Borghi, Congionti (Agriturist – Confagricoltura) a Radio1 Box: “Valorizzare i territori rurali, da sempre il nostro obiettivo”

“Il fenomeno dell’agriturismo nel nostro Paese ha contribuito a salvaguardare gli aspetti economici e sociali di gran parte dei territori rurali, valorizzandone le bellezze paesaggistiche e l’enogastronomia locale”.

Lo ha detto oggi Augusto Congionti, presidente di Agriturist, ai microfoni di Radio1 Box. L’Associazione di Confagricoltura che ha dato il nome all’agriturismo in Italia, fondata nel 1965, partecipa quest’anno al XV Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, in programma a Lucignano, in provincia di Arezzo, dall’8 al 10 settembre.

“Confagricoltura e Agriturist sono da sempre impegnate per la valorizzazione e la tutela del patrimonio agricolo e paesaggistico – ha ribadito Congionti -. Partecipiamo a quest’iniziativa perché è un’occasione per promuovere i 5600 borghi italiani, alcuni dei quali ancora poco conosciuti, che possono avere una funzione determinante anche dal punto di vista turistico”.

Il presidente di Agriturist ha ricordato il ruolo essenziale che le aziende agricole e agrituristiche svolgono su tutto il territorio nazionale. “Nei borghi troviamo la vita autentica e la vacanza esperenziale, perché il turista da qualche anno cerca anche questo: il contatto con la natura, con le persone che vivono in quei territori per avere uno scambio di culture, senza contare il valore delle risorse enogastronomiche locali, molto apprezzate – ha concluso Congionti -. Tutti questi elementi, insieme, rendono più forte anche l’offerta turistica italiana”.

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Borghi più belli: Confagricoltura e Agriturist al XV Festival di Lucignano

Confagricoltura, insieme ad Agriturist, dà appuntamento al XV Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia in programma a Lucignano (Arezzo) dall’8 al 10 settembre. La Confederazione parteciperà con un proprio stand e numerose attività informative.  

Augusto Congionti, presidente dell’associazione che ha dato il nome all’agriturismo in Italia, interverrà all’evento ”Il ruolo della governance a livello territoriale per politiche di promozione di tutta la filiera” insieme a Magda Antonioli, del Comitato tecnico-scientifico dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, che si terrà sabato 9 settembre alle 18.30.

“Valorizzare le nostre campagne e i piccoli borghi è uno dei ruoli chiave dell’agriturismo che fa rete e propone l’intero territorio – sottolinea Congionti – natura, enogastronomia, artigianato e cultura. Un pacchetto completo di offerte capaci di attirare turisti tutto l’anno, per combattere la stagionalità delle richieste”.

Agriturist ricorda che più del 60% dei Comuni italiani ospita almeno 1 dei più di 25.000 agriturismi italiani, con punte del 90% in alcune regioni, e che le zone rurali sono vitali grazie al lavoro degli imprenditori agricoli. L’84% delle strutture è in aree collinari e montane e il 16% in pianura.

Confagricoltura, da sempre in prima linea sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio territoriale agricolo italiano, partecipa per la prima volta a quest’iniziativa sui borghi italiani. Una risorsa da scoprire in termini di qualità della vita e sostenibilità, dove le attività agrituristiche sono un elemento essenziale di sviluppo.

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Pasqua 2023 si trascorre in campagna. Agriturist (Confagricoltura): tutto esaurito per i pranzi, anche a Pasquetta

“La vacanza in agriturismo è la prima scelta degli italiani per Pasqua e Pasquetta. I segnali del territorio vanno verso il ‘tutto esaurito’, soprattutto nella ristorazione. E, se il meteo ce lo permetterà, potremo raggiungere anche un 20% di crescita rispetto allo scorso anno. Per il primo lungo week end di primavera gli ospiti che scelgono l’agriturismo sono storicamente gli italiani, anche se assistiamo al forte ritorno dei turisti, americani in primis”. Lo afferma Augusto Congionti, presidente di Agriturist, diffondendo i risultati raccolti dalle aziende associate per Pasqua e i prossimi ponti di aprile e maggio. 

Da sempre la campagna, nella stagione primaverile, attira i cittadini alla ricerca di contatto con la natura, per scrollarsi di dosso il grigiore dell’inverno insieme alla famiglia o con gli amici. Crescono i sostenitori delle vacanze sempreverdi: aria aperta, mete vicine, ambienti genuini, ritmi di vita più lenti, eccellenze enogastronomiche da assaggiare – spiega Agriturist – sono la ricetta perfetta per una vacanza ideale, che unisce ospitalità familiare alla buona cucina e alle attività agro-culturali, senza dimenticare il benessere psico-fisico.

Si registra, generalmente, una forte crescita in tutto lo stivale, con una ripartenza primaverile fisiologicamente un po’ più incerta nelle zone montane. 

Continua tuttavia la difficoltà a reperire personale, così come pesano i forti aumenti delle materie prime: ad esempio, in un anno, la farina è aumentata del 150%, lo zucchero del 100%, latte, carni e ortaggi dell’80% e oltre il 150% i costi energetici. Per contro, responsabilmente, gli imprenditori agrituristici hanno solo leggermente ritoccato i loro prezzi.   

In Sicilia per Pasqua e Pasquetta le prenotazioni del pranzo sono state esaurite con largo anticipo, mentre le camere hanno qualche disponibilità. Ancora pochi gli stranieri. In Calabria forte crescita, rispetto al 2022, per i soggiorni e per la ristorazione, con un incremento dei turisti stranieri. Pienone in Puglia: camere sold out all’85%, 100% per la ristorazione. In Abruzzo si attende il last minute per completare le prenotazioni dei soggiorni; incremento (+20%) per l’estate e l’autunno di prenotazioni straniere, più lente quelle italiane. Bene la Campania: tirano le Costiere, ristorazione e pernottamenti esauriti per la Pasqua; nel Beneventano crescono le prenotazioni degli stranieri di oltre il 10%.

Nel Lazio incrementate le prenotazioni rispetto al 2022 (+15%), ristorazione al completo, alloggi con turismo prevalentemente italiano, occupazione al 70%; Roma e la Tuscia le mete più gettonate. Umbria a pieno regime: folta la presenza di italiani, famiglie con bambini in cerca di esperienze da vivere in fattoria. Bene le strutture vicino alle città d’arte. 

La Toscana si appresta a superare abbondantemente il 2019. Tutto pieno anche per i prossimi ponti del 25 aprile e 1° maggio. Sono tornati in massa gli americani nel Chianti e nel Senese. Il sistema agrituristico dell’Emilia-Romagna è ripartito bene dopo la crisi pandemica (+49% gli arrivi) mixando turismo d’affari con quello ricreativo, culturale ed esperienziale; prossime festività pasquali all’insegna di soggiorni brevi e ristorazione al completo. 
Molto bene anche i ponti in Liguria, anche qui soprattutto per la ristorazione e gli stranieri che raggiungono il 50%. In Piemonte, generalmente, tutto pieno per Pasqua e Pasquetta, consolidando la tendenza positiva. Molte strutture hanno appena aperto, perché a causa dei costi energetici sono rimaste chiuse nel periodo invernale. Buona la presenza soprattutto da Germania, Francia, Svizzera e USA. 

Al completo la Lombardia con stime superiori pre-pandemia. Traina Brescia, capitale della cultura, riscontri positivi anche per strutture nelle città d’arte e i laghi. Andamento molto positivo in Veneto: litorale, colline, mare, laghi e campagna al completo soprattutto per la ristorazione; buona la presenza straniera, che intorno al Lago di Garda e alle città d’arte supera quella degli italiani.

In Italia le aziende agrituristiche attive sono più di 25.000 e oltre il 60% dei comuni italiani ne ospita almeno una. Quasi la metà offre almeno tre servizi e più di una su tre è condotta da un’imprenditrice. 

“Il settore dell’agriturismo italiano, con le sue peculiarità uniche al mondo, si conferma una parte strategica all’interno dell’offerta turistica nazionale. Ci siamo finalmente gettati alle spalle la pandemia – conclude il presidente di Agriturist, Augusto Congionti – e i risultati lo stanno dimostrando. Si ricomincia con una maggiore pianificazione e programmazione delle proprie vacanze anche se preoccupa, soprattutto in vista della prossima stagione estiva, la difficoltà a reperire personale”.

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Rincari, Agriturist (Confagricoltura): gli aumenti soffocano i guadagni

Le presenze estive superano il pre pandemia. Grande riscoperta delle attività agricole legate alla produzione. L’analisi nelle regioni 

 

Il 21 settembre segna l’inizio dell’autunno e negli oltre 24.000 agriturismi italiani si tirano le somme di una stagione caratterizzata da un massiccio flusso dal Nord Europa, dal ritorno degli americani e dalla crescita della presenza di turisti dall’Est. A frenare gli entusiasmi l’aumento esponenziale dei costi: le bollette triplicate in un anno, i costi di Gpl per le cucine, carta e vetro più che raddoppiati, cresciuti dal 200 al 300% i costi delle altre materie prime.

“Gli agriturismi, per essere tali, hanno alle spalle delle aziende agricole – sottolinea Augusto Congionti, presidente Agriturist (Confagricoltura) –. L’ospitalità è attività accessoria alle imprese, che sono doppiamente penalizzate dall’impennata dei costi. Il bilancio complessivo dell’estate è molto positivo: le presenze, in particolare degli stranieri, hanno fatto raggiungere punte del tutto esaurito. Per le strutture con ristorante e piscina gli aumenti sono stati così forti che, paradossalmente, abbiamo lavorato di più, incassando di più, ma guadagnando di meno”.
Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, della guerra in Ucraina, ma anche della grave, prolungata carenza idrica. Nonostante questo, molti agricoltori hanno deciso di non aumentare i prezzi o di ritoccarli solo lievemente. Una scelta che, a parere di Agriturist, ha decisamente premiato l’ospitalità nelle aziende agricole e la riscoperta della parte agricola del turismo.

 

INDAGINE AGRITURIST SUL TERRITORIO

Ottimi i risultati degli agriturismi in Sicilia per la stagione estiva, da maggio a settembre, con ben il +52% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nelle strutture si è registrato il 60% stranieri provenienti, prevalentemente, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e da Malta. Le presenze di italiani si sono attestate sul 40%. Aspettative anche per la stagione autunnale che esercita un grande richiamo sia in Italia, sia all’estero per il clima ancora mite.

Molto bene la Liguria: quasi il tutto esaurito con presenze al 98% in agosto e, superando ogni previsione, a settembre con oltre il 60%. Richieste anche per ottobre e prenotazioni straniere per il 2023. Turisti provenienti principalmente da Belgio, Olanda, Svizzera e Germania, molti dal Nord Europa. In crescita il turismo dall’Est, mentre sono ancora pochi gli americani. Successo negli agriturismi dell’entroterra grazie alla ricerca del verde e alle attività legate al territorio e all’agricoltura. Soggiorni medi di 7/15 giorni.

In Piemonte si è riscontrato, in generale, un miglioramento delle presenze che si è tradotto in un buon andamento complessivo. Equamente suddivise le percentuali tra italiani ed europei, provenienti principalmente dalla Francia. Numerosi anche gli olandesi, i belgi e i tedeschi. Cominciano a ritornare anche americani, canadesi ed extra europei. Recuperate e, in alcuni casi superate, le presenze degli anni pre pandemici, con soggiorni di circa tre giorni fino a una settimana.

Ottima annata in Lombardia, anche rispetto al 2019, frenata però dagli aumenti dell’energia e delle materie prime. Buona la presenza degli italiani, anche gli stranieri sono tornati in massa dal Nord Europa (Svezia, Finlandia, Norvegia, Svizzera e Germania. I tedeschi con forte propensione per il Lago di Garda) con un più 10% di rispetto al pre covid e allungando la stagione fino a fine ottobre. Fondamentale la riscoperta della parte agricola del turismo, con le attività legate alla viticoltura, ai frantoi e ai caseifici.

Bilancio positivo, prima estate di netta ripresa in Veneto, che sta proseguendo bene anche a settembre. Si calcola una crescita di presenze del 20% rispetto al 2018-2019 (ultimi anni di riferimento utili), di cui 1/3 italiani e 2/3 stranieri. Netta la prevalenza di tedeschi, seguono olandesi, francesi, belgi, austriaci, svizzeri. Rilevante, anche se minoritaria, la presenza extra UE: inglesi e americani. Non è mancato, malgrado l’embargo, qualche turista russo.

Stagione estremamente favorevole in Toscana, nonostante gli inaspettati momenti di blocco tra fine luglio e i primi giorni d’agosto. Grande ritorno dei turisti dal Nord Europa (+10%), che hanno scelto di viaggiare prevalentemente in auto.  Positivo, in generale, anche il rientro degli americani. Premiate, in particolare, le strutture vicine alla costa. Ottimo il mese di settembre. Diminuita la presenza degli italiani, che avevano una permanenza media di tre giorni, rispetto ad almeno una settimana degli ospiti stranieri.

I flussi turistici in Umbria sono iniziati molto bene, con ospiti italiani già da maggio e giugno: un segnale di netta ripartenza. Pienamente recuperati i numeri pre pandemia, con l’aumento della durata del soggiorno per i nostri connazionali, provenienti da tutte le regioni, spinti dalla voglia di vivere una vacanza all’insegna dell’esperienza e del pieno contatto con la natura. Tra gli stranieri, al top Germania e Olanda, ritornati gli americani. Le strutture hanno mantenuto i prezzi e sono state piene fino ai primi dieci giorni di settembre, poi presenze nei weekend o durante eventi territoriali.

In Emilia Romagna record di presenze negli agriturismi con +10-15% rispetto al periodo pre Covid. Primato, a sorpresa, degli ospiti francesi che hanno raggiunto quasi il 30%, forte la presenza dall’Est Europa, tra cui anche i russi. Grande ritorno dell’auto per spostarsi e del turismo di passaggio, che ha permesso di scoprire gli itinerari rurali meno conosciuti. Apprezzati i percorsi enogastronomici in cantine, caseifici e salumifici, così come i pacchetti a misura di famiglia e di bambino, promossi dal club di eccellenza Agricycle.

I flussi turistici sono iniziati da giugno nelle Marche riportando, con luglio e agosto, le presenze finalmente ai livelli precedenti il periodo pandemico per gli ospiti italiani. Rispetto alle due annate precedenti sono anche cresciuti gli stranieri, provenienti in prevalenza da Olanda, Francia, Belgio e Germania, che hanno raggiunto il 30/60%. Maggiore richiesta per gli agriturismi vicini al mare, ma è stato apprezzato anche l’entroterra con soggiorni da 3 a 5 giorni.

In controtendenza il Lazio, che pur registrando un incremento degli stranieri (+15%) e della durata dei soggiorni (+10%), durante la stagione estiva rileva una riduzione delle presenze, in media del 17%, rispetto allo scorso anno, grazie alla possibilità di raggiungere nuovamente mete estere. Unica eccezione gli agriturismi collocati in prossimità del mare. Calati gli ospiti anche a settembre del 30%, in confronto al 2021, diminuito, in conseguenza dell’impennata dei costi, il Margine Operativo Lordo aziendale, abbassato di 10 punti.

La stagione giugno, luglio ed agosto positiva in Abruzzo più 6%, rispetto allo scorso anno. Vacanze più lunghe: tra una settimana e quindici giorni. Leggera diminuzione di famiglie con bambini e una maggiore presenza di coppie. Nel confronto tra l’estate 2019 e l’estate 2022 l’incremento delle presenze si può attestare intorno al 25%, grazie anche quasi totale realizzazione della “Pista ciclopedonale Costa dei Trabocchi”. Lieve flessione del servizio di ristorazione in azienda a beneficio di quella locale, che ha permesso agli ospiti di godere maggiormente del territorio. Cresciuto del 10% il turismo da Olanda, Germania, Svizzera, Romania e Usa, grazie ai ricongiungimenti familiari.

Estate molto positiva per gli agriturismi in Campania: +25% le presenze italiane, +35% per gli stranieri, per una durata media del soggiorno di tre giorni. Le presenze degli ospiti stranieri nelle strutture associate a Confagricoltura hanno superato di circa il 10% quelle registrate negli anni precedenti al Covid. Boom di presenze nelle costiere Sorrentina, Amalfitana e Cilentana. Settembre con andamento in netto aumento rispetto agli altri anni, compreso il periodo pre pandemia.

Meno afflusso del 2021 in Puglia, quando c’era stata una fortissima richiesta degli italiani a causa della Pandemia. Rispetto al 2019 le strutture hanno registrato un +10%. Premiati gli agriturismi vicino al mare. Sono tornati gli stranieri, in particolare da Francia, Belgio e Olanda, che hanno rappresentato il 50% delle presenze d’Oltralpe. Significativa anche la presenza tedesca pari al 15%, mentre si registra il 10% dagli USA; si rafforza il turismo dell’Est, principalmente polacco e ceco, che ha raggiunto il 25%. Da giugno a settembre il 60 % è stato di turisti stranieri, con un tasso di occupazione delle camere dell’80%, per una permanenza media di 3 notti.

Molto bene la Calabria, che registra +50% di presenze rispetto allo scorso anno, ripartite con un 70% d’italiani e un 30% di stranieri, principalmente americani, tedeschi, svizzeri e francesi. Ancora non pienamente recuperate le presenze pre pandemia, mentre i soggiorni si sono ridotti mediamente a 3 giorni. Buono l’andamento turistico nel mese di settembre, che vede un incremento del turismo internazionale del 50% in confronto allo scorso anno, con strutture occupate al 60%.

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Vacanze, Agriturist (Confagricoltura): estate 2022 in campagna all’insegna di natura, enogastronomia e ritmi lenti

Quest’estate gli agriturismi italiani fanno il pieno grazie a un mix vincente: la riscoperta, in seguito alla pandemia, della ruralità e soprattutto delle vacanze di prossimità, insieme al forte ritorno degli stranieri. Moltissime le strutture già al completo. Premiate le imprese che oltre alla piscina, la prima colazione e la ristorazione organizzano attività, come trekking, passeggiate a cavallo, ciclobike o esperienze enogastronomiche, come lezioni di cucina e degustazioni.

 

“Gli italiani – afferma Augusto Congionti, presidente Agriturist – non hanno rinunciato alle vacanze e, facendo molta attenzione al portafoglio, hanno scelto il contatto con la natura e la bellezza delle campagne. Secondo l’Enit ben un italiano su cinque ha optato per la vacanza outdoor. Complici anche gli scioperi aerei, gli stranieri hanno scelto l’automobile per spostarsi. Così oltre a scoprire durante il percorso quella che, a torto, viene definita l’Italia minore, è cresciuto l’apprezzamento per l’Italia rurale, tanto che il 10% degli agriturismi comincia ad avere già prenotazioni per l’estate 2023.

 

Per Agriturist viene assolutamente confermata ed è addirittura destinata a crescere la tendenza dello scorso anno, verso ricavi finalmente stabili, se non in crescita, rispetto all’anno precedente (nel 2021 in media + 30%). E’ anche destinata ad aumentare ancora, in percentuale, la quota di mercato sull’intero settore turistico sia per quanto riguarda gli ospiti, sia per i pernottamenti (lo scorso anno era rispettivamente + 1% e +1,2%). Si prevede, infine, una crescita dei turisti esteri, rispetto allo scorso anno, in media del 15%, con punte anche del 35% grazie al ritorno degli americani e all’arrivo massiccio di turisti d’Oltralpe, dal Benelux e Nord Europa.

 

Certamente – sottolinea l’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura – molto dipenderà dagli imprenditori e dalla loro capacità d’innovarsi, così come dalle Istituzioni e dal saper valorizzare, anche con l’utilizzo virtuoso dei fondi del PNRR, l’Italia agricola.

 

“Viviamo – conclude Congionti – una situazione decisamente paradossale: sia il Covid, sia la situazione d’incertezza hanno lanciato la vacanza agrituristica, quasi meglio di una campagna pubblicitaria ad hoc. La tipicità, l’ambiente, la salute, le attività all’aria aperta, la scoperta di territori non lontani, insieme alla possibilità di soluzioni abitative autonome, grandi spazi, luoghi poco frequentati, che garantiscono il distanziamento sociale hanno rafforzato l’appeal delle nostre strutture. La possibilità di vivere con chi produce eccellenze da gustare, insieme allo stretto contatto con la natura che permette di rigenerare corpo e mente, hanno fatto il resto”.

 

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PNRR, Agriturist (Confagricoltura): importante rilanciare il turismo in campagna

“E’ positivo che, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sia contenuto un pacchetto dedicato al rilancio del turismo, all’interno del quale gli agriturismi italiani rappresentano un importante segmento di offerta. Si tratta di risorse importanti, un primo decisivo passo considerato il peso economico del settore e l’importanza strategica della sua ripresa”. Questo il commento di Augusto Congionti presidente dell’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura allo stanziamento di 2,4 miliardi di euro del “Pacchetto Turismo”.

 

“Riteniamo estremamente efficace – continua Congionti – oltre al credito d’imposta dell’80%, aver considerato prioritario l’ammodernamento delle strutture e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Indispensabile è stata la dotazione per il miglioramento delle strutture turistiche, ma ugualmente importante destinare altrettante risorse al miglioramento dell’ambiente”.

 

Agriturist sottolinea che l’ambiente più esteso è proprio l’agroambiente, che comprende anche gli spazi rurali e i boschi, in gran parte privati e gestiti dagli imprenditori agricoli. E’ fondamentale sostenere, curare e valorizzare il paesaggio a vantaggio dell’intera offerta turistica italiana, considerata la grande attrattiva che esercita nelle scelte dei luoghi dove passare le vacanze.

 

Gli agriturismi sono un elemento chiave del tessuto produttivo nazionale con 24.000 aziende agrituristiche, dotate di oltre 250.000 posti letto e più di 400.000 posti a tavola, che attira quasi 14 milioni di presenze l’anno e occupa 100.000 addetti. E’ una formula di vacanza in crescita costante e dedicare risorse per la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale, per promuovere le produzioni agricole, è un’opportunità per rilanciare la fruizione dello spazio rurale.

 

“Tutto – conclude il presidente di Agriturist – va realizzato con una visione collegata alla sostenibilità energetica e ambientale della recettività agrituristica, che vede gli imprenditori agricoli estremamente interessati e già operativi”.

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Agriturist (Confagricoltura): voglia di viaggiare e ampi spazi hanno accelerato la ripresa in campagna

Il post pandemia ha velocizzato lo sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale dei territori rurali

Grande protagonista delle vacanze degli italiani è stato indubbiamente l’agriturismo. La stagione è stata decisamente migliore dello scorso anno e, spesso, addirittura meglio del 2019 e le presenze tengono anche per tutto settembre. Certo parlare dell’altra faccia del Covid è esagerato, ma registriamo una vera e propria riscoperta delle vacanze in campagna, con gli ampi spazi, i ritmi, il contatto con la natura, le atmosfere familiari ed il buon cibo. Tocca ora riuscire a cogliere questa opportunità contribuendo, con le nostre offerte uniche, alla promozione dei territori rurali, una ricchezza nazionale da valorizzare di più”. Lo ha detto Augusto Congionti, presidente di Agriturist, facendo un bilancio dell’estate e delineando le prospettive per il settore.

La pandemia, sottolinea l’associazione che riunisce le aziende agrituristiche di Confagricoltura, ha cambiato radicalmente le abitudini di viaggio improntandole su sicurezza e distanziamento, spingendo gli italiani lontano dalla folla e dagli itinerari più battuti. Non è un caso che si siano modificate, di conseguenza, anche le abitudini: meno prenotazioni last minute, soggiorni più lunghi e maggiore attenzione alla sicurezza. A riscoprire la vacanza in campagna, oltre alle famiglie con bambini, anche moltissimi i gruppi di giovani, che hanno premiato soprattutto le strutture vicino al mare o quelle che offrono percorsi esperienziali, capaci, attraverso la scelta di attività inconsuete per chi vive in città, di renderli protagonisti della propria vacanza.

Secondo i dati di Agriturist, mediamente, le presenze italiane nelle 24.000 strutture sono state intorno al 70%, raggiungendo ad agosto anche punte del 90%, e il 30% di turisti provenienti dall’estero.  Trend diametralmente opposto in Costiera Amalfitana, Sorrentina e in Veneto dove le città d’arte come Venezia, Verona, Vicenza e Padova hanno attirato molti stranieri, mentre Belluno ha fatto il pieno con soggiorni italiani. Estremamente variegato, ma tutto sommato buono il bilancio della Toscana. Molto bene il Chianti, forte presenza dall’estero e bilancio superiore, per alcuni, anche all’ante Covid, positivo l’andamento nel Senese. Ad Arezzo presenza dall’estero al 75%; al 50%, meglio dello scorso anno a Grosseto e in Maremma dove, in alcune strutture, i risultati sono stati addirittura migliori rispetto a prima della pandemia.

Molto buoni i risultati in Piemonte, che ha registrato numerose presenze di turisti stranieri “di prossimità”; non sono mancati gli italiani che hanno allungato di qualche giorno le permanenze. Soddisfacente anche la stagione in Liguria dove, a sorpresa, è cresciuta la presenza di turisti provenienti dall’est. Il Lazio segnala un andamento positivo, in particolare, vicino ai laghi con presenze estere prevalenti e in Maremma laziale, bene anche le strutture vicine alla Capitale che offrono attività e ristorazione. Continua il boom della Puglia, che si conferma regina dell’estate. Già da metà maggio i turisti, per il 70% italiani, avevano scelto questa meta che registra il tutto esaurito per tutto il mese di settembre.

La Sicilia si è confermata una delle prime regioni ad appeal turistico. Gli agriturismi hanno accolto ospiti prevalentemente italiani. Con la zona gialla e la limitazione a tavoli da quattro, numerose le disdette per feste e banchetti. Ottimi i risultati dell’Alto Adige, che continua a registrare “full booked”. Superiore alle aspettative l’andamento della stagione in Umbria e nelle Marche. Bene la Calabria, così come l’Emilia Romagna, l’Abruzzo e il Friuli.

“Non sempre è oro tutto quel che luce – conclude Congionti – quest’anno è stato migliore di quel che molti operatori si aspettavano. E’ vero che come offerta agrituristica, come Italia, partiamo con un grande vantaggio: abbiamo paesaggi unici, borghi stupendi e offriamo anche buon cibo e ottimi vini. Le nostre strutture hanno grandi opportunità da sfruttare. Dobbiamo essere capaci di partire dalla riscoperta della campagna da parte dei nostri connazionali e, utilizzando in modo mirato le risorse del PNRR, riuscire a promuovere a pieno lo sviluppo sostenibile, economico e sociale dei nostri territori”.

 

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Agriturist (Confagricoltura): “Insufficiente il DL Ristori. Servono interventi strutturali e campagne promozionali”

“Questo mini lockdown ha imposto un brusco stop all’agriturismo e il ‘DL Ristori’ non basterà, purtroppo, nemmeno ad attenuare i pesanti problemi economici. Servono interventi strutturali”. Lo ha detto Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’Associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura, facendo una valutazione della passata stagione e delle prospettive del settore.

Sono state colpite dallo stop forzato le fattorie didattiche, la vendita diretta dei prodotti e la ristorazione. Sono anche crollate le vendite nel canale Ho.Re.Ca, tutti gli eventi e le cerimonie. L’estate, seppur con presenze minori del 2019, aveva fatto ben sperare. “Siamo rimasti quasi fermi fino a metà luglio. Agosto ha riscattato la nostra formula unica di vacanza e settembre ha confermato questa tendenza, ma la paura – spiega il presidente di Agriturist – combinata con le attuali restrizioni, mettono in forse anche Natale e Capodanno”.

Sono le forti incertezze a preoccupare, in generale, gli imprenditori agricoli. “E queste si amplificano – sottolinea Congionti – per le aziende agrituristiche. Abbiamo molto investito per ottemperare alle normative sanitarie contando che proprio la caratteristica delle nostre strutture, con gli ampi spazi che offrono un distanziamento naturale, ci permettesse di chiudere la stagione salvando in qualche modo i bilanci aziendali”.

“Occorre – conclude il presidente di Agriturist – indirizzare le risorse non spese del bonus vacanza verso operatori turistici e agrituristici, attivare casse integrazioni rapide per i nostri dipendenti, intervenire sulle tasse e sull’interesse dei mutui richiesto anche durante la sospensione. Soprattutto vogliamo guardare al futuro e chiediamo programmare insieme, con campagne promozionali ad hoc, il dopo pandemia per la ripresa dell’attività”.

Dei 24.000 agriturismi italiani, quelli senza ristorazione sono convenzionati con strutture rurali vicine, circa 10.000 offrono pasti e quasi 12.000 propongono attività ricreative, culturali e didattiche.

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Giornata mondiale del turismo, Agriturist: “Riscopriamo campagne e aree interne”

“Il cambio di abitudini e di offerta del settore, ancor prima dell’epidemia, ha messo al primo posto, anche nel settore viaggi, lo sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale dei territori. Gli agricoltori sono da sempre custodi della tradizione e della cultura delle campagne”. Lo ha messo in evidenza Augusto Congionti, presidente di Agriturist (Confagricoltura) in occasione della giornata mondiale del turismo che si celebra il 27 settembre, dedicata quest’anno a quello rurale.

“La ricerca di spazi aperti ben si sposa con questa evoluzione, in qualche modo accelerata dalla pandemia. L’offerta unica delle 24.000 imprese agrituristiche italiane – ha continuato Congionti – consente di riscoprire le campagne, i paesini, i borghi e i percorsi meno conosciuti; un vero patrimonio che può costituire la leva per la ripartenza dell’intero settore turistico”.

“Il bilancio dell’estate appena trascorsa, dopo i mesi di fermo e nonostante la forte riduzione di matrimoni ed eventi, è stato in molti casi superiore alle aspettative. La richiesta di distanziamento – ha rimarcato il presidente di Agriturist – ci ha spinto ad incrementare le nostre attività all’esterno. Punteremo sempre di più sulle ciclovie, sulle ippovie, sui cammini religiosi, sui sentieri naturalistici e sulle fattorie didattiche, diversificando le nostre offerte e incrementando i nostri servizi”.

“Offriamo luoghi incontaminati, attività in campagna accompagnate da cibo e vino ottimi. Questa caratteristica ha consentito alle nostre imprese di diventare un segmento importante dell’offerta turistica italiana, consentendoci di partire avvantaggiati. Occorre però – ha concluso Congionti – cogliere l’occasione e incrementare questo potenziale, guardando alla sostenibilità delle aziende, all’innovazione, alla digitalizzazione e alle infrastrutture”.

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Estate 2020, Agriturist (Confagricoltura): “In campagna la vacanza sicura”

“Siamo ancora nel pieno della tempesta, pur essendo consapevoli delle caratteristiche uniche e delle potenzialità dell’offerta degli agriturismi. Un vero porto sicuro. Il nuovo trend, dettato dalle regole per una ripartenza, è proprio la riscoperta di luoghi che permettano di godere di spazi aperti, di un rapporto autentico con la natura e le campagne italiane. Le nostre strutture accolgono in modo spontaneo ed accurato, aiutano a far conoscere la cultura enogastronomica locale e permettono di praticare il distanziamento sociale passeggiando, nuotando in piscina, praticando sport o, semplicemente rilassandosi”. Commenta così Augusto Congionti, presidente di Agriturist, i dati dell’indagine svolta dall’associazione di Confagricoltura.

Lungo lo Stivale l’offerta dei 24.000 agriturismi è estremamente variegata ma con un denominatore comune: l’ospitalità in un’azienda agricola. Dalla montagna alla collina, dal mare ai laghi l’effetto della crisi è evidente: niente americani e orientali, pochissimi dal Regno Unito, timorosi di dover effettuare la quarantena al loro ritorno. Qualche segnale arriva da Germania, Francia, Austria, Svizzera e Olanda. “La ripresa è lenta – sottolinea Congionti – e partirà soprattutto in agosto. Va anche calcolato che è stata la politica del last minute a caratterizzare le prenotazioni degli ultimi anni e, se in alcune zone i casali con piscina, scelti da famiglie o gruppi di amici sono andati a ruba, in altre è ancora l’incertezza a dettare le regole”.

L’agriturismo, vanto del nostro Paese, ha pagato l’effetto Covid più di un milione di euro. “Non ci arrendiamo, anzi. Ci siamo rimboccati le maniche – conclude il presidente Agriturist – convinti che si possa ancora una volta ripartire proprio dall’agricoltura. Le nostre strutture hanno tutte le carte in regola per offrire soggiorni indimenticabili in luoghi incontaminati, lontani dalla folla, dove le distanze sono naturali, il cibo è buono e genuino. Senza rinunciare al comfort e alla vita moderna, si potranno così riscoprire sapori e saperi della cultura rurale italiana”.

In Sicilia è aperto il 90% delle strutture. La ristorazione, nel mese di luglio, ha registrato, rispetto allo scorso anno, un calo di circa il 40%. Le prenotazioni sono diminuite dal 10 al 30%. Analoga situazione si registra nelle altre regioni.

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