Proroga Pac, Confagricoltura: “Intesa positiva”

“Un’intesa positiva perché assicura un quadro di riferimento stabile per le scelte d’impresa. Mai come in questo momento, gli agricoltori hanno bisogno di chiarezza”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’intesa raggiunta tra le delegazioni del Parlamento europeo e del Consiglio sulla proposta di regolamento, il cosiddetto “regolamento transitorio”, relativa alla proroga di due anni dell’entrata in vigore della nuova PAC.

L’intesa sarà ora sottoposta al via libera definitivo da parte dell’Assemblea plenaria dell’Europarlamento e del Consiglio UE.

“E’ stato concordato che il nuovo sistema sarà operativo non prima del 1° gennaio 2023 – aggiunge Giansanti – E soprattutto viene garantita la base legale per l’erogazione dei pagamenti diretti agli agricoltori nel prossimo biennio”.

“Avremo anche il tempo per discutere sull’efficacia della proposta di riforma presentata dalla Commissione nel giugno 2018 rispetto alle prospettive nuove determinate dall’emergenza Coronavirus, a partire dalla salvaguardia della sovranità alimentare dell’Unione” – conclude il presidente di Confagricoltura.

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Bilancio pluriennale UE, Confagricoltura: “No a proposta di tagli all’agricoltura per 54 miliardi di euro”

Per aumentare la sostenibilità ambientale servono risorse finanziarie adeguate

Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.

Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.

La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.

“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.

E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.

“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.

Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).

“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.

“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.

Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.

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Assicurazione, Postorino (Confagricoltura): “Nella gestione del rischio puntare sulla prevenzione”

“Il sistema di incentivi assicurativi, nella nuova politica agricola comune dopo il 2020, andrà riconsiderato tenendo conto dei cambiamenti in atto e delle nuove esigenze delle imprese agricole”. Lo ha sostenuto il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino, intervenendo al convegno internazionale su ‘La gestione del rischio nella Pac post-2020’, promosso ieri a Roma da Mipaaf, Ismea ed Agea nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020.

“I fondi pubblici, soprattutto comunitari, prevedono contributi ai premi assicurativi dei produttori e sostengono un sistema assicurativo agricolo sostanzialmente finalizzato a indennizzi ‘ex post’ – ha proseguito il direttore generale di Confagricoltura -. Ma ci troviamo in un’epoca in cui aumentano i danni aziendali dovuti a: cambiamenti climatici e frequenti e dirompenti calamità naturali; scarsa manutenzione del territorio che aggrava i rischi agricoli (abbiamo evidenziato come 1 frana su 4 coinvolga il settore agricolo); molteplici epizoozie e fitopatie (Xylella, Tristeza degli agrumi, cimice asiatica, mosca dell’olivo, ecc.); aumento della fauna selvatica. Tutto ciò comporta che i premi assicurativi lievitano e, nonostante i contributi, diventano sempre più onerosi per le imprese ed i risarcimenti non giungono in tempi rapidi. Oltre tutto per questo insieme di concause è difficoltoso adeguare i budget pubblici alle esigenze assicurative”.

Ad avviso di Postorino sarà necessario che le politiche di gestione del rischio della nuova Pac puntino su meccanismi di intervento ‘ex ante’ per ridurre i danni e quindi le richieste dei risarcimenti. Ad esempio, per fronteggiare la grandine è un fondamentale intervento preventivo quello diretto a introdurre le coperture antigrandine.

Tra le difficoltà per le imprese c’è anche quella delle oscillazioni delle quotazioni legate ai mercati globali (pensiamo ad esempio al settore cerealicolo); per questo bisogna sostenere, con i fondi comunitari, le cd ‘polizze ricavo’ che coprono i rischi di mercato.

“L’obiettivo – ha concluso il direttore generale di Confagricoltura – è sempre quello della stabilizzazione dei ricavi aziendali, evitando che siano compromessi da situazioni catastrofiche o da turbative mercantili”.

 

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La Federazione Vitivinicola di Confagricoltura a Bruxelles per discutere di Pac, Brexit ed etichettatura

La Federazione Nazionale Vitivinicola (FNV) di Confagricoltura, guidata da Federico Castellucci ha incontrato i rappresentanti della Commissione europea, gli eurodeputati e i delegati del Copa-Cogeca (rappresentanza Europea degli agricoltori e delle cooperative a cui Confagricoltura aderisce).

“Sono molti i dossier aperti a livello europeo che investono pienamente le imprese vitivinicole e che richiedono risposte puntuali – ha detto Castellucci – ancor più tenendo conto dell’importanza del settore quale ambasciatore del Made in Italy agroalimentare, della cultura italiana nel mondo e anche per il profilo occupazionale che riveste”.

Con i deputati e i rappresentanti della Commissione europea, la FNP ha discusso sui molteplici aspetti legati al futuro del comparto, quali etichettatura, Brexit, aspetti fiscali, riforma della PAC, new breeding techniques, vendita a distanza e regolamento di transizione della PAC.

Accolti dall’on. Carlo Fidanza, i delegati dei vitivinicoltori di Confagricoltura hanno espresso in particolare le loro preoccupazioni in merito alla Brexit, sottolineando la perdita di mercato che accompagnerebbe l’uscita del Regno Unito dalla UE e il rischio che tale Paese, essendo membro del Commonwealth, possa eventualmente sostituire le importazioni dei vini UE, in primis con quelli australiani.

Le questioni legate al mercato interno sono state discusse anche con l’on. Brando Benifei, capo delegazione PD al Parlamento europeo, che ha condiviso la perplessità sui sistemi di etichettatura tipo Nutriscore. Da parte di Confagricoltura si è sottolineato come le etichette “a semaforo” mettano sul banco degli imputati proprio prodotti come il vino, che, se consumati morigeratamente, fanno bene alla salute e non il contrario.

Di riforma della PAC si è discusso, tra gli altri, con gli europarlamentari Paolo De Castro ed Herbert Dorfmann, con cui la FNP si è confrontata sul mantenimento dell’attuale politica di promozione prevista per il settore, sui diritti di impianto e sulle nuove tecniche di ibridazione genetica. Federico Castellucci ha sollecitato una revisione dei criteri di autorizzazione che tengano conto della specificità delle aziende vitivinicole, che sono dinamiche e soffrono per i lunghi tempi autorizzativi.

Riforma della Pac ed etichettatura sono stati anche al centro dell’incontro con gli esponenti della Commissione europea.

In sede COPA-COGECA, infine, Confagricoltura ha discusso di azione di lobbying e di aspetti specifici legati al settore primario, quali etichettatura, tassazione, commercio internazionale, questioni fitosanitarie e ambiente.

 

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Elezioni europee, Confagricoltura Ragusa: “Ecco le priorità che segnaliamo ai neo eletti”

Il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, interviene sui risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo di domenica: “Ci congratuliamo innanzitutto con i parlamentari siciliani eletti, certi che sapranno perseguire e rappresentare gli interessi diffusi dell’agricoltura siciliana ed italiana. Diamo inoltre il benvenuto agli esponenti politici che fanno il loro ingresso per la prima volta al Parlamento UE”.

“La nuova assemblea – aggiunge il presidente Pirrè – ha davanti sfide importanti per l’Europa, come ad esempio la riforma della PAC, determinante e urgente per la nostra agricoltura. Come imprenditori che operano in un mercato comune chiediamo regole europee reciproche, partendo dal sistema fiscale, che invece oggi opprime le aziende italiane e le penalizza rispetto agli altri Paesi”.

“L’armonizzazione delle norme – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa – deve riguardare anche il costo del lavoro e le pratiche ambientali per costruire un’Europa più competitiva in ambito internazionale. Per farlo abbiamo bisogno di un’Italia più coraggiosa e lungimirante nelle riforme, capace di essere protagonista in questa battaglia. Siamo pertanto al fianco dei nostri parlamentari che condividono queste esigenze e intendono affrontarle con tempestività”.

“Stiamo vivendo una fase politica cruciale – conclude Pirrè – e auspichiamo che il nuovo Europarlamento tenga conto delle nostre peculiarità per valorizzarle a beneficio dell’economia italiana e delle nostre imprese”.

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Biologico, Agrinsieme: “Sbloccare provvedimento fermo in Comagri al Senato”

“Chiediamo al Parlamento di accelerare l’iter di approvazione del Disegno di Legge con disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, approvato dalla Camera dei deputati e assegnato in sede referente alla Commissione Agricoltura del Senato, dove però l’esame non è stato ancora avviato; il testo, infatti, contiene tutti gli strumenti necessari a favorire lo sviluppo e la competitività di un settore in continua crescita e dal forte impatto, non solo economico, ma anche ambientale e sociale”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in occasione dell’odierno convegno svoltosi alla Camera alla presenza del sottosegretario alle politiche agricole Franco Manzato, del presidente della Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella e della deputata Maria Chiara Gadda, promotrice del Ddl.

“Il biologico da diversi anni sta avendo uno sviluppo sostenuto nel nostro Paese, sia sotto il profilo della produzione che sotto quello dei consumi, con 76mila aziende coinvolte che coltivano 2 milioni di ettari e un fatturato di 3,5 miliardi di euro in Italia”, ricorda Agrinsieme, evidenziando che “il provvedimento va nella giusta direzione, poiché fornisce ai produttori importanti strumenti organizzativi da tempo attesi, quali i distretti biologici, che vengono indicati come una delle modalità per sostenere la crescita del comparto, unitamente alla costituzione di reti, quali contratti, tavoli di filiera e altre forme di aggregazione, come le OI e le OP”.

“Il testo prevede, inoltre, la redazione di un Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica (PNAB), strategico per la pianificazione del comparto, che deve essere strettamente connesso agli strumenti e alle misure previste dalla Pac, con il necessario coordinamento delle istituzioni coinvolte”, suggerisce Agrinsieme.

“L’aver individuato, infine, nell’innovazione e nella ricerca delle priorità alle quali destinare le risorse del fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica rappresenta un altro elemento di positività del Ddl”, conclude il Coordinamento, invitando ad indirizzare le attività di ricerca sulle sementi, sui mezzi tecnici, sulle rotazioni.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Pac, Confagricoltura firma documento con le associazioni degli agricoltori tedeschi e francesi

“Rafforzare le convergenze per plasmare il futuro della politica agricola comune (PAC)”. E’ il titolo del documento congiunto che Confagricoltura ha sottoscritto nei giorni scorsi con l’Associazione degli agricoltori tedeschi (DBV) e con la Federazione nazionale delle imprese agricole francesi (FNSEA), anche in vista della ripresa, dopo le festività di fine anno, delle discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio.

Le tre organizzazioni sono fermamente convinte che la PAC debba restare una politica comune a tutti gli effetti, per evitare qualsiasi distorsione di concorrenza tra gli agricoltori europei e per garantire il regolare funzionamento del mercato unico, nel quadro di un’effettiva semplificazione burocratica.

I presidenti di DBV, FNSEA e Confagricoltura hanno espresso la determinazione a contrastare qualsiasi riduzione dei fondi destinati alla Pac, anche per salvaguardare la competitività delle imprese. A tal fine, nel documento congiunto viene respinta qualsiasi ipotesi di plafonamento e riduzione degli aiuti diretti in funzione della dimensione aziendale.

Tenuto conto dello stato attuale dei negoziati che non potranno concludersi, nella migliore delle ipotesi, che a fine 2019, le tre organizzazioni sollecitano il varo di misure transitorie per garantire il funzionamento dell’assetto normativo in vigore, in attesa delle decisioni sulla nuova PAC. Anche perché la messa in opera della nuova PAC, si sottolinea nel documento congiunto, richiederà tempi adeguati.

Le tre organizzazioni, infine, ritengono fondamentale raggiungere un accordo sul nuovo Quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027, prima delle elezioni europee in calendario alla fine del prossimo mese di maggio.

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Assemblea Confagricoltura: innovazione, digitalizzazione, infrastrutture e semplificazione per un’agricoltura competitiva

“Quello che proponiamo è un vero e solido rilancio dell’agricoltura come settore strategico per il futuro dell’economia italiana”: questo il passaggio centrale della relazione svolta dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nella seconda giornata dell’Assemblea dell’Organizzazione che si è conclusa ieri a Roma. Presente ai lavori anche l’Unione di Ragusa, nella persona del presidente dott. Antonino Pirrè.

“I vincoli che frenano il sistema produttivo si trovano fuori dalle imprese – ha detto Giansanti -. Modernizzazione delle infrastrutture per arrivare con facilità sui mercati di tutto il mondo. Diffusione delle innovazioni tecnologiche – a partire dal digitale – per far crescere la competitività. Costi di produzione allineati sui livello di quelli dei nostri principali concorrenti. Una Pubblica Amministrazione efficiente a livello centrale e in tutte le Regioni.

Nello scenario che le imprese hanno di fronte incide pure, e in misura rilevante, la nuova politica commerciale avviata dal presidente degli Stati Uniti d’America.

“E’ un fatto positivo la ripresa del negoziato bilaterale per porre fine alla “guerra commerciale” in corso” – ha rimarcato Giansanti -. Resta il fatto che il sistema multilaterale di regolazione degli scambi è entrato in una crisi irreversibile. La diffusione del protezionismo farebbe crollare il “Made in Italy” di settore. Ecco perché difendiamo gli accordi di partenariato economico negoziati dalla Commissione europea se l’analisi dei costi e dei benefici è positiva.”

“Occorre vigilare attentamente sulle regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali – ha continuato il presidente di Confagricoltura -. Ma non ci sono altri strumenti a disposizione, oltre agli accordi commerciali dell’UE, per continuare a far crescere le esportazioni italiane sui mercati di tutto il mondo. Chi critica gli accordi commerciali dell’UE non ha mai indicato soluzioni alternative. Di sicuro, non c’è crescita puntando solo sulla domanda interna.”

“Da imprenditori, come sempre, giudicheremo sui fatti – ha detto Giansanti -. Però, dobbiamo riconoscere in termini positivi che in questa fase politica si è tornati a parlare di crescita, di investimenti, di reddito e di occupazione.”

L’Unione Europea ha di fronte importanti scadenze che culmineranno alla fine di maggio dell’anno venturo con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: il negoziato sulla Brexit, la riforma della PAC, il nuovo quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027.

“I tre dossier – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – hanno un filo conduttore comune: le decisioni che saranno assunte avranno un forte impatto sulle prospettive delle nostre imprese”.

Brexit. “Vedremo quelle che saranno nelle prossime settimane le decisioni delle istituzioni britanniche. Noi ci auguriamo un esito positivo, con l’entrata in vigore dell’accordo di recesso che tutela in modo adeguato il settore agricolo, comprese le indicazioni geografiche e di qualità. Ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari: anche a quello di una Brexit senza intese.

Proponiamo, al riguardo, la creazione di una “task force” al ministero delle Politiche agricole, per supportare le imprese nella fase di adattamento che sarebbe particolarmente difficile”.

Riforma della Pac. “Ormai è scontato che andiamo verso una proroga della normativa vigente. Il negoziato sulla “PAC post 2020” sarà chiuso dal Parlamento europeo che sarà eletto a fine maggio dell’anno venturo e dalla nuova Commissione che si insedierà a novembre 2019. La richiesta della nostra Organizzazione, condivisa con le principali associazioni degli agricoltori europei è chiara: nessuna discriminazione ai danni delle imprese di maggiori dimensioni che si avrebbe con il plafonamento e la degressività sugli aiuti diretti della Pac. E si proceda verso un’effettiva semplificazione”.

Quadro finanziario dell’Unione europea. “La Commissione europea ha proposto un drastico taglio dei fondi da destinare all’agricoltura nel periodo 2021-2017. In particolare, per i programmi di sviluppo rurale il taglio sarebbe di quasi il 20 per cento. La partita è aperta perché la decisione finale, all’unanimità, spetta ai capi di Stato e di governo dell’Unione. Il Parlamento europeo e il governo italiano, va sottolineato, si sono schierati a favore dell’invarianza delle risorse da destinare all’agricoltura”.

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Buone notizie per gli agricoltori sul fronte dei pagamenti degli aiuti Pac

Confagricoltura prende atto delle dichiarazioni del ministro per le politiche agricole Centinaio sull’avvio da parte dell’organismo pagatore Agea dell’erogazione dell’anticipo degli aiuti Pac 2018, nonché degli ulteriori pagamenti a vario titolo effettuati nell’ultimo trimestre.

Attraverso il primo decreto – informa Confagricoltura – si è provveduto all’erogazione di 62 milioni di euro per le aziende delle regioni colpite dal terremoto e entro la prima metà di novembre si completeranno i pagamenti delle residue domande Pac, che proseguiranno poi nella seconda metà del mese per imprese per le quali saranno necessari approfondimenti istruttori.

Le aziende agricole – sottolinea Confagricoltura – debbono poter contare sulla tempestiva erogazione degli aiuti, ancor più in momenti di difficoltà economica. In questi giorni, in cui si contano i danni provocati dal maltempo che ha devastato coltivazioni, strutture ed infrastrutture, assume particolare rilievo l’impegno dell’Amministrazione nel recuperare i ritardi maturati nella erogazione degli aiuti per l’assicurazione delle colture previste dal programma di sviluppo rurale nazionale (PSRN).

Confagricoltura confida che si completi il più velocemente possibile il piano dei pagamenti avviato e si recuperi una capacità di spesa capace di mettere il nostro Paese al totale riparo dal rischio di disimpegno delle risorse comunitarie.

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Siccità, via libera di Bruxelles all’anticipo Pac: erogazione a partire dal 16 ottobre 2018

Centinaio: “Sono state ascoltate le nostre richieste”

La pubblicazione della Decisione comunitaria, attesa nei prossimi giorni, consentirà ad Agea e agli altri Organismi pagatori regionali di procedere all’erogazione degli anticipi maggiorati a partire dal 16 ottobre 2018

Via libera dal Comitato Pagamenti diretti e sviluppo rurale della Commissione europea alla richiesta dell’Italia e di altri Paesi comunitari, di erogare gli anticipi dei fondi Ue della politica comune a favore dei produttori colpiti dalla siccità che ha interessato il nostro Paese nel secondo semestre 2017 e nel primo 2018. In particolare sarà possibile elevare l’anticipo dei pagamenti diretti fino al 70%, e fino all’85% per le misure a superficie dello sviluppo rurale.

Bruxelles ha tenuto conto delle nostre richieste avanzate lo scorso agosto per sostenere i proprietari delle piccole e medie aziende agricole che hanno sofferto per la siccità che ha colpito il nostro Paese“, ha dichiarato Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo, commentando il via libera della Ue all’anticipo della Pac. “Gli interessi dei produttori italiani sono al primo posto e continueremo a difenderli in sede europea. Nessuno sarà lasciato solo”. La pubblicazione della Decisione comunitaria, attesa nei prossimi giorni, consentirà ad Agea e agli altri Organismi pagatori regionali di procedere all’erogazione degli anticipi maggiorati a partire dal 16 ottobre 2018, data dalla quale potranno esse erogati i fondi a valere sul bilancio UE 2019.

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