Made in Italy: un fondo a sostegno delle filiere agricole e alimentari DOP e IGP e dei prodotti di IV gamma

Nella legge n. 126 del 13 ottobre 2020 (ex decreto legge n. 104 agosto del 2020), l’articolo 58 ha istituito l’apertura di un Fondo, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con una dotazione di 600 milioni per l’anno 2020, destinato all’erogazione di un contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari anche DOP e IGP, compresi quelli vitivinicoli, al fine di valorizzare la materia prima del territorio.

Nel DL Agosto  – spiega il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova – abbiamo previsto 600 milioni di euro da destinare a bar, pizzerie, ristoranti, mense, servizi di catering continuativi, per l’acquisto di prodotti Made in Italy. L’obiettivo è di assicurare sostegno alle nostre filiere agroalimentari di eccellenza e allo stesso tempo garantire liquidità ai nostri ristoratori in un fase difficilissima”. Per poter accedere al contributo, i soggetti beneficiari devono dimostrare di aver subìto un calo di fatturato e corrispettivi tra marzo e giugno 2020 di almeno tre quarti rispetto al medesimo periodo del 2019. Alle imprese che hanno avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza del suddetto requisito relativo alla riduzione di fatturato e dei corrispettivi.

E’ stato anche istituito l’articolo 58 bis, che prevede un Fondo per la promozione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Il Fondo avrà una dotazione massima di 20 milioni di euro per l’anno 2020 che verranno spese per sostenere interventi di promozione della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma al fine di stimolare la ripresa e il rilancio del relativo comparto e di sensibilizzare i consumatori rispetto ai livelli qualitativi e di sicurezza alimentare di tali prodotti.

Fonte: Mipaaf

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Vino, Confagricoltura: “Sì a una strategia dedicata e condivisa per il settore, ma in tempi rapidi”

“Condividiamo la necessità di una strategia dedicata al comparto vino, condivisa con la filiera, il Mipaaf, il ministero degli Esteri e l’Ice – proposta dalla ministra Bellanova in occasione delle stime vendemmiali 2020 – per una ripresa forte del settore in tempi rapidi”. Lo afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che aggiunge: “Se l’Italia si conferma primo produttore mondiale in termini di volumi, sul fronte export sono necessarie rapidità decisionale e risorse adeguate per migliorare le performance del settore, fortemente penalizzato dal lockdown e dalla pandemia”.

Quindi sì ad una promozione coordinata del vino italiano nel mondo con metodi e strumenti all’avanguardia, ma anche misure più snelle per utilizzare al meglio le risorse.

“L’Ho.Re.Ca – aggiunge Giansanti – rappresenta un canale essenziale per le imprese vitivinicole e ben vengano le attenzioni per il comparto, tuttora in sofferenza”.

Sul fronte della manodopera, le aziende di Confagricoltura ribadiscono la necessità di misure adeguate per sopperire alla mancanza di personale per la vendemmia in corso: “Dalla quarantena attiva a strumenti più snelli per assumere personale: sollecitiamo un pronunciamento del Comitato Tecnico Scientifico – conclude Giansanti – sul protocollo definito tra le parti sociali agricole alla presenza dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, Politiche Agricole e della Salute”.

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Confagricoltura, bene proroga domande ristrutturazione vigneti

Con decreto del 30 agosto 2020 (prot. 9076226) il ministero per le Politiche agricole ha differito dal 30 agosto al 15 settembre il termine ultimo per la presentazione delle domande di ristrutturazione e riconversione dei vigneti che producono vini a denominazione di origine ed a denominazione di origine controllata e garantita; ha quindi fissato al 15 febbraio 2021 la data per la definizione della graduatoria di ammissibilità delle domande di aiuto.

Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento ministeriale che ha pienamente recepito le sollecitazioni dell’Organizzazione nazionale e delle proprie sedi territoriali, rivolte al Mipaaf ed alle Regioni, affinché si spostasse di 15 giorni il termine ultimo, consentendo una più agevole gestione delle domande da parte delle imprese.

Le aziende viticole – informa Confagricoltura – possono chiedere un aiuto economico per gli interventi finalizzati a riconversione varietale, ristrutturazione di vigneti, modifiche delle forme di allevamento e sostituzione di pali e fili.

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Influenza aviaria, arrivano gli indennizzi comunitari per le aziende escluse

“Valutiamo positivamente le misure comunitarie eccezionali a sostegno degli allevamenti italiani colpiti dall’influenza aviaria. Si tratta di un intervento che Confagricoltura aveva fortemente sollecitato, d’intesa con le associazioni di settore UnaItalia e Assoavi. Ringraziamo il ministero delle Politiche agricole per aver recepito con tempestività le nostre istanze ed essere intervenuto efficacemente presso la Commissione UE”. Questo il commento dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli in relazione al regolamento comunitario 2020/1206 che autorizza l’Italia ad ulteriori interventi per le aziende avicole interessate da restrizioni veterinarie.

Di fatto, come richiesto da Confagricoltura, si autorizza il Mipaaf a procedere alla quantificazione dei danni per influenza aviaria per circa 300 aziende rimaste escluse dai precedenti interventi per una serie di problematiche burocratiche e amministrative.

“Attendiamo ora – conclude Confagricoltura – che l’amministrazione proceda con l’attuazione del provvedimento, in modo da consentire alle aziende avicole interessate di predisporre ed inviare la necessaria documentazione attestante il diritto all’indennizzo”.

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Pomodoro da industria, il Mipaaf accoglie le segnalazioni di Confagricoltura sulla mancata raccolta

Con un’apposita circolare, il Ministero delle Politiche Agricole ha autorizzato le Organizzazioni di Produttori ortofrutticole ad attivare, su richiesta, l’intervento di mancata raccolta del pomodoro da industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi “prevenzione e gestione delle crisi di mercato”.

L’intervento accoglie le richieste di Confagricoltura che, in particolare per l’Emilia Romagna, aveva segnalato il deperimento in campo dei pomodori a causa dell’andamento climatico.

Le temperature eccezionalmente elevate delle ultime settimane, affiancate da piogge particolarmente intense e durature, hanno infatti determinato una contemporaneità della fase di maturazione in tutte le zone di produzione, con conseguente impossibilità, da parte delle industrie, di ritirare il pomodoro ormai pronto per la raccolta, dato che gli impianti di trasformazione sono già spinti al massimo delle proprie capacità.

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Si tratta – evidenzia Confagricoltura – di un danno economico ingente per le aziende che, nel Nord Italia, contano quasi 40.000 ettari dedicati, due terzi dei quali nella sola Emilia Romagna.

Confagricoltura esprime pertanto soddisfazione per la tempestività dell’intervento del Mipaaf – grazie al quale ora le OP interessate potranno presentare un’apposita richiesta per le superfici ammesse a beneficiare della misura – mentre valuterà con i tecnici l’efficacia del provvedimento e l’opportunità di eventuali azioni aggiuntive da porre in atto in tutta Italia.

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Confagricoltura: “Troppo caldo anche per i pomodori, lessati in campo e spaccati dalla pioggia”

Salta al Nord la programmazione produttiva del pomodoro da industria con una preoccupante crisi di mercato. Danni anche al Sud

Le alte temperature, minime e massime, della settimana del 26 luglio-2 agosto, hanno praticamente “lessato” in campo i pomodori, nel Nord Italia (ed in particolare in Emilia Romagna, regione vocata a questa coltivazione da industria). La condizione si è ulteriormente aggravata per la successiva perturbazione del 3 e 4 agosto che ha provocato la spaccatura delle bacche. Ma ciò che preoccupa di più è la maturazione in contemporanea del prodotto, la cui raccolta era programmata a scalare per le tre settimane successive.

Confagricoltura pone in evidenza la preoccupante crisi di mercato che si sta registrando per l’oro rosso, nonostante una programmazione produttiva 2020, sia quantitativa sia temporale, ben pianificata da parte degli operatori.

La concentrazione dei periodi di maturazione del prodotto ha mandato in tilt la tempistica della campagna di trasformazione – osserva Confagricoltura -. Le industrie, pur lavorando a pieno ritmo, non sono in grado di assorbire, in un periodo così ristretto, tutto il prodotto già maturo e pronto per la lavorazione.

Il pomodoro maturo, quindi, sta rimanendo in campo, destinato ad essere distrutto. Un danno economico ingente per le aziende che contano, nel Nord Italia, quasi 40mila ettari in produzione, due terzi dei quali nella sola Emilia Romagna.

Per la situazione meteo grandi difficoltà anche nel Sud Italia ed in particolare in Puglia, con condizioni anomale per la raccolta e la consegna del prodotto e con perdita della sua qualità.

Confagricoltura sollecita il ministero per le Politiche agricole ad attivare misure straordinarie di sostegno ai produttori, al Nord come al Sud, per minimizzare il danno dovuto all’andamento meteo climatico straordinario e avverso. Intanto sta monitorando la situazione in tutta Italia, in maniera da sollecitare contromisure adeguate.

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Assemblea Confagricoltura: il settore primario protagonista della ripresa italiana ed europea

Intervento della ministra Bellanova: “L’Italia ha le carte in regola per un futuro verde”

“L’emergenza Coronavirus ha fortemente inciso sugli stili di vita e sulle abitudini dei Paesi che ne hanno subito le conseguenze. Abbiamo di fronte un quadro di crisi nuovo ed inaspettato, non solo dal punto di vista economico, ma anche, e soprattutto, da un punto di vista sociale, culturale e di interazione fra le persone, che rischia di mettere in discussione modelli e condizioni di vita che hanno caratterizzato la nostra epoca.” Con un preciso riferimento alla situazione generata dalla pandemia il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto i lavori dell’assemblea che è svolta mercoledì a Roma, all’Auditorium della Tecnica.

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“La filiera agroalimentare e distributiva ha dato una risposta eccellente durante l’emergenza sanitaria – ha ricordato il presidente Giansanti -. Lo sforzo produttivo è stato portato avanti nonostante le difficoltà operative determinate dalle restrizioni imposte per contrastare l’incremento del contagio da Covid-19, tra cui, prima tra tutti, quella di reperimento della manodopera causata dalle restrizioni imposte alle frontiere. I rifornimenti sono stati assicurati, anche se alcuni comparti hanno sofferto più di altri”.

Confagricoltura si è distinta per la capacità di elaborazione di proposte innovative. Un esempio per tutti: il credito d’imposta. Pensato come meccanismo tecnico per rendere accessibile gli strumenti di Industria 4.0 alle imprese agricole che determinano il proprio reddito a catasto, è diventato con la legge di bilancio 2020 lo strumento di accesso di tutte le imprese italiane a tali fondi.

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Le questioni nuove che oggi si pongono sono quelle della sovranità alimentare e della salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura italiana ed europea: “Un grande Stato deve avere una grande agricoltura – ha sottolineato Giansanti – e l’Italia ha dimostrato di esserlo”

Tra le prossime sfide europee c’è quella ambientale. La Commissione ha presentato due importanti comunicazioni che riguardano il ruolo dell’agricoltura nell’ambito del “Green Deal”: quella “From farm to fork” e quella per la salvaguardia della biodiversità. Sono stati indicati gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 senza uno studio di impatto e senza un programma di accompagnamento, né tantomeno prevedendo il coinvolgimento di altri stakeholder o di altre Istituzioni europee.

“Non è in discussione il traguardo di una crescente sostenibilità ambientale dei processi di produzione – ha detto Giansanti – ma così facendo sussiste il reale rischio che tale riforma possa impattare in modo sostanziale sul settore agricolo europeo. La riduzione della produzione prevista dalle due strategie porterà inevitabilmente ad un aumento delle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, che non sempre rispetteranno gli standard produttivi europei”.

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Concetti condivisi anche dalla ministra Teresa Bellanova, intervenuta in collegamento all’assemblea di Confagricoltura. “E’ necessario – ha detto – far sentire la nostra voce in Europa sul tema della sostenibilità nella produzione agricola, mettendo maggiormente in luce ciò che già oggi i nostri produttori fanno. Come spesso ci siamo ripetuti, a quel futuro verde il nostro Paese arriva con le carte più che in regola, per il suo essere primo al mondo per la biodiversità, per l’agricoltura biologica e l’agricoltura integrata, tra i meglio organizzati sulle attività di economia circolare, tra i più virtuosi per le politiche sulle bioenergie. L’agricoltura industriale ed inquinante non è quella italiana. Lo dobbiamo dire con forza. Certamente possiamo e dobbiamo fare di più ma l’Italia nel campo dell’agricoltura sostenibile può insegnare molto”.

Il presidente Giansanti ha quindi illustrato l’eredità del Coronavirus per il settore primario. “Gli interventi nazionali sono stati ampi ed articolati – ha spiegato – ma purtroppo non hanno trovato raffronto nell’atteggiamento della Commissione europea, che ha messo in campo misure per volumi di risorse davvero esigue. È mancata anche una visione coordinata delle esigenze e degli interventi, non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Un mosaico complesso che ha evidenziato la maggiore o minore propensione delle autorità locali ad impegnarsi per il settore, ma soprattutto ha determinato una difformità di interventi tra settori, territori e comparti che sicuramente non è in linea con i princìpi del mercato unico”.

La crescita dell’economia italiana va inquadrata in un contesto di rafforzamento del processo di integrazione europea. Le proposte sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione per il periodo 2021-2027 prevedono un aumento dei fondi da destinare alla Politica agricola comune (PAC) rispetto al progetto del precedente Esecutivo. Tuttavia, la dotazione del bilancio agricolo resterebbe in termini reali inferiore del 10% a quella assegnata per il periodo di programmazione in scadenza alla fine di quest’anno.

Il sistema agroalimentare e il connesso sistema commerciale dell’Unione ha di fronte alcune situazioni di elevata incertezza. È il caso delle relazioni commerciali con il Regno Unito a conclusione del periodo transitorio fissato per il prossimo 31 dicembre, con il possibile ritorno dei dazi doganali e dei controlli alle frontiere, ma anche la continua minaccia da parte degli Stati Uniti di imposizione di dazi sui prodotti agroalimentari maggiormente importati.

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“Gli imprenditori agricoli – ha concluso Giansanti – hanno bisogno di un quadro di riferimento chiaro, stabile e coerente e di tempi certi nelle prestazioni amministrative, a tutti i livelli”.

Gli obiettivi indicati dal presidente di Confagricoltura sono digitalizzazione e innovazione dei processi di produzione; modernizzazione delle infrastrutture; ricerca; semplificazione burocratica; politiche del lavoro; internazionalizzazione e promozione del Made in Italy; formazione e informazione al consumatore; valorizzazione delle aree interne; sviluppo sostenibile, ambiente e transizione energetica.

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“Pronto? Sono Teresa”: il ministro Bellanova chiama l’azienda florovivaistica La Mediterranea di Acate

“Pronto? Sono Teresa…”. È iniziata così la telefonata ricevuta poche ore fa dagli amministratori dell’azienda floricola ‘La Mediterranea’ di Acate, associata a Confagricoltura Ragusa, da parte del ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova.

Una telefonata per esprimere la propria vicinanza umana ed istituzionale nei confronti di un’azienda che sta subendo, come tutto il comparto florovivaistico italiano, gli effetti economici pesantissimi dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. Ma non solo. Il ministro ha telefonato anche per complimentarsi per l’iniziativa portata avanti da “La Mediterranea” insieme all’associazione siciliana dei florivivaisti e in collaborazione con i commercianti: mettere fiori davanti ai negozi di generi alimentali e anche davanti le edicole, affinché ognuno possa prendere un mazzo e abbellire la propria casa.

L’azienda floricola siciliana ‘La Mediterranea’ si estende per circa 100 ettari e produce crisantemo programmato a ciclo continuo dà lavoro a circa 200 persone, molte delle quali straniere, perfettamente integrate con i dipendenti italiani e con il territorio in cui vivono.

Teresa Bellanova ha ritenuto opportuno complimentarsi personalmente per quella bella iniziativa di solidarietà proprio da parte di chi ha subito un colpo gravosissimo dall’emergenza in atto. E noi vogliamo ringraziarla pubblicamente, anche a nome della famiglia Gurrieri, per la sua sensibilità e per la sua vicinanza.

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Florovivaismo, il ministro Bellanova scrive al premier per chiedere provvedimenti urgenti sollecitati da Confagricoltura

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Bene la lettera del ministro. Adesso ci aspettiamo interventi solerti e concreti da parte del governo”

“Vi scrivo per segnalarvi le difficoltà di uno dei comparti agricoli nei quali stiamo registrando il più alto livello di danni: quello del florovivaismo. Si tratta di un settore che conta oltre 24mila imprese, con oltre 2,5 miliardi di fatturato e migliaia di lavoratori”: questi alcuni passaggi della lettera inviata oggi dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, al premier Conte per chiedere interventi concreti e urgenti a sostegno del comparto florovivaistico.

“Oggi – continua il ministro nella sua missiva – è completamente fermo, come purtroppo numerose altre attività. Come Ministero interverremo con gli strumenti per agevolare il credito e con le garanzie Ismea rafforzate col decreto Cura Italia, ma non è sufficiente”.

“Mi preme sottolineare – aggiunge il ministro – che parliamo di un prodotto deperibile, già programmato e che avrebbe un costo di smaltimento imputato a carico delle aziende e dei consorzi che già oggi sono in difficoltà. Per questo vi chiedo di attivare insieme un’azione straordinaria con un intervento risarcitorio per imprese che segnalano già una perdita di reddito che va oltre i 250 milioni di euro”.

“Allo stesso modo – conclude la Terranova – credo vada approfondita la possibilità di consentire la vendita dei prodotti florovivaistici all’interno dei garden center o ipermercati in condizioni di sicurezza per le persone che vi lavorano e per i cittadini. È una possibilità che vi chiedo di tenere in considerazione nelle decisioni che verranno prese in queste ore”.

Soddisfazione esprime il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè: “Bene la lettera del ministro che ha ascoltato le sollecitazioni che sono arrivate dalla nostra Organizzazione, anche dall’Unione Provinciale di Ragusa. Come ho avuto modo di denunciare pubblicamente in queste ore il comparto è in ginocchio con numeri che raccontano un disastro.

“Adesso – conclude il presidente Pirrè – ci aspettiamo interventi puntuali e solerti da parte del governo nazionale”.

 

Ragusa, 20 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Settore florovivaistico in ginocchio, Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Collasso totale, occorrono interventi urgenti”

Fiori e le piante non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità

“Mercato florovivaistico fermo, totale azzeramento degli eventi, chiusura dei mercati ambulanti rionali, numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione e a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale: questa la condizione del mercato florovivaistico nel Ragusano, come nel resto d’Italia. Abbiamo fatto appena il punto con i soci che operano nel settore che ci riferiscono di un crollo totale del mercato, con numeri che si avvicinano al 100%. Occorrono interventi straordinari e urgenti da parte del governo per sostenere l’intero comparto florovivaistico”: così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.

Confagricoltura Ragusa saluta positivamente la lettera inviata nelle ore scorse al ministro Teresa Bellanova per chiedere interventi immediati da parte del coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Perdere la stagione primaverile significherebbe dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a produzioni esclusivamente primaverili.

Il florovivaismo italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale.

È chiaro che i fiori e le piante in questo momento non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per produrre e mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità.

“È fondamentale lavorare, come giustamente richiesto da Agrinsieme – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – per consentire che il comparto possa beneficiare di moratorie su mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende, cassa integrazione per i lavoratori in deroga alle attuali regole, rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte, sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative; è inoltre fondamentale garantire lo sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria di PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti e, al termine del periodo di emergenza, portare avanti un’ampia campagna di sensibilizzazione della popolazione”.

 

Ragusa, 14 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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