Censimento, l’Istat fotografa il processo di rafforzamento imprenditoriale del settore primario

Il VII Censimento generale dell’agricoltura dell’Istat “fotografa” il processo di rafforzamento imprenditoriale del settore primario: aziende sempre più grandi e strutturate, gli investimenti in innovazione e digitale spingono verso l’agricoltura del futuro.

Dai dati presentati oggi emerge chiaramente il profilo dell’azienda agricola del futuro, con elementi valorizzati più volte da Confagricoltura: imprese di dimensioni maggiori rispetto al passato, che mettono al centro della propria strategia le innovazioni e il digitale. Imprese impegnate nella diversificazione delle proprie attività, a partire dalla produzione di energia rinnovabile.

Il processo in atto – evidenzia Confagricoltura – è testimoniato dalla riduzione del numero di aziende dal 2010 al 2020 (- 29,9%) a fronte di un aumento delle dimensioni, con il traguardo storico di 11 ettari in media per impresa. Senza però dimenticare che, aldilà della posizione in ambito europeo in termini di estensione media delle aziende, l’agricoltura italiana è al primo posto per creazione di valore aggiunto.

Strutture aziendali più organizzate portano anche un innalzamento dell’offerta di lavoro. L’Istat descrive un settore in cui il lavoro familiare resta prevalente, ma che vede una crescita interessante di quello salariale.

Dall’indagine emerge con chiarezza un modello di impresa che coincide, sostanzialmente, con quello a cui guarda Confagricoltura, che tuttavia avverte: “Bisogna allungare il passo. Ad esempio è ancora limitata la presenza di giovani agricoltori che, insieme all’imprenditoria femminile, sono in grado di dare una maggiore spinta verso la modernizzazione”.

L’ultimo Censimento – conclude Confagricoltura – descrive un mondo agricolo vitale e orientato allo sviluppo sostenibile, che può ancora crescere per conquistare nuovi spazi sui mercati interni e a livello internazionale.

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“La transizione dell’agricoltura siciliana: imprese e politica a confronto”: convegno organizzato da Confagricoltura Sicilia con esponenti regionali e nazionali

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“La voce degli agricoltori”, intervenuti al convegno di Confagricoltura Sicilia sul tema della ‘transizione’, ha raccontato di un settore primario segnato da grandi incertezze e preoccupazioni per il futuro. In particolare per il vino, ma anche per gli agrumi, per l’ortofrutta e per il settore lattiero-caseario: nell’arco di pochi giorni sono stati cancellati diversi canali commerciali costruiti nell’arco di decenni e con il dispiego di ingenti risorse. L’esempio più evidente menzionato è stato quello del bando per la promozione del vino nei Paesi Terzi, la cui graduatoria definitiva regionale è stata approvata il mese scorso, che nel novero dei Paesi a cui indirizzare le iniziative elencava ben sette regioni della Russia. Poi l’aumento sconsiderato dei costi di produzione, specialmente quelli energetici e dei concimi, rischia poi di far saltare i conti della gran parte delle aziende siciliane, specialmente di quelle che hanno investito per l’innalzamento della qualità, per la salvaguardia ambientale e per il rispetto degli accordi sindacali.

Su tutte le produzioni siciliane pesa poi, come un macigno, la distanza geografica dai principali mercati nazionali ed esteri. Una distanza che, ad ogni incremento del costo del carburante e dei pedaggi, allontana ancora di più l’isola dal resto dell’Europa.

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“Stiamo scoprendo il lato oscuro della globalizzazione – ha affermato il presidente degli      agricoltori siciliani, Rosario Marchese Ragona, nell’introdurre i lavori del convegno -. Quello che chiediamo con forza alle istituzioni comunitarie, nazionali e regionali – ha aggiunto Marchese Ragona – è la messa in campo di risorse ed energie ma anche, e soprattutto, un cambio di passo per quel che riguarda l’individuazione delle nuove linee di sviluppo e il completamento della dotazione strutturale ed infrastrutturale della Sicilia”.

 

 

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A indicare le coordinate della nuova rotta da seguire per uscire dalla tempesta perfetta è stato il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Un importante passo avanti – ha esordito – è stato fatto con la liberalizzazione delle aree di interesse ecologico in cui potranno essere anche coltivati i cereali e non solo le colture azotofissatrici (soia, erba medica, leguminose foraggere), come inizialmente proposto dalla Commissione europea. In aggiunta alla massima flessibilità per la crescita delle produzioni, abbiamo chiesto un intervento finalizzato a compensare l’aumento senza precedenti dei costi di produzione delle imprese agricole. Finora la Commissione ha proposto di fare ricorso alla riserva di crisi, che è alimentata dalle trattenute sugli aiuti diretti della PAC. Occorre, invece – ha aggiunto Giansanti –  mobilitare maggiori fondi nel bilancio dell’Unione in misura proporzionata alla gravità della crisi e alla necessità di garantire ai cittadini europei la sicurezza alimentare. Il nostro auspicio è che questo conflitto alle porte dell’Europa si concluda prima possibile, ma verosimilmente le conseguenze sui mercati agricoli si estenderanno fino al prossimo anno. Alle Istituzioni UE abbiamo anche sollecitato un’iniziativa comune per assicurare agli agricoltori la copertura del fabbisogno di sementi e fertilizzanti, scongiurando il rischio del blocco delle forniture, oltre a un monitoraggio europeo delle scorte dei prodotti primari dell’agricoltura”.

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In precedenza l’appello lanciato dal presidente Rosario Marchese Ragona, per un cambio di passo di tutte le amministrazioni pubbliche, era stato accolto dal presidente della Regione, Nello Musumeci. Intervenendo, anche per i numerosi Assessori Regionali presenti ai lavori, ha evidenziato il massimo sforzo profuso dal governo regionale finalizzato all’impegno dei fondi strutturali per oltre un miliardo di euro.

Presenti ai lavori del convegno il vice presidente e assessore all’Economia, on. Gaetano Armao, l’assessore all’Energia on. Daniela Baglieri, l’on. Salvatore Cordaro, assessore al Territorio e Ambiente, l’on. Marco Zambuto, assessore alle Autonomie Locali, l’on. Tony Scilla, assessore all’Agricoltura.

Il sottosegretario del ministero ai Trasporti Giancarlo Cancelleri ha toccato l’annosa questione della mobilità interna assicurando tutti gli sforzi possibili per la chiusura, in tempi brevi, dei cantieri ancora aperti da diversi decenni.

Il Dirigente generale dell’assessorato, Dario Cartabellotta, ha evidenziato la necessità di una riflessione sugli orientamenti della nuova programmazione comunitaria post 2022; programmazione che, ancor prima di partire dopo i rinvii dovuti all’emergenza covid, risulta essere già obsoleta a causa dei recenti eventi verificatisi nello scacchiere internazionale, facendo una riflessione in merito alla consapevolezza che l’aumento dei prezzi delle materie prime rischia di rallentare anche la spesa comunitaria.

Particolarmente seguito è stato l’intervento di Luigi Polizzi, Dirigente generale del ministero dell’Agricoltura responsabile delle politiche internazionali ed europee.

Degli strumenti messi a disposizione degli agricoltori in materia di credito e formazione hanno parlato rispettivamente Roberto Cassata, dirigente di Unicredit, e Rosario Trovato, amministratore delegato della Digital Smart Academy.

 

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8 Marzo 2022: le potenzialità del PNRR per il superamento del “gender gap” e per uno sviluppo inclusivo a Ragusa

Oggi è la giornata della donna ma ancora vi sono in Italia differenze di genere rilevanti e gravi che caratterizzano la nostra quotidianità. Basti pensare al mercato del lavoro, alla risorsa inespressa della imprenditoria femminile, alla partecipazione della donna a processi decisionali e vertici aziendali ed istituzionali, alla violenza di genere che rimane sempre un fenomeno presente e ancora in parte sommerso nonostante sia aumentata l’attenzione sul tema.

Se da un lato la crisi pandemica ha contribuito anche ad amplificare queste diseguaglianze rilevanti, che hanno limitato la tenuta sociale ed economica del paese, dall’altro ha conseguito come risultato la stesura di un nuovo “New Deal”, prima europeo ed ora italiano con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si presenta per tutti noi, uomini e donne, una grande occasione; ed è arrivato forse il momento di dare una smossa e superare il “gender gap” con una politica di parità e inclusione in netta discontinuità con il passato, che crei benessere e crescita economica sostenibile e di lunga durata, sia ambientalmente che socialmente .

Ma quale contributo può dare i PNRR?

Il Next Generation EU individua infatti nel superamento della disparità di opportunità tra uomini e donne nell’affermarsi nel lavoro e nelle professioni uno degli obiettivi da cogliere per avviare l’Europa verso uno sviluppo sostenibile, giusto e duraturo.

Questo obiettivo è quindi presente ed espressamente previsto nel PNNR italiano: “In particolare, si possono individuare interventi del Piano classificabili come misure “mirate alle donne” (pianificate cioè con l’obiettivo specifico di intervenire in favore delle donne) e altri come misure “indirettamente riconducibili alla riduzione delle diseguaglianze” (ossia che potrebbero avere un impatto, anche indiretto, nella riduzione delle disuguaglianze a sfavore di donne). Prendendo a riferimento le sole risorse del PNRR è emerso che gli interventi mirati alle donne e quelli che potrebbero avere riflessi positivi, anche indiretti, nella riduzione dei divari attualmente presenti a favore delle donne rappresentano oltre il 20% del totale (circa 38,5 miliardi)”. (fonte MEF)

Il PNRR, ma soprattutto la sua migliore attuazione come ci auguriamo accada, rappresenta quindi per il nostro territorio ragusano ed il suo tessuto produttivo una grande opportunità. Ma condizione che tutti sappiano creare una rete di comunità territoriale in modo da elaborare e presentare progetti, ad esempio, in materia di welfare per le famiglie, sulla conciliazione temi di vita e di lavoro per le donne, formazione e crescita professionale, supporto alle start up e consolidamento di imprese al femminile. Temi tutti che per le loro peculiarità possono candidarsi credibilmente ad intercettare le rilevanti risorse del PNRR.

Un impegno importante, forse un’occasione unica, su cui è giusto aspettarsi l’impegno di tutti: imprenditori, lavoratori, rappresentanze di questi, autorità pubbliche locali e regionali, società civile, mondo del volontariato sia esso laico che espressione della comunità diocesana.

Confagricoltura Ragusa, che per la sua storia, le specifiche economiche e sociali del territorio, per  la vocazione di cui ha già dato prova di saper essere attore, con altri, di progetti e proposte a carattere sociale e di inclusione vocati alla buona crescita economica, farà la sua parte.

Facciamo sì tutti insieme che questo otto marzo non sia una sterile ricorrenza, ma un’occasione di una riflessione nuova che, muovendosi tra parità di genere e sviluppo sostenibile, apra la strada a progetti ed azioni concrete e partecipate da una comunità locale ampia, inclusiva e solidale; che veda nella coesione territoriale indirizzata ad uno sviluppo equo e sostenibile l’unica leva di progresso sociale che possa annullare qualsiasi forma di disparità ad iniziare da quella di genere.

 

Paola Gurrieri

Confagricoltura Ragusa

 

Fonte: Insieme Ragusa

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Il modello HubFarm a Expo Dubai. Giansanti: “Così innovazione e sostenibilità vanno di pari passo”

Il settore primario non dovrà essere capace soltanto di rispondere alla crescente domanda globale di cibo e di materie prime per industria e costruzioni: agricoltura e silvicoltura sono chiamate anche a svolgere un ruolo importante nel settore energetico. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha dedicato a questa sfida il suo intervento al seminario “Italian technologies for sustainable agriculture an circular economy”, organizzato all’Esposizione universale di Dubai dall’agenzia ICE, in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e con il commissariato generale dell’Italia per Expo Dubai.

“Si deve innovare e competere sui mercati internazionali con produzioni di alta qualità, attente al loro impatto sull’ambiente. Oggi la tecnologia – ha commentato Giansanti – ci permette di preservare la fertilità dei terreni e di intervenire sulla quantità di carbonio immesso in atmosfera. Un’economia circolare è possibile e i nuovi strumenti dell’agricoltura di precisione lo dimostrano”.

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Il seminario dell’Ice è stato anche l’occasione per illustrare il progetto di Confagricoltura “HubFarm” quale esempio di applicazione concreta dei Big Data. Forte del know-how di Microsoft, la piattaforma in costruzione consentirà di semplificare i processi burocratici e di espandere l’analisi dei dati relativi alle produzioni agricole. Ne deriveranno servizi fatti su misura delle necessità della singola azienda per intervenire in modo puntuale sulle fasi dei processi produttivi, di cui si potrà certificare la tracciabilità attraverso la tecnologia della blockchain.

“L’agricoltura italiana si muove nel contesto economico nazionale ed europeo con lo sguardo rivolto alle opportunità offerte dai mercati asiatici – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura –. HubFarm sarà l’ecosistema digitale di una filiera che coinvolge operatori agricoli, incubatori tecnologici e i settori della ricerca e della logistica”.

 

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AGRI100: l’indagine di Reale Mutua e Confagricoltura conferma l’impegno delle imprese per la sostenibilità del settore primario

Il rapporto, curato da Innovation Team, si allarga a oltre duemila aziende agricole italiane.

 

Roma, 1° febbraio 2022 – Questa mattina, al Museo dell’Ara Pacis di Roma, è stata presentata la seconda edizione del Rapporto di Agricoltura100, l’iniziativa di Reale Mutua e Confagricoltura nata nel 2020, volta a promuovere il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile e al rilancio del Paese.

L’indice AGRIcoltura100 misura il livello di sostenibilità dell’impresa considerando il numero e l’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree.

Rispetto al periodo pre-Covid e la conseguente crisi economica, gli imprenditori dichiarano che nella loro azienda è decisamente aumentata l’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale (56,7%), alla sostenibilità sociale (47,9%), alla gestione del rischio e delle relazioni di filiera (45,0%).

Da sin.: La giornalista Lavinia Spingardi, il ministro Patuanelli, Giansanti, Filippone e Viora
Da sin.: La giornalista Lavinia Spingardi, il ministro Patuanelli, Giansanti, Filippone e Viora

Dal report emerge la profonda consapevolezza delle imprese del mutamento che il settore agricolo sta vivendo e la necessità di modelli produttivi sempre più orientati alla sostenibilità e fortemente proiettati all’innovazione. 

L’interdipendenza tra sostenibilità e innovazione tecnologica è ormai un dato assodato. Lo dimostrano i risultati, primi fra tutti quelli relativi ai livelli di sostenibilità raggiunti nell’arco del 2021: le imprese con un livello alto e medio-alto sono passate dal 48,1% al 49,1% del totale; le attività con un livello di sostenibilità ancora embrionale o limitato, invece, scendono dal 17 al 12,7 punti percentuali. Parte di queste si sono spostate nella fascia di livello medio, che passa dai 34,5 punti percentuali ai 38,2.

Il drastico ridimensionamento del livello basso è un chiaro segnale del cambiamento di paradigma in atto.

Indicativi dell’attenzione del settore primario ai temi ambientali, sociali e di governance sono anche i risultati dell’indagine sulle aree interessate dalle iniziative imprenditoriali. Al primo posto troviamo gli interventi di miglioramento nell’utilizzo delle risorse come l’acqua, il suolo e l’energia (98,8%). Seguono la tutela della qualità e della salute alimentare (91,5%); al terzo posto c’è la gestione dei rischi (76,5%); al quarto e al quinto: la tutela della sicurezza sul lavoro (66,8%) e la valorizzazione del capitale umano (64,4%).

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Metodologia dell’indagine

Il rapporto di Agricoltura100 è stato realizzato da Innovation Team, società del Gruppo Cerved. Hanno partecipato 2.162 imprese, +16,9% rispetto a quelle della prima edizione.

I dati rilevati sono stati espansi sull’universo delle circa 715 mila imprese agricole attive iscritte alle Camere di Commercio, applicando coefficienti basati su tre variabili: area geografica, dimensione aziendale, specializzazione produttiva.

Il modello di scoring, elaborando ben 234 variabili, attribuisce a ogni impresa che ha partecipato all’indagine un punteggio su scala da 0 a 100, l’Indice AGRIcoltura100, che misura il livello generale di sostenibilità dell’impresa. Confluiscono in questo punteggio quattro indici parziali, relativi ad altrettante aree di sostenibilità ESGD: sostenibilità ambientale (E), sostenibilità sociale (S), gestione dei rischi e delle relazioni (G) e qualità dello sviluppo (D).

Il ministro Patuanelli e il presidente di Confagricoltura Giansanti
Il ministro Patuanelli e il presidente di Confagricoltura Giansanti

 

I vincitori

La classifica generale della seconda edizione di Agricoltura100 ha selezionato tre aziende vincitrici:

1. Cantina Produttori Valdobbiadene (Valdobbiadene, TV, Veneto). Attività: Viticoltura

2. Iori Srl (Avezzano, AQ, Abruzzo). Attività: Ortive

3. Società Agricola F.lli Robiola Paolo e Lorenzo (Caluso, TO, Piemonte). Attività: Mista

Sono state riconosciute, inoltre, 6 menzioni speciali:

 

Attenzione all’impatto ambientale:

Arnaldo Caprai Srl (Montefalco, PG, Umbria). Attività: Viticoltura

 

Qualità e salute alimentare:

Società Agricola Barberani & C. (Orvieto, TR, Umbria). Attività: Viticoltura

 

Gestione del rischio e protezione dei lavoratori:

Società Agricola Eredi Scala Ernesto & C. (Caorle, VE, Veneto). Attività: Viticoltura

 

Rapporti con le reti, la filiera e la comunità locale:

Agricola Lenti Società Cooperativa (Lamezia Terme, CZ, Calabria). Attività: Mista

 

Qualità del lavoro e occupazione dei giovani:

Ronco Calino Società Agricola Srl (Adro, BS, Lombardia). Attività: Viticoltura

 

Agricoltura al femminile:

Azienda Agricola Fagiolo di Laura e Antonella Fagiolo (Fara Sabina, RI, Lazio). Attività: Olivicoltura

 

“Reale Mutua è da sempre vicina all’agricoltura, settore trainante dell’economia del nostro Paese – ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua – lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e la centralità delle persone, sono il fulcro del modo di fare impresa di Reale Mutua e Confagricoltura. Attraverso AGRI100 e le altre iniziative oggetto della partnership intendiamo generare impatti positivi, misurabili e addizionali coniugando innovazione e human touch”.

“La seconda edizione dell’indagine dimostra con ancora più evidenza che la sostenibilità e l’innovazione sono fortemente connesse. Inoltre, le misure volute da Confagricoltura per il rinnovamento tecnologico del settore primario con Agricoltura 4.0, stanno accompagnando con successo le imprese agricole verso una maggiore competitività anche sul fronte della sostenibilità ambientale – ha affermato il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Confagricoltura e Reale Mutua sono impegnate da tempo in un’azione comune e concreta per lo sviluppo di modelli produttivi al passo con i tempi e attenti alla persona. E su questa strada vogliamo continuare”.

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Giornata Internazionale Antispreco, Agrinsieme: sperpero zero, ma anche fame zero e sostenibilità

Domani, 29 settembre, si celebra la seconda “Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari”, proclamata dalle Nazioni Unite per sensibilizzare il mondo intero, cittadini e Istituzioni, sulla centralità della questione dello sperpero di cibo e sulle sfide più rilevanti da affrontare per favorire un’economia sostenibile e circolare per il futuro del Pianeta. In occasione della giornata di sensibilizzazione il coordinatore di Agrinsieme, Massimiliano Giansanti, è intervenuto – a Roma, presso l’Associazione della Stampa Estera – alla presentazione del primo Rapporto globale sulla relazione tra cibo e spreco di ‘Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability’, con un’indagine in otto Paesi (Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Canada, Cina).

 

L’Italia è tra i Paesi più attenti allo spreco alimentare e alle corrette abitudini alimentari, tanto che nel 2020 ha sprecato l’11,78% di cibo in meno rispetto all’anno precedente. Per Agrinsieme – il coordinamento che riunisce Cia Agricoltori, Confagricoltura Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari – si tratta di un importante passo avanti, che non deve però fare abbassare la guardia su un fenomeno che resta comunque ancora diffuso e non riguarda solo il consumo domestico, ma l’intera filiera agroalimentare, lungo la quale ci sono ancora troppe dispersioni. Ha ribadito il contributo fondamentale che possono dare le imprese agricole nella lotta allo sperpero e nell’attuazione del Piano nazionale contro gli sprechi alimentari, di cui il nostro Paese si è dotato già da qualche anno. L’agricoltura da sempre applica i principi dell’economia circolare, cercando di riutilizzare gli scarti, con la consapevolezza che ciò avviene sempre attraverso l’uso di risorse naturali ed energetiche, che non vanno sprecate.

 

L’obiettivo dell’agricoltura però, non è solo quella dello ‘spreco zero’, ma anche della ‘fame zero’ e della sostenibilità. Agrinsieme ha ricordato come nel 2050 gli abitanti sulla Terra saranno circa 10 miliardi; la crescita demografica richiederà una significativa crescita produttiva di alimenti che – nonostante si facciano già sentire gli effetti dei cambiamenti climatici – dovrà essere sempre di più coniugata con il rispetto delle risorse naturali. La sfida sarà di produrre di più, in quantità e qualità, ma con minore impatto sulle risorse naturali e senza aumentare la SAU. Bisogna però garantire un’equa redistribuzione nella filiera della ricchezza che proviene dalla produzione, trasformazione e commercio del cibo – come è chiaramente scritto nel Green Deal e nella Strategia Farm to Fork – avendo uno sguardo non solo europeo ma mondiale. In questo senso l’Europa si è dotata di un regolamento contro le pratiche sleali nel commercio che potrebbe essere la base per leggi internazionali.

 

Allo stesso tempo – ha concluso Agrinsieme – andrà preservata la dieta mediterranea, che fa bene alla salute, che si poggia sul modello produttivo della grande ricchezza della biodiversità, ma che non può essere messa in discussione da stili nutrizionali dannosi, cibi sintetici ed etichette fuorvianti.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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G20 Firenze, il ministro Patuanelli in visita al Padiglione Agrinsieme: “Le sfide della sostenibilità e della fame zero si vincono insieme”

“Il futuro dell’agricoltura è oggi, perché il pianeta non aspetta. Dobbiamo produrre più cibo per la crescente popolazione mondiale, ma dobbiamo farlo riducendo l’impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare insieme, sfruttando l’innovazione e la tecnologia che possono dare risposte importanti”.

Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, in visita a Firenze al padiglione di Agrinsieme in Piazza della Repubblica, dove ha incontrato i vertici di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e dialogato in un incontro pubblico con il coordinatore, Massimiliano Giansanti.

“Esiste un modello Italia nella sfida della sostenibilità – ha detto Giansanti – e noi agricoltori vogliamo continuare a dare un contributo concreto, garantendo cibo e presidio del territorio, ma anche preservando il reddito delle imprese, perché senza le imprese agricole non si può sfamare il pianeta”.

La visita del ministro Patuanelli corona il percorso di confronto sul tema dell’agricoltura sostenibile che ha visto ieri i quattro presidenti delle sigle di Agrinsieme impegnati all’Open Forum al Teatro della Pergola, nelle varie sessioni sulla produttività dei sistemi agroalimentari, la crescita economica inclusiva, la sostenibilità ambientale e la cooperazione internazionale.

Questa le sfide che i protagonisti dell’Open Forum hanno affrontato congiuntamente in una logica inedita di confronto aperto pubblico-privato, dove i rappresentanti delle imprese agricole hanno indicato ai responsabili istituzionali la loro visione e le loro esigenze per contribuire in maniera costruttiva all’elaborazione della dichiarazione finale del vertice, attesa per domani.

L’invito di Agrinsieme ai protagonisti istituzionali del G20 è quindi di proseguire nel coinvolgimento delle organizzazioni degli agricoltori, e in generale del partenariato privato, che sicuramente potrà continuare a fornire considerazioni ed elementi utili di valutazione per queste complesse problematiche.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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Anche per il 2021 Ragusa ottiene la bandiera di Spighe Verdi. Pirrè (Confagricoltura): “Premiato un modello vincente di sviluppo e di gestione del territorio”

Anche per il 2021 il comune di Ragusa ottiene il prestigioso riconoscimento de “Le Spighe Verdi”. È l’unico comune in Sicilia delle 59 località rurali italiane (l’anno scorso sono state 46) che potranno fregiarsi, in questa sesta edizione, del riconoscimento che premia i borghi sostenibili: 18 sono i nuovi ingressi, 5 i Comuni non confermati.

Spighe Verdi è un programma nazionale della FEE – Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

“Non possiamo che essere soddisfatti di questo risultato – commenta il presidente di Confagricoltura Ragusadott. Antonino Pirrè – che, anche per quest’anno, premia il modello Ragusa, unico comune in Sicilia per il 2021 ad ottenere la bandiera di Spighe Verdi, sinonimo di rispetto dell’ambiente e di gestione virtuosa del territorio. Un plauso all’amministrazione Cassì per la dedizione con cui porta avanti politiche di sviluppo sostenibili”.

“Ricordiamo – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – che tra gli indicatori presi in considerazione ci sono la partecipazione pubblica, l’educazione allo sviluppo sostenibile, il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura, la qualità dell’offerta turistica, l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata, la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio, la cura dell’arredo urbano, l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Insomma, Ragusa si conferma comune esemplare di una Sicilia che funziona e in grado di mettere in moto processi virtuosi per le comunità locali”.

Spighe Verdi è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione.

L’iter procedurale, certificato ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla Commissione di Valutazione il raggiungimento del risultato finale. Nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti istituzionali, tra i quali il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; il Ministero per il Turismo; l’ISPRA e Confagricoltura.

Spighe Verdi si basa sull’esperienza trentennale di FEE, presente in 77 Paesi, nella gestione del programma internazionale Bandiera Blu, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.

Le Spighe Verdi 2021 sono state assegnate in 14 Regioni. Cresce il Piemonte che arriva a ottenere il maggior numero di riconoscimenti con 10 Spighe Verdi: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Cherasco, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo, e Volpedo. Subito dopo le Marche, con 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo; segue la Toscana con 7 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Grosseto, Massa Marittima. Con 6 località seguono la Calabria e la Puglia. Per la Calabria: Belcastro, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce. Per la Puglia: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Ostuni, Troia. Con 5 località segue il Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Sabaudia. La Campania riceve 4 riconoscimenti Spighe Verdi: Agropoli, Capaccio Paestum, Massa Lubrense, Positano. Seguono Abruzzo e Umbria con 3 Spighe Verdi. Per l’Abruzzo: Gioia dei Marsi; Giulianova, Tortoreto; per l’Umbria: Deruta, Montefalco, Todi. Il Veneto vanta due località: Montagnana e Porto Tolle. Vi è un Comune rurale Spiga Verde in Emilia-Romagna (Parma), in Liguria (Lavagna), in Lombardia (Sant’Alessio con Vialone) e in Sicilia, appunto, Ragusa.

Ragusa, 28 luglio 2021

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Nasce a Ragusa la prima comunità energetica agricola italiana di autoconsumo collettivo

Il progetto coinvolge un gruppo di aziende agricole ragusane capitanate dalla Società Consortile “La Mediterranea”

Ragusa ospiterà la prima comunità energetica agricola italiana di autoconsumo collettivo: il progetto, supportato da Enel X con la collaborazione della Banca Agricola Popolare di Ragusa, prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 200kW e della piattaforma tecnologica per la gestione della comunità energetica, che verrà messa a disposizione di un gruppo di aziende ragusane attive nel settore agricolo e capitanate da La Mediterranea Società Consortile Agricola, associata a Confagricoltura Ragusa.

La comunità energetica, costituita da una pluralità d’imprese che occupano un’estensione territoriale pari a 60 ettari, potrà così condividere virtualmente i propri consumi d’energia, ottenendo incentivi statali ventennali da redistribuire a vantaggio di tutti gli iscritti e riducendo significativamente le proprie emissioni di gas serra, con benefici economici e vantaggi ambientali per tutto il territorio.

Il progetto è stato presentato ieri, venerdì 18 giugno, presso il Poggio del Sole a Ragusa. Tra i qualificati relatori che hanno partecipato all’evento di presentazione, il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, e la responsabile nazionale Energia e Clima di Confagricoltura, dott.ssa Roberta Papili.

“Un progetto davvero interessante – dichiara il presidente Pirrè – nel quale siamo coinvolti attraverso un’azienda associata alla nostra Organizzazione di categoria, la società consortile La Mediterranea, a testimonianza della sensibilità dei nostri imprenditori nei confronti dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Grazie a questo progetto, nascerà la prima comunità energetica aperta alle PMI del comparto agricolo: un modello di eccellenza di cui essere fieri e da esportare nel resto del Paese”.

La dott.ssa Roberta Papili, responsabile nazionale Energia e Clima di Confagricoltura, che ha partecipato da remoto, ha sottolineato come l’ulteriore crescita delle agro-energie e lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo rappresentino elementi centrali per la sostenibilità delle produzioni agricole e strumenti di competitività, plaudendo al progetto esemplare di Bapr ed Enel X.

L’impianto fotovoltaico produrrà più di 300 MWh e immetterà in rete più di 240 MWh che saranno condivisi al 100% dalle Aziende iscritte che fanno parte dello stesso condominio di impresa.

Enel X garantirà la gestione tecnico economica pluriennale della comunità fornendo la sua piattaforma digitale e le sue tecnologie innovative con l’obiettivo di assicurare, tramite app e report periodici, un continuo monitoraggio in tempo reale dello stato di salute della condivisione energetica e individuare eventuali soluzioni per migliorare la quantità di energia condivisa, stimolando gli iscritti ad elettrificare i propri consumi rendendoli sempre più sostenibili.

Il progetto comporterà benefici ambientali, economici e sociali: grazie all’impianto fotovoltaico, sarà evitata la produzione di 121 tonnellate di CO2 l’anno, mentre la comunità potrà beneficiare di nuovi incentivi economici ventennali, generati dal processo di condivisione collettiva dell’energia.

 

Ragusa, 19 giugno 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

 

 

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Giornata mondiale dell’Ambiente, Confagricoltura: “Ricreare un nuovo rapporto Uomo-Natura. Presto il libro bianco del Verde”

Oggi, 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, i riflettori sono puntati sul “Ripristino degli Ecosistemi”. Confagricoltura sottolinea l’importanza di un rapporto equilibrato fra uomo e natura, messo ancora più in luce dalla pandemia.

“Il Green New Deal, la strategia sulla biodiversità e il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema – sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – rilanciano il ruolo degli agricoltori e degli operatori del settore primario e del verde pubblico e privato, che diventa centrale per il raggiungimento di questi obiettivi”.

D’altronde, rimarca Confagricoltura, l’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità e con livelli elevatissimi di specie esclusive del nostro territorio. Per quanto riguarda le aree protette, poi, siamo già in linea con gli obiettivi europei del 30%. In particolare la Rete Natura 2000 e il Sistema delle aree protette italiane sono tra i più estesi d’Europa, con circa 9 milioni di ettari, pari a circa il 30% dell’intera superficie nazionale.

Ma non solo. Negli ultimi 50 anni la superficie forestale nazionale è più che raddoppiata, passando da 5 a circa 12 milioni di ettari (di cui il 65% gestito da privati), mettendo in luce l’importanza delle attività selvicolturali.

“Confagricoltura inoltre, insieme ad Assoverde, ha intrapreso un percorso finalizzato proprio a ricreare un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura – conclude Giansanti -. Abbiamo fortemente voluto un ‘Libro bianco del verde’ che, in sintonia con gli obiettivi europei e italiani sulla transizione ecologica, sulla rigenerazione urbana, sulla creazione di nuove aree verdi e sulla corretta cura e manutenzione di quelle esistenti, costituisca un raccordo capace di avanzare proposte concrete per il cambiamento, per arrivare ad ‘neorinascimento’ della cura e della gestione del verde”.

 

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