciascun mese del primo quadrimestre dell’anno. Vini e spumanti e formaggi e latticini hanno segnato una forte crescita in gennaio (+24% e +60%), seguita da andamenti negativi nei tre mesi seguenti. Comportamento opposto per i cereali e l’olio d’oliva. Per quanto riguarda le paste alimentari, dopo i primi tre mesi di forte crescita, in aprile hanno registrato una flessione del 48%.

Dati che consentono prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore, tenendo conto che il primo annuncio della pandemia è stato diffuso dalla Cina il 31 dicembre 2019 e che il 31 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza internazionale, elevandola a rischio “molto alto” il successivo 28 febbraio.

La conclusione dell’ufficio studi di Confagricoltura è che siamo di fronte ad un contesto del tutto anomalo, in grande, costante, modificazione, dove, almeno per il momento, non è possibile reperire tendenze ragionevolmente consolidate.

Non sembra che si siano fin qui verificati significativi ostacoli al trasporto delle merci.

Appare comprensibile il dato molto positivo di gennaio (+24%) per vini e spumanti, seguito da quelli negativi dei tre mesi successivi, con la chiusura o la riduzione di frequentazione di ristoranti, bar e alberghi. Ugualmente spiegabile è la forte contrazione della domanda di fiori e piante, visto il carattere prevalentemente voluttuario di questi consumi in presenza di diffuse difficoltà economiche delle famiglie; e anche l’incremento della domanda di prodotti da forno (panetteria, pasticceria) per “confortare” il lungo tempo trascorso in casa per contenere i rischi di contagio. Ma è difficile dare una spiegazione, ad esempio, alla costante crescita delle esportazioni di ortaggi e all’altrettanto costante riduzione delle esportazione di frutta (due dei pochi settori che confermano l’andamento in tutti i quattro mesi presi in esame).

Confagricoltura ricorda che nel 2019 il valore delle esportazioni italiane dei settori agricolo e dell’industria alimentare è stato complessivamente di 44,6 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi di euro per i prodotti agricoli (15%) e 37,8 miliardi di euro per i prodotti dell’industria alimentare (85%). Le esportazioni verso i Paesi Extra-UE valgono 16,3 miliardi di euro pari al 37% del totale; il 91% del valore (14,9 miliardi di euro) si riferisce ai prodotti dell’industria alimentare, il restante 9% (1,4 miliardi di euro) ai prodotti agricoli. Il Paese Extra-UE principale acquirente dei prodotti agricoli italiani è la Svizzera (326 milioni, pari al 23,1% del totale), seguita a notevole distanza da Emirati Arabi Uniti (104, 7,3%) e Stati Uniti (101, 7,2%). Per quanto riguarda i prodotti dell’industria alimentare, primo acquirente sono gli Stati Uniti (4,55 miliardi pari al 30,6% del totale); seguono il Giappone (1,85, 12,4%) e la Svizzera (1,26, 8,5%).

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Coronavirus: le proposte di Confagricoltura al governo per la ripresa

Semplificazione e strumenti immediati per favorire la ripresa economica e la tenuta del settore agroalimentare, che, nonostante le difficoltà, ha proseguito l’attività garantendo in questi mesi di emergenza gli approvvigionamenti dei beni alimentari sulle tavole degli italiani.

E’ quanto ha evidenziato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’incontro di ieri con il premier Conte e i ministri Bellanova, Catalfo, Gualtieri e Patuanelli per fare il punto sulla fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

“Il lockdown dei pubblici esercizi ha influito negativamente sui consumi, innescando un drastico calo della domanda da parte dei canali Ho.Re.Ca e del commercio estero. – ha affermato Giansanti – Alcuni comparti agricoli sono in forte sofferenza o fermi del tutto: abbiamo avanzato la richiesta di un fondo straordinario per aiutare questi settori. Molte aziende hanno trovato soluzioni organizzative adattandosi alle richieste di sicurezza e sanitarie, senza interrompere la produzione ed esponendosi economicamente alle nuove esigenze. Per la ripartenza, quindi – ha aggiunto – occorre mettere celermente in atto una serie di strumenti per le imprese”.

La proposta di Confagricoltura si concentra nell’immediato sul credito di imposta e l’estensione a tutti i datori di lavoro agricolo delle agevolazioni contributive adottate per i territori montani particolarmente svantaggiati. E’ necessario anche velocizzare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione per dare fiato alle imprese e, sulla questione manodopera, dare risposte concrete, perché si è in forte ritardo.

Confagricoltura, in qualità di organizzazione più rappresentativa dei datori di lavoro agricolo, ha anche chiesto al Governo di fare parte del “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti lavoro”, che dispone misure per la sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro con la riapertura delle attività produttive. Finora il settore primario è stato escluso dalla firma dell’accordo, ma a riguardo c’è stata un’apertura da parte dell’esecutivo.

“E’ necessaria anche una visione a lungo termine per ripartire – ha concluso il presidente Giansanti – Con le amministrazioni si deve sviluppare una strategia nazionale per accompagnare l’agricoltura in questa fase, basandosi sulle difficoltà che caratterizzano il settore e che con la diffusione del Coronavirus hanno frenato la continuità economica delle aziende. Tra questi ricordiamo il digitale, l’innovazione, la semplificazione, il lavoro e la formazione”.

 

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“Lavoro di squadra e sacrificio e ce la faremo”: Confagricoltura Ragusa scrive ai soci

Pubblichiamo, di seguito, il testo della lettera che oggi, 13 marzo, il presidente e il direttore di Confagricoltura Ragusa hanno inviato ai soci sull’emergenza Covid-19. L’occasione per ricordare le regole da rispettare e la presenza attiva e continuativa di tutta Confagricoltura a sostegno delle imprese agricole iblee in questa fase così delicata e complessa.

Carissimi soci,

nella giornata di lunedì 9 marzo è diventato pienamente operativo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che, nel tentativo di contenere la diffusione del Coronavirus, impone una serie di misure restrittive sull’intero territorio nazionale. In particolare il DPCM prevede nuove restrizioni per l’intero territorio nazionale. Nella data di ieri, 11 marzo, è stato emanato un nuovo decreto che impone nuove limitazioni a diversi settori dell’economia, ma non al nostro, ovvero il settore primario.

Vi raccomandiamo il rigoroso rispetto delle norme igieniche e comportamentali previste dal DPCM dell’8 marzo del 2020 all’interno delle vostre aziende da parte di tutti i dipendenti. Regole che riportiamo di seguito:

  1. a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
  2. b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  3. c) evitare abbracci e strette di mano;
  4. d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  5. e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  6. f) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
  7. g) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  8. h) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  9. i) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  10. l) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  11. m) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Abbiamo emanato una circolare a tutti i dipendenti con le indicazioni da seguire in base alle misure previste dal DPCM. Pertanto, al fine di adottare misure di cautela e prevenzione, è raccomandato, ove possibile, lo scambio di informazioni e/o documenti attraverso telefono o utilizzando le caselle di posta elettronica.

Ove non sia possibile soddisfare le esigenze, gli uffici vanno contattati per fissare apposito appuntamento, al fine di ridurre l’afflusso agli uffici a tutela della salute di tutti noi e dei lavoratori, ai quali vanno i nostri sentimenti di gratitudine per il senso di responsabilità che stanno dimostrando.

Chiaramente rimaniamo a disposizione, insieme alla Giunta Esecutiva, per registrare le criticità che, purtroppo, le nostre aziende sono e saranno costrette a vivere nei propri rapporti commerciali.

Non c’è bisogno di dirvi che comprendiamo bene tutto il disagio che stiamo vivendo, nessuno escluso, in questi giorni e le ripercussioni future ma, con il Presidente di Confagricoltura nazionale, con il quale siamo in costante contatto, stiamo elaborando una serie di proposte che potranno essere utili a superare questo momento di fragilità generale non solo per le nostre aziende ma anche per le nostre persone care.

Vi raccomandiamo di segnalarci costantemente cosa accade nelle vostre aziende, se ci sono problemi o criticità. Noi ci siamo e vogliamo sostenervi al massimo in questo momento straordinario e ci impegniamo ad aggiornarvi giornalmente sull’evoluzione della situazione.

Solo rimanendo uniti e seguendo, con diligenza e senza panico, le indicazioni del Governo possiamo superare anche questa importante prova. Siamo convinti che, tutti insieme, ce la faremo.

 

Rimanendo a vostra completa disposizione,

Vi salutiamo affettuosamente

Antonino Pirrè (Presidente Confagricoltura Ragusa)

Giovanni Scucces (Direttore Confagricoltura Ragusa)

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Il Ceta è un buon accordo, lo confermano i dati diffusi oggi dalla Commissione Europea

Continuano a salire le esportazioni di prodotti agroalimentari della Ue sul mercato canadese, grazie all’accordo economico e commerciale bilaterale entrato in vigore, in via provvisoria, nel settembre 2017.

Sulla base dei dati diffusi oggi dalla Commissione europea – rileva Confagricoltura – le esportazioni di settore destinate al Canada sono aumentate del 7% nel 2018. Per i formaggi, in particolare, con il 33%, la crescita è risultata nettamente superiore alla media. Per i vini, il rialzo è stato del 10%.

Per i formaggi, tuttavia – segnala Confagricoltura – nel primo trimestre di quest’anno si è registrata un’inversione di tendenza. Le esportazioni sono diminuite di oltre il 30 per cento. Come segnalato dagli industriali di settore, il fenomeno dipende da un’inefficiente gestione delle quote previste dall’Accordo Ceta.

“Occorre continuare a lavorare per la piena applicazione dell’Accordo – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – e riteniamo che il problema, segnalato anche dagli operatori francesi, possa essere superato a breve”.

“Bisogna comunque da ricordare che nel 2018 l’export di formaggi italiani sul mercato canadese è aumentato di quasi il 20 per cento – ha continuato -. Circa un terzo dell’export complessivo della Ue è partito dall’Italia. Secondo gli operatori del settore, è possibile raddoppiare le esportazioni nel giro di cinque anni”.

“Per quanto riguarda la situazione dei primi mesi di quest’anno, si è anche registrato un aumento delle esportazioni verso gli Usa dei prodotti a indicazione geografica e di qualità”, ha poi evidenziato Giansanti.

“Probabilmente, gli operatori statunitensi hanno aumentato gli acquisti, in vista dei dazi aggiuntivi Usa che potrebbero scattare a metà ottobre.

“Resta comunque il fatto, numeri alla mano, che quello con il Canada si sta rivelando un buon accordo per il settore agroalimentare, tenendo anche conto che, almeno finora, non c’è stata la temuta invasione di grano duro e carni bovine”, ha concluso Giansanti.

“Confermiamo, invece, tutte le nostre profonde riserve sull’intesa di massima raggiunta a fine giugno con i paesi Mercosur”.

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Ispica, nasce la Consulta dell’Agricoltura: tra i componenti il vice-presidente di Confagricoltura Ragusa

Costituita ad Ispica la Consulta comunale dell’Agricoltura. Il sindaco, Pierenzo Muraglie, ha firmato il provvedimento di nomina degli esperti e degli imprenditori indicati dalle organizzazioni del settore, dando così attuazione al Regolamento che era stato approvato dal Consiglio comunale nel gennaio del 2017. Cinque di essi sono stati scelti direttamente dal sindaco per le loro competenze, la loro esperienza e per i risultati raggiunti nei settori specifici nei quali operano.

L’insediamento e la programmazione del’attività della Consulta sono previsti il 19 settembre.

Tra i componenti della Consulta, il vice-presidente provinciale di Confagricoltura Ragusa, dott. Carmelo Calabrese, che dichiara: “Nella consapevolezza dei limiti del raggio d’azione di un ente comunale nel settore agricolo, sono convinto che insieme potremo fare un buon lavoro negli interessi degli imprenditori agricoli e del tessuto economico locale“.

Come Confagricoltura – aggiunge il dott. Calabrese – porteremo al tavolo della Consulta le tematiche che più interessano da vicino i nostri imprenditori, come ad esempio il livello dei servizi offerti dal Consorzio di Bonifica nel comune di Ispica e la non più procrastinabile riforma di questi enti da parte della Regione“.

Saremo, come sempre, – conclude Calabrese – al servizio di chi, con la propria attività di imprenditore agricolo, dà il proprio contributo giornaliero all’economia e al benessere del territorio ibleo“.

Oltre al sindaco, Pierenzo Muraglie che ne è presidente, e il dott. Carmelo Calabrese, compongono la Consulta comunale dell’Agricoltura di Ispica: l’assessore allo Sviluppo economico Gianni Stornello, Calogero Maria Fasulo e Giorgio Pirrè, rispettivamente titolare e supplente in rappresentanza della Coldiretti, Angelo Spadaro e Daniele Fiore (titolare e supplente per l’Ordine dei Medici Veterinari), Michele Santospagnuolo e Carmelo Gennaro (titolare e supplente per l’Unione italiana agricoltori), Giuseppe Dipietro (Ordine dei dottori agronomi), Lino Giunta (Collegio degli Agrotecnici), Gaetano Calabrese (Collegio dei Periti Agrari), Vincenzo Firrincieli (Associazione Regionale Allevatori della Sicilia), Massimo Pavan (Consorzio di Tutela IGP Carota Novella di Ispica); Vincenzo Barone (Associazione Gghjugghjulena di Ispica); Pietro Calabrese (GAL Terra Barocca); Guglielmo Fede (CGIL), Carolina Carpintieri (CISL). Designati dall’Amministrazione comunale sono invece i seguenti imprenditori: Francesca Curto (dell’azienda vitivinicola omonima, imprenditrice premio DonnAttiva 2019), Carmelo Gregni (della fratelli Gregni snc, azienda di commercializzazione di prodotti ortofrutticoli), Roberto Giadone (presidente di Natura Iblea srl, azienda produttrice di frutta e verdura biologici, premio per il miglior welfare aziendale 2018), Rosario Moncada (del Gruppo Moncada, che si occupa di produzione, confezionamento e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli di alta qualità), Giorgio Agosta (titolare di Agriblea, specializzata in agricoltura biologica, eco-sostenibile e di qualità, Premio Prosperpina 2013).

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“Coltiviamo Agricoltura Sociale”, al via la IV edizione del premio di Confagricoltura e Onlus Senior

Al via la quarta edizione del bando nazionale “Coltiviamo agricoltura sociale”, indetto da Confagricoltura con la Onlus Senior L’Età della Saggezza, insieme a Reale Foundation (la fondazione corporate di Reale Group), in collaborazione con la Rete delle Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

Il bando mette in palio tre premi da 40.000 Euro ciascuno, a copertura totale dei costi, per altrettanti progetti innovativi di agricoltura sociale: due premi sono erogati dalla ONLUS Senior – L’Età della Saggezza e uno, da quest’anno, da Reale Foundation.

A testimoniare l’importanza che i proponenti ripongono nella formazione in questo settore, ai capofila dei tre progetti selezionati sarà assegnata una borsa di studio per la frequenza al Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata.

Nei primi tre anni il bando ha raccolto centinaia di proposte progettuali, a conferma della crescita del comparto e della capacità di dare risposte concrete a esigenze reali, dialogando attivamente con interlocutori pubblici e privati. I progetti vincitori, seguiti direttamente da Confagricoltura sin dalle prime edizioni, hanno assunto nel tempo contorni di stabilità e continuità operativa, avvalorando gli obiettivi del concorso.

Al bando possono partecipare imprenditori agricoli e cooperative o associazioni di più soggetti, a patto che il capofila sia uno delle prime due categorie, con progetti dedicati a minori e giovani in condizione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati che godano dello stato di rifugiato o richiedenti asilo.

Le proposte devono riguardare una delle seguenti aree: il potenziamento e lo sviluppo di servizi socio educativi e/o socio assistenziali già esistenti; la costruzione di reti e partenariati tra diversi attori territoriali idonei; la sperimentazione e la modellizzazione di nuovi servizi socio educativi e/o socio assistenziali.

Un’equilibrata presenza di genere nell’individuazione del target e nella realizzazione delle attività sarà valutata positivamente, così come la collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti pubblici competenti per territorio.

Tutte le informazioni e i dettagli relativi al bando sono disponibili sul sito www.coltiviamoagricolturasociale.it.

La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata al 15 ottobre 2019.

Nei giorni immediatamente successivi sarà possibile conoscere nel dettaglio tutti i progetti partecipanti. Per la selezione dei vincitori, in considerazione del valore sociale dell’iniziativa e con l’obiettivo di dare alle diverse proposte il massimo della diffusione, la procedura prevede due fasi distinte: una votazione online e una valutazione di merito.

Dopo la votazione online sul sito, i 30 progetti che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze accederanno alla fase di valutazione da parte della Commissione di Esperti nominata da Confagricoltura, Onlus Senior, Reale Foundation e Rete Fattorie Sociali.

I vincitori saranno decretati dalla giuria entro la fine di dicembre 2019. I tre progetti dovranno essere realizzati entro fine 2020.

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In arrivo la Fanta prodotta con Arancia Rossa di Sicilia Igp

Arriva una nuova variante di Fanta: è Fanta Aranciata Rossa Zero Zuccheri Aggiunti con “Succo di Arancia Rossa di Sicilia IGP”, un’aranciata con succo di arance rosse 100%, controllate dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP.

La bevanda della famiglia Fanta è stata presentata ieri in occasione di Tuttofood, la fiera internazionale dedicata al food & beverage in corso a Milano.

Coca-Cola, che produce in Italia dal 1927, con Fanta Aranciata Rossa riconferma lo speciale legame che la unisce al nostro Paese, celebrando una delle eccellenze italiane: l’arancia rossa di Sicilia IGP.

“Dedichiamo grande attenzione al territorio italiano, dove produciamo da oltre 90 anni, e proprio per questo vogliamo il più possibile valorizzare le materie prime del nostro Paese” ha dichiarato Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Coca-Cola Italia.

“Fanta Aranciata Rossa è il nostro omaggio alle origini italiane di Fanta, una delle nostre bevande iconiche a livello globale, nata a Napoli nel 1955 e che, ancora oggi, è preparata con il succo di arance 100% italiane.
“Siamo molto orgogliosi che le Arance Rosse del nostro splendido territorio siano protagoniste di questo lancio”, ha aggiunto Giovanni Selvaggi, Presidente Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP.

“È la prima volta che il prodotto di una grande multinazionale riporta in etichetta il marchio di origine IGP (Indicazione Geografica Protetta) che la nostra Arancia Rossa di Sicilia merita davvero. Si tratta di un’opportunità importante di cui ringraziamo Coca Cola Italia. La commercializzazione di Fanta Arancia Rossa IGP aiuterà sicuramente i nostri produttori ad aumentare la quota di arance destinate alla trasformazione e premetterà di far conoscere ancor di più le nostre arance anche nei periodi in cui non è possibile consumarle fresche o spremute. Una bevanda, senza zucchero e con il 20% di prodotto fresco è un ottimo modo di avvicinare ancor di più consumatori ad un frutto dalle riconosciute qualità organolettiche e salutistiche. Compito del consorzio sarà vigilare a che tutte le percentuali di prodotto presenti nella Fanta Aranciata Rossa Zero siano rispettato e che le arance utilizzate per produrla siano solo ed esclusivamente arance rosse di Sicilia”.

“La realizzazione di una bibita con il succo delle arance IGP siciliane – ha detto Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia intervenendo alla presentazione di Fanta Arancia Rossa di Sicilia Igp – è un traguardo raggiunto partendo da lontano, da quando nel 2014 abbiamo avviato una intensa collaborazione con Coca-Cola su diversi progetti per la crescita della filiera agrumicola siciliana. Già all’inizio di questo rapporto il Distretto propose l’idea di valorizzare i marchi di qualità degli agrumi siciliani (Igp e Dop). In questi anni di collaborazione abbiamo fatto conoscere a Coca-Cola più da vicino la realtà della nostra filiera, le realtà dei consorzi di tutela e oggi con orgoglio possiamo dire di essere stati parte del processo che ha reso possibile l’arrivo di questa Fanta che rende omaggio a un’eccellenza siciliana. Ci auguriamo che questa scelta possa servire da esempio e dare ulteriore visibilità alla qualità delle nostre produzioni che, oltre alle Igp annoverano anche una Dop”.

L’Arancia Rossa di Sicilia IGP è coltivata nella parte orientale dell’Isola, tra le province di Catania, Enna e Siracusa, nei territori intorno al vulcano Etna. La natura dei terreni, il clima, le forti escursioni termiche ed il sole fanno di questo prodotto un esempio unico di elevata qualità e tipicità.

L’attenzione particolare che Coca-Cola riserva agli agrumi nazionali si riflette nella scelta del succo di arance 100% italiane, con l’acquisto annuale di oltre un terzo della produzione di arance siciliane destinate alla trasformazione. Il concentrato di succo di arancia è acquistato esclusivamente da cinque fornitori siciliani che collaborano con Coca-Cola da decenni.

DIANA (CONFAGRICOLTURA) “BENE COLLABORAZIONE TRA COCA COLA ITALIA E CONSORZIO ARANCIA ROSSA DI SICILIA PER LANCIO FANTA ZERO ARANCIA ROSSA IGP

“La collaborazione tra il Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP e Coca Cola Italia che ha portato al lancio sul mercato italiano della nuova bibita Fanta Zero Arancia Rossa IGP, è un’ottima notizia per il comparto agrumicolo nazionale e siciliano in particolare”. Lo afferma il presidente della federazione nazionale di Prodotto agrumicola di Confagricoltura Gerardo Diana, commentando l’arrivo sugli scaffali dei supermercati della nuova bevanda con succo d’arancia rossa di Sicilia 100%.

“Si tratta di un grande risultato ottenuto grazie all’impegno del Consorzio presieduto dal nostro Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, che potrà aiutare i produttori siciliani ricadenti nell’areale dell’IGP ad avere i riconoscimenti che meritano, sia a livello economico sia a livello di notorietà del marchio, che rappresenta una delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese” – aggiunge Diana.

“La strada aperta con caparbietà e spirito imprenditoriale innovativo dal Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP e dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, presieduto da Federica Argentati, che collabora già da tempo con Coca Cola Italia, non potrà che giovare a nuove iniziative di questo genere che possono rappresentare una vera svolta per l’impiego nel settore della trasformazione in succhi e bevande di agrumi italiani di qualità controllati, certificati e di indubbie qualità salutistiche ed organolettiche”, conclude il presidente nazionale della sezione agrumicola di Confagricoltura.

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