Dall’Assemblea Generale di Confagricoltura la richiesta di una strategia per la filiera agroindustriale italiana

Economia interna ed europea con un ampio respiro oltre i confini del Continente verso quei mercati che possono contribuire alla stabilità del sistema agroindustriale italiano. Questa è la direttrice lungo la quale si sono sviluppati i due giorni di Assemblea Generale di Confagricoltura a Roma che ha chiamato a raccolta le personalità di spicco della politica e dell’economia. Come Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria che, insieme al presidente della Confederazione, Massimiliano Giansanti, ha espresso la necessità di un piano strategico che riguardi l’intera filiera nazionale del cibo.

Di energia e credito si è parlato durante la tavola rotonda con gli amministratori delegati di Enel e Crédit Agricole, Francesco Starace e Giampiero Maioli. Due partner con cui Confagricoltura condivide percorsi dedicati alle imprese e alle opportunità che il PNRR offre sulle green energy, integrate alla produzione agricola.

Sicurezza alimentare, produttività e tutela delle zone rurali, sono stati i tre temi sottolineati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei suoi auguri di buon lavoro all’Assemblea. Materie prime, filiere di qualità, credito, modernizzazione tecnologica e ricambio generazionale sono stati, invece, gli argomenti su cui ha posto l’accento nel suo messaggio alla platea, la premier Giorgia Meloni.

Una traccia ripresa anche dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che si augura un aggiornamento della PAC alla luce degli attuali livelli inflazionistici, e l’introduzione, da parte di Bruxelles, di una gradualità nella stretta all’uso dei fertilizzanti per non mettere a rischio la produttività agricola nazionale.

La PAC garantirà l’aumento della produzione agricola di cui l’Europa ha bisogno e il Parlamento Europeo garantirà ulteriori tutele per le indicazioni geografiche e regole condivisibili sull’uso dei fertilizzanti. È la promessa fatta dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.

Siccità, carenza di fertilizzanti e crisi energetica impongono un cambio di direzione verso uno sviluppo economico sostenibile. Lo ha detto con fermezza il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, per il quale le priorità sono tre: solidarietà tra i Paesi Ue, tutela del valore che l’agroalimentare italiano esprime e sostegno al percorso di transizione energetica delle sue imprese.

Del ruolo dell’Unione Europea ha parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che vorrebbe dalla Commissione Ue un impegno deciso proprio sul fronte di una politica industriale e commerciale che coinvolga il settore primario.

Su logistica e integrazione dei trasporti (porti, aeroporti, ferrovie, ecc.) e sulla condivisione di progettualità tra il suo ministero e quello dell’Agricoltura, ha battuto il ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Matteo Salvini, il quale punta anche a uno snellimento delle autorizzazioni per gli impianti ad energie rinnovabili.

Ampia la condivisione di vedute tra i protagonisti della due giorni di Assemblea di Confagricoltura, sulla necessità di rafforzare gli attuali scambi commerciali esteri e di crearne di nuovi per continuare a garantire alle imprese materie prime e sviluppo. Da qui, la conferma del ruolo che l’Italia riveste e dovrà rivestire nei rapporti con il Bacino Mediterraneo, area ancora più centrale oggi con il muro alzato ad Est dalla guerra in Ucraina.

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Persone, Agricoltura, Ambiente: l’Assemblea Nazionale di Confagricoltura

«Investire di più per il Made in Italy, altrimenti si perde in competitività. Il nostro messaggio è chiaro. Occorre destinare più risorse alle misure in grado di sostenere la crescita del prodotto interno lordo, da cui dipende anche la tenuta dei conti pubblici e dell’occupazione. Il 2022 è stato un anno difficile e le prospettive per il 2023 non sono migliori. Non è ancora chiaro il nuovo assetto che emergerà dalle crisi in atto e sono incerte anche le prospettive della globalizzazione, ma risulta già evidente che la copertura del fabbisogno di prodotti essenziali non può più essere affidata a terzi».

Lo afferma oggi con forza il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, aprendo i lavori dell’assemblea della Confederazione.

Il presidente della più rappresentativa organizzazione datoriale teme una crisi peggiore di quella del 1929 e sottolinea che è fondamentale salvaguardare il potenziale produttivoagroalimentare italiano e della UE. «Il governo tedesco ha varato un programma di sostegni pubblici per un 200 miliardi di euro, mentre le Pmi francesi, per tutto il 2023 riceveranno un aiuto che coprirà almeno il 20% delle spese energetiche.  In questo modo – rileva – si è creata una situazione di disparità competitiva tra le imprese che mette a rischio il regolare funzionamento del mercato unico».

Per Giansanti la crisi energetica non sarà di breve durata. I prezzi dell’energia non torneranno in tempi brevi sui livelli precrisi, anche se si potrebbe fare di più, per sostituire il gas russo che ancora incide per il 10% sulle nostre importazioni totali. L’inflazione è destinata a rallentare, ma l’anno prossimo si attesterà ancora attorno al 6%, secondo le ultime previsioni della Banca Centrale Europea. Bisognerà attendere fino al 2024 per tornare verso il 2%. «In questo scenario – rimarca Giansanti – tutta l’attenzione deve essere rivolta agli interventi in grado di sostenere l’attività economica, l’occupazione e la capacità di spesa dei consumatori».

«Le misure per contenere il caro bollette, nel primo trimestre 2023, sono una scelta del governo di assoluta rilevanza, che va necessariamente prorogata, anche se non sarà facile trovare le risorse necessarie. Sono urgenti provvedimenti a sostegno della liquidità delle imprese prolungando, in prima battuta, le moratorie sui prestiti accordate durante l’emergenza sanitaria e che scadranno alla fine di quest’anno. Occorre agire, a livello Ue, sui fertilizzanti, suggeriamo di proporre acquisti comuni per ottenere una riduzione dei prezzi e avere a disposizione i quantitativi adeguati alle necessità. E poi bisogna combattere l’inflazione».

«È finito il tempo di dire che va tutto bene. Le imprese agricole hanno gli stessi problemi del mondo industriale, dal caro energiaalla carenza di liquidità. E, in più, lavorano a cielo aperto e fronteggiano i cambiamenti climatici. Sono necessarie scelte opportune e di buon senso che vadano nella direzione della crescita economica, delle infrastrutture per connettere l’agricoltura italiana con il mercato internazionale, dei trasporti, dello sviluppo degli impianti fotovoltaici ed eolici, che riteniamo assolutamente compatibili con il potenziale produttivo dell’agricoltura. Senza investimenti – conclude Giansanti – non sarà facile uscire dalla crisi attuale».

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Il catanese Edoardo Orlando è il nuovo presidente di ANGA Sicilia

Il nuovo presidente dei Giovani di Confagricoltura siciliani sarà affiancato dai vice Presidenti Clelia Panci e Andrea Giglia 

Si è svolta domenica 11 dicembre 2022, presso la Tenuta del Gelso, Misterbianco (CT), l’Assemblea Regionale dei Giovani di Confagricoltura – Anga Sicilia e l’Assemblea Provinciale dei Giovani di Confagricoltura – Anga Catania con la presenza del neo Presidente Nazionale dei Giovani di Confagricoltura – ANGA Giovanni Gioia, durante la quale si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche Presidenziali.

Eletto Presidente dei Giovani di Confagricoltura – Anga Sicilia Edoardo Orlando, 31 anni, studi classici e un master in agribusiness managment alla SDA Bocconi.Titolare dell’azienda agricola CORED presso Vizzini (CT). Gia vice-presidente Anga della prov. di Catania. Quarta generazione di imprenditori agricoli, è produttore di cereali, principalmente grano e orzo da filiera, alternati con foraggere. Dal 2019,inoltre, sperimenta canapa industriale.

“Ringrazio tutti i miei colleghi per la fiducia accordatami. Sono onorato di poter rappresentare tutti i giovani della mia regione associati ad Anga. Il mio sarà un triennio in continuità con il presidente uscente, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto, in un periodo difficile caratterizzato prima dalla pandemia e poi dall’impennata dei costi di produzione per il nostro comparto. All’interno di Anga abbiamo eccellenze che si distinguono per qualità ed innovazione. Ed è proprio da questi valori che cercheremo di portare la nostra idea di agricoltura al di fuori del nostro mondo, dalle scuole alla società civile, per far comprendere che l’agricoltura può essere un vero volano per lo sviluppo socio-economico del nostro territorio”.

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Da sinistra: Clelia Panci, Edoardo Orlando e Andrea Giglia

 

Orlando sarà affiancato dai due vice Clelia Panci, classe 91, laureata in agroingegneria.
Nella sua azienda, in territorio Corleonese, produce pasta e farina di grani antichi,legumi, olio d’ oliva, funghi, piante officinali, alleva equini e api nere siciliane. E Andrea Giglia, 32 anni. Laurea in giurisprudenza, produttore di uva da tavola e da mosto, olive da olio e frutteti. Gestisce,inoltre, una struttura agrituristica. Già membro del consiglio nazionale di agriturist e vice presidente regionale dei giovani di Confagricoltura nel triennio precedente. sarà affiancato dai vice-Presidenti Clelia Panci e Andrea Giglia.

I complimenti vanno anche al neo Presidente dei Giovani di Confagricoltura – Anga Catania Giorgio Mannino che sarà affiancato durante il Suo mandato dalla vice Presidente Ilenia J Miano.

Ilenia Miano e Giorgio Mannino

 

Giorgio Mannino, 29 anni,
Imprenditore vitivinicolo; Titolare dell’omonima azienda “Tenute Mannino”
Si è laureato in Economia Aziendale all’Università di Catania e ha conseguito un
Master in management e marketing delle imprese vitivinicole all’Università di Firenze.

 

Ilenia Miano, è una giovane imprenditrice di 33 anni, originaria di Paternò. Nel 2016, dopo aver vissuto per diversi anni all’estero, consegue la laurea in lingue e culture europee presso il dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania. Nel 2021, fonda A’mennula”, azienda agricola specializzata nella coltivazione e produzione di mandorle. A’mennula, è una Realtà aziendale ibrida,a cavallo fra la tradizione della coltivazione gentile nei mandorleti di famiglia e l’innovazione in ricerca e trasformazione, per offrire molto più di una mandorla di alta qualità.

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Economia e politica a confronto all’Assemblea Nazionale di Confagricoltura il 14 e 15 dicembre

“Persone, agricoltura, ambiente” è il titolo dell’assemblea nazionale di Confagricoltura che si svolgerà mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre a Villa Aurelia, a Roma. All’evento è prevista la partecipazione di numerose personalità di spicco del mondo politico, economico e finanziario a confronto sui temi di attualità che partono dalla situazione del settore primario del Paese per ampliarsi all’Europa e al mondo.

“L’attuale scenario globale, con il conflitto tra Russia e Ucraina, ha aggravato un quadro già complesso – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Le crescenti difficoltà delle imprese, con gli aumenti smisurati dei costi energetici e di produzione, prospettano un futuro ancora in salita”.

“Le politiche agricole europee, inoltre, sono insufficienti e quelle che entreranno presto in vigore sono già datate rispetto alla realtà dei fatti: di qui la necessità di stringere i tempi per dare risposte concrete alle richieste di cibo e di sostenibilità ambientale, fornendo al contempo gli strumenti per garantire competitività alle imprese agricole”.

Mercoledì 14 si inizierà alle 15 con l’intervento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, per proseguire con il panel “L’economia italiana vista da chi la fa”, al quale parteciperanno, oltre allo stesso presidente, Francesco Starace (AD Enel), Giampiero Maioli (AD Crédit Agricole), Pietro Labriola (AD Tim), moderati da Fabio Tamburini, vicedirettore del TG5.

L’attenzione si sposterà sulla politica agricola, economica e del made in Italy del Governo, con gli interventi di ministri FrancescoLollobrigida (Agricoltura e Sovranità alimentare), Antonio Tajani(Esteri), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy).

Il pomeriggio di lavoro si concluderà con il talk, condotto dal direttore del TG1 Monica Maggioni, dal titolo “Italia, Europa, mondo: la velocità dell’economia”, con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Giovedì 15 si inizierà alle 10. Porterà il saluto all’assemblea il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al quale seguirà  la presentazione dell’avanzamento di HubFarm, la piattaforma tecnologica e digitale di Confagricoltura.

Sarà quindi la volta del messaggio della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

“Come si muovono i prodotti. La grande rete delle comunicazioni: strade, ferrovie, porti e aeroporti” è il tema dell’intervento del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Matteo Salvini.

Dalle infrastrutture all’economia UE, con il contributo del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: “Europa e l’Italia, si può fare di più?”.

L’assemblea terminerà con il videomessaggio del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

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Natura Iblea vince per il sesto anno consecutivo il Welfare Index PMI, prestigioso riconoscimento che premia il welfare aziendale

Per il sesto anno consecutivo l’azienda agricola ragusana Natura Iblea, associata a Confagricoltura, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Welfare Index PMI nella categoria Agricoltura. Quattro, complessivamente, le aziende associate a Confagricoltura che sono state premiate stamattina a Roma, in occasione della presentazione della settima edizione del Rapporto Welfare Index PMI 2022 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane: per l’agricoltura, oltre a Natura Iblea, Barone Ricasoli (Siena) e C.B.M. srl – Cattle Breeding Management (Jesi) e per l’agricoltura sociale Fattoria Solidale del Circeo (Latina).

Welfare Index PMI promuove le PMI italiane in Europa con SME EnterPRIZE, l’iniziativa di Generali che premia i modelli di business sostenibili delle imprese europee.

Quest’anno hanno partecipato a Welfare Index PMI oltre 6.500 imprese – triplicate rispetto alla prima edizione – di tutti i settori produttivi, di tutte le dimensioni e provenienti da tutta Italia. L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. Assegnato il massimo rating 5W a 121 imprese Welfare Champion (erano 22 nel 2017).

La fotografia sullo stato del welfare nelle PMI italiane si basa su un modello di analisi organizzato in dieci aree: 1) Previdenza e protezione; 2) Salute e assistenza; 3) Conciliazione vita-lavoro; 4) Sostegno economico ai lavoratori; 5) Sviluppo del capitale umano; 6) Sostegno per educazione e cultura; 7) Diritti, diversità, inclusione; 8) Condizioni lavorative e sicurezza; 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori; 10) Welfare di comunità.

Storie straordinarie di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il Paese. Si tratta di realtà che hanno messo in atto numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, dimostrando capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati, contribuendo a generare impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne ad esse.

“Un risultato che ci onora, ci inorgoglisce e ci emoziona – spiega il General Manager di Natura Iblea, dott. Roberto Giadone – come se fosse la prima volta. Un importante riconoscimento, che per noi vale davvero molto, al lavoro che facciamo ogni giorno per rendere l’azienda non solo un luogo di lavoro, ma anche di integrazione, di sostegno, di incontro, di solidarietà e di crescita”.

“A Roberto Giadone e a Natura Iblea le vive congratulazioni dell’Unione Provinciale di Ragusa e di tutta Confagricoltura – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – per l’encomiabile risultato ottenuto per il sesto anno consecutivo. Un’eccellenza ragusana e siciliana di cui essere fieri, frutto dell’impegno e dell’abnegazione di chi rappresenta un tessuto produttivo sano, coraggioso e visionario che genera ricchezza diffusa per il territorio, mettendo al centro non solo la produttività, ma anche il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori”.

I dati del Rapporto Welfare Index PMI

 

Oggi il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità e continua a crescere la consapevolezza del ruolo sociale nelle PMI: oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale. Raddoppia inoltre il numero di PMI con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. Oggi il welfare aziendale non è più solo appannaggio delle grandi imprese, ma anche delle microimprese.

La quota di imprese con livello elevato di welfare è massima (70,7% nel 2022 vs 64,1% nel 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e molto rilevante (66,8% vs 59,8% nel 2017) nelle PMI tra 101 e 250 addetti.

Raddoppiano le microimprese (da 6 a 9 addetti) con un livello elevato di welfare che passano dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022. L’incremento è dovuto in buona parte alla semplificazione delle normative e alle risorse pubbliche stanziate per la protezione sociale, incoraggiando le aziende, anche le più piccole, a impegnarsi a propria volta a sostegno delle famiglie.

Per maggiori informazioni sul Rapporto: https://www.welfareindexpmi.it

Ragusa, 6 dicembre 2022

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Giornata Mondiale del Suolo, Confagricoltura: risorsa essenziale per la vita sulla Terra

Un suolo sano garantisce cibo sano e aiuta a catturare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, combattendo così i mutamenti climatici che affliggono il Pianeta mettendo in serio pericolo la produzione agroalimentare globale, poiché il 95% del cibo proviene dal suolo. Lo sostiene Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo istituita nel 2014 dalla FAO, che si celebra il 5 dicembre.

“Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Suoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.

Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l’equilibrio ecologico.

A livello mondiale, secondo la FAO, il 33% dei suoli già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050, minacciando le produzioni agricole.

In Italia i danni sulla fertilità dei suoli, secondo l’Ispra, riguardano circa il 30% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. E negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.

Tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 chilometri quadrati all’anno, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.

Per raggiungere l’obiettivo di avere entro il 2050 ecosistemi del suolo sani e se si vogliono centrare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile.

Da sempre gli agricoltori sono impegnati in prima linea nel custodire i territori e l’ambiente circostante attraverso le buone pratiche che favoriscano la salvaguardia della biodiversità, sottolinea Confagricoltura, che, con le proprie aziende, promuove lo sviluppo tecnologico, la scienza e sistemi di produzione avanzati, e sostenibili, per l’agricoltura, l’allevamento e le comunità.

“E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell’importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude il presidente Giansanti -. C’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.

 

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L’agroalimentare italiano: strategico per l’economia nazionale, dimenticato (e maltrattato) dai media

L’acuta riflessione del dott. Roberto Giadone (Natura Iblea), imprenditore agricolo associato a Confagricoltura Ragusa, sul trattamento riservato all’agroalimentare italiano da parte dei media

Per il sistema produttivo nazionale l’agricoltura ed il comparto agroalimentare sono sicuramente una grande risorsa se è vero che da solo vale dal 15 al 20% del PIL italiano. Nell’agroalimentare diamo lavoro a circa un milione di famiglie, in una nazione dove il settore costruzioni auto ne impiega circa la metà. Ora vorrei confrontare l’attenzione posta dalle organizzazioni politiche, sociali e soprattutto dai media a questi due settori.

Se in Sicilia chiude la fabbrica della Fiat di Termini Imerese e 580 dipendenti vanno in cassa integrazione, questa chiusura diventa un caso politico e mediatico nazionale. Se nello stesso periodo chiude un’importante azienda agricola di Ragusa con mille addetti tutto tace. Perché? Io penso che ci sia una sperequazione tra le due tragedie (una chiusura aziendale è sempre una tragedia). Da una parte l’operaio metalmeccanico con relativa fabbrica è considerato una risorsa e una bandiera del sistema produttivo nazionale, dall’altra una fattoria ed i sui braccianti sono considerati una piccola cosa che non interessa a nessuno. L’azienda agricola non è un “marchio”, non ha storicità, e quindi non rappresenta una risorsa. La fattoria è solo una insignificante azienda che chiude.

Nessuno governo ha mai varato un decreto per il salvataggio di una azienda agricola anche se con 1.000 dipendenti, come invece è avvenuto per la Fiat di Termini. Eppure i dipendenti sono il doppio, ci sono mille famiglie che hanno perso il lavoro e, badate bene, non esiste in agricoltura la cassa integrazione. Quando si chiude vuol dire: fine, stop, tutti a casa, un po’ di disoccupazione e via. In agricoltura si lavora, si soffre e si chiude in silenzio, da sempre ci siamo abituati sia noi imprenditori che i nostri braccianti.

Ci sono però alcune cose che vengono immediatamente attenzionate e messe alla ribalta dai media nazionale: gli scandali alimentari. Cosa è uno scandalo alimentare? È un’inchiesta in cui i NAS o la Repressione Frodi ravvisano che un’azienda agroalimentare sta attuando delle pratiche produttive non conformi ai regolamenti nazionali ed europei. L’Italia è il Paese che ha la maggiore sicurezza produttiva alimentare grazie ai controlli costanti e serrati di questi organismi, non esiste nessun altro Paese al mondo con un’organizzazione di controllo alimentare simile al nostro.

Bene. Siamo contenti di ciò, anche noi che siamo i controllati. Ma qual è il bisogno di dare un’eco mediatico impressionante a qualsiasi scandalo alimentare su giornali e TV con tanto di conferenza stampa della Procura della Repubblica con enorme scritta alle sue spalle che recita per esempio “Operazione Ravanello Velenoso” ? Dopo ogni notiziona del genere ci sentiamo chiamare da tutti i nostri clienti esteri che ci chiedono di cosa si è trattato, se lo scandalo è avvenuto sul nostro territorio, in alcuni casi ci chiedono addirittura una nostra dichiarazione di estraneità ai fatti anche se lo scandalo è sulle carni e noi produciamo zucchine! Tutto questo all’estero è visto non come un Paese serio che ha controlli serrati unici al mondo sull’alimentare, ma ci fanno identificare come il Paese dei “furbi” che costantemente cercano di aggirare le norme in vigore. Ditemi quando avete mai sentito su giornali e Tv di uno scandalo alimentare in Spagna o in Germania? Qual è il bisogno di “darsi la zappa sui piedi” (ottimo modo di dire per noi agricoltori)? Ogni scoop di questo genere crea solo panico e disaffezione dei consumatori italiani ed esteri verso il prodotto alimentare nazionale. Quindi controllare va bene (cercando anche di far lavorare gli imprenditori), ma creare una notiziona per autoscreditare un sistema produttivo che vale un milione di posti lavoro…. anche no.

P.S. Nel 2020 il sistema Rasff (sistema di allerta alimenti dell’Unione Europea) ha rilevato 511 segnalazioni di violazioni delle norme in frutta e vegetali in Europa: solo 11 riguardavano l’Italia, ma per tutti i nostri clienti europei l’Italia è il Paese dei “furbi” in agricoltura.

 

Roberto Giadone

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Approvazione PSN, Giansanti (Confagricoltura): “Poche risorse per le imprese competitive, versione definitiva rispetti quanto concertato con il settore primario”

Confagricoltura accoglie con soddisfazione la notizia dell’approvazione in Commissione europea del Piano strategico della PAC italiana.

L’approvazione del Piano è avvenuta prima della data prevista del 17 dicembre. Una scelta positiva, perché il governo avrà ulteriori 15 giorni per la definizione dei decreti attuativi, indispensabili per l’applicazione della Politica agricola comune prevista l’1 gennaio prossimo.

I decreti dovrebbero arrivare in tempi brevissimi così da garantire l’entrata in vigore del Piano comunitario 2023-2027, fondamentale per procedere con il finanziamento dei premi agli agricoltori.

“Purtroppo – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – non è stata recepita all’interno del documento, una delle più importanti richieste che avevamo avanzato: premiare in primis le aziende che investono, creano occupazione e sanno essere competitive sul mercato. Adesso è importante inoltre che la versione definitiva del Piano rispetti quanto concordato al tavolo di partenariato”, conclude Giansanti.

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Imballaggi, Confagricoltura: opportuno che la Commissione riveda la nuova proposta di regolamento. Serve un percorso condiviso, graduale e armonizzato

La proposta di regolamento sugli imballaggi, ufficializzata con un comunicato stampa della Commissione Europea, conferma tutte le preoccupazioni che già avevamo denunciato e che emergevano da una prima lettura delle bozze circolate informalmente. Si è scelto di mantenere l’impostazione di Regolamento direttamente applicabile quando sarebbe stato opportuno preferire la “direttiva” come strumento legislativo, così da permettere ad ogni Stato Membro di avere più tempo nel recepire il dettato comunitario e più spazio di manovra per identificare specifici bisogni del proprio tessuto imprenditoriale.

Altra criticità che viene confermata è legata all’aumento dei costi che inevitabilmente la ricerca di materiali alternativi (con le alte percentuali di riciclato richiesto) a quelli che vengono banditi, genererà. Enormi e di forte impatto, inoltre, le ricadute in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili. Preoccupano, poi, l’esiguo lasso di tempo concesso per il passaggio al bio e al compostabile di alcuni materiali e il divieto di utilizzare imballi monouso per i prodotti ortofrutticoli freschi. Confermate, infine, le rigide disposizioni che regoleranno l’etichettatura degli imballaggi.

Confidiamo che, nel passaggio che attende il provvedimento in Parlamento europeo e in Consiglio, si possano superare le diverse criticità registrate e che si avvii un percorso condiviso, graduale e armonizzato. Un percorso che è mancato e senza il quale siamo convinti che la transizione enfatizzata nel comunicato della Commissione, non possa dirsi pienamente compiuta e sostenibile perché incompatibile con le esigenze e le peculiarità dei diversi settori e con obiettivi realistici ed economicamente percorribili. Una mancanza di realismo, quella dei commissari, ancora più lampante se si considera la situazione di tempesta perfetta o di “policrisi”, come è stato definito proprio a livello comunitario il complicatissimo contesto climatico, politico, storico ed economico – con tutti i principali input produttivi al rialzo – in cui si trova ad operare il settore primario.

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Giovani e agricoltura, Gioia (ANGA): “Per dare un futuro al settore occorre cambiare le regole del gioco”

“Incoraggiare l’ingresso dei giovani in agricoltura facendoli rimanere in modo duraturo non è semplice. Lo dicono i numeri. I dati del Censimento Generale dell’Agricoltura rivelano che negli ultimi 10 anni sono sparite 82.000 aziende condotte da under 35. È giunto il momento di riflettere sull’efficacia delle misure fin qui adottate, rimettendo in discussione l’impalcatura generale di quelle destinate al ricambio generazionale, in un’ottica di sistema e continuità temporale”. Lo ha affermato Giovanni Gioia, presidente Anga, intervenendo all’Evento nazionale Rural Worlds “Quale Agricoltura nel 2030?” organizzato dalla Rete Rurale al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

Per il presidente dei giovani di Confagricoltura occorrono scelte chiare e coraggiose, a partire dalla dotazione finanziaria che è ancora insufficiente e non ben indirizzata.

“In agricoltura – ha spiegato – gli elevati costi di avviamento e investimento in beni strumentali si combinano, generalmente, a tempi di rientro lunghi. È certamente utile aver confermato il sostegno complementare al reddito, che dovrebbe essere prolungato ai primi dieci anni dall’insediamento, insieme a strumenti di supporto finanziario e agronomico che accompagnino il giovane negli anni cruciali per lo sviluppo e il consolidamento aziendale”.

Quei giovani, decisamente ancora pochi, che scelgono di fare impresa agricola sono quelli che potranno garantire un futuro al settore. Hanno titoli di studio più elevati, sono naturalmente portati ad investimenti in innovazione e diversificazione e conducono aziende con una dimensione media doppia rispetto a quelle condotte da over 40 (18,3 ettari contro 9,9 ettari).

“Occorre – ha concluso Giovanni Gioia – rimuovere le barriere all’insediamento, a partire da quella creditizia, ma soprattutto effettuare un cambio di passo che porti a scelte concrete, ridisegnando i sostegni all’agricoltura in modo da premiare chi lavora in maniera efficiente e sostenibile. Solo così si faranno fruttare questi investimenti, evitando che i fondi si disperdano in spesa improduttiva per l’economia e l’ambiente”.

 

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