Xylella, Agrinsieme chiede la nomina di un commissario straordinario

Roma, 19 aprile 2023 – Un Commissario straordinario ad acta in grado di governare gli attuali strumenti finanziari e tutte le azioni necessarie messe in campo, al fine di accelerare l’uscita dall’emergenza e gestire in maniera programmatica il ripristino del patrimonio olivicolo perso e la gestione di quello indenne.

E’ la richiesta avanzata con forza dal Coordinamento di Agrinsieme durante l’audizione indetta dalla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati in merito all’indagine conoscitiva avviata dalla stessa Commissione sull’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia.

“Riteniamo tale provvedimento non più procrastinabile – ha affermato Luca Lazzàro, di Confagricoltura, intervenuto a nome di Agrinsieme – Il Commissario straordinario dovrà essere immediatamente operativo e, seguendo il modello della Zone Economiche Speciali, dovrà essere accompagnato da un’adeguata struttura sul territorio pugliese e da strumenti di natura fiscale e contributiva che possano agevolare la ripresa dell’occupazione nell’area. Si ricorda infatti la perdita di circa 30.000 posti di lavoro a causa dell’avanzata del batterio. Con adeguati strumenti utili alla rigenerazione produttiva in Puglia, coadiuvati da procedimenti autorizzativi e burocratici snelli e veloci, si potrebbe dare nuovo slancio all’area colpita”.

Tali iter – ha precisato il Coordinamento – dovranno inoltre servire a incidere sulla gestione della sputacchina, che va necessariamente contrastata pulendo i cigli stradali e le aree pubbliche e intervenendo per garantire la pulizia dei terreni in stato di abbandono.

Un primo passo è stato fatto con la misura contenuta nel Milleproproghe, relativa agli interventi a favore del comparto olivicolo colpito dalla Xylella fastidiosa per l’annualità 2023, con una proposta che aveva come obiettivo anche una ricomposizione fondiaria e una rigenerazione dei territori interessati dall’evento patogeno. Utile per intervenire anche su un rilevante fattore di competitività, quale la taglia aziendale, ad esempio con il finanziamento di progetti di rigenerazione su lotti minimi che partano dalla superficie minima di cinque ettari. Un ruolo importante a tal riguardo possono rivestirlo le cooperative di conduzione dei terreni che possono semplificare i processi di aggregazione e rendere più funzionali e sostenibili gli investimenti.

L’audizione è stata l’occasione per Agrinsieme per richiedere ulteriori fondi e un’attuazione più incisiva del Piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese con l’implementazione di tutte le misure e la valutazione di un eventuale riorientamento delle risorse verso gli strumenti più utilizzati e per ribadire l’importanza della ricerca e dell’innovazione come uniche chiavi di volta per giungere a una vera soluzione della problematica.

Sempre in tema di ricerca e innovazione – ha concluso Agrinsieme – è necessario che il Commissario straordinario abbia tra i propri compiti quello di coordinare la ricerca scientifica, da attuarsi anche sul patogeno, facendo sì che tutte le università e gli enti di ricerca lavorino all’unisono a progetti che abbiano ricadute pratiche in termini di rallentamento del contagio.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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L’olivicoltura tra gap strutturali e voglia di riscatto

“Quello olivicolo è un settore complesso e frammentato, che attraversa difficoltà strutturali e commerciali, nonostante il livello qualitativo dei suoi prodotti. Serve una spinta forte che rafforzi la competitività e valorizzi, al contempo, le caratteristiche identitarie di qualità dell’olio”. Lo ha detto il direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino, aprendo i lavori del webinar ‘Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo’.

Confagricoltura ha svolto – con Assofrantoi, Op Confoliva, l’ente di formazione Enapra e avvalendosidella collaborazione tecnica di Nomisma – una survey che ha coinvolto 90 aziende olivicole individuate secondo criteri geografici, economici, produttivi. Nell’incontro sono stati presentati i risultati dello studio.

“Dalla survey – ha posto in evidenza Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma – è emersa la chiara consapevolezza, da parte dei conduttori, dei gap di competitività da colmare, ma ha anche evidenziato grandi potenzialità, alta propensione all’innovazione, particolare sensibilità sui temi della biodiversità e della sostenibilità”.

“Emerge un forte fabbisogno di innovazione – ha osservato Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura -. Bisogna favorire l’agricoltura di precisione per il contrasto alle fitopatie e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci, le certificazioni di prodotto sempre più orientate alla sostenibilità, macchinari e attrezzature per ridurre i costi di produzione ed efficientare i processi, la formazione dei produttori per un migliore know how in campo e sui mercati nazionali ed internazionali. Tutte sfide che necessitano di adeguati strumenti sia finanziari, sia tecnici”.

“I conduttori – ha aggiunto Pierluigi Silvestri, presidente Op Confoliva – avvertono pure la necessità di interventi e strumenti diretti a favorire le aggregazioni di produttori e di prodotto ed a promuovere una cultura oleicola presso i consumatori, che possa favorire una scelta consapevole, orientata al made in Italy ed alla qualità”.

Palma Esposito, responsabile del settore Olivicoltura di Confagricoltura, ha ricordato il grande dibattito sulla PAC che potrebbe portare ad una nuova OCM Olio con strumenti come la ristrutturazione degli impianti e la riconversione varietale; c’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un progetto per l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento dei frantoi; vanno utilizzati gli strumenti di gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione, per stabilizzare i redditi nel caso di crisi. Le nuove strategie dell’Unione europea legate al Green Deal – biodiversità e ‘From Farm to Fork’ – sono poi occasioni imperdibili per rilanciare il settore, puntando sulla sostenibilità.

“La richiesta di innovazione è strettamente connessa a quella di formazione – ha concluso Luca Brondelli, componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura e presidente di Enapra ed è necessaria una nuova mappatura delle competenze per gestire i cambiamenti. Enapra tutti i giorni costruisce piani di formazione su misura per le aziende; si parte dalle analisi dei fabbisogni per definire percorsi formativi su misura”.

 

GRAFICI – SURVEY SULLE AZIENDE OLIVICOLE

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