Brexit, Giansanti: “Da un recesso senza regole conseguenze devastanti per l’agricoltura europea”

Alla vigilia del Consiglio europeo, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli auspica ogni sforzo per scongiurare una destabilizzazione degli scambi, che dal 2007 sono in costante crescita

“Sulla Brexit la posizione del mondo agricolo europeo è unitaria. Il recesso senza accordi del Regno Unito dalla UE avrebbe conseguenze devastanti per il settore”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia della riunione, a Bruxelles, del Consiglio europeo che nel pomeriggio di domani, 21 marzo, discuterà sugli ultimi sviluppi legati alle modalità del recesso del Regno Unito.

“Un recesso senza regole comporterebbe il ripristino dei controlli doganali, veterinari e di natura fitosanitaria. Gli scambi commerciali subirebbero quanto meno un immediato e vistoso rallentamento”, ha sottolineato Giansanti.

Inoltre, secondo le decisioni rese note dal governo di Londra lo scorso 13 marzo, nell’eventualità di una ‘hard Brexit’, alcune importazioni dall’Unione sarebbero assoggettate a dazi doganali tali da comprometterne la competitività sul mercato britannico rispetto ai Paesi extra-UE.

“A rischio – ha indicato il presidente di Confagricoltura – le nostre esportazioni di formaggi grattugiati (Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorini). Non solo. Pesanti contraccolpi sono da mettere in preventivo a livello europeo per le carni bovine, suine e per i prodotti lattiero-caseari, con effetti di riduzione dei prezzi per gli allevatori in tutti gli Stati membri”.

“In quest’ottica – ha proseguito Giansanti – chiediamo ai capi di Stato e di governo l’indicazione a mobilitare aiuti d’emergenza dell’Unione a favore del mondo agricolo nel caso di ‘hard Brexit’”.

“La nostra agricoltura sarebbe tutelata in modo adeguato dall’entrata in vigore del progetto di accordo di recesso, già approvato dal Consiglio europeo lo scorso novembre e, al momento, bocciato dalla Camera dei Comuni, a Londra – ha puntualizzato Giansanti -. Grazie anche all’efficace lavoro svolto dalla delegazione italiana, sarebbero assicurati la stabilità degli scambi commerciali e il riconoscimento delle indicazioni geografiche e di qualità fino al 31 dicembre 2020”.

“In alternativa – ha concluso Giansanti – risulterebbe utile una proroga non breve della Brexit, per scongiurare la destabilizzazione degli scambi e per avere il tempo di negoziare le future relazioni commerciali bilaterali sulla base di un accordo di libero scambio”.

Le vendite del ‘Made in Italy’ agroalimentare sul mercato britannico ammontano a 3,4 miliardi di euro l’anno. E’ il terzo mercato di sbocco a livello europeo. Da notare che dal 2007, il ‘giro d’affari’ ha fatto registrare un costante incremento nonostante le crisi economiche e le oscillazioni valutarie.

Leggi

Pratiche sleali, la direttiva comunitaria è realta. Agrinsieme: “Finalmente agricoltori europei più tutelati”

“Finalmente gli agricoltori europei saranno più tutelati”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprimendo soddisfazione per il via libera definitivo dalla plenaria del Parlamento Europeo alla direttiva comunitaria contro le pratiche commerciali sleali.

“Con il provvedimento, infatti, il numero di pratiche sleali riconosciute passa da 8 a 16, con l’aggiunta: del pagamento per servizi non resi; dell’obbligatorietà di un contratto scritto se richiesto dal fornitore; dell’abuso di informazioni confidenziali da parte dell’acquirente; delle ritorsioni commerciali; del pagamento per la gestione del prodotto alla consegna; del pagamento per la gestione dei reclami dei clienti; dell’estensione del pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibile e a 60 per quelli non deperibili; del divieto di trasmettere al fornitore i costi di advertising”, ricorda Agrinsieme, sottolineando che l’ok del Parlamento UE è arrivato a larghissima maggioranza e dopo il sì all’unanimità del Consiglio UE, e ringraziando l’onorevole Paolo De Castro per il grande lavoro svolto come relatore della direttiva e portato avanti nell’interesse del settore agricolo comunitario.

“È particolarmente rilevante avere definito un quadro unionale di regole da rispettare che garantiscono anche la piena tutela della riservatezza di chi denuncia pratiche sleali anche per il tramite delle organizzazioni di rappresentanza che potranno avere un ruolo decisivo nella attuazione della direttiva”, rimarca il coordinamento.

“Non possiamo però non esprimere rammarico per la mancata aggiunta nell’elenco delle pratiche riconosciute della vendita sottocosto anche tramite il ricorso ad aste a doppio ribasso, pratica che da tempo Agrinsieme aveva segnalato come fortemente distorsiva”, osserva il coordinamento, che si è sempre espresso a favore di una normativa europea che possa stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di approvvigionamento alimentare più equa, più trasparente e più sostenibile in tutta Europa.

“Ricordiamo, inoltre, che grazie alla direttiva, oltre alla rafforzata protezione per gli agricoltori, viene fissato a 350 milioni di euro la soglia di fatturato globale delle imprese fornitrici per poter rientrare nel campo di applicazione del provvedimento”, prosegue Agrinsieme, secondo cui “si tratta di un sicuro passo in avanti rispetto all’approccio iniziale, che tuttavia si pone in contraddizione con l’obiettivo comunitario di aumentare la concentrazione dell’offerta dei produttori: resta uno sbilanciamento tra distribuzione organizzata e fornitori che avrebbe potuto giustificare un limite di fatturato superiore. Auspichiamo pertanto – conclude il coordinamento – che tale soglia venga alzata durante la fase di recepimento della direttiva a livello nazionale, che chiediamo venga avviata in tempi rapidi”.

***

Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Leggi

Gambuzza (Confagricoltura) al Parlamento Europeo: “Avanti con la stipula degli accordi tra UE e Paesi terzi”

Bruxelles – “Per la crescita economica delle imprese agricole e agroalimentari l’export è essenziale. E, in questo senso, è interesse dell’Unione europea e delle nostre Istituzioni che i mercati internazionali sia reso più semplici e accessibili per le imprese”. Lo ha detto Sandro Gambuzza, componente della giunta di Confagricoltura, intervenendo nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles all’evento “L’Europa del fare, il commercio internazionale nell’Europa di oggi e di domani”, organizzato da Salvatore Cicu, a cui ha partecipato anche il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani.

Gambuzza ha anche ricordato le criticità dell’export agroalimentare, a partire dall’embargo russo, alla Brexit, alle difficoltà con l’Iran e all’entrata in vigore del TPP. “Senza dimenticare – ha detto –  i riflessi della guerra commerciale tra Usa e Cina, che potrebbero comportare un aumento dell’offerta sui mercati di quei prodotti che i due Paesi avrebbero problemi a commercializzare tra loro”.

“Il nostro messaggio – ha proseguito il componente di giunta della Confagricoltura – è che ognuno faccia la propria parte e si prosegua con la stipula degli accordi tra l’Ue e i Paesi terzi: gli scambi commerciali internazionali in situazioni regolamentate e chiare favoriscono le imprese”.

Confagricoltura ritiene poi che gli accordi bilaterali debbano essere basati su principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti. A proposito degli accordi Euromed, pensa che debba essere rivista l’asimmetria a favore dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, considerati gli indirizzi produttivi simili ai nostri. “Pertanto è necessario che ci sia uno stretto coinvolgimento nell’ambito dei negoziati (e più in generale in riferimento a qualsiasi altra intesa venga prevista con i Paesi di questa area) degli Stati membri direttamente interessati e delle Organizzazioni più rappresentative dei produttori”.

Infine, in caso di effetto fortemente penalizzante per le nostre produzioni mediterranee (agrumi, ortaggi e olio d’oliva), l’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede che siano prese in seria considerazione misure compensative e, nei casi più critici, vengano attivate le clausole di salvaguardia. “Occorre che la Commissione – ha concluso Gambuzza –  rediga periodicamente una valutazione d’impatto sugli scambi commerciali della UE con tutti Paesi terzi nel settore agricolo ed agroalimentare”.

Fonte: Euronews.it

Leggi

Biologico, Agrinsieme: “Sbloccare provvedimento fermo in Comagri al Senato”

“Chiediamo al Parlamento di accelerare l’iter di approvazione del Disegno di Legge con disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, approvato dalla Camera dei deputati e assegnato in sede referente alla Commissione Agricoltura del Senato, dove però l’esame non è stato ancora avviato; il testo, infatti, contiene tutti gli strumenti necessari a favorire lo sviluppo e la competitività di un settore in continua crescita e dal forte impatto, non solo economico, ma anche ambientale e sociale”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in occasione dell’odierno convegno svoltosi alla Camera alla presenza del sottosegretario alle politiche agricole Franco Manzato, del presidente della Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella e della deputata Maria Chiara Gadda, promotrice del Ddl.

“Il biologico da diversi anni sta avendo uno sviluppo sostenuto nel nostro Paese, sia sotto il profilo della produzione che sotto quello dei consumi, con 76mila aziende coinvolte che coltivano 2 milioni di ettari e un fatturato di 3,5 miliardi di euro in Italia”, ricorda Agrinsieme, evidenziando che “il provvedimento va nella giusta direzione, poiché fornisce ai produttori importanti strumenti organizzativi da tempo attesi, quali i distretti biologici, che vengono indicati come una delle modalità per sostenere la crescita del comparto, unitamente alla costituzione di reti, quali contratti, tavoli di filiera e altre forme di aggregazione, come le OI e le OP”.

“Il testo prevede, inoltre, la redazione di un Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica (PNAB), strategico per la pianificazione del comparto, che deve essere strettamente connesso agli strumenti e alle misure previste dalla Pac, con il necessario coordinamento delle istituzioni coinvolte”, suggerisce Agrinsieme.

“L’aver individuato, infine, nell’innovazione e nella ricerca delle priorità alle quali destinare le risorse del fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica rappresenta un altro elemento di positività del Ddl”, conclude il Coordinamento, invitando ad indirizzare le attività di ricerca sulle sementi, sui mezzi tecnici, sulle rotazioni.

***

Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Leggi

“Bene la revisione della contribuzione Inail. Adesso tocca all’agricoltura”

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha annunciato la firma del decreto che rivede la misura dei premi e dei contributi antinfortunistici dovuti all’Inail dai lavoratori autonomi e dai datori di lavoro privati per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Ne dà notizia Confagricoltura sottolineando che l’operazione di restyling – attesa da molti anni e prevista per legge già dal 2013 – vale complessivamente 1,6 miliardi di euro e comporta una consistente riduzione delle tariffe antinfortunistiche delle imprese, differenziata per settore e per tipologia di rischio.

“Il decreto però – rimarca Confagricoltura – non comprende il settore agricolo, per il quale la contribuzione antinfortunistica è disciplinata in modo specifico rispetto a quella degli altri settori produttivi”.

Nell’esprimere apprezzamento per l’avviata operazione, Confagricoltura auspica che si proceda tempestivamente anche alla riduzione della contribuzione INAIL per il settore agricolo.

L’organizzazione di rappresentanza dei datori di lavoro agricolo ricorda che per tutti gli operai agricoli è dovuta un’aliquota contributiva INAIL ordinaria del 13,24%, la più alta tra quelle stabilite per qualsiasi altra tipologia di attività in Italia.

“E’ dunque urgente – prosegue Confagricoltura – giungere ad una significativa riduzione della contribuzione INAIL, alleggerendo il cuneo fiscale per le aziende agricole che occupano manodopera. Peraltro, il settore agricolo in questi ultimi anni ha investito molto in prevenzione, come dimostra il significativo trend discendente degli infortuni dei lavoratori (v.tabella). Di tale positivo elemento non si potrà non tenere conto nella prossima revisione che il settore primario attende da tempo.

Leggi

Zootecnia siciliana in ginocchio a causa dei costi di produzione

Pubblichiamo di seguito l’articolo pubblicato su Il Giornale di Sicilia del 21 febbraio 2019 a firma di Marcello Digrandi

Cento aziende zootecniche chiuse in un anno. Un migliaio di posti di lavoro in meno. Con tutto l’indotto che ruota attorno in un’economia circolare di un milione di euro che mancano. Colpa di una crisi di mercato e degli aumenti dei costi produttivi – che vanno dal 20% fino al 200% – e interessano carburanti, concimi, antiparassitari e mangimi.

Il latte vaccino viene pagato agli allevatori ragusani 38 centesimi al litro che, in alcuni casi, può raggiungere anche i 42 centesimi inclusi le premialità relative alla qualità del latte, carica batterica, proteine nella norma, e benessere degli animali. Per produrre un litro di latte vaccino occorrono non meno di 50 centesimi al litro.

Un ricchissimo patrimonio zootecnico nella provincia più agricola della Sicilia, con 30 mila vacche da latte e 1000 aziende zootecniche. Stamane con inizio alle 10.00, giornata di mobilitazione, a Vittoria, dinanzi alla Fiera Emaia. Gli allevatori e i pastori, insieme ai serricoltori, getteranno in strada i loro prodotti. La mobilitazione è organizzata dal Tavolo Verde Sicilia, dal movimento Mda, Riscatto Agricoltura e AltraAgricoltura.

“E’ arrivato il momento di dire basta – spiega Maurizio Ciaciulli, leader di Riscatto Agricoltura – ad una filiera che penalizza solo i produttori. Chiediamo il sostegno di tutto il mondo produttivo ragusano, senza bandiere o partiti di appartenenza”. La giornata di sciopero dell’agricoltura e delle imprese proseguirà venerdì pomeriggio, dalle 17 alle 22, in Piazza del Popolo a Vittoria.

A proposito di allevatori, Confagricoltura chiede al mondo politico uno sforzo comune per migliorare la produttività e, quindi, la qualità del latte. “La Regione, insieme agli enti di ricerca – spiega Ignazio Nicastro, vice-presidente di Confagricoltura Ragusa – deve mettere su un piano per la valorizzazione del latte vaccino. In provincia di Ragusa, fortunatamente, abbiamo tutti gli strumenti per farlo, iniziando proprio dal Corfilac. Altrimenti, senza la qualità e i parametri a norma, per i piccoli allevatori non ci sarà alcun futuro“.

Il mondo allevatoriale ragusano non sembra avere le idee chiare sulle strategie da adottare per affrontare un mercato sempre più globale. “In questo momento puntiamo alla valorizzazione del territorio – spiega Gianni Campo, allevatore – al brand Ragusa e a rafforzare tutta la filiera del latte, dalla stalla fino al consumatore. Puntiamo sull’identità territoriale e sulla tracciabilità delle produzioni per offrire certezze ai consumatori e condizioni di sopravvivenza alle imprese”. Per gli allevatori ragusani il prezzo del latte incide, e di molto, sull’economia del territorio. In contrada Meusa Maiorana, all’estrema periferia della città, Mattia Occhipinti, allevatore, insieme alla famiglia punta l’indice verso il mondo allevatoriale.

“Nelle attuali condizioni di mercato è inevitabile che molte aziende zootecniche siano costrette a chiudere, con o senza incentivi. Le responsabilità sono di ognuno di noi, in questo momento non si ha il coraggio di scendere in strada e rivendicare, insieme agli amici della Sardegna, un prezzo equo pari a 50 centesimi al litro”.

Leggi

Scadenze fiscali, Confagricoltura: “Serve una proroga”

Troppi obblighi concentrati in pochi giorni di febbraio rendono problematica la gestione degli adempimenti. Si rischia anche l’intasamento.

“Quattro impegni fiscali concentrati in soli cinque giorni sono troppi e inattuabili. L’accavallarsi delle scadenze fiscali nel mese di febbraio crea forti difficoltà alle imprese del mondo agricolo”. Lo ribadisce Confagricoltura in una lettera inviata al ministero dell’Economia e delle Finanze e all’Agenzia delle Entrate, nella quale chiede la proroga dal 18 febbraio al 16 marzo per l’invio tardivo delle fatture elettroniche e al 15 aprile per tutti gli altri adempimenti.

Per Confagricoltura la scadenza del 18 febbraio per la trasmissione delle fatture elettroniche senza applicazione di sanzioni è impraticabile. Non sono state, infatti, ancora risolte alcune funzioni operative per il settore, come il processo di autofatturazione degli acquisti da agricoltori esonerati. E si registrano tuttora inefficienze e ritardi dovuti all’implementazione dei flussi dei dati tra le piattaforme delle società di software e il Sistema di Interscambio, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

La sovrapposizione, a fine febbraio – mette in evidenza Confagricoltura – anche dei termini per la trasmissione dei dati delle fatture attive e ricevute per il quarto semestre 2018 (Spesometro), dei dati delle fatture riguardanti le operazioni con l’estero (Esterometro) e l’invio delle liquidazioni periodiche IVA (LIPE) aggiungono, infine, evidenti ulteriori difficoltà alle imprese agricole.

Leggi

Nei campi il lavoro cresce e cambia: convegno di Confagricoltura sulle esternalizzazioni dei processi produttivi

Confagricoltura: mille aziende impiegano più di un terzo della manodopera totale, ma manca quella specializzata. Presente ai lavori il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè

 L’agricoltura è l’unico settore economico che, negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, è riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali, con oltre un milione di lavoratori, assorbendo anche manodopera da altri comparti. E’ emerso oggi al convegno “Le esternalizzazioni dei processi produttivi in agricoltura. L’appalto di servizi e la somministrazione”, organizzato da Confagricoltura a Palazzo della Valle.

Confagricoltura ha evidenziato i cambiamenti del tessuto produttivo, a partire dall’evoluzione delle figure professionali e dal miglioramento degli indicatori di qualità, come quello relativo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro, negli ultimi 8 anni, di quasi il 29%. Il calo è più marcato nelle aziende più grandi e strutturate.

00c2a4b2-f129-4a06-ac38-2ab57eef75c0

Si va verso un’agricoltura più professionale, capace di assicurare occupazione più stabile, con iniziative di welfare aziendale e un’organizzazione del lavoro attenta alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Diminuisce il numero delle aziende, s’ingrandisce la dimensione media, aumentano gli imprenditori agricoli professionali e le società agricole di persone e di capitali. Anche l’occupazione, mette in evidenza Confagricoltura, si concentra sempre più: 1.000 aziende occupano un terzo della manodopera totale e le prime 17 mila ne assorbono i due terzi.

Accanto al contoterzismo, complice la mancanza di manodopera specializzata, si sta anche affermando il fenomeno delle esternalizzazioni, ossia l’affidamento ad altre imprese di alcune fasi del processo produttivo. “Tra le sole aziende associate alla nostra Organizzazione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – dal 2016 al 2018 il numero di quelle che si sono rivolte ad agenzie di somministrazione per la fornitura di manodopera è cresciuto del 120% e le giornate di lavoro somministrate sono aumentate del 46%”.

68da58da-fb28-4ab7-b5ec-e9415e9e94c4

“Occorre – ha concluso il presidente – un quadro normativo chiaro, in grado di accompagnare l’evoluzione del settore con adeguate politiche capaci di favorire un’occupazione più stabile e di qualità. Bisogna ancora rimuovere ostacoli come l’elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro e la complessità degli adempimenti. Gli incentivi per l’assunzione devono essere effettivamente fruibili, migliorando anche l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

 

Alcuni dati

Operai a tempo determinato: 965.000 (59% al sud)

Operai a tempo indeterminato 103.000 (56% al nord)

Impiegati 37.000

Lavoratori stranieri 275.000

Datori di lavoro 188.000 (60% imprese, 35% coltivatori diretti, 4% cooperative)

Leggi

DL semplificazioni: obbligo etichettatura per tutti i prodotti alimentari

Centinaio: “Vince il Made in Italy, i produttori onesti e i consumatori”. Giansanti: “Etichettatura risultato importante, ma tante semplificazioni non sono state prese in considerazione”.

“Vince il Made in Italy, vincono i produttori onesti e i consumatori che ora potranno scegliere in totale trasparenza. Niente più informazioni ingannevoli né falsi sulle nostre tavole. Lo avevamo promesso e ora portiamo a casa questo importante risultato. Ce lo avevano chiesto i cittadini, le associazioni di categoria e le nostre aziende che ogni giorno, con il loro lavoro e le eccellenze agroalimentari prodotte, portano in alto il nome del nostro Paese nel mondo. Noi siamo dalla loro parte.”

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, sull’approvazione in Senato dell’emendamento al decreto legge Semplificazioni che prevede l’obbligo di etichettatura di origine per tutti i prodotti alimentari.

Giansanti: persa un’occasione importante. Inspiegabile lo stralcio dei provvedimenti per Xylella e Puglia

“Si è persa un’occasione per semplificare veramente”: così il presidente di Confagricoltura commenta il decreto legge Semplificazioni. “Doveva essere un provvedimento – aggiunge Giansanti – che serviva alle imprese per migliorare e superare norme che appesantiscono inutilmente le incombenze delle aziende, ma per l’agricoltura i risultati raggiunti sono veramente limitati”.

“Etichettatura e snellimento della denuncia aziendale rappresentano un risultato importante, ma tante possibili semplificazioni non sono state prese in considerazione. Inspiegabile lo stralcio delle previsioni normative per la Xylella e per le aziende agricole pugliesi colpite dalle gelate”.

“Le aziende del comparto olivicolo pugliese – spiega il presidente di Confagricoltura – attendevano con fiducia l’emendamento che è stato stralciato, che sarebbe servito ad alleviarne le difficoltà. Senza il decreto, il rischio per moltissimi imprenditori che aspettavano la sospensione delle cambiali agrarie e lo slittamento delle rate dei mutui è di un conseguente peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie”.

Leggi

Cgil, Giansanti (Confagricoltura): “Auguri a Landini. Continuare nella direzione del dialogo costruttivo”

Le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro sono giunti al neo segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, e da tutta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli.

La nomina di Landini – dice il presidente Giansanti – arriva in un momento particolarmente importante del nostro Paese, in cui occorre rafforzare il confronto tra le parti sociali ed il governo, essenziale per la crescita e la competitività delle imprese e dell’occupazione.”

In questo senso il presidente Giansanti auspica di poter continuare nella direzione del dialogo costruttivo con il sindacato dei lavoratori.

Le congratulazioni di Confagricoltura vanno anche al segretario della Flai Ivana Galli, che entra a far parte della nuova segreteria generale.

“L’ingresso, per la prima volta, del segretario della Flai nella segreteria confederale – conclude Giansanti – è fatto importante per un settore, come quello agricolo, chiamato a svolgere un ruolo sempre più determinante nel nostro Paese.

Leggi