Schiavismo nelle campagne iblee? No alle calunnie infondate

“Leggiamo esterrefatti sulla stampa accuse calunniose su un presunto caso di schiavismo nelle campagne iblee”: questo il commento a caldo del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, dopo la comparsa su un quotidiano regionale di un articolo che lancia pesanti accuse all’indirizzo di un’impresa agricola del Ragusano.

“Accuse infondate e gravi – prosegue Pirrè – per due ordini di motivi: 1) come può una testata giornalistica prestarsi alla pubblicazione di accuse così pesanti lanciate da un foglio anonimo e senza verificare la fondatezza delle stesse?; 2) il merito delle accuse, gravemente lesive dell’onorabilità di un’azienda che rappresenta un modello esemplare a livello nazionale ed internazionale”.

“Dalla lettera anonima (e, quindi, non pubblicabile), emerge un quadro assolutamente non aderente alla realtà. Non è vero che, con il passaggio al comando dell’azienda, sono cambiate le condizioni per i lavoratori. Falso come tutto il resto dei fatti presentati come reali. L’anno scorso, ho partecipato personalmente alla visita in azienda di una delegazione di parlamentari europei che voleva rendersi conto delle condizioni di lavoro nelle aziende agricole ragusane, alla luce dell’articolo pubblicato dal giornale The Guardian. Non a caso capo della delegazione era una parlamentare romena.
La delegazione ha ha avuto modo di visitare l’azienda e di soffermarsi a parlare con i lavoratori. Debbo dire che sono andati via visibilmente soddisfatti per l’organizzazione del lavoro altamente rispettosa dei diritti dei dipendenti”.

Confagricoltura Ragusa manifesta la propria piena e convinta solidarietà e vicinanza ai titolari dell’azienda “in stato d’accusa” per questa calunniosa operazione da macchina del fango.

Clicca sull’immagine seguente per leggere l’articolo in questione comparso su La Sicilia di oggi:

articolo presunto schiavismo la sicilia

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L’Italia non ha bisogno di dazi: Confagricoltura plaude alla linea del ministro Centinaio

“Siamo assolutamente d’accordo con il ministro Centinaio. L’agricoltura italiana non ha bisogno di dazi, ma di mercati aperti sui quali continuare ad affermare l’eccellenza del “Made in Italy” in ogni parte del mondo”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio riportate oggi nell’intervista apparsa su “La Stampa”.

“Le guerre commerciali, a colpi di dazi e contromisure di ritorsione, non hanno mai vincitori e non giovano alle imprese. Non dobbiamo dimenticare che la UE è leader mondiale per l’export agroalimentare”, ha proseguito Giansanti.

Per il presidente di Confagricoltura il problema urgente che si pone è quello della reciprocità e della diversità delle regole di produzione. “Non possiamo – ha spiegato – continuare ad aprire i nostri mercati a prodotti ottenuti con sistemi diversi da quelli imposti agli agricoltori dell’Unione Europea in termini di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e sostenibilità ambientale. E’ una questione di leale competizione tra le imprese e trasparenza nei riguardi dei consumatori”.

Il presidente di Confagricoltura ha così concluso: “Sulla base di queste esigenze auspichiamo la fine delle “guerre commerciali” e la ripresa delle trattative in sede multilaterale, per discutere su come rivedere un processo di globalizzazione che è avanzato senza un adeguato sistema di regole”.

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Coltivazioni grano a rischio in Sicilia: Confagricoltura scrive al presidente Musumeci

“Un settore fondamentale per l’economia agricola della Sicilia, specialmente delle aree interne, rischia di subire un nuovo contraccolpo economico, l’ennesimo nell’arco degli ultimi tre anni. Ci riferiamo alla cerealicoltura ed in particolare al grano duro che a causa dei ripetuti fenomeni temporaleschi di quest’inizio giugno rischia di perdere una consistente quota di produzione in quanto non più rispondente ai parametri commerciali”: questo il testo della nota che il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, ha inviato al Presidente della Regione ed all’Assessore all’Agricoltura per denunciare la grave situazione che si sta vivendo nelle campagne durante la trebbiatura.

“Questi ultimi avversi eventi atmosferici – sottolinea il presidente Pottino – si sommano a quelli prodotti dal crollo dei prezzi all’origine, prezzi che nel corso dell’ultimo biennio sono stati sempre al di sotto dei costi di produzione. Una situazione che come logica conseguenza mette a rischio l’abbandono di migliaia di ettari poiché in queste stesse aree non esistono valide alternative colturali, principalmente dal punto di vista agronomico. Per questa ragione, nel farci portavoce di migliaia di aziende agricole siciliane che proprio per la mancanza di nuove opportunità colturali si trovano costrette ad operare, ormai da diverso tempo, al limite della linea rossa che demarca la zona di crisi e la perdita di reddito, chiediamo l’emanazione di interventi straordinari volti ad attutire gli effetti negativi di questa nuova calamità”.

Secondo il presidente di Confagricoltura regionale occorre innanzitutto approvare, con la massima sollecitudine, la delimitazione delle aree cerealicole colpite dai fenomeni, siccitosi prima e alluvionali dopo, al fine di poter avanzare la richiesta di declaratoria al Ministero delle Politiche Agricole, declaratoria necessaria ad intervenire, nell’immediato, sugli oneri previdenziali e contributivi. “L’intervento straordinario – spiega Pottino – dovrebbe invece consistere nel ritiro del grano, non più idoneo per usi alimentari, da utilizzare per altri fini come ad esempio per l’alimentazione del bestiame o come biocombustibile, ad un prezzo pari a quello vigente nelle principali piazze italiane di riferimento. Un’operazione da realizzare attraverso l’utilizzazione di centri di stoccaggio autorizzati dall’amministrazione regionale e con fondi straordinari nazionali e comunitari. Molte delle aziende danneggiate sono allo stremo perché in attesa di ricevere i contributi delle cosiddette misure agro ambientali del PSR Sicilia 2014/2020 e che per motivi ancora poco comprensibili, pur tenendo conto degli sforzi fatti dall’amministrazione regionale, non si riescono a sbloccare”.

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Fondi europei diretti: nuovo sportello di Confagricoltura Ragusa a sostegno delle imprese iblee

Presentata giovedì presso la sede di Confagricoltura a Ragusa la convenzione con CeSDA sui fondi europei diretti

Progettare una Sicilia intelligente, sostenibile e inclusiva: questo l’obiettivo che vuole portare avanti Confagricoltura Ragusa con l’attivazione della convezione, che è stata presentata giovedì agli associati, con CeSDA – Giurdanella & Partners sui fondi europei diretti.

Un momento molto partecipato in cui il presidente dott. Antonino Pirrè ha spiegato che questa collaborazione permetterà un’attività di informazione continua sui bandi europei diretti, consulenza nella ricerca dei partner, anche internazionali, formazione per le aziende associate nell’organizzazione di categoria con corsi riservati che partiranno a settembre.

L’avv. Carmelo Giurdanella (direttore scientifico CeSDA, Catania, studio legale Giurdanella & Partners) e la dott.ssa Simona Zelli (esperta CeSDA, Trento, europrogettista e policy advisor) hanno condiviso con i soci di Confagricoltura le potenzialità dei fondi diretti, ossigeno per il tessuto produttivo, essenziali per poter veicolare nuovi modelli di business ad alto impatto sociale, smart cities, communities e innovazione.

Un altro servizio che arricchisce l’offerta di Confagricoltura Ragusa a sostegno delle imprese agricole iblee, per sostenere una sempre crescente competitività imposta dalla rapida evoluzione del mercato. Per ulteriori informazioni sulla consulenza e sui corsi di formazione di CeSDA potete venire a trovarci nella nostra sede in via G.Spampinato 7, telefonarci al numero 0932 642492 o mandarci una mail all’indirizzo ufficiostampa@confagricolturaragusa.it

 

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Rinnovato il CCNL per operai agricoli e florovivaisti: più flessibilità e nuove regole per la rappresentanza

Nella tarda serata di ieri 19 giugno 2018 è stato siglato, presso Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, l’accordo di rinnovo del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti per il quadriennio 2018-2021, scaduto il 31 dicembre 2017.

Ne da l’annuncio Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sottolineando “il senso  di responsabilità che ha qualificato l’intera trattativa da parte della nostra Organizzazione, nonostante le difficoltà che, a livello generale, stanno caratterizzando l’attuale fase economica”.

L’intesa è arrivata al termine di un negoziato serrato, durato oltre sei mesi, e nel corso del quale non sono mancati momenti di tensione e di aspra conflittualità, sfociati anche nello stato di agitazione da parte dei sindacati e nella proclamazione di uno sciopero (15 giugno 2018), poi rientrato.

Soddisfazione è stata dunque espressa dal presidente dell’Organizzazione dei datori di lavoro agricolo “per la chiusura di un importante contratto che interessa oltre 200.000 imprese e più di 1 milione di lavoratori”.

“Le imprese hanno fatto la loro parte – continua Giansanti – nonostante la perdurante congiuntura economica negativa, le incertezze sulla futura politica agricola comune, il quadro ancora in divenire delle politiche economiche del nuovo Governo”.

L’aumento retributivo previsto è del 2,9 per cento ed è ripartito in due tranche. Si tratta di un aumento sostanzialmente in linea con gli indicatori di riferimento, che cerca di mediare l’esigenza di salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori con quella di prevedere un costo del lavoro sostenibile per l’impresa.

Tra le novità più significative si segnala l’ampliamento della sfera di applicazione del CCNL – che è stato esteso anche alle imprese che esercitano attività di frangitura delle olive in via esclusiva (frantoi) e alle imprese di coltivazione idroponiche – e l’introduzione di una maggiore flessibilità nella distribuzione dell’orario settimanale di lavoro, anche attraverso un sensibile ampliamento delle causali che possono determinare l’interruzione dell’attività lavorativa.

L’accordo – che rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle buone relazioni sindacali che caratterizzano il settore agricolo – si qualifica anche per una specifica intesa sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali legittimate a sottoscrivere la contrattazione collettiva per gli operai agricoli e florovivaisti, anche al fine di limitare il rischio di contratti “pirata” sottoscritti da soggetti privi di reale rappresentatività.

“I contenuti del rinnovo del CCNL per gli operai agricoli, avvenuto la scorsa notte nella sede di Confagricoltura, dimostra, ancora una volta, la grande attenzione delle parti sociali agricoli su temi di importanza strategica”, dichiara a caldo dopo la firma Sandro Gambuzza, membro della Giunta Nazionale di Confagricoltura con delega alle politiche del lavoro.

“Nel nuovo CCNL – aggiunge Gambuzza – c’è l’allargamento della base di applicazione del contratto, semplificazione amministrativa e nelle procedure d’appalto, riconoscimento delle specificità di alcuni comparti come l’acquacoltura, orario di lavoro e organizzazione aziendale più flessibile, maggiore sostenibilità economica, più welfare, difesa del potere di acquisto tutela della salute”.

“Un grazie grande al Presidente Giansanti per la fiducia ed all’insostituibile Direttore Roberto Caponi col Suo staff”, conclude Sandro Gambuzza.

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Fondi europei diretti, Confagricoltura e Cesda a sostegno delle imprese: incontro a Ragusa

Progettare una Sicilia intelligente, sostenibile e inclusiva: incontro sui “Fondi Europei diretti: strumenti per l’innovazione delle imprese e del territorio” promosso in collaborazione con CeSDA sulle opportunità europee di finanziamento diretto per le imprese ed il territorio

I fondi comunitari 2014-2020 sono il principale strumento di finanziamento per progetti di sviluppo di Imprese, Enti pubblici, Associazioni ed Enti di Ricerca Pubblici e Privati. Gli oltre cento miliardi di euro – disponibili nel settennato per l’Italia in un ampio ventaglio di settori – non sono solo la leva per realizzare nuove iniziative in direzione di una crescita più intelligente, sostenibile e inclusiva e accrescere la competitività economica del nostro Paese, ma anzitutto un’importante occasione di miglioramento e qualificazione per gli operatori economici che vi si avvicinano.

Con la piena consapevolezza dell’importanza del tema, considerando le enormi potenzialità di ricaduta economica degli strumenti in questione, Confagricoltura Ragusa organizza un incontro che si terrà il 21 giugno, con inizio alle ore 11.00, presso la sede di via G.Sampinato 4 a Ragusa. Sarà l’occasione per presentare la convenzione con Cesda, studio legale Giurdanella & Associati di Catania, che permetterà l’attivazione da parte dell’organizzazione di categoria di un ulteriore servizio a sostegno delle imprese che intendono usufruire di tali fondi.

Sapersi orientare efficacemente tra le diverse tipologie di programmi europei di finanziamento diretto, stabilendo un’interlocuzione senza intermediazioni con gli uffici europei di spesa, impostare un’idea progettuale vincente col relativo budget, gestire partenariati internazionali, pianificare e rendicontare correttamente i costi, rappresentano un valore aggiunto per le imprese agricole che vogliano intraprendere percorsi di crescita, di rinnovamento e di innovazione, senza attendere i tempi e le procedure indirette, in atto gestite attraverso la burocrazia regionale siciliana.

Segue il programma dell’incontro

Saluti e presentazione (11.00 – 11.30)

Dott. Antonino Pirrè – Presidente Confagricoltura Ragusa

Avv. Carmelo Giurdanella – direttore scientifico CeSDA, Catania, studio legale Giurdanella & Partners

Dott.ssa Simona Zelli – esperto CeSDA, Trento, europrogettista e policy advisor, consulente in nuovi modelli di business ad alto impatto sociale, smart cities and communities e innovazione digitale

Costruiamo le fondamenta: i finanziamenti europei diretti per le imprese (h. 11:30 – 12:00)

Relatrice: Dott.ssa Simona Zelli

Idee a confronto: domande e dibattito (h. 12:00 – 12:30)

La partecipazione all’incontro è riservata ai soci di Confagricoltura Ragusa

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Olio tunisino, no a nuove concessioni a dazio zero: accolta la richiesta di Confagricoltura

Grazie ai numerosi interventi di Confagricoltura sembra ormai esclusa l’ipotesi di nuove concessioni a dazio zero della Ue per l’olio tunisino.

La precisazione arriva da una fonte comunitaria vicina al dossier secondo la quale la Ue non sarebbe intenzionata ad estendere, almeno fino alla fine del 2018, per altri due anni la concessione del contingente aggiuntivo di 35.000 tonnellate di olio di oliva in esenzione da dazio nelle esportazioni verso l’UE.

Nelle scorse settimane Confagricoltura aveva scritto all’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, ai commissari al Commercio e all’Agricoltura, agli europarlamentari italiani e ai presidenti di Camera e Senato, per chiedere una valutazione d’impatto preventiva adeguata degli effetti di un’eventuale rinnovo delle condizioni agevolate alla Tunisia pe r le esportazioni di olio in UE, concesse in via eccezionale per il 2016 ed il 2017.

“Aumentare il contingente agevolato per l’olio importato dalla Tunisia potrebbe costituire, infatti, un potenziale rischio per i produttori europei ed in particolare per quelli italiani – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – influenzando negativamente gli equilibri del mercato interno UE e le quotazioni dell’olio d’oliva.”

Confagricoltura ringrazia anche il ministro per le Politiche agricole Centinaio per l’immediata attenzione che ha voluto dare al dossier. “Un grazie particolare va agli eurodeputati siciliani – aggiunge Sandro Gambuzza, membro della Giunta Esecutiva di Confagricoltura – con in testa l’on. Ignazio Corrao. Adesso massimo impegno per l’attivazione delle clausole di salvaguardia a favore di pomodori e arance”.

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Riforma PAC: Italia si unisca all’iniziativa di sei stati membri per invarianza spesa agricola

I rappresentanti di Francia, Grecia, Finlandia, Irlanda, Portogallo e Spagna hanno sottoscritto una dichiarazione ministeriale, al fine di sollecitare l’invarianza della spesa agricola dopo il 2020. La dichiarazione sarà presentata al Consiglio Agricoltura della UE, in programma il 18 giugno a Lussemburgo.

Il nostro auspicio è che l’Italia decida di unirsi all’iniziativa”. E’ questa la presa di posizione assunta dalla giunta di Confagricoltura che si è riunita martedì per esaminare le proposte della Commissione riguardanti la riforma della politica agricola comune.

“Le proposte, nonostante l’apprezzabile conferma degli incentivi per gli agricoltori più giovani, risultano inadeguate e carenti sotto il profilo del supporto alla crescita economica e dell’occupazione”, ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

La Commissione europea – ricorda la Confagricoltura – ha proposto di ridurre i trasferimenti finanziari alle aziende di maggiore dimensione. In pratica, alle strutture più orientate agli investimenti e alle innovazioni che sono necessarie per assicurare uno sviluppo sostenibile, anche in termini di competitività.

“E’ una proposta sbagliata sotto il profilo strategico – ha evidenziato la giunta di Confagricoltura -. Chiederemo al nostro ministro e al Parlamento Europeo di risolvere questo problema di impostazione. Inoltre, pur nell’ambito di una indispensabile semplificazione, la PAC deve restare una politica comune in termini di bilancio e gestione operativa”.

Le proposte della Commissione, invece – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – con i piani strategici nazionali, avrebbero come risultato una parziale rinazionalizzazione della PAC e la rimessa in discussione dei principi sui quali si basa il mercato unico. Senza tralasciare le difficoltà operative che si profilano per la preparazione e l’applicazione dei piani nazionali, anche per quanto riguarda l’impatto delle misure ambientali.

Un altro aspetto critico, segnalato dalla Giunta di Confagricoltura, è quello della cosiddetta “convergenza esterna” degli aiuti diretti della PAC. “Il divario degli importi erogati nei diversi Stati membri non può essere ridotto – ha detto Giansanti – perché è motivato dalla diversità dei costi di produzione fissi e variabili. Basti pensare, ad esempio, al costo del lavoro”.

La proposta della Commissione per la riforma della PAC ha, poi, un limite di fondo. La nuova PAC dovrebbe funzionare nei prossimi anni, secondo l’Esecutivo di Bruxelles, con una riduzione del bilancio nell’ordine del 15 per cento in termini reali rispetto all’attuale dotazione.

Ha concluso il presidente di Confagricoltura: “Una proposta inaccettabile per un settore che assicura sicurezza alimentare, standard di qualità senza eguali a livello mondiale, gestione delle risorse naturali”.

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Olio tunisino, nuove concessioni agevolate: Confagricoltura chiede valutazione d’impatto alla Commissione Europea

Confagricoltura ha scritto all’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, ai commissari al Commercio e all’Agricoltura ed agli europarlamentari italiani, per chiedere una valutazione d’impatto preventiva adeguata degli effetti di un’eventuale rinnovo delle condizioni agevolate alla Tunisia  per le esportazioni di olio in UE, concesse in via eccezionale per il 2016 ed il 2017.

Confagricoltura evidenzia che in occasione della conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione europea Juncker per annunciare l’intenzione di aprire un negoziato di libero scambio tra UE e Tunisia, il premier tunisino Chahed avrebbe chiesto di estendere per altri due anni la concessione del contingente aggiuntivo di 35.000 tonnellate di olio di oliva in esenzione da dazio nelle esportazioni verso l’UE.

Ad ottobre scorso, prima ancora della conclusione della precedente concessione, il governo tunisino avrebbe avanzato la richiesta di rinnovo di tale provvedimento, sebbene non ci fossero più i presupposti per una tale agevolazione. La Commissione europea, anche su sollecitazione del Copa Cogeca, si era espressa negativamente. E anche il Consiglio europeo si era dichiarato contrario.

“I problemi per i produttori europei, ed in particolare per quelli italiani – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli –  sarebbero gravi e influenzerebbero negativamente gli equilibri del mercato interno UE e le quotazioni dell’olio d’oliva nel nostro Paese. Considerato anche che nei due anni in cui il provvedimento è stato attivo non si sono riscontrati vantaggi per il mercato e l’economia tunisina”.

Confagricoltura – che già nel 2016 si era mobilitata scrivendo al ministro delle Politiche agricole e ai componenti delle commissioni competenti di Camera e Senato per sollecitare interventi correttivi per mitigare gli effetti negativi delle importazioni a dazio zero di olio dalla Tunisia – ha chiesto di avere molta cautela di fronte a questa recente richiesta della Tunisia e, in ogni caso, di procedere ad una approfondita e preventiva valutazione di impatto.

L’appello non è rimasto inascoltato. Diversi parlamentari hanno già mostrato interesse alla sollecitazione dell’Organizzazione ed hanno previsto iniziative a riguardo sulle Istituzioni comunitarie.

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Giornata Mondiale Ambiente, Confagricoltura: “Mondo agricolo impegnato contro l’inquinamento della plastica”

“A partire dai cittadini fino alle attività economiche occorre un patto per invertire la rotta sulla gestione della plastica partendo della consapevolezza che, a livello mondiale, solo piccole quantità vengono riciclate. Il resto è disperso nell’ambiente, abbandonato in terreni agricoli, fiumi e mari. In questo contesto anche l’agricoltura deve fare la sua parte”. Lo sottolinea Confagricoltura nella ‘Giornata mondiale dell’ambiente’ dedicata in particolare al problema dei rifiuti plastici.

Ad avviso di Confagricoltura occorre dare concretezza allo sviluppo della bioeconomia che a partire dalle biomasse può dar vita a nuovi prodotti che andranno progressivamente a sostituire alcuni utilizzi della plastica, come i materiali biodegradabili che, in agricoltura, possono essere utilizzati ad esempio nella pacciamatura o nella microirrigazione.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha quindi ricordato come, a livello organizzativo, il settore agricolo abbia fatto notevoli passi avanti per una gestione dei rifiuti trasparente, tracciata e orientata al recupero, minimizzando l’avvio in discarica grazie alla creazione dei cosiddetti ‘circuiti organizzati di raccolta’.

Confagricoltura con specifici accordi con le amministrazioni pubbliche e società private da tempo sta dando il suo concreto contributo alla corretta raccolta dei contenitori di prodotti fitosanitari e fertilizzanti. L’obiettivo prioritario è evitare la dispersione nell’ambiente di quelli monouso.

Altro aspetto fondamentale è l’informazione e la formazione degli operatori. Con la partecipazione al ‘Let’s clean up Europe’, l’iniziativa europea dedicata a contrastare l’abbandono dei rifiuti, Confagricoltura si è attivamente impegnata sul territorio con una specifica giornata dedicata alla raccolta straordinaria dei rifiuti plastici, attraverso il coinvolgimento delle imprese ma, soprattutto, delle nuove generazioni sul tema dei rifiuti coinvolgendo, in questo senso, gli studenti degli Istituti agrari.

“È indispensabile rafforzare la ricerca ed il trasferimento delle innovazioni tecnologiche, lo sviluppo di nuovi materiali, l’ecodesign di prodotto per facilitare il riutilizzo e il riciclo”. Motivi per cui Confagricoltura ha scelto di partecipare al progetto europeo ‘REINWASTE’ (REmanufacture the food supply chain by testing INnovative solutions per zero inorganic WASTE) nell’ambito del programma Interreg Med che ha l’obiettivo di testare soluzioni innovative volte alla riduzione dei rifiuti inorganici (film plastici, nylon, coperture per le serre, contenitori dei prodotti fitosanitari e disinfettanti e food packaging) lungo tutta la filiera agroalimentare, con particolare attenzione, per l’Italia, al settore lattiero-caseario.

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