“L’agricoltura italiana ha bisogno di un’Europa forte e coesa”

Il manifesto di Confagricoltura per le prossime elezioni europee

“L’agricoltura italiana non ha bisogno di meno Europa; bensì di un’Europa più forte e coesa, con un ruolo più incisivo e propositivo dell’Italia”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti introducendo i lavori dell’assemblea degli imprenditori agricoli, che si è svolta sabato a Milano a Palazzo Mezzanotte, ribadendo il profondo attaccamento degli agricoltori alla “casa comune europea”.

“Le prospettive dell’economia italiana e della nostra agricoltura – ha continuato – sono strettamente legate al futuro dell’Unione europea, ma questo futuro è incerto. La nostra proposta è di imboccare la strada verso un’Unione sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese”.

Giansanti ha ricordato che sulle vicende dell’economia italiana hanno avuto un impatto negativo i ritardi accumulati nel completamento del mercato unico, dell’unione bancaria e del rafforzamento dell’euro-zona. Nonostante la ripresa che si è registrata negli ultimi anni, il reddito nazionale resta inchiodato sui livelli in essere nel lontano 2004. “Per tornare a crescere – ha detto Giansanti – l’economia italiana ha bisogno di misure straordinarie, ma inquadrate nell’ambito di un piano strategico con una visione a lungo termine. Ed è indispensabile far ripartire gli investimenti pubblici, per sostenere la competitività del sistema produttivo ed agevolare la presenza dei nostri prodotti sui mercati di sbocco all’estero.

Per la politica di coesione della UE, stando alle proposte della Commissione, l’Italia avrebbe a disposizione 38,6 miliardi di euro, a prezzi costanti (2018), dal 2021 al 2027. La proposta di Confagricoltura è che una larga parte di quelle risorse sia destinata alla modernizzazione delle infrastrutture, con una scelta in termini di concentrazione dei programmi che è mancata in passato. In via immediata, va ridotto il cuneo fiscale sulle retribuzioni, per sostenere la competitività delle imprese, riportandolo almeno sulla media dei nostri più diretti concorrenti. Rispetto ai Paesi dell’area OCSE il divario è di 11 punti percentuali.

Il processo di armonizzazione europea, oltre al lavoro, dovrà riguardare anche i temi della fiscalità e della tutela dell’ambiente, consentendo l’aumento della competitività delle imprese italiane e il rilancio della domanda interna.

“La crescita dell’economia italiana non può continuare a dipendere solo dalla dinamica delle esportazioni – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura -. E se è vero che quelle del settore agroalimentare continuano a crescere, è altrettanto vero che l’Italia sta diventando sempre più un Paese che trasforma materie prime agricole in arrivo dall’estero, rinunciando così ad una parte del valore aggiunto generato all’interno della filiera. E’ una tendenza che va assolutamente corretta”. La proposta di Confagricoltura è il varo di un progetto Paese comune tra agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione, per rafforzare la dimensione e la competitività dell’intero sistema agroalimentare italiano, che a livello mondiale è inteso come sinonimo di qualità.

“Il fenomeno Italian sounding, a ben vedere, non è altro che l’apprezzamento espresso nei confronti di qualsiasi prodotto che richiama un legame con le nostre tradizioni alimentari e con i nostri standard di qualità”, ha precisato Giansanti, che rilancia l’dea di una etichettatura su base europea basata su valutazioni scientifiche affidate a Autorità indipendenti, perché “su un mercato unico non possono coesistere metodi diversi e contraddittori per informare i consumatori”.

L’agricoltura italiana ha bisogno di mercati aperti e di regole commerciali condivise a livello multilaterale. Per questo Confagricoltura propone il rilancio del sistema multilaterale. Le iniziative a livello politico sono già state avviate, ma i tempi non saranno brevi. E a questo punto gli accordi commerciali sono l’unico strumento a disposizione per aprire nuove possibilità di sbocco per i nostri prodotti e tutelare le indicazioni geografiche e di qualità. “E’ però indispensabile che gli accordi prevedano condizioni di reciprocità – ha sottolineato Giansanti – e che vengano rispettati i nostri standard produttivi e le nostre regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali. E’ una questione di valori e sovranità che l’Unione europea potrà difendere, solo se diventerà più solida, più efficace, più vicina ai cittadini e alle imprese. E più autorevole sullo scacchiere internazionale”.

Anche in tema di politiche ambientali l’obiettivo non può che essere comune: la protezione delle risorse naturali e della biodiversità. Tuttavia, va assegnata agli Stati membri la facoltà di individuare le iniziative più idonee, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del proprio sistema produttivo agricolo.

Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. E’ necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scientifica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica, ben sapendo che sostenibilità economica e sostenibilità ambientale possono coesistere grazie ai risultati della ricerca scientifica. La trasformazione digitale del settore agroalimentare, assieme all’agricoltura di precisione, alla robotica, all’uso dei satelliti e dei droni, possono garantire il miglioramento delle rese/produttività con una più efficace tutela delle risorse naturali e riduzione dei costi di produzione. Così come con le “blockchain” è già possibile fornire ai consumatori, in modo trasparente e garantito, tutte le informazioni sui passaggi dalla produzione fino alla trasformazione. La proposta di Confagricoltura è di creare una banca europea di big data, nella quale far confluire tutte le informazioni relative ai sistemi agricoli negli Stati membri.

Il presidente Giansanti si è poi soffermato sulle prossime scadenze europee. Il 26 maggio si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo che tra i primi impegni che dovrà affrontare, ci sono la riforma della politica agricola comune e il quadro finanziariodell’Unione per il periodo 2021-2027. La richiesta di Confagricoltura è chiara: va contrastato con la massima determinazione il progetto di riforma della Commissione che intende trasformare l’aiuto al reddito in un trasferimento sociale, penalizzando, per di più, le imprese di maggiore dimensione.

“La PAC deve restare a tutti gli effetti una politica economica – ha affermato Giansanti – in grado di assicurare un reddito agli agricoltori che producono cibo sicuro, nelle quantità richieste dai consumatori. Per questo la dimensione del bilancio agricolo deve rimanere invariata nei prossimi anni, mentre le proposte avanzate dalla Commissione europea comporterebbero per l’Italia una riduzione delle spese agricole di circa 3 miliardi di euro”.

“Gli strumenti per far ripartire la crescita economica sono a disposizione, ma l’attenzione va rivolta al di là della gestione delle emergenze – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Spetta alla politica creare le condizioni per consentire al sistema agroalimentare di continuare a crescere in termini di dimensioni e competitività. A vantaggio dell’intera collettività”.

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Enel e Confagricoltura insieme per favorire la competitività del settore agricolo

Accordo per il miglioramento della qualità del servizio attraverso tavoli tecnici dedicati allo sviluppo del settore

Favorire l’innovazione, l’efficienza energetica, la sostenibilità e i processi di digitalizzazione per aumentare la competitività del settore agricolo: questo l’obiettivo dell’accordo che Enel e Confagricoltura hanno firmato per identificare le possibili sinergie tra il settore energetico e quello agricolo e produrre benefici economici, sociali e ambientali.

L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla qualità del servizio elettrico per l’analisi delle esigenze delle imprese, un programma di incontri di formazione per migliorare le condizioni di sicurezza durante lo svolgimento di attività agricole in prossimità di impianti di rete.

Enel e Confagricoltura puntano inoltre, attraverso una collaborazione a livello regionale con l’attivazione di un canale diretto per il monitoraggio delle condizioni del servizio elettrico e per agevolare il ripristino delle attività in caso di emergenza.

Grazie a questo protocollo le oltre 375.000 imprese associate a Confagricoltura potranno infine beneficiare di un servizio di consulenza commerciale ed energetica che accompagnerà ogni fase dei rapporti contrattuali con le società del Gruppo Enel.

 “L’intesa – sottolinea Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia – dimostra l’approccio sostenibile di Enel e l’attenzione di cliente attraverso l’individuazione di soluzioni innovative in grado di soddisfarne ed anticiparne le esigenze. Il settore agricolo rappresenta per il nostro Paese un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e la collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi che offriamo alle aziende del comparto.

L’accordo – afferma Massimilano Giansanti, Presidente di Confagricoltura – vuole contribuire ad assicurare alle aziende associate un adeguato livello di qualità del servizio, anche attraverso il presidio delle situazioni di emergenza. E allo stesso tempo grazie al monitoraggio continuo delle esigenze delle imprese, rafforzare la competitività delle imprese e di tutte le filiere agroalimentari congiuntamente alla sostenibilità delle produzioni agricole”.

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Convenzione Ministero dell’Interno e Agea per la gestione delle certificazioni antimafia

Recepite le sollecitazioni delle imprese penalizzate dai ritardi

Il ministero dell’Interno ed Agea hanno firmato la convenzione per la gestione delle richieste della certificazione antimafia. Ne dà notizia Confagricoltura che sottolinea come l’atto regoli le modalità operative-informatiche del collegamento tra la Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia ed il Sistema informativo agricolo nazionale, per la trasmissione di informazioni e documenti, in attuazione di quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea in materia di certificazione antimafia.

“Si tratta di un provvedimento atteso dalle imprese agricole – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. I ministeri dell’Interno e delle Politiche agricole hanno accolto le nostre sollecitazioni a intervenire con tempestività dal momento che il ritardo nell’adempimento stava compromettendo l’ordinario flusso delle erogazioni europee per le imprese agricole di medie e grandi dimensioni, con riflessi negativi sulla loro gestione aziendale”.

“Abbiamo sempre richiesto l’attivazione di procedure celeri per una gestione più efficiente e tempestiva degli adempimenti burocratici delle aziende e dei relativi accertamenti – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Le imprese italiane per essere competitive hanno necessità di confrontarsi ad armi pari con le altre aziende europee che possono beneficiare dei fondi prima di esse. Ci auguriamo che adesso le erogazioni Pac possano avviarsi con celerità e regolarità”.

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Accordo Ue-Giappone, Giansanti: “Il Made in Italy agroalimentare vuole rafforzarsi sul mercato nipponico”

Domani, 25 aprile, si terrà a Bruxelles il vertice al massimo livello politico tra i rappresentanti di UE e Giappone, per discutere anche di commercio internazionale sulla base dell’accordo di partenariato economico entrato in vigore a febbraio.

“Guardiamo con interesse all’accordo con il Paese del Sol Levante che è – ha osservato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – di grande importanza per l’agroalimentare italiano e che consentirà alle imprese europee che esportano in Giappone un risparmio di un miliardo di euro l’anno grazie all’abbattimento dei dazi”.

“Il settore agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti per continuare a   crescere e ad affermarsi a livello mondiale – ha commentato il presidente di Confagricoltura -. Con la crisi del sistema multilaterale non c’è altra strada che quella degli accordi commerciali basati sugli standard europei in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali”.

Confagricoltura ricorda come l’accordo UE–Giappone porti all’ eliminazione dei dazi sulle esportazioni di vino, di molti formaggi tra i quali la mozzarella, di carni suine trasformate. Ci sarà una progressiva eliminazione dei dazi su una serie di prodotti trasformati esportati dalla Ue sul mercato giapponese, tra i quali la pasta, le produzioni dell’industria dolciaria, i prodotti a base di pomodori.

Per quanto riguarda il capitolo delle indicazioni geografiche e di qualità, l’accordo di partenariato economico assicura la protezione sul mercato giapponese di 45 produzioni italiane. “Una cifra importante, ma che dobbiamo aumentare, così come consentito dall’intesa. Non si tratta di un numero chiuso”, ha specificato Massimiliano  Giansanti.

Confagricoltura parteciperà alla Missione di Alto Livello organizzata dal commissario UE per l’Agricoltura Phil Hogan che si svolgerà a Tokio tra l’8 e l’11 maggio, durante la quale saranno organizzati incontri B2B per permettere agli imprenditori europei di iniziare a stabilire dei contatti con partner economici giapponesi. L’iniziativa si iscrive tra le attività di promozione svolte dalla Commissione, in particolare per permettere agli operatori europei di stabilire contatti commerciali con i partner dei Paesi terzi con i quali l’Unione stipula accordi commerciali.

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Confagricoltura incontra il presidente Musumeci: “Entro 6 mesi piano strategico regionale per l’agricoltura”

Un Piano strategico regionale per l’agricoltura siciliana, da elaborare entro sei mesi, che metta al centro le priorità del territorio. Questo il risultato dell’incontro che il governatore dell’Isola Nello Musumeci ha avuto oggi a Palazzo d’Orleans con il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Nel corso del confronto, presenti anche l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera e i vertici regionali dell’organizzazione di categoria, si è discusso delle problematiche del settore in Sicilia e delle iniziative per un necessario rilancio. Tra i temi affrontati anche quello relativo al potenziamento delle infrastrutture idriche, considerato una priorità dal Governo Musumeci, e delle ricadute positive che potrà avere l’innovazione digitale in agricoltura.

Abbiamo messo le basi – evidenzia il presidente Musumeci – per consolidare un rapporto che già esisteva da tempo. Se vuoi governare bene non puoi non procedere a una seria programmazione almeno quinquennale che, al di là delle emergenze che possono subentrare, stabilisca gli obiettivi da raggiungere, con quali risorse finanziarie e in quali tempi”.

Il presidente Giansanti ha posto l’accento sulla mancanza di strategia in campo agricolo da parte dei governi nazionali, negli ultimi decenni, auspicando, quindi, che l’iniziativa possa partire direttamente dai territori e in particolare dalle Regioni più importanti come la Sicilia.

L’agricoltura – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura  – pur essendo ormai da qualche anno il primo comparto dell’economia italiana non ha avuto grande attenzione da Roma. I dati ci dicono che negli ultimi dieci anni l’export agroalimentare è passato da 27 a 41,8 miliardi di euro, ma quest’aumento, purtroppo, è figlio solo dell’individualismo delle singole aziende e non di una strategia complessiva del sistema Paese, come avviene in altri Stati. Dobbiamo invertire questa tendenza, partendo dai territori, dalle periferie”.

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Brexit, Giansanti: “Da un recesso senza regole conseguenze devastanti per l’agricoltura europea”

Alla vigilia del Consiglio europeo, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli auspica ogni sforzo per scongiurare una destabilizzazione degli scambi, che dal 2007 sono in costante crescita

“Sulla Brexit la posizione del mondo agricolo europeo è unitaria. Il recesso senza accordi del Regno Unito dalla UE avrebbe conseguenze devastanti per il settore”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia della riunione, a Bruxelles, del Consiglio europeo che nel pomeriggio di domani, 21 marzo, discuterà sugli ultimi sviluppi legati alle modalità del recesso del Regno Unito.

“Un recesso senza regole comporterebbe il ripristino dei controlli doganali, veterinari e di natura fitosanitaria. Gli scambi commerciali subirebbero quanto meno un immediato e vistoso rallentamento”, ha sottolineato Giansanti.

Inoltre, secondo le decisioni rese note dal governo di Londra lo scorso 13 marzo, nell’eventualità di una ‘hard Brexit’, alcune importazioni dall’Unione sarebbero assoggettate a dazi doganali tali da comprometterne la competitività sul mercato britannico rispetto ai Paesi extra-UE.

“A rischio – ha indicato il presidente di Confagricoltura – le nostre esportazioni di formaggi grattugiati (Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorini). Non solo. Pesanti contraccolpi sono da mettere in preventivo a livello europeo per le carni bovine, suine e per i prodotti lattiero-caseari, con effetti di riduzione dei prezzi per gli allevatori in tutti gli Stati membri”.

“In quest’ottica – ha proseguito Giansanti – chiediamo ai capi di Stato e di governo l’indicazione a mobilitare aiuti d’emergenza dell’Unione a favore del mondo agricolo nel caso di ‘hard Brexit’”.

“La nostra agricoltura sarebbe tutelata in modo adeguato dall’entrata in vigore del progetto di accordo di recesso, già approvato dal Consiglio europeo lo scorso novembre e, al momento, bocciato dalla Camera dei Comuni, a Londra – ha puntualizzato Giansanti -. Grazie anche all’efficace lavoro svolto dalla delegazione italiana, sarebbero assicurati la stabilità degli scambi commerciali e il riconoscimento delle indicazioni geografiche e di qualità fino al 31 dicembre 2020”.

“In alternativa – ha concluso Giansanti – risulterebbe utile una proroga non breve della Brexit, per scongiurare la destabilizzazione degli scambi e per avere il tempo di negoziare le future relazioni commerciali bilaterali sulla base di un accordo di libero scambio”.

Le vendite del ‘Made in Italy’ agroalimentare sul mercato britannico ammontano a 3,4 miliardi di euro l’anno. E’ il terzo mercato di sbocco a livello europeo. Da notare che dal 2007, il ‘giro d’affari’ ha fatto registrare un costante incremento nonostante le crisi economiche e le oscillazioni valutarie.

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Nei campi il lavoro cresce e cambia: convegno di Confagricoltura sulle esternalizzazioni dei processi produttivi

Confagricoltura: mille aziende impiegano più di un terzo della manodopera totale, ma manca quella specializzata. Presente ai lavori il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè

 L’agricoltura è l’unico settore economico che, negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, è riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali, con oltre un milione di lavoratori, assorbendo anche manodopera da altri comparti. E’ emerso oggi al convegno “Le esternalizzazioni dei processi produttivi in agricoltura. L’appalto di servizi e la somministrazione”, organizzato da Confagricoltura a Palazzo della Valle.

Confagricoltura ha evidenziato i cambiamenti del tessuto produttivo, a partire dall’evoluzione delle figure professionali e dal miglioramento degli indicatori di qualità, come quello relativo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro, negli ultimi 8 anni, di quasi il 29%. Il calo è più marcato nelle aziende più grandi e strutturate.

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Si va verso un’agricoltura più professionale, capace di assicurare occupazione più stabile, con iniziative di welfare aziendale e un’organizzazione del lavoro attenta alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Diminuisce il numero delle aziende, s’ingrandisce la dimensione media, aumentano gli imprenditori agricoli professionali e le società agricole di persone e di capitali. Anche l’occupazione, mette in evidenza Confagricoltura, si concentra sempre più: 1.000 aziende occupano un terzo della manodopera totale e le prime 17 mila ne assorbono i due terzi.

Accanto al contoterzismo, complice la mancanza di manodopera specializzata, si sta anche affermando il fenomeno delle esternalizzazioni, ossia l’affidamento ad altre imprese di alcune fasi del processo produttivo. “Tra le sole aziende associate alla nostra Organizzazione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – dal 2016 al 2018 il numero di quelle che si sono rivolte ad agenzie di somministrazione per la fornitura di manodopera è cresciuto del 120% e le giornate di lavoro somministrate sono aumentate del 46%”.

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“Occorre – ha concluso il presidente – un quadro normativo chiaro, in grado di accompagnare l’evoluzione del settore con adeguate politiche capaci di favorire un’occupazione più stabile e di qualità. Bisogna ancora rimuovere ostacoli come l’elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro e la complessità degli adempimenti. Gli incentivi per l’assunzione devono essere effettivamente fruibili, migliorando anche l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

 

Alcuni dati

Operai a tempo determinato: 965.000 (59% al sud)

Operai a tempo indeterminato 103.000 (56% al nord)

Impiegati 37.000

Lavoratori stranieri 275.000

Datori di lavoro 188.000 (60% imprese, 35% coltivatori diretti, 4% cooperative)

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Cgil, Giansanti (Confagricoltura): “Auguri a Landini. Continuare nella direzione del dialogo costruttivo”

Le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro sono giunti al neo segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, e da tutta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli.

La nomina di Landini – dice il presidente Giansanti – arriva in un momento particolarmente importante del nostro Paese, in cui occorre rafforzare il confronto tra le parti sociali ed il governo, essenziale per la crescita e la competitività delle imprese e dell’occupazione.”

In questo senso il presidente Giansanti auspica di poter continuare nella direzione del dialogo costruttivo con il sindacato dei lavoratori.

Le congratulazioni di Confagricoltura vanno anche al segretario della Flai Ivana Galli, che entra a far parte della nuova segreteria generale.

“L’ingresso, per la prima volta, del segretario della Flai nella segreteria confederale – conclude Giansanti – è fatto importante per un settore, come quello agricolo, chiamato a svolgere un ruolo sempre più determinante nel nostro Paese.

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Assemblea Confagricoltura: innovazione, digitalizzazione, infrastrutture e semplificazione per un’agricoltura competitiva

“Quello che proponiamo è un vero e solido rilancio dell’agricoltura come settore strategico per il futuro dell’economia italiana”: questo il passaggio centrale della relazione svolta dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nella seconda giornata dell’Assemblea dell’Organizzazione che si è conclusa ieri a Roma. Presente ai lavori anche l’Unione di Ragusa, nella persona del presidente dott. Antonino Pirrè.

“I vincoli che frenano il sistema produttivo si trovano fuori dalle imprese – ha detto Giansanti -. Modernizzazione delle infrastrutture per arrivare con facilità sui mercati di tutto il mondo. Diffusione delle innovazioni tecnologiche – a partire dal digitale – per far crescere la competitività. Costi di produzione allineati sui livello di quelli dei nostri principali concorrenti. Una Pubblica Amministrazione efficiente a livello centrale e in tutte le Regioni.

Nello scenario che le imprese hanno di fronte incide pure, e in misura rilevante, la nuova politica commerciale avviata dal presidente degli Stati Uniti d’America.

“E’ un fatto positivo la ripresa del negoziato bilaterale per porre fine alla “guerra commerciale” in corso” – ha rimarcato Giansanti -. Resta il fatto che il sistema multilaterale di regolazione degli scambi è entrato in una crisi irreversibile. La diffusione del protezionismo farebbe crollare il “Made in Italy” di settore. Ecco perché difendiamo gli accordi di partenariato economico negoziati dalla Commissione europea se l’analisi dei costi e dei benefici è positiva.”

“Occorre vigilare attentamente sulle regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali – ha continuato il presidente di Confagricoltura -. Ma non ci sono altri strumenti a disposizione, oltre agli accordi commerciali dell’UE, per continuare a far crescere le esportazioni italiane sui mercati di tutto il mondo. Chi critica gli accordi commerciali dell’UE non ha mai indicato soluzioni alternative. Di sicuro, non c’è crescita puntando solo sulla domanda interna.”

“Da imprenditori, come sempre, giudicheremo sui fatti – ha detto Giansanti -. Però, dobbiamo riconoscere in termini positivi che in questa fase politica si è tornati a parlare di crescita, di investimenti, di reddito e di occupazione.”

L’Unione Europea ha di fronte importanti scadenze che culmineranno alla fine di maggio dell’anno venturo con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: il negoziato sulla Brexit, la riforma della PAC, il nuovo quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027.

“I tre dossier – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – hanno un filo conduttore comune: le decisioni che saranno assunte avranno un forte impatto sulle prospettive delle nostre imprese”.

Brexit. “Vedremo quelle che saranno nelle prossime settimane le decisioni delle istituzioni britanniche. Noi ci auguriamo un esito positivo, con l’entrata in vigore dell’accordo di recesso che tutela in modo adeguato il settore agricolo, comprese le indicazioni geografiche e di qualità. Ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari: anche a quello di una Brexit senza intese.

Proponiamo, al riguardo, la creazione di una “task force” al ministero delle Politiche agricole, per supportare le imprese nella fase di adattamento che sarebbe particolarmente difficile”.

Riforma della Pac. “Ormai è scontato che andiamo verso una proroga della normativa vigente. Il negoziato sulla “PAC post 2020” sarà chiuso dal Parlamento europeo che sarà eletto a fine maggio dell’anno venturo e dalla nuova Commissione che si insedierà a novembre 2019. La richiesta della nostra Organizzazione, condivisa con le principali associazioni degli agricoltori europei è chiara: nessuna discriminazione ai danni delle imprese di maggiori dimensioni che si avrebbe con il plafonamento e la degressività sugli aiuti diretti della Pac. E si proceda verso un’effettiva semplificazione”.

Quadro finanziario dell’Unione europea. “La Commissione europea ha proposto un drastico taglio dei fondi da destinare all’agricoltura nel periodo 2021-2017. In particolare, per i programmi di sviluppo rurale il taglio sarebbe di quasi il 20 per cento. La partita è aperta perché la decisione finale, all’unanimità, spetta ai capi di Stato e di governo dell’Unione. Il Parlamento europeo e il governo italiano, va sottolineato, si sono schierati a favore dell’invarianza delle risorse da destinare all’agricoltura”.

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“I ritardi infrastrutturali pesano sulla competitività delle imprese agricole”

“L’agricoltura italiana ha bisogno di un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente, che garantisca la piena mobilità di persone e merci e l’accessibilità all’Europa di tutte le aree del territorio nazionale, rendendo il Paese competitivo sui mercati internazionali.” Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo ieri a Torino alla manifestazione alle Ogr a favore della Tav.

Giansanti ha ricordato che nell’Europa a 28 l’Italia è al 21° posto per quanto riguarda le strutture portuali e aeroportuali, al 19° per quelle ferroviarie, al 18° per la rete stradale. E la copertura internet interessa solo il 77% del territorio, contro una media europea dell’82%.

“Con questi numeri – ha detto il presidente di Confagricoltura – sono evidenti le ricadute in termini di competitività sul nostro sistema agricolo ed agroalimentare.”

Negli ultimi 10 anni gli investimenti infrastrutturali in Italia siano calati in maniera costante. Nel 2007 ammontavano a 13,66 miliardi di euro, nel 2010 a 3,39 miliardi di euro, nel 2015 a 5,15 miliardi di euro; mentre la Germania, sempre nello stesso anno, era a 11,69 miliardi di euro, la Francia a 10,01 miliardi di euro e l’UK a 9,07 miliardi di euro.

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“Inoltre – ha aggiunto Giansanti – il 57,7% degli scambi internazionali dell’Italia avviene con gli altri Paesi dell’Europa. In tale contesto, la macroregione subalpina del Nord Italia e del Centro-Est della Francia è uno snodo cruciale dell’economia continentale e come tale meriterebbe, non solo un progetto di più forte e articolata cooperazione italo-francese, ma anche il completamento di tutte le opere infrastrutturali, TAV in primis, che possano rendere quest’area più moderna e competitiva. Senza contare che le quattro regioni del Nord d’Italia contribuiscono per il 62% al Prodotto interno lordo dell’agricoltura”.

“Al di là dei Si e dei No – ha concluso il presidente di Confagricoltura – noi siamo per l’Italia. Un’Italia che ha un impellente bisogno di interventi infrastrutturali sulle sue reti, sul trasporto, sulla banda larga, sulle città, sugli investimenti immateriali, sulla ricerca scientifica. Superare il gap infrastrutturale significa permettere di avere imprese più competitive e quindi un maggiore sviluppo dell’intero Paese”.

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