Verde pubblico sempre più malato. Confagricoltura: cambiare la linea di intervento

“Il 2023 sarà ricordato come un anno nefasto per il territorio italiano e per l’agricoltura. In questi mesi estivi sono molteplici gli episodi di grandinate, raffiche di vento, bombe d’acqua e trombe d’aria. Tutto questo ha danneggiato abitazioni, strade, coltivazioni, e fatto nuovamente emergere le criticità del verde pubblico”.

A Milano sono caduti alberi enormi, non solo lungo le strade, ma anche nei parchi; in Emilia-Romagna l’acqua stagnante ha danneggiato irrimediabilmente frutteti e verde pubblico. Anche al Sud si sono verificati fenomeni estremi, aggravati dai numerosi incendi. Nessuna area d’Italia è realmente al sicuro.

“Questo – afferma Luca De Michelis, presidente della FNP Florovivaismo di Confagricoltura – ci porta nuovamente a lanciare un grido d’allarme sul verde pubblico, purtroppo gestito molto male da decenni. Si dà per scontato che alberi alti venti metri, magari piantati all’inizio del secolo scorso, e che in questi anni hanno subito trattamenti indegni, possano resistere alla furia delle intemperie sempre più eccezionali. Potature discutibili, tagli delle radici per il passaggio di condotte, tubature, fibre ottiche minano la stabilità di alberi anche ad alto fusto, causandone la caduta in occasione di eventi climatici straordinari. Occorre una seria riflessione per scongiurare che questo si ripeta e per evitare nuove piantumazioni nelle stesse condizioni”.

“Al Tavolo del Florovivaismo del Ministero dell’Agricoltura, la Confederazione – ricorda de Michelis – partecipò alla stesura del piano di sviluppo di settore 2010/2012, evidenziando già allora alcune di queste criticità e chiedendo di intervenire per evitare che la situazione peggiorasse”.

“Le città italiane hanno bisogno di un’urgente riqualificazione e ampliamento del verde pubblico, sia per i cittadini che per il turismo, in crescita in molte regioni. A riguardo –ricorda il presidente della FNP – Confagricoltura, nel “Libro Bianco del Verde”, la pubblicazione edita per il secondo anno insieme ad Assoverde, fa il punto sullo stato di salute del comparto, illustrando l’utilità e le buone pratiche nella gestione del patrimonio verde nelle nostre città”.

“E’ importante che le amministrazioni pubbliche si impegnino a promuovere lo sviluppo e il mantenimento del verde urbano. Non è un costo, – conclude – ma una grande opportunità da sviluppare in relazione alle diverse funzioni che svolge sotto i diversi aspetti: sociali, ambientali, economici e per la salute dei cittadini”.

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Libro Bianco del Verde, Confagricoltura e Assoverde: cinque le tappe chiave per realizzare i Parchi della Salute

Aria più pulita e sana nelle città per creare un ambiente più salutare e a misura d’uomo. Sono cinque le tappe chiave emerse oggi alla giornata di studio organizzata da Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il CREA e l’istituto Superiore di Sanità per presentare il focus del Libro Bianco del Verde dedicato quest’anno a verde urbano e salute.

Per Confagricoltura e Assoverde occorre sensibilizzare le amministrazioni comunali per creare i “parchi verdi della salute” in ogni quartiere delle città metropolitane. Serve puntare su più aspetti: la pianificazione integrata per scegliere i siti più adatti ad accoglierli, la progettazione mirata effettuata da gruppi di professionisti, la realizzazione (scelta delle specie, distanza dagli edifici), la cura per garantire una corretta e continua manutenzione delle aree verdi, la fruizione per accrescere la consapevolezza dell’importanza dell’esperienza e della connessione con l’ambiente.

Infine, per assolvere adeguatamente alla riduzione di polveri sottili e CO2, rendendo le aree urbane finalmente più salutari e a misura d’uomo, occorre adeguatamente certificare “i parchi della salute”. Proprio per questo sono stati organizzati appositi tavoli di lavoro che hanno coinvolto un centinaio tra medici, istituzioni, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, tecnici, esperti, imprenditori e professionisti per porre le basi al coraggioso progetto ideato da Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore di Sanità per rendere finalmente le nostre città più salubri.

“Invitiamo a riflettere – ha affermato la presidente di Assoverde, Rosi Sgaravatti – quanto sia necessario investire nel verde. Metà della popolazione mondiale risiede in contesti urbani e tutelare la salute è un diritto di tutti. Oggi le aree verdi urbane sono fondamentali ed ecco come un investimento diventa un risparmio, se ben progettato, curato e certificato. Ci vuole la pianta giusta al posto giusto, non solo messa a dimora, ma anche curata e potata da professionisti”.

“È diventata evidente – ha messo in evidenza il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – la necessità di dare un nuovo volto e una nuova dimensione alle nostre città: quella verde. Si continua a rafforzare il nostro impegno per diffondere la consapevolezza del valore aggiunto che parchi, giardini, aree verdi, pubbliche e private, danno per migliorare le nostre città e il nostro benessere psico-fisico. Il settore del verde in Italia è vitale e strategico e contribuisce a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità con vantaggi sulla salute e per una migliore qualità della vita”.

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Florovivaismo: ripartire puntando su verde, economia e ambiente

Nonostante la ripresa natalizia l’effetto Covid continua a farsi sentire

 

“Queste Feste blindate hanno fatto riscoprire gli alberi di Natale, le stelle e i ciclamini, portando un po’ di colore e atmosfera nelle case degli italiani. Proprio il maggior tempo passato in casa, oltre a ravvivare tradizioni e spirito natalizio, ha spinto la richiesta che per alberi, stelle e ciclamini è cresciuta del 15%. Questi risultati, però, non possono rimanere un episodio spot, ma vanno accompagnati da misure snelle e applicabili per far ripartire l’intero settore”. Lo ha rilevato Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale che riunisce i florovivaisti di Confagricoltura.

“Il parziale recupero di queste settimane – ha sottolineato Mati – indica una capacità di reazione e tenuta del florovivaismo alle prese con la complessa congiuntura del mercato, che difficilmente si lascerà alle spalle i problemi di questi ultimi mesi. L’intero comparto continua a navigare a vista e la pandemia ha completamente rivoluzionato l’equilibrio domanda/offerta. Preoccupano incertezza e instabilità e c’è forte timore per i fiori recisi, massacrati dall’annullamento di feste, eventi e cerimonie, che hanno perduto il 70%”.

Nelle misure di politica economica agricola, Confagricoltura chiede che, nei vari provvedimenti, venga dedicata una particolare attenzione al florovivaismo.

A partire dalla legge di bilancio, che già prevede alcuni primi elementi positivi come la proroga del bonus verde; uno strumento che, come ha anche chiesto Confagricoltura nella fase di approvazione della manovra, va migliorato e rafforzato. Interessante l’incremento per il programma sperimentale di messa a dimora di alberi per le foreste urbane e periurbane, assieme ad ulteriori interventi di concreta valorizzazione del prodotto florovivaistico nazionale e del comparto.

“Veniamo da anni di recessione – ha ricordato Mati -. Occorre puntare di più sulle produzioni nazionali di fiori e piante, riqualificare il verde pubblico troppo spesso trascurato, migliorare sostenibilità e vivibilità delle aree urbane, soprattutto periferiche, con la messa a dimora e la corretta manutenzione e gestione di viali alberati, parchi e giardini”.

“Il comparto – conclude il presidente dei florovivaisti di Confagricoltura – rappresenta quasi 3 miliardi di euro di valore della produzione, 30 mila imprese e 100mila addetti, garantisce un contributo notevole in termini di crescita ed occupazione senza dimenticare i benefici che i nostri vivai generano per il miglioramento dell’ambiente, della qualità della vita e del futuro del pianeta“.

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Florovivaismo, Mati (Confagricoltura): “In Italia è necessario investire sul verde pubblico”

L’esperienza e la competenza dei florovivaisti dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli per gestire parchi e giardini

“All’estero c’è un’attenzione particolare per il verde pubblico e vengono apprezzati specialmente fiori e piante ‘made in Italy’. Lo dimostrano i risultati conseguiti dal distretto vivaistico di Pistoia che mostrano una forte ripresa dell’export florovivaistico. Gli imprenditori di Confagricoltura rappresentano le eccellenze del comparto, hanno contatti costanti con architetti del verde, Università e centri di ricerca e mettono a disposizione competenza, esperienza e know how”. Lo dice Francesco Mati, presidente della Federazione che riunisce i florovivaisti di Confagricoltura.

Il settore vale oltre 2,5 miliardi, occupa più di 100.000 addetti in 27.000 aziende.

“Il florovivaismo – puntualizza Mati – va rilanciato sul fronte interno, offrendo al Paese la grande cultura del verde dei produttori. Gli investimenti pubblici vengono accantonati, ma è un errore. Per questo appoggiamo la proposta di legge ‘disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione del settore florovivaistico’, ora in prima lettura in Commissione, che istituisce un tavolo tecnico, un osservatorio per il settore ed un ufficio dedicato al Mipaaft. E’ essenziale che le Istituzioni nazionali e locali si rendano conto dell’importanza di avvalersi delle giuste competenze sulle complesse tematiche da affrontare quando si parla di verde pubblico e della sua gestione”.

“Siamo pronti – mette in evidenza il presidente della FNP florovivaistica di Confagricoltura – a valorizzare le aree urbane e periurbane delle nostre città con la progettazione e la realizzazione di spazi verdi, aumentando la loro ‘qualità’ e combattendo un’inutile quantità che, spesso, non offre risultati”.

“Troppa burocrazia e poca lungimiranza finora hanno frenato l’azione degli operatori per parchi e giardini pubblici – conclude Mati -. C’è la necessità che sindaci, enti pubblici e comunità investano, favorendo e sviluppando un’adeguata progettazione del verde, tenendo conto delle effettive esigenze della popolazione, che chiede spazi belli, curati, utili e realmente fruibili. Questi investimenti hanno indubbi ritorni per la collettività”.

 

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