Oggi è la giornata della donna ma ancora vi sono in Italia differenze di genere rilevanti e gravi che caratterizzano la nostra quotidianità. Basti pensare al mercato del lavoro, alla risorsa inespressa della imprenditoria femminile, alla partecipazione della donna a processi decisionali e vertici aziendali ed istituzionali, alla violenza di genere che rimane sempre un fenomeno presente e ancora in parte sommerso nonostante sia aumentata l’attenzione sul tema.

Se da un lato la crisi pandemica ha contribuito anche ad amplificare queste diseguaglianze rilevanti, che hanno limitato la tenuta sociale ed economica del paese, dall’altro ha conseguito come risultato la stesura di un nuovo “New Deal”, prima europeo ed ora italiano con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si presenta per tutti noi, uomini e donne, una grande occasione; ed è arrivato forse il momento di dare una smossa e superare il “gender gap” con una politica di parità e inclusione in netta discontinuità con il passato, che crei benessere e crescita economica sostenibile e di lunga durata, sia ambientalmente che socialmente .

Ma quale contributo può dare i PNRR?

Il Next Generation EU individua infatti nel superamento della disparità di opportunità tra uomini e donne nell’affermarsi nel lavoro e nelle professioni uno degli obiettivi da cogliere per avviare l’Europa verso uno sviluppo sostenibile, giusto e duraturo.

Questo obiettivo è quindi presente ed espressamente previsto nel PNNR italiano: “In particolare, si possono individuare interventi del Piano classificabili come misure “mirate alle donne” (pianificate cioè con l’obiettivo specifico di intervenire in favore delle donne) e altri come misure “indirettamente riconducibili alla riduzione delle diseguaglianze” (ossia che potrebbero avere un impatto, anche indiretto, nella riduzione delle disuguaglianze a sfavore di donne). Prendendo a riferimento le sole risorse del PNRR è emerso che gli interventi mirati alle donne e quelli che potrebbero avere riflessi positivi, anche indiretti, nella riduzione dei divari attualmente presenti a favore delle donne rappresentano oltre il 20% del totale (circa 38,5 miliardi)”. (fonte MEF)

Il PNRR, ma soprattutto la sua migliore attuazione come ci auguriamo accada, rappresenta quindi per il nostro territorio ragusano ed il suo tessuto produttivo una grande opportunità. Ma condizione che tutti sappiano creare una rete di comunità territoriale in modo da elaborare e presentare progetti, ad esempio, in materia di welfare per le famiglie, sulla conciliazione temi di vita e di lavoro per le donne, formazione e crescita professionale, supporto alle start up e consolidamento di imprese al femminile. Temi tutti che per le loro peculiarità possono candidarsi credibilmente ad intercettare le rilevanti risorse del PNRR.

Un impegno importante, forse un’occasione unica, su cui è giusto aspettarsi l’impegno di tutti: imprenditori, lavoratori, rappresentanze di questi, autorità pubbliche locali e regionali, società civile, mondo del volontariato sia esso laico che espressione della comunità diocesana.

Confagricoltura Ragusa, che per la sua storia, le specifiche economiche e sociali del territorio, per  la vocazione di cui ha già dato prova di saper essere attore, con altri, di progetti e proposte a carattere sociale e di inclusione vocati alla buona crescita economica, farà la sua parte.

Facciamo sì tutti insieme che questo otto marzo non sia una sterile ricorrenza, ma un’occasione di una riflessione nuova che, muovendosi tra parità di genere e sviluppo sostenibile, apra la strada a progetti ed azioni concrete e partecipate da una comunità locale ampia, inclusiva e solidale; che veda nella coesione territoriale indirizzata ad uno sviluppo equo e sostenibile l’unica leva di progresso sociale che possa annullare qualsiasi forma di disparità ad iniziare da quella di genere.

 

Paola Gurrieri

Confagricoltura Ragusa

 

Fonte: Insieme Ragusa