Stato del PSR Sicilia in provincia di Ragusa: convegno a Vittoria il 16 febbraio con l’assessore Bandiera

“Stato del PSR Sicilia 2014/2020 in provincia di Ragusa: criticità emerse nelle misure già in itinere”: questo il titolo dell’importante convegno che si terrà a Vittoria venerdì 16 febbraio presso la Sala Congressi della Fiera Emaia. L’evento è promosso dall’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Ragusa e da Confagricoltura Ragusa con il patrocinio di Pmi Sicilia, della Città di Vittoria e della Regione Siciliana. Sarà presente ai lavori l’assessore regionale all’Agricoltura, dott. Edy Bandiera.

La prima parte sarà dedicata ai saluti istituzionali: il sindaco della città, avv. Giovanni Moscato, il presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi di Ragusa, dott. Francesco Celestre, il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, il presidente di Pmi Sicilia, dott. Roberto Biscotto.

Subito dopo i saluti, si entrerà nel vivo del dibattito con gli interventi del dott. Giorgio Carpenzano, capo dell’Ispettorato dell’Agricoltura di Ragusa – Servizio 12, che parlerà dello stato del PSR nell’area iblea. Subito dopo sarà il turno del presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi, dott. Francesco Celestre, che relazionerà sulle criticità emerse nei bandi in itinere e sulle possibili soluzioni. A chiudere i lavori l’assessore regionale Edy Bandiera. Sono stati invitati tutti i deputati regionali e i sindaci dei comuni iblei. Il convegno prevede il riconoscimenti di crediti formativi per gli iscritti all’Ordine degli Agronomi.

Un importante momento di confronto nato su impulso del presidente dei dottori Agronomi di Ragusa, dott. Celestre, che abbiamo condiviso sin da subito come organizzazione. La realizzazione concreta è stata resa possibile anche grazie alla disponibilità dell’assessore Bandiera che ha accolto, sin da subito, il nostro invito”, dichiara il dott. Antonino Pirrè, presidente di Confagricoltura Pirrè.

L’assessore– aggiunge – in un incontro istituzionale riservato, ha manifestato la propria precisa volontà di intervenire fattivamente per risolvere le criticità attualmente in atto”. “Il convegno sarà l’occasione – conclude Pirrè – per parlarne pubblicamente con esperti ed assumere impegni concreti a sostegno di tutto il comparto ortofrutticolo ibleo”.

Segue locandina dell’evento

psr locandina

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Il Copa apre le iscrizioni per il 5° premio all’innovazione per le agricoltrici

Il Copa, l’organizzazione europea degli agricoltori, invita le agricoltrici europee a presentare le
proprie candidature per l’edizione 2018 del premio all’innovazione per le agricoltrici.

La presidente della Commissione femminile del Copa, Lotta Folkesson, ha affermato: “Il tema
dell’edizione di quest’anno è “Soluzioni innovative per la sostenibilità agricola”. Le agricoltrici
sono promotrici dell’innovazione e rappresentano il 42% della manodopera agricola europea, di
cui il 30% ricopre una posizione manageriale. Esse contribuiscono a creare un settore agricolo
più sostenibile a livello economico, ambientale e sociale, nonché zone rurali economicamente
sostenibili, attuando soluzioni innovative. Esse promuovono un’agricoltura e una silvicoltura in
grado di adattarsi alle sfide e di beneficiare delle varie opportunità disponibili. Lo scopo di
questo premio è mettere in risalto le attività e i progetti innovativi svolti dalle donne operanti nel
settore agricolo e/o silvicolo in tutta l’UE“.

Il Segretario generale del Copa e della Cogeca, Pekka Pesonen, esorta le partecipanti a
presentare i propri progetti entro il 17 aprile 2018, in preparazione della cerimonia di
premiazione che avrà luogo nella settimana del 15-19 ottobre 2018 a Bruxelles, in occasione delle
celebrazioni della Giornata internazionale della donna rurale.

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Proficuo incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Bandiera e Confagricoltura Ragusa

Nella mattinata di ieri a Siracusa si è tenuto un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera e Confagricoltura Ragusa, rispettivamente nelle persone del direttore Giovanni Scucces, del presidente Antonino Pirrè e del vice-presidente dott. Carmelo Calabrese. Un confronto cordiale e collaborativo, incentrato su temi di scottante attualità relativi al comparti agricolo nell’area iblea: problemi relativi alla zonizzazione e ai punteggi del PSR, esosità delle cartelle e disservizi legati al Consorzio di Bonifica e diverse vertenze che interessano il comparti zootecnico (Ragusa Latte e Aras).

L’assessore Bandiera ha ascoltato con grande interesse le tematiche sottoposte alla sua attenzione, condividendo le criticità dei punteggi del PSR e della riforma dei consorzi di bonifica approvata dal precedente governo; sul primo punto ha accolto l’invito di Confagricoltura  e dell’Ordine degli Agronomi di Ragusa a partecipare a un convegno che si terrà a Ragusa nelle prossime settimane sul tema, comunicando un suo interessamento presso gli uffici regionali per ipotizzare delle modifiche agli attuali parametri.

Sui Consorzi di Bonifica ha dichiarato le perplessità del governo Musumeci e l’intenzione di mettere mano alla questione. Diversi altri temi sono stati affrontati, in un clima di fattiva collaborazione tra il nuovo governo regionale e l’organizzazione di categoria. Un confronto positivo che lascia ben sperare sulla collaborazione futura tra Confagricoltura e l’Assessorato, al fine di dare pronta risoluzione a problematiche annose che attanagliano il settore agricolo dell’area iblea da troppo tempo.

giovanni scucces confagricoltura ragusa

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Aumenta il numero delle imprese agricole in Sicilia: +2.810 nel 2017

La Sicilia continua ad investire in agricoltura: nel 2017 sono state aperte 2810 nuove imprese operanti nel settore. Un dato interessante, ben al di sopra del trend nazionale, che emerge dall’analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere: Movimprese.

Positivi, rispetto alla media nazionale, anche i dati sulla nati-mortalità delle imprese siciliane: nel 2017, 28.253 nuove aziende sono state iscritte ai registri delle Camere di Commercio mentre 20.735 hanno chiuso i battenti, un + 7.518 unità pari a un tasso di crescita dell’1,65%, sopra alla media nazionale pari allo 0,75%. In base a questi dati sembra arrivare proprio dalle regioni del Sud Italia l’incremento della produttività, contribuendo per il 60% circa alla crescita complessiva del sistema-impresa Italia.

I settori con maggior numero di imprese registrate nel Belpaese sono stati il turismo (+10.335), i servizi alle imprese (+7.206 ) e le attività professionali scientifiche e tecniche (+5.494). Male le attività manifatturiere (-2.648), le costruzioni (-1.913) e l’agricoltura (-447).

La Sicilia però appare parzialmente in controtendenza, con una concentrazione del saldo attivo nel turismo e nell’agricoltura (+2.810). Stanno bene anche i bilanci nel commercio (+1.970) e nelle costruzioni (+1.284).

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Incontro tra Confagricoltura e l’Ordine degli Agronomi a Ragusa su criticità Psr: presto un convegno

Nella mattinata di ieri, martedì 16 gennaio, si è tenuto presso la sede dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali a Ragusa, un incontro tra il presidente di dott. Francesco Celestre e il presidente di Confagricoltura, dott. Antonino Pirrè, per discutere del Piano di Sviluppo Rurale e delle criticità che lo caratterizzano nell’area iblea, in primis la determinazione delle zone e dei punteggi dei singoli comuni.

Dopo un confronto cordiale in cui si è condivisa la necessità di approfondire la tematica con interlocutori istituzionali qualificati, al fine di addivenire a interventi concretamente risolutivi. A tal proposito si è convenuto di organizzare, quanto prima possibile, un convegno sul tema, coinvolgendo l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera.

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Affiancamento in agricoltura, uno strumento per favorire il passaggio generazionale nelle aziende: ecco come funziona

Tra le novità più significative, in materia agricola, introdotte dalla legge di bilancio, va apprezzata l’entrata in vigore dell’istituto dell’affiancamento in agricoltura (commi 119-120) della legge di bilancio stessa.

Questo istituto non è totalmente nuovo, in quanto era già contemplato nel collegato c.d. agricolo (art. 6 della L. 154/2016), nel senso che era stata conferita al Governo la delega ad adottare, entro dodici mesi, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, un decreto legislativo per la disciplina delle forme di affiancamento tra agricoltori ultrasessantacinquenni o pensionati e giovani non proprietari di terreni agricoli di età compresa tra i 18 ed i 40 anni, anche organizzati in forma associata, allo scopo del graduale passaggio della gestione dell’attività di impresa agricola a favore dei giovani, in base ai seguenti principi e criteri direttivi:

a) stabilire la durata del processo di affiancamento, per un periodo massimo di tre anni;

b) prevedere criteri di assegnazione prioritaria delle agevolazioni e degli sgravi fiscali già previsti a legislazione vigente, a favore dell’agricoltore ultrasessantacinquenne o pensionato e del giovane imprenditore agricolo;

c) definire le modalità di conclusione dell’attività di affiancamento, prevedendo le seguenti alternative:

1) la trasformazione del rapporto tra l’agricoltore ultra-sessantacinquenne o pensionato e il giovane imprenditore agricolo in forme di subentro;

2) la trasformazione del rapporto in un contratto di conduzione da parte del giovane imprenditore agricolo;

3) le forme di compensazione a favore del giovane imprenditore agricolo nei casi diversi da quelli contemplati ai numeri 1) e 2);

d) definire le modalità di presentazione da parte del giovane imprenditore agricolo di un progetto imprenditoriale posto a base del rapporto di affiancamento, che deve essere sottoscritto da parte dell’agricoltore ultra-sessantacinquenne o pensionato, definendone i reciproci obblighi;

e) stabilire le forme di compartecipazione agli utili dell’impresa agricola;

f) definire il regime dei miglioramenti fondiari, anche in deroga alla legislazione vigente qualora apportati sulla base del progetto imprenditoriale presentato;

g) prevedere forme di garanzia per l’agricoltore ultra-sessantacinquenne o pensionato e il giovane imprenditore agricolo, anche attraverso le necessarie coperture infortunistiche;

h) stabilire il riconoscimento del diritto di prelazione in caso di vendita dei terreni oggetto del rapporto di affiancamento;

i) prevedere forme di compensazione a favore del giovane imprenditore agricolo nei casi di recesso anticipato dal rapporto di affiancamento;

l) definire le forme di agevolazione a favore del giovane imprenditore agricolo per la gestione e l’utilizzo dei mezzi agricoli.

La legge delega è divenuta inefficiente a seguito della mancata emanazione nei termini di legge del decreto legislativo, da elaborarsi a cura del Governo.
Con la legge di bilancio si conferma:

1) che il contratto di affiancamento riguarda i giovani di età compresa tra i 18 ed i 40 anni che non siano titolari del diritto di proprietà o di diritti reali di godimento su terreni agricoli;

2) 2) il contratto di affiancamento va perfezionato con imprenditori agricoli o coltivatori diretti di età superiore a 65 anni o pensionati;

3) La stipula del contratto di affiancamento favorisce l’accesso prioritario alle agevolazioni previste dal decreto legislativo 185/2000;

4) Al giovane imprenditore è garantito in caso di vendita, per 6 mesi successivi alla conclusione del contratto, il diritto di prelazione di cui all’articolo 8 della legge 590/1965, da esercitarsi nel rispetto delle modalità ivi previste dalla legge;

5) Nel periodo di affiancamento il giovane imprenditore è equiparato allo IAP.
Come si rileva, la legge di bilancio che sostituisce l’articolo 6 della legge 154 del 2016, non definisce, in termini circostanziati, il contenuto del contratto di affiancamento, così come invece era avvenuto con l’approvazione del collegato agricolo, allorché erano stati definiti i criteri direttivi ai quali si sarebbe dovuta attenere la successiva legislazione delegata.

Risulta comunque indubbio che questo nuovo strumento giuridico è utilizzabile per favorire processi di passaggio generazionale nella gestione dell’attività di impresa agricola, nonché per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura, per il triennio 2018-2020.

In altri termini il passaggio generazionale nella gestione dell’impresa per il triennio 2018-2020 può essere favorito attraverso la previsione di un nuovo istituto, rappresentato dal contratto di affiancamento.
Antonio Vincenzi

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Glifosato: il Ministero della Salute spiega le ragioni dell’autorizzazione fino al 2022

Il Ministero della Salute ha diffuso un comunicato sulle disposizioni previste dal regolamento di esecuzione (UE) n. 2324/2017 concernenti il rinnovo della sostanza attiva glifosato che proroga le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari a base della stessa sostanza attiva.

Nel comunicato si spiega che l’autorizzazione della sostanza attiva è stata rinnovata fino al 15 dicembre 2022 e, nello stabilire la durata del periodo di approvazione, si è tenuto conto anche del fatto che sono in corso ulteriori studi sulla sostanza.

Quindi, al fine di tener conto della rapida evoluzione scientifica e tecnica, è stato deciso di rinnovare l’autorizzazione del glifosato per un periodo inferiore (5 anni) rispetto a quello normalmente consentito (15 anni).

Adesso i titolari di ciascun prodotto fitosanitario già autorizzato in precedenza dovranno presentare apposita istanza, ai sensi dell’articolo 43, del reg. (CE) n. 1107/2009, entro tre mesi dal rinnovo dell’approvazione della sostanza attiva in questione e, pertanto, entro il 16 marzo 2018 (in ogni caso fino a tale data le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato sono provvisoriamente prorogate).

Inoltre, si evidenzia che, in relazione a quanto indicato nel comunicato, non sono state modificate le condizioni specifiche per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari a base di glifosato riportate negli allegati I e II del Reg. (UE) n. 2324/2017 (peraltro già attuate in parte con il decreto dirigenziale del 9 agosto 2016).

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Esonero INPS per i nuovi agricoltori under 40

Con la Legge di Bilancio appena approvata sono arrivate importanti novità di carattere fiscale, previdenziale e non solo per il settore agricolo. Per quanto riguarda i contributi INPS vengono confermate, anche per il 2018, diverse agevolazioni già introdotte nel 2017.

In particolare, viene stabilito che ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali con età inferiore a 40 anni,  è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100% dell’accredito contributivo presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti per un periodo massimo di 36 mesi, con riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola effettuate tra il 1 gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018.

In più, dopo i primi 36 mesi, l’esonero descritto può essere riconosciuto per ulteriori 12 mesi nel limite del 66% e per 12 mesi aggiuntivi nel limite del 50%. Quindi i soggetti con età inferiore ai 40 anni che effettuano una nuova iscrizione all’INPS in qualità di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali nel 2018 possono richiedere un cospicuo sgravio dal versamento dei contributi, godendo di risparmi economici per un periodo massimo di 5 anni.

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Gestione del rischio in agricoltura: nasce la “polizza ricavo” a sostegno dei cerealicoltori

Un’assicurazione per garantire un ricavo minimo certo agli imprenditori agricoli impegnati nella coltivazione dei cereali: questa l’opportunità offerta dalla “polizza ricavo” per la stabilizzazione dei ricavi aziendali ai cerealicoltori nel nostro Paese, realizzata dal Consorzio Italiano di Coriassicurazione contro le calamità naturali in agricoltura, al quale aderiscono 9 compagnie assicurative e riassicurative. Le variazioni di prezzo rappresentano una variabile troppo instabile per un settore in cui la produzione vale oltre 4 miliardi di euro, pari al 15% sul totale delle coltivazioni agricole (dati Istat 2016).

Per ovviare alle incertezze che caratterizzano il settore il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di lanciare una sperimentazione sulla copertura dei rischi di mercato attraverso polizze per la stabilizzazione dei ricavi aziendali rivolta esclusivamente ai cerealicoltori.

La “polizza ricavo” garantisce una copertura anche contro le variazioni al ribasso dei prezzi (e questa è la vera ed importante novità sostanziale), oltre all’assicurazione contro i danni da calamità naturali. Grazie a questo strumento i cerealicoltori possono stabilizzare il ricavo aziendale con vantaggi soprattutto in periodi caratterizzati da forti crisi di mercato in cui i prezzi calano vertiginosamente.

Sarà possibile, inoltre, sottoscrivere la polizza ricavo in modalità agevolata. Infatti il Mipaaf ripropone anche per il 2018 uno stanziamento per la contribuzione pubblica sui premi, un sistema innovativo rispetto alle procedure previste per altri tipologie di polizze assicurative.Un prodotto estremamente innovativo, offerto per la prima volta in Italia che va ad aggiungersi agli strumenti assicurativi di copertura del rischio già presenti sul mercato agricolo.

La disponibilità della nuova polizza sarà garantita grazie ad una partnership pubblico-privata, resa possibile dal Fondo di riassicurazione pubblico gestito da Ismea, da Allianz Re come riassicuratore privato che ha messo a sistema il know how acquisito in campo internazionale, e dalle compagnie assicurative del Consorzio: Ara 1857, Assicurazione Grandine Svizzera, ITAS Mutua, Società Reale Mutua di Assicurazioni, Italiana Assicurazioni, Groupama Assicurazioni, Net Insurance, VH Italia che si occuperanno dell’emissione delle polizze.

Un’opportunità che rende certo il ricavo e che stabilizza, indirettamente, il reddito, garantendo ulteriori benefici: effetti positivi sul bilancio pubblico poiché la polizza scaricherebbe parte dei costi del sistema sul mercato privato, coperture assicurative a costi più contenuti grazie alla copertura congiunta di resa e prezzo, incremento della capacità di accesso al credito da parte delle imprese, complementarità con gli altri strumenti assicurativi e la possibilità di diffusione di strumenti di gestione del rischio in altri settori.

Secondo l’Ismea nel 2016 le produzioni cerealicole più rilevanti sono state frumento tenero, frumento duro, mais e orzo che nel complesso rappresentano l’82% del valore totale del comparto cerealicolo. Per il frumento tenero sono Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia le regioni che producono di più; discorso inverso per il frumento duro che prevale al Sud e in particolare in Puglia, Sicilia e Basilicata. In particolare, secondo i dati Istat nel 2017 la Sicilia ha destinato alla coltivazione del frumento, sia duro che tenero, 288.175 ettari (21,6% sul totale) con una produzione pari a 875.116 tonnellate (19,5% sul totale).

Il Consorzio Italiano di Coriassicurazione contro le calamità naturali in agricoltura è nato nel 2007 con l’obiettivo di introdurre nel mercato assicurativo agricolo strumenti innovativi in grado di far fronte ai danni derivanti da calamità naturali, mediante meccanismi di riassicurazione fra i membri stessi. 

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La Sicilia è la regione più “bio” d’Italia: tutti i numeri

La Sicilia è la più “bio” tra le regioni italiane: infatti è quella con il maggior numero di aziende certificate (ben 9444). A seguire la Calabria (7978) e la Puglia (6873). Palermo, con le sue 1609 azienda è la sesta provincia italiana e la prima in Sicilia. La maggiore attenzione alla qualità dei prodotti alimentari è l’input che spinge le aziende a produrre in modo più naturale e trasparente.

Le aziende italiane con certificazione “bio” sono circa 60mila, di cui 24mila accreditate dal sistema di certificazione nazionale solo negli ultimi tre anni. Da qualche giorno la mappatura, costantemente aggiornata, degli operatori con certificazione Bio è ancora più accessibile grazie all’inserimento delle informazioni nelle visure camerali. All’inizio di dicembre 2017, le imprese in possesso di una certificazione Bio erano 59.461.

Si tratta perlopiù di realtà localizzate nel Mezzogiorno (il 55,8%), più del doppio di quelle con sede al Nord (il 23,4%) e quasi tre volte quelle del Centro Italia (il 20,8%). Più della metà (il 56%) delle imprese certificate si concentra in sole cinque regioni con la Sicilia in testa (15,9), seguita dalla Calabria (13,4), dalla Puglia (11,6), dalla Toscana e dall’Emilia Romagna (7,7).

I numeri del biologico italiano fotografano un settore che si è fortemente trasformato e potenziato negli ultimi anni, passando da tendenza rivolta a mercati di nicchia a vero e proprio stile di vita per milioni di consumatori italiani. Al tempo stesso, il biologico sta rivestendo un ruolo sempre più importante come opportunità di rilancio per molte aziende del nostro agro-alimentare.

Mentre nell’agricoltura tradizionale ogni anno numerose imprese chiudono i battenti, il settore del biologico sta andando in controtendenza, a dimostrazione che anche aziende di dimensioni più piccole, grazie all’applicazione dei principi dell’agricoltura biodinamica, possono stare con successo sul mercato. Le aziende che svolgono esclusivamente produzione Bio sono 44.482 (il 75% dell’universo delle certificate) e di esse una su tre ha sede in due sole regioni del Mezzogiorno: Calabria o Sicilia.

Approfondendo l’analisi delle imprese Bio per forma giuridica, l’11% (6.490) è costituito da società di capitale. Di queste, oltre il 90% è una PMI ovvero con un volume d’affari uguale o inferiore ai 50 milioni di euro. Più della metà (il 55,2%) rientra nella definizione di micro impresa (con un fatturato non superiore ai 2 milioni di euro), e la metà ha un capitale sociale inferiore ai 50mila euro.

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