Florovivaismo, il comparto sta lentamente tornando alla normalità ma rimangono diversi nodi da sciogliere

“Il florovivaismo sta lentamente tornando alle attività precedenti alla crisi causata dal Coronavirus, anche se ancora molti sono i nodi che restano da sciogliere, primo fra tutti quello legato alla mancanza di liquidità per le imprese che hanno subito gravi danni per le chiusure durante il lockdown; nonostante le rassicurazioni, infatti, molte criticità relative al credito restano irrisolte e continua a pesare l’assenza di risposte per un settore che chiede di poter investire e programmare le prossime produzioni”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in occasione del varo dei decreti attuativi previsti dal cosiddetto DL Rilancio, che recano interventi per le filiere in crisi e, fra gli altri, anche per il florovivaismo.

“Occorre migliorare le misure per il credito, poiché le imprese florovivaistiche, indipendentemente dal fatturato, faticano ad accedere alle garanzie dello Stato e gli istituti bancari continuano a segnalare difficoltà nella valutazione del merito creditizio delle aziende”, segnala Agrinsieme, secondo cui “serve inoltre un energico intervento in materia di sospensione dei pagamenti di oneri fiscali e contributivi, in misura ben più ampia di quanto è stato sinora disposto, prevedendo, ad esempio, uno sgravio previdenziale”.

“Il DL Rilancio va certamente nella giusta direzione, anche se diversi interventi vanno tarati sulle reali necessità delle imprese: si devono pertanto migliorare la tempistica e l’impatto del contributo a fondo perduto, prevedendo un indennizzo maggiore e la copertura di tutti i mesi di chiusura delle imprese”, aggiunge il Coordinamento, ad avviso del quale “è poi necessario un intervento di ristoro per tutte le imprese del comparto, singole o associate, che hanno subito danni e cali di fatturato riconducibili alla chiusura per l’emergenza sanitaria, a valere sul fondo di emergenza per le filiere in crisi, per cui va adeguatamente riservata una quota specifica del medesimo fondo. Prendendo a riferimento il fatturato dell’anno precedente, e calcolando la perdita subita rispetto allo stesso, il fondo dovrebbe coprire almeno il 50% del danno occorso ai produttori singoli e alle cooperative”.

“È necessario anche un intervento in sede comunitaria per ottenere risorse per il florovivaismo, che non ha mai usufruito di misure di sostegno. Vanno superati i limiti attualmente previsti in termini di gestione degli aiuti di Stato, che rischiano di contingentare eccessivamente il supporto agli operatori agricoli e alle loro cooperative. Un importante contributo allo sviluppo del settore può venire inoltre dal ‘bonus verde’, anche in collegamento al Superbonus 110%, magari aumentando la percentuale di credito di imposta, raddoppiando il massimale ammissibile e dimezzando gli anni di beneficio della misura, nonché da una migliore pianificazione del verde urbano ed extraurbano che favorisca gli investimenti pubblici, migliorando la qualità dell’aria a beneficio della collettività. È auspicabile, infine, che nelle linee di intervento per la promozione dell’export trovi spazio anche il florovivaismo, elemento cruciale del primario”, conclude Agrinsieme.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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Manovra, Confagricoltura: importante dare continuità al bonus verde

“E’ importante che il bonus verde venga confermato anche per gli anni 2020-2021 nell’ambito dei provvedimenti connessi alla manovra economica. Si deve dare continuità a uno strumento – già operativo nel 2018 e nel 2019 – che ha permesso di far crescere il verde privato, in giardini, terrazzi e balconi, con un positivo effetto a favore delle imprese vivaistiche e della manutenzione del verde, ma anche dell’ecosistema e del contrasto dei cambiamenti climatici”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in relazione al decreto fiscale che, nell’ultima versione, sembra aver escluso la misura.

“Al contrario, più che eliminare il bonus verde, andrebbe rafforzato – ha proseguito Giansanti – aumentando il massimale di spesa ammissibile e la percentuale di detrazione, come già richiesto dalla mia Organizzazione. Il verde privato è fondamentale anche nell’ottica della mitigazione del clima e del miglioramento della qualità dell’aria”.

“Il ministro Bellanova, solo pochi giorni fa – ha osservato il presidente di Confagricoltura – ha promesso il mantenimento di questa misura fiscale che fa bene ad un settore, come quello florovivaistico, che produce 2,7 miliardi di fatturato e dà occupazione a 180 mila persone. Un settore moderno, innovativo, che punta alla sostenibilità ed alla qualità della vita, che fa bene all’ambiente. Ci auguriamo che quella promessa venga mantenuta”.

“Si parla tanto – ha proseguito il presidente della Federazione nazionale del Florovivaismo di Confagricoltura Francesco Mati – di ambiente, della necessità di impiantare 60 milioni di alberi, di aumentare il verde per mitigare i cambiamenti climatici, per diminuire la CO2 e poi, alla prova dei fatti, un provvedimento fiscale che va in questa direzione, che sta portando risultati importanti, rischia di essere dismesso. Sarebbe contraddittorio e lesivo degli stessi interessi della collettività. Siamo fiduciosi che in Parlamento si riesca a trovare una soluzione positiva”.

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Florovivaismo, Confagricoltura: “Confermare il bonus verde anche per il 2019”

Confagricoltura: “Il bonus verde va confermato anche per il 2019. Apprezzabili le dichiarazioni del ministro Centinaio sui benefici per ambiente e salute”

“Il bonus verde con le detrazioni fiscali per la sistemazione a verde di giardini, terrazze e balconi va riconfermato anche nella legge di Bilancio 2019”. Lo chiede Confagricoltura in una nota.

“Con il bonus verde si è sfatato il pregiudizio che le opere a verde privato debbano essere considerate una spesa ‘estetica’ e non un beneficio per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per il loro portafoglio – sottolinea Francesco Mati, presidente nazionale della Federazione Florovivaismo di Confagricoltura -. Ha ragione il ministro per le Politiche agricole Centinaio quando afferma che il bonus verde è importante per l’ambiente, l’economia e la salute. La sua applicazione non solo ha generato un aumento dell’interesse per i giardini, ma ha favorito anche giardinieri e aziende che operano alla luce del sole”.

Attualmente con il bonus – ricorda Confagricoltura – è prevista un’apposita detrazione ai fini IRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. La detrazione  spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni (bonifici ‘parlanti’, ecc.).

“Auspichiamo – conclude Francesco Mati – che, con la prossima Finanziaria, sia possibile proseguire con il bonus verde e magari, come accaduto per il settore edile, incrementarne la percentuale a detrazione o l’imponibile”.

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Arriva il Bonus Verde: una boccata d’ossigeno per il comparto florovivaistico

Il bonus verde per terrazze, giardini e balconi sta per diventare realtà: è stato infatti inserito nella legge di bilancio 2018 in via di approvazione e riguarderà ville, villini palazzi di pregio e condomini. Si tratta del risultato di un lavoro di squadra a cui Confagricoltura ha partecipato con grande impegno, come evidenzia Francesco Mati, riconfermato presidente nazionale della Federazione florovivaismo di Confagricoltura il 27 novembre scorso.

Sarà possibile detrarre il 36% sulle spese per il verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare divisi in dieci anni.

In realtà non è una conquista di poco conto – precisa Mati – se si considera che la detrazione si potrà applicare anche alle unità abitative di un condominio e quindi rientrare nelle spese condominiali”.

In questo periodo si registra anche un sensibile aumento delle esportazioni di prodotti florovivaistici, un segnale positivo di ripartenza del mercato a livello internazionale. L’Italia sta cercando di recuperare spazi dopo anni di crisi anche se la domanda interna resta ancora debole.

Rimane ancora da sfatare – aggiunge il presidente Mati – il pregiudizio che le opere a verde pubblico o privato debbano essere considerate un costo e non un beneficio anche per l’ambiente e la salute dei cittadini come dimostrano autorevoli studi scientifici sul valore del verde come risorsa contro l’inquinamento”.

Su un altro versante, quello della circolazione delle merci, il presidente della Federazione nazionale di prodotto esprime invece preoccupazione per i mancati o inadeguati controlli fitosanitari sui prodotti florovivaistici in arrivo dai Paesi extra-Ue.

Il problema della diffusione delle fitopatie deve essere affrontato a livello di Unione Europea – spiega – perché dall’emergenza xylella sono derivati problemi non solo nella produzione di olivi nei vivai pugliesi ma anche echi mediatici negativi per il comparto florovivaistico italiano sul mercato internazionale. Il problema delle fitopatologie deve essere risolto a Bruxelles. In Italia può arrivare materiale florovivaistico in 56 porti diversi mentre negli Stati Uniti il materiale d’importazione passa attraverso un unico porto e prima di ottenere il via libera viene sottoposto a ispezioni accurate”.

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