Carbon farming, Confagricoltura: l’accordo UE lascia indietro la zootecnia

L’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul primo quadro volontario per la certificazione di assorbimenti di carbonio a livello dell’UE è un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

L’accordo però soddisfa Confagricoltura solo in parte, dal momento che non prende in considerazione la riduzione di tutte le emissioni di gas effetto serra, e in particolare lascia fuori dal meccanismo di certificazione la riduzione delle emissioni di metano, scoraggiando di fatto l’adozione, da parte delle imprese zootecniche, di pratiche volte a ridurre gli impatti del settore.

Come Confagricoltura abbiamo sempre sottolineato come strategico l’inserimento, nel meccanismo di certificazione, delle pratiche di mitigazione riferite a tutte le emissioni di gas climalteranti, tenuto anche conto dell’esperienza positiva già avviata in altri Paesi dell’UE, come ad esempio la Francia.

La Confederazione chiede pertanto di tenere in considerazione queste richieste nei prossimi passaggi procedurali prima dell’approvazione finale del testo.

Il carbon farming, conclude Confagricoltura, è strategico nella lotta ai cambiamenti climatici, grazie all’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa mirate al sequestro di carbonio nei suoli agricoli, di pratiche di gestione sostenibile delle foreste e pratiche di mitigazione delle emissioni. È pertanto centrale che la proposta sia rivista in questa direzione.

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TEA e Carbon Farming, passi avanti in Europa. Soddisfazione di Confagricoltura

Due novità importanti arrivano dal fronte europeo. Riguardano il carbon farming e le tecniche di evoluzione assistita (TEA), argomenti sui quali Confagricoltura è stata promotrice del dibattito politico.

Sulla proposta di regolamento delle TEA, nella riunione informale dei ministri dell’agricoltura Ue, nei giorni scorsi a Cordoba, la presidenza spagnola ha annunciato di voler raggiungere entro fine anno un accordo politico in Consiglio. “Un passaggio fondamentale – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – per inquadrare le nuove tecniche genomiche nell’ordinamento comunitario. Ricordiamo che l’Italia si è già portata avanti autorizzandone formalmente la sperimentazione in campo”.

Analoga soddisfazione di Confagricoltura per il voto espresso dalla Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo sul carbon farming e la proposta di regolamento che stabilisce un quadro di certificazione Ue per gli assorbimenti di carbonio.

La Comagri ha chiesto di equiparare all’assorbimento della Co2 al suolo anche alcune specifiche pratiche agricole. Nella proposta di regolamento sul tema, oltre alle rimozioni di carbonio (ottenibili con soluzioni tecnologiche di sequestro e/o soluzioni legate alla natura), è stato infatti incluso il carbon farming quale attività che comprende sia l’assorbimento dell’anidride carbonica nei suoli agricoli grazie all’attività agroforestale, sia la riduzione delle emissioni di gas effetto serra nel sistema di calcolo dei benefici in termini di carbonio rimosso dall’atmosfera.

“Decisione in linea con le aspettative di Confagricoltura sul carbon farming – aggiunge Giansanti – Si tratta di un risultato importante che auspico venga confermato dalla Commissione ambiente, competente in materia. Ringrazio il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida per la sensibilità e il sostegno all’iniziativa”.

Per quanto riguarda l’iter legislativo, il voto nella Commissione ambiente è previsto per il 2 ottobre, mentre il voto nella plenaria del Parlamento europeo si dovrebbe tenere la settimana del 16 ottobre.

“Con il via libera dei colegislatori europei – conclude il presidente – si potrà aumentare il ruolo del settore primario ai fini della sostenibilità ambientale dei processi di produzione e della tutela delle risorse naturali. Confagricoltura continuerà a lavorare in queste settimane per ottenere un regolamento favorevole e in linea con le istanze delle imprese”.

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Carbon Farming, Confagricoltura conferma il suo impegno con il progetto C-FARMs

“Bruxelles e il governo nazionale dovrebbero incentivare e premiare le aziende agricole che adottano pratiche virtuose di carbon farming”. Lo ha detto Nicola Gherardi, componente della Giunta di Confagricoltura, in occasione del convegno “CARBON FARMING CERTIFICATION SYSTEM (C-FARMs)”, evento di chiusura del progetto Life C-FARMs, coordinato da FederlegnoArredo e di cui Confagricoltura è partner insieme a CREA, CMCC, PEFC, Rete Clima, Terra System ed UNITUS.

Confagricoltura, infatti, è da lungo tempo impegnata nella promozione di tali pratiche di agricoltura conservativa e per l’istituzione di un registro dei crediti di carbonio. “Siamo nella fase di applicazione della Farm to Fork – ha proseguito Gherardi – momento in cui l’attenzione verso la sostenibilità è ancora maggiore. Premesso che le aziende agricole su questo versante sono tra le più virtuose, diventa ancor più fondamentale per loro incrementare la sostanza organica nel suolo, anche ai fini di una migliore capacità produttiva dei terreni e una maggiore neutralità climatica”. 

Il progetto C-FARMs ha quindi avuto come obiettivi la definizione di uno schema di certificazione degli assorbimenti di carbonio agricolo, costruito sulla base della proposta di regolamento della Commissione europea, e la costruzione del GIS FARM, un simulatore capace di raccogliere informazioni su suolo e andamento del carbonio.

Nella foto da sinistra: Nicola Gherardi, Giulio Volpi, Alessandra Pesce, Daniele Rossi, Stefano Brenna

Presenti all’incontro, che si è tenuto oggi a Palazzo della Valle, oltre ai partner del progetto, Giulio Volpi della DG Clima della Commissione europea che ha illustrato gli obiettivi della Commissione riguardo alle tecniche di sequestro di carbonio; Alessandra Pesce, che ha raccontato il lavoro del CREA per l’istituzione del registro del carbonio agricolo e forestale; Stefano Brenna, dell’ERSAF, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle istituzioni pubbliche nella certificazione del carbonio; Filippo Trifiletti, di Accredia, che ha evidenziato la necessità di un sistema di certificazione basato su regole rigorose. 

“Il progetto LIFE C-FARMs ha anche consentito di mappare in dettaglio le aree pioppicole del territorio lombardo, mettendo in evidenza il valore della filiera nello stoccaggio del carbonio”. Lo ha dichiarato Nicoletta Azzi, di Assopannelli (Federlegno), a proposito della sperimentazione fatta nell’ambito del progetto, proprio nel comparto della pioppicoltura nella regione Lombardia.

“Servono quindi – ha concluso Gherardi – risorse dedicate per tali tecniche agricole, anche da parte delle Regioni, e azioni concrete affinché si possa proseguire lungo il percorso che Confagricoltura, con molte sue imprese, ha intrapreso da tempo”.

Nella foto da sinistra: Nicola Gherardi, Giulio Volpi, Alessandra Pesce, Daniele Rossi, Stefano Brenna.

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Regolamento su Carbon Farming, Confagricoltura: la proposta della Commissione UE primo passo verso regole certe e condivise attese da tempo

La Commissione UE ha adottato la proposta per l’istituzione di un primo quadro volontario europeo di certificazione di carbonio trattenuto nei terreni. In attesa dell’inizio della discussione del documento in Parlamento e nel Consiglio europei, Confagricoltura accoglie con favore questo primo passo verso la creazione di un mercato regolamentato, basato sullo scambio delle quote stoccate dell’elemento chimico, responsabile del surriscaldamento terrestre.

La Confederazione condivide gli obiettivi che si pone il regolamento: ossia quantificare, monitorare e verificare il risparmio in atmosfera di carbonio.

Positiva anche la previsione di norme per la verifica indipendente della veridicità dei  crediti emessi e per l’indicazione di sistemi di certificazione attendibili e conformi al quadro UE.

Bene il riferimento al Fondo per l’innovazione, al Fondo di sviluppo regionale, al programma LIFE e al programma Horizon Europe, quali fonti di finanziamento delle attività di carbon farming. Solo con sostegni economici di medio-lungo periodo si può sostenere la diffusione di pratiche ad hoc per lo stoccaggio di lungo periodo del carbonio dalla biomassa e nel suolo. È opportuno, peraltro, sottolineare che il finanziamento del carbon farming non deve sottrarre fondi alla Pac.

La Confederazione giudica con favore anche il riferimento al riconoscimento della capacità di stoccaggio per materiali edili a base legnosa. Un aspetto, questo, che sostiene il ruolo che le aree boschive e forestali, insieme agli altri comparti agricoli, devono avere nell’attività di carbon farming. Le foreste, infatti, assorbono ogni anno circa 40 milioni di tonnellate di C02: una quantità (pari al 10% dei gas a effetto serra emessi in Italia) che supera di circa 10 milioni/t le emissioni totali del settore agricolo”.

Confagricoltura chiede da tempo la regolamentazione e certificazione del settore del carbon farming. Solo con regole certe e condivise, le aziende agricole possono fare la propria parte nel raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali fissati nel Green Deal europeo.

Nel 2020 il mercato del carbon farming ha riguardato circa 190 milioni di tonnellate di C02. Quantità che si punta a moltiplicare di 15 volte entro il 2030.

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Carbon Farming, approfondimento di Confagricoltura a Fieragricola: ricerca, innovazione e imprese a lavoro per l’obiettivo “Emissioni Zero”

L’obiettivo di neutralità carbonica europea entro il 2050 è il punto di partenza di un lavoro che si prospetta complesso e che non può essere semplificato, nonostante il tempo a disposizione sia ridotto.

Se ne è parlato al convegno “Carbon Farming, opportunità per le imprese e per l’ambiente”, a Fieragricola. L’appuntamento, organizzato da Confagricoltura, ha messo a confronto politica, ricercatori, aziende su uno dei punti più complessi: la misurazione del carbonio fissato nel suolo e nelle colture e il conseguente riconoscimento economico per gli agricoltori.

Il Carbon Farming apre nuove frontiere per il settore primario. “Nel prossimo futuro, il reddito degli imprenditori agricoli non deriverà più soltanto dalla produzione di cibo, ma anche di energia rinnovabile e dalla loro capacità di trattenere carbonio nei terreni”, ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

In attesa, entro fine anno, della proposta da parte della Commissione europea di una regolamentazione del mercato dei certificati di carbonio, il mondo della ricerca è al lavoro. A partire dal CREA, che ha annunciato di portare avanti progetti per la quantificazione della capacità di stoccaggio e immagazzinamento nel suolo.

Di questo si sta occupando anche il PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) che, con Confagricoltura e altri interlocutori scientifici, ha avviato il progetto Life C-Farms, coordinato da FederlegnoArredo, per la misurazione del carbonio con particolare riferimento ai seminativi, alla pioppicoltura e agli allevamenti.

Occorre puntare su un’agricoltura rigenerativa, basata su tre principi: copertura permanente del suolo, lavorazione minima del terreno e diversificazione delle colture. Per fare questo sono necessari i dati e questi, al momento, – affermano gli esperti – scarseggiano. Per superare questo gap l’Università di Teramo e l’Università di Padova hanno in corso degli studi con l’obiettivo di ricavarne modelli scalabili a livello nazionale.

“Oggi sappiamo che l’agricoltura di precisione permette di ridurre i lavori sui terreni agricoli e ha effetti importanti anche sulla capacità di trattenere carbonio – ha aggiunto Nicola Gherardi, componente di giunta di Confagricoltura – Ciò ha varie implicazioni non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico, perché permette importanti risparmi, ad esempio sul consumo di carburante e di fertilizzanti, che possono essere ridotti grazie a nuove tecniche, come le mappe di prescrizione”.

Ora occorre che le Amministrazioni competenti e la ricerca supportino gli agricoltori per raggiungere questo obiettivo, – ha concluso Giansanti – affinché siano pronti quando verranno definite le regole sul carbon farming a livello europeo. E’ opportuno avviare in Italia specifiche iniziative per valorizzare l’attività dalle imprese agricole e forestali, prendendo anche spunto dalle esperienze che si sono già sviluppate sui mercati volontari dei crediti di carbonio, o più in generale sui crediti di sostenibilità”.

Il video del convegno, le interviste agli esperti e una scheda di approfondimento sono disponibili sul nostro canale YouTube.

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