Olio d’oliva, non cambiano le norme UE per la vendita del prodotto sfuso. Accolte le istanze di Agrinsieme a difesa della qualità e della sicurezza

Roma, 5 maggio 2023 – Agrinsieme esprime grande soddisfazione per la decisione della Commissione UE di ritirare la proposta di modifica delle norme di commercializzazione per consentire la vendita di olio di oliva sfuso.

Agrinsieme aveva fortemente caldeggiato questo esito nei vari tavoli di confronto a livello nazionale ed europeo, sottolineando la pericolosità dell’apertura alla vendita di olio sfuso per diversi motivi, in particolare per il rischio di peggioramento della qualità del prodotto e la difficoltà ad eseguire i controlli necessari per evitare frodi e garantire sicurezza del consumatore. 

In caso di bottiglie aperte e riutilizzabili – spiega il Coordinamento – non ci sarebbe infatti alcuna garanzia né della qualità, né del rispetto delle norme igieniche. La vendita di olio sfuso comporterebbe sicuramente una conservazione inadeguata per errata esposizione alla luce e al calore, per l’ossidazione e la contaminazione da batteri. 

Inoltre – aggiunge Agrinsieme – la vendita di olio sfuso avrebbe potuto vanificare gli sforzi compiuti dagli operatori e dagli Stati membri per garantire il rispetto delle norme di commercializzazione degli oli d’oliva. Nel corso degli anni gli operatori si sono impegnati affinché la qualità del prodotto immesso sul mercato interno ed esportato fosse ottimale,  sensibilizzando i consumatori anche sui valori nutrizionali e aumentandone la riconoscibilità. 

Con la vendita di olio sfuso sarebbero stati annullati molti risultati fin qui ottenuti.

Alla decisione della Commissione nell’ultima riunione del Comitato di gestione ha contribuito l’azione congiunta dei Paesi dell’area del Mediterraneo. Agrinsieme ringrazia il MASAF, che ha compreso e sostenuto nelle sedi europee l’istanza della filiera produttiva nazionale per la valorizzazione del settore dell’olio di oliva.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Agrinsieme: agricoltore custode, provvedimento condivisibile che mette in risalto il valore ambientale ed ecosistemi del primario

“Esprimiamo pieno apprezzamento per l’impianto di un provvedimento diretto a strutturare in maniera uniforme la figura dell’agricoltore quale ‘custode dell’ambiente e del territorio’, dando maggiore risalto alle sue funzioni in termini di salvaguardia ambientale ed ecosistemica, ma anche in relazione alla protezione del territorio dallo spopolamento, dall’abbandono e dal dissesto idrogeologico”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini, intervenendo per Agrinsieme in audizione in Commissione Agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del ddl recante disposizioni per il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio e per l’istituzione della Giornata nazionale dell’agricoltura.

“Per tali ragioni, non possiamo che supportare questa iniziativa legislativa, che incontra il nostro pieno sostegno, in quanto intende operare un deciso rilancio dell’immagine del Primario, troppo spesso bersagliato da accuse di inquinamento ambientale che in molti casi si stanno traducendo in politiche comunitarie poco attente verso coloro che producono cibo sano, di qualità e che lavorano quotidianamente per difendere la capacità produttiva del Paese”, ha evidenziato il rappresentante del coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Per Agrinsieme, “va accolta con favore l’istituzione di una Giornata nazionale dell’agricoltura, così come di iniziative per la celebrazione della Giornata che coinvolgano anche gli istituti scolastici di ogni ordine e grado attraverso la promozione di iniziative didattiche, percorsi di studio ed eventi dedicati al tema dell’agricoltura”.

“E’ bene però continuare a lavorare per migliorare l’impianto normativo del testo, facendo in modo che questo, anche grazie alle proposte di modifica avanzate dal Coordinamento, vada a rappresentare un valido strumento per dare nuovo impulso al settore primario; in particolare, bisogna scongiurare il rischio che una simile iniziativa vada a creare delle differenziazioni tra gli agricoltori stessi, a vantaggio di tutti coloro i quali andranno a beneficiare di premialità perché iscritti nell’Elenco degli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio”, ha concluso Bernardini.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Agrinsieme, si rafforza la filiera: accordo con Federalimentare. Giansanti nuovo presidente

Il coordinamento di Agrinsieme, nato all’inizio del 2013, giunto a un passo dal primo decennio di attività, conferma e rafforza la comunanza di intenti e di lavoro tra i soggetti che rappresentano l’intera filiera e che vogliono trovare nuovi modelli di sviluppo rispetto alle sfide del mercato, soprattutto in un contesto economico che risente delle conseguenze della pandemia.

E’ quanto emerso nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Della Valle a Roma, per il passaggio di coordinamento di Agrinsieme da Copagri a Confagricoltura. Il Coordinamento, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delleCooperative Agroalimentari, rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole del Paese e il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, con oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate, contribuendo in tal modo al 35% circa del fatturato agroalimentare italiano.

Ad arricchire il percorso di Agrinsieme, l’intesa siglata ieri con Federalimentare, la Federazione italiana dell’industria alimentare, con cui i singoli soggetti del Coordinamento, insieme ad altri del comparto della distribuzione, avevano già condiviso l’impegno e i valori della “buona impresa” nei primi mesi dell’emergenza sanitaria.

Con l’accordo odierno, Agrinsieme e Federalimentare si impegnano a coadiuvare le istituzioni e le forze politiche per il superamento della grave crisi economica, sociale e sanitaria, ma anche a promuovere azioni che possano contribuire a migliorare l’attuazione del Recovery Plan attraverso una corretta relazione tra tutti i soggetti del settore. Con l’intesa, inoltre, ogni singolo soggetto si attiverà a mettere in atto iniziative per valorizzare la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, garantendo sicurezza, tracciabilità e qualità degli alimenti. Indispensabili, a riguardo, saranno la tecnologia e la ricerca applicate all’agricoltura e lo sviluppo di best practice di filiera che possano valorizzare il Made in Italy sui mercati.

“Innovazione e sviluppo sostenibile saranno i principali temi sui quali si concentreranno le attività del Coordinamento per il prossimo biennio 2021-22, fermo restando che i processi dovranno essere accompagnati da adeguate politiche di crescita e programmazione. Lavoreremo per cercare di raggiungere il più possibile l’autosufficienza alimentare, che porterebbe il PIL agroalimentare a oltre 700 miliardi e l’export a più di 50 miliardi” – ha affermato il neo coordinatore Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, subentrato oggi a Franco Verrascina, presidente di Copagri, che ha guidato Agrinsieme negli ultimi due anni e mezzo.

“E’ stato per me un onore coordinare Agrinsieme in un momento molto delicato per il Paese; nonostante il lasso di tempo relativamente breve che mi ha visto alla guida, infatti, ci siamo trovati a dover interloquire con tre diversi esecutivi, confrontandoci con sfide e problematiche sempre più complesse e imprevedibili. Lascio un Coordinamento più unito e coeso, forte delle numerose iniziative messe in campo sul versante della PAC e in particolare delle infrastrutture, tema che ha rappresentato il trait d’union del mio mandato e che è stato al centro di tre partecipati incontri a Roma, Bologna e Matera. Ricordo con piacere, inoltre, i positivi risultati ottenuti sulle principali problematiche delle filiere, quali la Xylella e la cimice asiatica, ma anche gli interventi a favore del florovivaismo e delle cosiddette filiere minori”, ha detto Franco Verrascinaintroducendo i lavori.

“Il settore alimentare non è stato esente dal grande terremoto provocato dalla pandemia, – ha affermato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – ma rimango tuttora convinto che sia uno dei comparti che può fare la differenza per la ripresa e per lo sviluppo del nostro Paese. Ora è necessario ripartire ed entrare in una nuova fase, una fase in cui sostenibilità ambientale, sociale ed economica da un lato e la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione dall’altro sono la base di tutta la strategia a venire, in ogni campo. Per quanto riguarda il nostro, come industria del food&beverage siamo pronti a lavorare in cooperazione con tutta la filiera agricola per affrontare queste nuove sfide, tenendo sempre ben presente l’obiettivo: mantenere alta la qualità dei prodotti Made in Italy e difendere i pilastri della dieta mediterranea”.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Nasce a Ragusa la Consulta delle Associazioni Datoriali

Aderiscono alla Consulta Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria

 

Fare squadra per superare, insieme, un’emergenza senza precedenti: è con questo spirito che Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria hanno deciso di dar vita al coordinamento delle associazioni di categoria della provincia di Ragusa. “Il bisogno di un grado maggiore di collegialità e di condivisione sui temi di principale interesse per il tessuto produttivo ibleo – si legge nel documento costitutivo della consulta – ha accompagnato il percorso di questo organismo, che ha lo scopo di studiare e approfondire le esigenze e le problematiche socio-economiche del territorio della provincia di Ragusa e di proporre soluzioni, progetti e linee strategiche di sviluppo a tutte le Istituzioni ai vari livelli, come gli enti locali territoriali e non territoriali, la Camera di Commercio, i governi e i parlamentari nazionali e regionali”.

A guidare la consulta sarà, per i primi sei mesi, Gianni Gulino, presidente di Confcooperative.

“La nuova programmazione e gli strumenti del Next generation Eu – si legge ancora nel documento – rappresentano un’opportunità unica che richiede una partecipazione dal basso, così da fare emergere le esigenze del territorio, e la costituzione di una vera e propria ‘banca dei progetti’. Questo è il momento di progettare iniziative per creare sviluppo, innovazione e occupazione: un lavoro che deve partire dai territori, dialogando tra istituzioni di ogni livello. Le risorse messe a disposizione da Recovery Fund, fondi strutturali e Fondo di sviluppo e coesione daranno al Mezzogiorno la possibilità di recuperare il gap dei mancati investimenti, pubblici e privati, degli ultimi 30 anni. Ma, affinché ciò avvenga, occorre una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del tessuto produttivo. E solo una azione collegiale permetterà di affrontare e superare i ritardi e migliorare le condizioni di sviluppo del nostro territorio, della nostra regione e del nostro Paese”.

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Manovra, Agrinsieme: “L’agroalimentare come volano della ripresa economica”

Transazione digitale, incentivi per i giovani e sostegno alle aziende colpite da calamità naturali tra le misure proposte da Agrinsieme in audizione alla Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati

“L’efficacia delle azioni messe in campo fino ad oggi per le imprese che operano nel comparto agricolo e agroalimentare è circoscritta al ristoro nel brevissimo periodo, la cui applicazione è spesso rallentata da stringenti maglie burocratiche. E’ quindi prioritario che nella manovra venga messo al centro con maggior decisione il sistema agroalimentare che, se opportunamente sostenuto, può costituire il volano di una sicura e duratura ripresa economica per l’intero sistema nazionale, messo duramente alle corde dall’emergenza socio-sanitaria in atto”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso dell’Audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sul disegno di legge di bilancio 2021.

Per Agrinsieme, è necessario superare la logica degli interventi emergenziali e inquadrare in una visione strategica alcuni interventi strutturali per l’agricoltura, quali: stabilizzazione del credito d’imposta; transizione 4.0 e bancabilità per incentivare la propensione agli investimenti; incentivi ai giovani imprenditori e assunzione dei giovani per passaggio generazionale; transizione energetica.

Il Coordinamento, in particolare, ha evidenziato la necessità di rendere strutturale e stabile l’esonero contributivo messo in campo a favore dei giovani agricoltori, così da dare un forte segnale di cambiamento all’intero primario, e di mettere in campo azioni a sostegno delle imprese colpite da calamità naturali, al fine di favorire la ripresa produttiva con contributi in conto capitale per quelle zone del paese che sono state completamente distrutte dalle gelate della prima parte dell’anno.

Per favorire il rilancio dell’agricoltura italiana, inoltre, Agrinsieme ha indicato la stabilizzazione delle misure (crediti d’imposta) rientranti nel Piano Transizione 4.0, definendola “un’opzione importante e necessaria per sostenere più efficacemente gli investimenti in innovazione, a partire dal non più rinviabile processo di transizione digitale delle imprese in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità ambientale”.

Come nel corso della precedente legge di bilancio, Agrinsieme ha ribadito invece la ferma contrarietà alla plastic tax e all’imposta sul consumo di bevande edulcorate, che invece dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio 2021. Un’altra proposta avanzata dal Coordinamento, infine, è quella relativa ai contratti di filiera e di distretto, istituiti dall’articolo 66 della legge 289/2002, che rappresentano uno degli strumenti più utilizzati di sostegno agli investimenti nella filiera agroalimentare.

 

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Illeciti agroalimentari, Agrinsieme: “Riforma adegua disciplina punitiva ad evoluzione sistema alimentare”

Agrinsieme: “Importante riconoscere patrimonio agroalimentare nazionale quale bene giuridico protetto”

“Le imprese agroalimentari del nostro Paese sono da sempre molto attente alla qualità, alla salubrità delle produzioni e al rispetto scrupoloso delle normative igienico-sanitarie; la loro professionalità è ampiamente riconosciuta e ha contribuito a creare la positiva immagine e il prestigio del Made in Italy nel mondo”. Lo ha ricordato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione Giustizia della Camera nell’ambito dell’esame del Ddl con nuove norme in materia di illeciti agroalimentari, che introduce nuove fattispecie di reato quali l’agropirateria, la frode nel commercio di alimenti e la frode in commercio di alimenti con segni mendaci.

“Per tali ragioni, pur riconoscendo la finalità nobile e condivisibile della riforma dei reati in materia agroalimentare, che interviene sul Codice penale e sulla legislazione speciale di settore andando nella positiva direzione di adeguare la disciplina punitiva all’evoluzione del sistema di produzione, trasformazione e vendita dei beni alimentari e di contrastare al contempo fenomeni particolarmente gravi di frode alimentare, si raccomanda al Parlamento una prudenza nel suo operare e un’attenta valutazione delle conseguenze, anche non volute, che i nuovi precetti normativi potrebbero riverberare nei confronti degli operatori, ricordando che le imprese hanno bisogno di certezze nel loro agire quotidiano”, ha osservato il Coordinamento.

“Le condotte fraudolente che il testo mira a reprimere, infatti, determinano un notevole squilibrio nei rapporti fra gli operatori agricoli e fra questi e gli altri attori della filiera, con il duplice risultato di far lievitare i prezzi al dettaglio e di far calare drasticamente quelli all’origine; tali condotte vanno così ad arrecare un danno economico ai consumatori e ai produttori e si aggiungono alle ricadute sanitarie delle stesse azioni fraudolente, anch’esse a discapito dei cittadini-consumatori e delle imprese agroalimentari”, ha proseguito Agrinsieme.

“Non possiamo pertanto che accogliere positivamente i contenuti del testo in discussione nel suo complesso, che a nostro avviso comporta rilevanti passi in avanti volti alla tutela dell’agroalimentare italiano e della salute pubblica e che fa esplicito richiamo al patrimonio agroalimentare quale bene giuridico protetto dalla rinnovata disciplina dei reati di frode”, ha evidenziato il Coordinamento.

“Una più incisiva e organica azione di lotta alla contraffazione deve però prevedere un maggiore coordinamento a livello europeo e internazionale, in particolar modo sul fronte dei controlli, così da andare a contrastare un fenomeno che è ormai di dimensione transnazionale e che necessita pertanto di una risposta comunitaria in termini di tutela, prevenzione e contrasto. È fondamentale, in altre parole, che si arrivi a livello europeo alla definizione chiara del concetto di frode alimentare, ancora non presente nel diritto comunitario”, ha concluso Agrinsieme.

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Bloccato a Catania carico di limoni con Citrus Black Spot, Agrinsieme: “Servono misure efficaci a tutela del patrimonio nazionale”

Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ringrazia le autorità competenti per il pronto e tempestivo intervento effettuato nelle scorse ore al porto di Catania, grazie al quale è stato impedito l’accesso nel nostro Paese a due container provenienti dall’Argentina e contenenti limoni contaminati dalla fitopatia del cosiddetto Citrus Black Spot-CBS, meglio conosciuta come “macchia nera degli agrumi”.

“Grazie al Servizio fitosanitario in capo all’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana è stato scongiurato l’ingresso in Italia di una terribile fitopatia, dalla quale il continente europeo è al momento indenne”, sottolinea Agrinsieme, che da anni si batte per far comprendere l’enorme pericolosità della malattia e che ringrazia gli enti preposti per lo sventato pericolo.

“Una fitopatia del genere, se si diffondesse nel nostro Paese, metterebbe in serio pericolo l’intero comparto agrumicolo nazionale e, di conseguenza, quello europeo; non bisogna dimenticare, infatti, che l’Italia è il secondo produttore comunitario di agrumi dopo la Spagna e che, grazie agli ingenti investimenti effettuati negli anni dalle imprese e dalle cooperative agricole, vanta numerose produzioni di eccellenza che sono un vero e proprio vanto del Made in Italy nel mondo”, prosegue il Coordinamento.

“Il pericolo è che tutti gli sforzi degli agrumicoltori, i quali stanno ancora facendo i conti con il virus della tristeza, vengano vanificati dall’ingresso della macchia nera degli agrumi nel nostro Paese”, conclude Agrinsieme, rimarcando l’importanza di stabilire delle misure di rapida ed efficace applicazione che permettano di garantire il patrimonio agrumicolo nazionale, salvaguardando al contempo il territorio e le eccellenze italiane, prevedendo ad esempio l’introduzione di un limite di intercettazioni oltre il quale le importazioni vengano bloccate.

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Nuove accise sui depositi agricoli di prodotti energetici, Agrinsieme: “Rivedere subito le norme”

Agrinsieme valuta positivamente l’ordine del giorno, presentato alla Camera dagli onorevoli Lisa Noja e Maria Chiara Gadda, che impegna il governo a valutare l’opportunità di escludere gli oli minerali impiegati nei lavori agricoli dall’applicazione delle nuove norme in materia di accise sui depositi e sui distributori di prodotti energetici che entreranno in vigore dal 1° aprile.

La questione era già stata portata – dal coordinamento di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri ed Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – all’attenzione dei ministri dell’Economia e delle Politiche agricole, Roberto Gualtieri e Teresa Bellanova, al fine di evitare per le imprese del settore ulteriori adempimenti burocratici con i relativi costi, a fronte di una normativa che già prevede specifiche disposizioni sulle verifiche e sui controlli.

Ad avviso di Agrinsieme bisogna intervenire al più presto perché le modifiche introdotte dal decreto fiscale di fine anno – che coinvolgono un numero elevato di imprese agricole ed agromeccaniche (si stimano 150/200 mila imprese) – non tengono conto di quanto già previsto in materia dal D.M. 454/2001 in relazione agli oli minerali impiegati nei lavori agricoli, orticoli, in allevamento, silvicoltura, piscicoltura e attività florovivaistiche.

Evitiamo appesantimenti burocratici – concludono Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri ed Alleanza delle Cooperative Agroalimentari -. Le imprese agricole sono già sottoposte a complesse procedure per il rilascio e la gestione degli oli minerali ed in particolare per il gasolio agricolo. Il decreto ministeriale 454/2001 prevede la contabilizzazione del carburante in un apposito registro di carico e scarico con l’indicazione dell’ubicazione del deposito. In molte Regioni, inoltre, tale procedura è informatizzata e gli enti preposti, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza e Regioni, possono verificare la situazione di ogni soggetto che accede all’agevolazione.

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Biologico, Agrinsieme: “Sbloccare provvedimento fermo in Comagri al Senato”

“Chiediamo al Parlamento di accelerare l’iter di approvazione del Disegno di Legge con disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, approvato dalla Camera dei deputati e assegnato in sede referente alla Commissione Agricoltura del Senato, dove però l’esame non è stato ancora avviato; il testo, infatti, contiene tutti gli strumenti necessari a favorire lo sviluppo e la competitività di un settore in continua crescita e dal forte impatto, non solo economico, ma anche ambientale e sociale”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in occasione dell’odierno convegno svoltosi alla Camera alla presenza del sottosegretario alle politiche agricole Franco Manzato, del presidente della Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella e della deputata Maria Chiara Gadda, promotrice del Ddl.

“Il biologico da diversi anni sta avendo uno sviluppo sostenuto nel nostro Paese, sia sotto il profilo della produzione che sotto quello dei consumi, con 76mila aziende coinvolte che coltivano 2 milioni di ettari e un fatturato di 3,5 miliardi di euro in Italia”, ricorda Agrinsieme, evidenziando che “il provvedimento va nella giusta direzione, poiché fornisce ai produttori importanti strumenti organizzativi da tempo attesi, quali i distretti biologici, che vengono indicati come una delle modalità per sostenere la crescita del comparto, unitamente alla costituzione di reti, quali contratti, tavoli di filiera e altre forme di aggregazione, come le OI e le OP”.

“Il testo prevede, inoltre, la redazione di un Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica (PNAB), strategico per la pianificazione del comparto, che deve essere strettamente connesso agli strumenti e alle misure previste dalla Pac, con il necessario coordinamento delle istituzioni coinvolte”, suggerisce Agrinsieme.

“L’aver individuato, infine, nell’innovazione e nella ricerca delle priorità alle quali destinare le risorse del fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica rappresenta un altro elemento di positività del Ddl”, conclude il Coordinamento, invitando ad indirizzare le attività di ricerca sulle sementi, sui mezzi tecnici, sulle rotazioni.

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Confagricoltura e altre 10 associazioni datoriali firmano la “Carta dell’Economia Circolare”

Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato Imprese, CNA, Confcommercio, Casartigiani, CLAAI, Confcooperative, Confesercenti, ConfApi e Legacoop hanno sottoscritto la “Carta per la Sostenibilità e la Competitività delle Imprese nell’Economia Circolare”, all’interno della quale individuano “10 linee di intervento e punti programmatici su cui intraprendere un confronto fattivo con i diversi interlocutori istituzionali, che si sviluppi attraverso un percorso di impegni concreti”.

Le associazioni datoriali considerano il documento il primo tassello di un impegno da “perseguire congiuntamente per portare a fattor comune proposte e azioni per cogliere le opportunità di sviluppo e competitività che le imprese italiane possono cogliere dall’economia circolare”.

Il documento verrà presentato martedì 19 febbraio, alle ore 17.00, a Roma, presso la Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati.

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