Giornata delle dimore storiche italiane, Giansanti: “Riscoprire le bellezze del nostro paese e difenderne l’immenso patrimonio storico-culturale”

Riscoprire una parte d’Italia ancora poco conosciuta, specialmente dalle nuove generazioni, storia e paesaggi inesplorati che hanno un valore storico, culturale, sociale ed economico

La Giornata Nazionale ADSI, che si celebra il 23 maggio, è un’opportunità di rinascita per tutte le dimore storiche che rappresentano il piu’ grande ‘museo italiano’ con le sue sale affrescate, le sue torri merlate, le sue cappelle, i suoi giardini coloratissimi, che ci regalano relax ed emozioni indimenticabili.

Riapriranno al pubblico castelli, rocche, palazzi, ville e borghi da esplorare ed amare, in sicurezza, visitando luoghi suggestivi che ci raccontano antiche leggende di quei territori.

“Dopo oltre un anno di chiusure legate dall’emergenza sanitaria, un soggiorno esperenziale potrebbe ridare impulso al turismo ‘slow’ di prossimità e la riscoperta delle nostre ricchezze storiche, enogastronomiche, artigianali e paesaggistiche che tutto il mondo ci invidia” – sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che prosegue la sua collaborazione con l’ADSI con azioni comuni per la tutela delle dimore storiche e per l’armonizzazione delle leggi regionali con quelle nazionali; l’elaborazione di linee sinergiche nei confronti delle diverse istituzioni per adeguare le politiche, in particolare quelle fiscali alla specificità delle dimore, convinti della necessità di valorizzare gli immobili storici e i loro contesti, i territori e le eccellenze agricole ed enogastronomiche che essi rappresentano. Molte sono le attività avviate, dalla partecipazione a bandi europei, alla promozione, a progetti di aperture al pubblico, anche dopo l’estate, con programmi specifici che permetteranno a tutti di vivere questa esperienza.

“L’Italia – conclude Giansanti – ha un patrimonio artistico e culturale notevole, e luoghi davvero unici non solo per la loro bellezza, ma anche per le affascinanti storie di cui sono i protagonisti. Il turismo di prossimità potrebbe essere la prima leva da sfruttare per il rilancio del Paese, ma servono azioni concrete ed investimenti”.

La condizione necessaria al buon vivere nelle aree interne parte dalla consapevolezza del loro valore intrinseco. Per questo è necessario, secondo Confagricoltura, stabilire l’interazione con il mondo della produzione creando altresì le condizioni affinchè innovazioni come la banda larga, o l’ammodernamento delle infrastrutture, diventino prioritari senza però perderne quei connotati di luoghi unici ed inalterati per una vista sostenibile ai tempi del covid.

“Dalla collaborazione fra l’ADSI e la Fondazione Bruno Visentini, con il coinvolgimento di Confagricoltura e Confedilizia – conclude Giansanti – è nato l’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato del nostro Paese. I numeri del primo studio condotto dall’Osservatorio testimoniano il potenziale inespresso del patrimonio privato, che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori(contro i 49 milioni dei musei pubblici) nelle sue oltre 9400 dimore. Parliamo ovviamente anche di parchi, giardini e tenute agricole che, anche con i loro agriturismi, costituiscono da sempre un polo di attrazione turistico di qualità, nonché un volàno per l’economia dei territori, in particolare al di fuori dei grandi centri abitati”.

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I primati dell’ortofrutta italiana: pubblicato il report statistico di Fondazione Edison e Confagricoltura

La pubblicazione del rapporto statistico in lingua inglese “I punti di forza dell’agricoltura italiana (produttore leader in Europa e nel Mondo)”, nasce dalla collaborazione avviata tra Confagricoltura e Fondazione Edison. Confagricoltura considera l’analisi e gli studi della Fondazione un supporto prezioso per le iniziative dell’Organizzazione in un periodo molto complesso, ma allo stesso tempo ricco di opportunità da cogliere.

Il rapporto statistico illustra i primati dell’Italia in prodotti vegetali quali ortaggi, frutta e cereali.

Dall’analisi realizzata da Fondazione Edison e Confagricoltura emerge che l’Italia è al primo posto per valore aggiunto tra i principali paesi produttori di frutta e verdura, ma anche nel settore del vino, del riso e del grano duro. Inoltre, la qualità dei nostri prodotti è considerata eccezionale a livello globale. La filiera agroalimentare, dall’azienda agricola al consumatore finale, è la più grande filiera in Italia, con un fatturato annuo di circa 540 miliardi di euro, ovvero circa il 25% del prodotto interno lordo.

Fondazione Edison - Confagricoltura

“Siamo orgogliosi di questi risultati, ma – annota il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nell’introduzione del report – siamo anche convinti di avere ancora un enorme potenziale da sfruttare. Il tasso di autosufficienza interna è stimato intorno al 75% e, in termini di valore, le nostre esportazioni, circa 45 miliardi di euro all’anno, sono inferiori a quelle di Francia, Germania e Spagna”.

“L’emergenza sanitaria ha dimostrato che l’Italia può contare su un solido sistema agroalimentare – ha proseguito il presidente di Confagricoltura -. Le forniture sono sempre state garantite. Ma dobbiamo andare avanti. Una volta che la pandemia sarà finita, non potremo certo tornare al punto di partenza. Esiste un potenziale di crescita, innovazione e creazione di posti di lavoro qualificati. Una maggiore consapevolezza dei nostri punti di forza, unita ad azioni che valorizzino le nostre tante eccellenze, la maggior parte delle quali ancora sconosciute, potrebbero rappresentare l’elemento essenziale che manca alla nostra politica agroalimentare”.

C’è ancora molto lavoro da fare, anche in termini di analisi e progetti. In questa prospettiva, la collaborazione di Confagricoltura con Fondazione Edison fornisce un supporto importante di conoscenza e valorizzazione, anche a livello europeo.

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Crescono le adesioni a Spighe Verdi, candidature dei Comuni entro il 12 maggio

“Cresce e si distribuisce in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale il numero dei Comuni rurali che intraprendono un percorso di miglioramento continuo sul piano della sostenibilità. Si tratta di piccoli passi, fatti però da azioni molto concrete per arrivare a questo traguardo”. Così Claudio Mazza, presidente della Foundation for Environmental Education-Fee Italia, ci sottolinea il grande consenso ricevuto anche quest’anno da Spighe Verdi, il programma realizzato da Fee Italia in collaborazione con Confagricoltura, per premiare i Comuni rurali più virtuosi in tema di sostenibilità.

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Da sinistra: Claudio Mazza (FEE Italia) e Francesco Postorino (Confagricoltura)

Dal 2015 ad oggi Spighe Verdi ha visto infatti crescere le adesioni e le assegnazioni: anche nel 2020, nonostante la pandemia, 46 Comuni in ben 13 regioni hanno ricevuto il riconoscimento. In questi sei anni ha guidato i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità; il programma è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione.

L’assegnazione delle Spighe verdi ai Comuni rurali più sostenibili segue la stessa metodologia che vede assegnare la Bandiera Blu, sempre conferita da Fee Italia, alle località turistiche balneari che rispettano criteri di gestione sostenibile del territorio.

“Un percorso come questo di certificazione richiede – ci ha detto Mazza – grande condivisione, impegno e massima collaborazione tra l’amministrazione pubblica, la comunità e le aziende agricole unite in un grande lavoro di squadra. A cinque anni dall’avvio dell’iniziativa Spighe Verdi il risultato è stato l’aumento delle buone pratiche anche in agricoltura. Il programma potrebbe crescere ancora ed avere i numeri per essere esportato fuori dal nostro Paese diventando un’iniziativa di respiro internazionale come quello di Bandiera Blu per le spiagge”.

Le candidature dei Comuni vengono valutate in base a 67 indicatori che vanno a comporre 15 macroaree: queste sono, oltre all’agricoltura, la partecipazione pubblica, l’educazione alla sostenibilità, l’assetto urbanistico, la protezione della biodiversità, la conservazione e valorizzazione del paesaggio, la tutela del suolo, la gestione del ciclo dei rifiuti, l’efficienza energetica, la qualità dell’aria e dell’acqua, la qualità dell’ambiente sonoro, la mobilità sostenibile, il turismo e il rischio. “Anche quando la valutazione non arriva ad assegnare la Spiga Verde al Comune – spiega il presidente di Fee Italia – la segnalazione delle criticità rappresenta già un buon punto di partenza in vista di ulteriori miglioramenti da realizzare. La lista dei Comuni vincitori dell’edizione 2021 di Spighe Verdi  verrà resa nota alla fine di luglio”.

La valutazione viene affidata a una Commissione di esperti in grado di esprimersi in totale trasparenza o oggettività. La commissione è composta dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, il Comando Unità tutela Forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, l’Ispra, il Cnr e Confagricoltura.

“Il programma Spighe verdi può offrire molto – ha aggiunto il presidente della Fee – in termini di valorizzazione del territorio a prescindere dal grande potenziale offerto dal nostro Paese in termini di beni culturali e attrazioni turistiche e accoglienza del turismo rurale. Il programma è importante per arrivare a una gestione del territorio impronta alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente. L’aumento delle presenze turistiche si auspica debba essere accompagnato da miglioramenti proporzionali nell’ambito della sostenibilità”.

“L’agricoltura – ha osservato il direttore generale di Confagricoltura Franco Postorino – ha un ruolo determinante nel programma Spighe Verdi, poiché è il settore in cui avviene la vera rivoluzione culturale. Assumono tra l’altro rilievo l’educazione allo sviluppo sostenibile, il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura, la qualità dell’offerta turistica, l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata, la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio, la cura dell’arredo urbano e l’accessibilità per tutti senza limitazioni”.

I Comuni possono candidarsi direttamente iscrivendosi sul sito www.spigheverdi.net e scaricando il Questionario 2021 con le linee guida da seguire e la Procedura Operativa 2021 certificata ISO 9001-2015. Le domande devono essere inviate entro il 12 maggio agli uffici di Fee Italia con la documentazione in forma cartacea (non sono ammesse le domande pervenute per posta elettronica o fax). 

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Confagricoltura al Tavolo di partenariato per il PSN. Giansanti: “La Pac rimanga politica agricola ed economica”

“Abbiamo l’occasione di ridare un indirizzo strategico alla politica agricola nazionale, in linea con gli obiettivi di fondo che saranno decisi in ambito europeo. I traguardi dovranno essere ambiziosi, così come le strategie da condividere”.

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’avvio dei lavori del Tavolo di partenariato chiamato a redigere il Piano Strategico Nazionale – la principale novità della riforma della PAC proposta dalla Commissione europea – che dovrà essere trasmesso alla Commissione Ue entro la fine dell’anno.

“La pandemia ha messo in evidenza la solidità del sistema agroalimentare europeo e anche la capacità di resilienza dell’agricoltura. La messa a rischio del potenziale produttivo del settore sarebbe un danno prima di tutto per i consumatori – ha affermato – Condividiamo pertanto l’approccio del Ministro Patuanelli a favore della produttività e della competitività delle imprese”.

“Ci sono alcuni elementi dai quali il Piano strategico nazionale non può prescindere” – ha affermato il presidente di Confagricoltura.

“Prioritario è che la PAC rimanga una politica agricola, economica, che garantisca reddito agli agricoltori, con un approccio flessibile in grado di accompagnare le eventuali crisi di mercato, con obiettivi misurabili in corso d’opera”.

“Per garantire la competitività delle imprese è poi necessario che queste non vengano penalizzate se di medie o grandi dimensioni, – ha aggiunto Giansanti – poiché sono quelle che investono maggiormente in innovazione, quindi anche in tutela ambientale e occupazionale. No quindi al “capping” e sì invece a una semplificazione e riduzione degli oneri burocratici”.

“E’ importante che la Pac non sia scambiata per uno strumento di programmazione ambientale, – ha concluso Giansanti – perché tratta di produzioni agricole. Per le problematiche ambientali e sociali esistono politiche e fondi dedicati”.

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Aumenta l’export agroalimentare Ue, Confagricoltura: “Settore da valorizzare con importanti obiettivi di crescita”

Nell’anno della pandemia, il settore agroalimentare ha garantito i rifornimenti nel mercato unico europeo. Non solo, sono anche aumentate le esportazioni fuori dalla Ue, a fronte di una contrazione del commercio internazionale di oltre il 5% a livello mondiale.

Secondo i dati definitivi della Commissione europea, evidenzia Confagricoltura, l’export di settore si è attestato nel 2020 a 184 miliardi di euro, con un aumento dell’1,5% sull’anno precedente. Il saldo dell’interscambio commerciale con i Paesi terzi si è chiuso in attivo per 62 miliardi, tre punti percentuali in più rispetto al 2019.

“I dati dimostrano una volta di più la vitalità economica dell’agroalimentare europeo. E’ un asset strategico da salvaguardare e valorizzare” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Da sottolineare anche i risultati ottenuti dal Made in Italy: con circa 46 miliardi di euro, le esportazioni di settore sono arrivate a incidere per oltre il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia”.

L’export della Ue è stato trainato lo scorso anno dal forte aumento degli acquisti cinesi di carni suine (oltre 2 miliardi in più sul 2019) e grano (1,7 miliardi). Di converso, le limitazioni del canale HoReCa per l’emergenza sanitaria hanno frenato le esportazioni di vini sui mercati dei Paesi terzi (1,2 miliardi di euro in meno).

“Ora dobbiamo essere pronti a intercettare la ripresa economica, già in atto in Cina e nel continente asiatico” – rileva Giansanti.

“Il prodotto interno lordo farà segnare quest’anno negli Stati Uniti un rialzo di oltre il 6%, quasi il doppio rispetto alle stime riferite alla Ue. Le stime del WTO indicano una ripresa del commercio internazionale superiore all’8% sul 2020”.

“Ci sono tutte le condizioni per riprendere il percorso di crescita che ha visto le esportazioni agroalimentari italiane raddoppiare nell’arco di dieci anni” – aggiunge il presidente di Confagricoltura.

“L’export agroalimentare della Spagna ha sfiorato nel 2020 i 57 miliardi di euro. E’ un traguardo che possiamo raggiungere e migliorare, – conclude Giansanti – a vantaggio di tutte le componenti della filiera e dell’economia italiana. Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi in termini di crescita”.

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Agrinsieme, si rafforza la filiera: accordo con Federalimentare. Giansanti nuovo presidente

Il coordinamento di Agrinsieme, nato all’inizio del 2013, giunto a un passo dal primo decennio di attività, conferma e rafforza la comunanza di intenti e di lavoro tra i soggetti che rappresentano l’intera filiera e che vogliono trovare nuovi modelli di sviluppo rispetto alle sfide del mercato, soprattutto in un contesto economico che risente delle conseguenze della pandemia.

E’ quanto emerso nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Della Valle a Roma, per il passaggio di coordinamento di Agrinsieme da Copagri a Confagricoltura. Il Coordinamento, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delleCooperative Agroalimentari, rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole del Paese e il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, con oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate, contribuendo in tal modo al 35% circa del fatturato agroalimentare italiano.

Ad arricchire il percorso di Agrinsieme, l’intesa siglata ieri con Federalimentare, la Federazione italiana dell’industria alimentare, con cui i singoli soggetti del Coordinamento, insieme ad altri del comparto della distribuzione, avevano già condiviso l’impegno e i valori della “buona impresa” nei primi mesi dell’emergenza sanitaria.

Con l’accordo odierno, Agrinsieme e Federalimentare si impegnano a coadiuvare le istituzioni e le forze politiche per il superamento della grave crisi economica, sociale e sanitaria, ma anche a promuovere azioni che possano contribuire a migliorare l’attuazione del Recovery Plan attraverso una corretta relazione tra tutti i soggetti del settore. Con l’intesa, inoltre, ogni singolo soggetto si attiverà a mettere in atto iniziative per valorizzare la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, garantendo sicurezza, tracciabilità e qualità degli alimenti. Indispensabili, a riguardo, saranno la tecnologia e la ricerca applicate all’agricoltura e lo sviluppo di best practice di filiera che possano valorizzare il Made in Italy sui mercati.

“Innovazione e sviluppo sostenibile saranno i principali temi sui quali si concentreranno le attività del Coordinamento per il prossimo biennio 2021-22, fermo restando che i processi dovranno essere accompagnati da adeguate politiche di crescita e programmazione. Lavoreremo per cercare di raggiungere il più possibile l’autosufficienza alimentare, che porterebbe il PIL agroalimentare a oltre 700 miliardi e l’export a più di 50 miliardi” – ha affermato il neo coordinatore Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, subentrato oggi a Franco Verrascina, presidente di Copagri, che ha guidato Agrinsieme negli ultimi due anni e mezzo.

“E’ stato per me un onore coordinare Agrinsieme in un momento molto delicato per il Paese; nonostante il lasso di tempo relativamente breve che mi ha visto alla guida, infatti, ci siamo trovati a dover interloquire con tre diversi esecutivi, confrontandoci con sfide e problematiche sempre più complesse e imprevedibili. Lascio un Coordinamento più unito e coeso, forte delle numerose iniziative messe in campo sul versante della PAC e in particolare delle infrastrutture, tema che ha rappresentato il trait d’union del mio mandato e che è stato al centro di tre partecipati incontri a Roma, Bologna e Matera. Ricordo con piacere, inoltre, i positivi risultati ottenuti sulle principali problematiche delle filiere, quali la Xylella e la cimice asiatica, ma anche gli interventi a favore del florovivaismo e delle cosiddette filiere minori”, ha detto Franco Verrascinaintroducendo i lavori.

“Il settore alimentare non è stato esente dal grande terremoto provocato dalla pandemia, – ha affermato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – ma rimango tuttora convinto che sia uno dei comparti che può fare la differenza per la ripresa e per lo sviluppo del nostro Paese. Ora è necessario ripartire ed entrare in una nuova fase, una fase in cui sostenibilità ambientale, sociale ed economica da un lato e la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione dall’altro sono la base di tutta la strategia a venire, in ogni campo. Per quanto riguarda il nostro, come industria del food&beverage siamo pronti a lavorare in cooperazione con tutta la filiera agricola per affrontare queste nuove sfide, tenendo sempre ben presente l’obiettivo: mantenere alta la qualità dei prodotti Made in Italy e difendere i pilastri della dieta mediterranea”.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Acqua, Confagricoltura: “L’uso efficiente e consapevole passa per l’innovazione delle reti idriche”

“L’acqua è un bene prezioso da preservare con attenzione promuovendone l’uso responsabile. L’agricoltura ha ridotto, negli ultimi decenni, di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, come l’irrigazione di precisione. Ma non basta. Occorre mettere mano con urgenza all’intera rete idrica nazionale, che dopo trent’anni di abbandono è in pessime condizioni”. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.

Nel nostro Paese solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta, è necessario costruire nuovi invasi, rinnovare i sistemi irrigui, sanare la rete dell’acqua potabile che perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. Per Confagricoltura sono queste le priorità su cui intervenire. Va ripristinata e rinnovata una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.

Le annate siccitose hanno creato danni per più di 15 miliardi, metà dei quali in quattro regioni: Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. E l’Italia è al terzultimo posto nella classifica europea per investimenti nel settore idrico: solo 40 euro per abitante l’anno, contro una media europea di 100 euro.

Confagricoltura invita a cogliere l’occasione del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e del Recovery Plan per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, forieri di eventi estremi siccitosi e alluvionali, per ripristinare e realizzare quelle infrastrutture necessarie a gestire la risorsa idrica.

Nei prossimi anni l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica dell’Italia. L’agricoltura è il settore che più risentirà della siccità, per questo diventa sempre più importante riuscire ad accumulare l’acqua piovana, per poterla utilizzare nei momenti di carenza. Occorre distinguere fra l’acqua prelevata e l’effettivo consumo. Quello primario è l’unico settore economico che produce rispettando la risorsa idrica, perché quella impiegata nell’uso irriguo – ricorda Confagricoltura – non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

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DL Sostegni, Confagricoltura: “Bene gli stanziamenti aggiuntivi. Auspichiamo procedure snelle e veloci”

“Prendiamo atto favorevolmente della dotazione aggiuntiva per il settore primario, che accoglie il nostro appello dei giorni scorsi, in cui chiedevamo uno sforzo ulteriore del Governo per fare fronte all’impatto economico delle nuove misure restrittive necessarie per affrontare la pandemia”.

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta i provvedimenti del DL Sostegni annunciati ieri sera dal premier Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.

Da quanto si apprende, per il settore primario si tratta, in particolare, di misure che prevedono un nuovo esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle aziende agricole, e del rifinanziamento Fondo del Mipaaf per le filiere dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, istituito dalla Legge di Bilancio, ma ancora in attesa del decreto attuativo.

Oltre agli interventi specifici, Confagricoltura commenta positivamente l’accelerazione che il premier Draghi intende dare all’erogazione dei sostegni, superando l’impasse burocratico che ha rallentato il meccanismo di elargizione dei ristori, lasciando alcune filiere ancora senza gli aiuti deliberati dai precedenti provvedimenti legislativi.

“Seguiremo con attenzione il dibattito – conclude Giansanti – per apportare, laddove possibile, ulteriori miglioramenti al testo licenziato ieri sera dal Consiglio dei Ministri e che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento per la conversione in legge”.

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Vino, accolta richiesta di Confagricoltura al ministro Patuanelli: Italia e 12 Stati membri sollecitano fondi straordinari Ue per il settore

“Ringraziamo il ministro Patuanelli per aver accolto la nostra richiesta relativa alla mobilitazione di fondi straordinari della UE, per gestire la difficile situazione del settore vitivinicolo”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’annuncio che la richiesta – promossa dalla Spagna e sostenuta, oltre che dall’Italia da altri dodici Stati membri – sarà discussa nel corso della sessione del Consiglio Agricoltura della UE in programma il 22 e 23 marzo.

“Il settore vitivinicolo è tra i più colpiti dall’impatto economico della pandemia per le ripetute chiusure del canale HoReCa a livello globale” – rileva Giansanti.

I dati disponibili indicano che le giacenze di vini a livello europeo sono sensibilmente aumentate rispetto ai livelli in essere all’inizio dello scorso anno. Secondo le cifre del Ministero delle Politiche Agricole, si attestavano in Italia a gennaio a 61 milioni di ettolitri, il 3,6% in più sullo stesso mese del 2019.

“Senza fondi aggiuntivi dell’Unione – sottolinea Giansanti – sarà difficile, per non dire impossibile, varare con risorse adeguate le misure idonee a tonificare il mercato e le quotazioni”.

“Ci aspettiamo dalla Commissione europea – conclude il presidente di Confagricoltura – una valutazione sulla situazione dei mercati agricoli in ambito europeo, a seguito degli ulteriori interventi di contenimento resi necessari dall’evoluzione della pandemia”.

“Per altri settori produttivi, oltre a quello vitivinicolo, potrebbe risultare necessaria la messa in opera di misure di sostegno come quelle varate lo scorso anno”.

 

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Florovivaismo, Agrinsieme: “Avanti con una legge quadro per il settore”

Audizione in Commissione Agricoltura del Senato

“Agrinsieme vede con grande favore la promulgazione di una Legge quadro volta alla promozione e alla valorizzazione delle attività del florovivaismo, che ha pagato ingente dazio a seguito delle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus, con notevoli perdite; ai positivi intenti del disposto normativo occorrerà però dare seguito con azioni concrete, finalizzate a garantire al settore una maggiore attenzione e promozione”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione Agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico.

“La filiera florovivaistica rappresenta il 6% circa della produzione agricola nazionale, grazie a una superficie coltivata che sfiora i 30mila ettari e conta oltre 24 mila aziende e 100mila addetti, per un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro; grazie a tali numeri, il nostro Paese rappresenta ben il 15% della produzione comunitaria”, ha evidenziato il Coordinamento.

“Durante la pandemia, e in particolare il lockdown che ad esso ha fatto seguito, il florovivaismo ha subìto perdite ingentissime che hanno portato il comparto vicino al collasso; la perentoria soppressione di numerosi appuntamenti legati a eventi celebrativi, infatti, ha causato difficoltà non ancora bene quantificabili e sulle quali andrà fatta una riflessione accurata”, ha ricordato Agrinsieme.

In tal senso, ad avviso del Coordinamento, “va accelerata l’approvazione definitiva del ddl, apportando alcuni importanti miglioramenti all’articolato; in particolare, è essenziale che la definizione dell’attività florovivaistica e quella dei centri di giardinaggio si richiami strettamente ai princìpi contenuti nell’articolo 2135 del Codice Civile, mentre i riferimenti alle altre attività devono comunque rinviare al concetto di connessione alla attività di produzione vegetale”.

“E’ quindi prioritario mettere in campo una strategia di sostegno a favore della valorizzazione del verde e del florovivaismo, instaurando e rendendo strutturale una sinergia tra i diversi dicasteri interessati, ovvero Ambiente, Salute, Sviluppo Economico e ovviamente Agricoltura, cui spetterà il ruolo di coordinare e promuovere le diverse iniziative”, ha concluso Agrinsieme, ringraziando la Commissione Agricoltura del Senato per aver concordato con il Coordinamento sulla rilevanza del provvedimento e sulla necessità di una sua rapida approvazione.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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