Export, volano i formaggi italiani nel mondo. Confagricoltura: “L’Europa diventi modello di riferimento per gli scambi internazionali”

Formaggi italiani in grande evidenza sui mercati internazionali. Secondo le cifre rese note dal CLAL, società di consulenza e servizi per il settore lattiero – caseario, nei primi cinque mesi di quest’anno le esportazioni verso gli USA sono ammontate a 13.635 tonnellate, con un balzo in avanti di oltre il 120% nel solo mese di maggio. L’Italia è il primo esportatore di formaggi sul mercato statunitense.

Sempre da gennaio a maggio, l’export verso Australia e Canada ha fatto registrare aumenti che sfiorano il 30% sullo stesso periodo del 2019.

“Per quanto riguarda il mercato canadese, con 2.627 tonnellate esportate, è stato conseguito il miglior risultato dal 2016, che è l’anno precedente all’entrata in vigore del CETA, l’accordo economico e commerciale tra UE e Canada” – evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Questi dati confermano, una volta di più, che il CETA è vantaggioso per l’agricoltura italiana”.

“Gli accordi commerciali sottoscritti dalla UE sono, in generale, un valido strumento per supportare la crescita delle esportazioni agroalimentari italiane” – sostiene Giansanti – anche per la tutela assicurata alle indicazioni geografiche. Prima del CETA, ad esempio, le denominazioni Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele non potevano essere utilizzate sul mercato canadese”.

“Ora, però, serve un salto di qualità nella politica commerciale della UE nell’ottica della sostenibilità ambientale e della protezione delle risorse naturali”.

“L’Europa deve diventare un modello di riferimento su scala globale – sostiene il presidente di Confagricoltura – La clausola di reciprocità deve essere inserita negli accordi con i Paesi terzi. In sostanza, il mercato unico può essere aperto soltanto ai prodotti ottenuti con regole compatibili con quelle europee in materia di sicurezza alimentare, diritti dei lavoratori, sostenibilità ambientale e benessere degli animali”.

“Dobbiamo, inoltre, cominciare a lavorare per il varo di un sistema di certificazione ambientale dei prodotti agricoli. Per il Made in Italy – conclude Giansanti – sarebbe un riconoscimento aggiuntivo, oltre a quello consolidato e indiscutibile della qualità, per conquistare nuove posizioni sul mercato mondiale”.

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Olio, Confagricoltura: frena la produzione italiana che scivola dopo la Grecia

Secondo anno di “bassa” per la produzione nazionale di olio d’oliva, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Il forte calo, secondo i dati provvisori diffusi dal Coi (Consiglio oleicolo internazionale) – sottolinea Confagricoltura – non è esclusivamente italiano, perché a perdere terreno sono anche il Portogallo (-28,8%) e la Grecia (meno 1,8%). La Spagna, invece, continua anche quest’anno a rafforzare la sua leadership segnando, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, una crescita del 24,4%.

 

“La forte riduzione della nostra produzione – afferma Walter Placida, presidente della Federazione (FNP) olivicola nazionale di Confagricoltura – è ormai diventata endemica. Occorre risolverla presto con un approccio pragmatico e fattivo. Siamo diventati il terzo Paese produttore dopo Spagna e Grecia, rimanendo primi importatori e consumatori. La nostra olivicoltura è un patrimonio inimitabile che vive difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità dei prodotti. Siamo primi al mondo per biodiversità, con oltre 500 cultivar che danno vita ad oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale, senza contare la cultura, la qualità delle produzioni, la salvaguardia ambientale e paesaggistica, lo sviluppo e la ricerca tecnologica”.

 

“E’ necessario – conclude Placida – un Piano olivicolo nazionale che consenta di impiantare nuovi oliveti e recuperare quelli abbandonati. Serve garantire, su tutto il territorio nazionale, valore al lavoro dei nostri agricoltori, riconoscendo un giusto sostegno alla filiera agricola impegnata nella produzione di un olio extravergine di oliva di qualità, garantendo un prezzo equo, adeguato e remunerativo. La discussione in ambito COI per la modifica dei parametri qualitativi con la riduzione dei parametri di acidità, infine, potrebbe comportare la rimozione dal mercato di una fetta consistente pari al 50% della produzione italiana di extravergine. Ma non solo. Se non si valorizza l’esito del Panel test, si corre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli con caratteristiche organolettiche ottime e continuare ad ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili”.

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Campagna raccolta carrube, Confagricoltura Ragusa: servono più controlli da parte delle Forze dell’Ordine

Con l’avvicinarsi del periodo della raccolta delle carrube che, stando alle previsioni, quest’anno dovrebbero avere un prezzo non bassissimo, iniziano a palesarsi nelle campagne iblee i primi furti e le prime “ronde” alla ricerca di alberi particolarmente carichi.

“Ci sono giunte diverse segnalazioni da parte di imprenditori associati – spiega il direttore di Confagricoltura Ragusa, dott. Giovanni Scuccessulla presenza di persone nei loro carrubeti, alla ricerca di alberi da depredare. Addirittura, qualcuno ha già subìto furti di carrube, anche se ancora non mature”.

Per queste ragionispiega Scucceschiediamo alle Autorità preposte di intervenire immediatamente predisponendo una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine nelle nostre campagne, al fine di prevenire furti dannosi che, altrimenti, si consumerebbero in modo indisturbato. Inoltre invitiamo chi acquista carrube a tutelare i produttori e a combattere il mercato nero verificandone sempre la tracciabilità”.

Ragusa, 2 luglio 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Consegnato al comune di Scicli il defibrillatore donato da Confagricoltura Ragusa

Il defibrillatore, donato da Confagricoltura e dall’ONLUS Senior – L’Età della saggezza, è stato allocato nell’atrio del Palazzo di città a Scicli

Si è svolta ieri presso Palazzo di città a Scicli la consegna del defibrillatore che Confagricoltura Ragusa, insieme alla ONLUS di Confagricoltura  “Senior – L’Età della Saggezza”, ha donato al comune.

A ricevere il prezioso strumento salvavita dalle mani del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, il vice-sindaco, avv. Caterina Riccotti. Presenti anche il direttore di Confagricoltura Ragusa, dott. Giovanni Scucces, e i dipendenti degli uffici di Scicli della più antica organizzazione di categoria degli imprenditori agricoli.

Il defibrillatore è stato acquistato con i fondi raccolti con il 5 per Mille nell’anno 2020 che i contribuenti hanno donato a ONLUS Senior – L’Età della saggezza.

Un gesto simbolico, ma importante, – dichiara il presidente Pirrè – reso possibile dalla generosità di chi ha scelto di donare il proprio 5 per Mille a Senior – L’Età della Saggezza. Fondi raccolti dal nostro Caf e spesi nel territorio, consentendo a chi ha fatto questa scelta di vedere come sono stati utilizzati, ovvero per l’acquisto  di uno strumento di grande utilità e a disposizione di tutti”.

Stiamo già ragionando, – dichiara il direttore Scucces – in sinergia con il comune di Scicli, sul prossimo progetto di pubblica utilità da mettere in campo per il prossimo anno, a riprova della sensibilità sociale di Confagricoltura nei confronti del territori in cui opera”.

 

Ragusa, 30 giugno 2021

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Diana Lenzi dei Giovani di Confagricoltura eletta presidente dei Giovani Agricoltori Europei

Diana Lenzi è il nuovo presidente del CEJA, l’Organizzazione dei Giovani Agricoltori Europei che raccoglie 30 associazioni agricole e due milioni di produttori Ue. Lenzi, già delegata dei Giovani di Confagricoltura (ANGA) dal 2019 presso l’associazione con sede a Bruxelles, succede al Giovane Presidente Francese Samuel Masse, subentrato a Jannes Maes a gennaio 2021.

 

“Il lavoro svolto negli ultimi anni con i Giovani di Confagricoltura nei rapporti istituzionali e nell’approfondimento delle politiche europee per i giovani imprenditori agricoli è stata la base per questa nuova esperienza che inizia. – ha dichiarato la neopresidente – Le posizioni e gli interessi dei giovani agricoltori europei saranno al centro delle attività del CEJA, tanto più che siamo consapevoli, io e i vicepresidenti*, della delicata fase di transizione politica che stiamo attraversando. E’ il momento – ha sottolineato Lenzi – di proseguire nel lavoro a favore delle nostre aziende e del sistema agricolo europeo e, con l’ottima squadra di vicepresidenti che è stata eletta, il CEJA sarà sempre più protagonista”.

 

Nata e cresciuta a Roma, Diana Lenzi partecipa alla vita di molte associazioni di settore e di zona come Donne del Vino e Classico Berardenga. Dopo gli studi classici, Lenzi ha conseguito la laurea in Scienze Politiche, per poi dedicarsi alla sua passione, la cucina professionale, diplomandosi alle scuole del Gambero Rosso. Dopo qualche anno di totale immersione tra le cucine dei più importanti ristoranti romani, nel 2008 le viene chiesto di gestire l’azienda vitivinicola di famiglia, la Fattoria di Petroio a Castelnuovo Berardenga (Siena).

 

Nel 2012 entra a far parte dei Giovani di Confagricoltura (ANGA), di cui è stata vicepresidente nazionale per tre anni e di cui è stata presidente per la provincia di Siena fino al 2015.

 

Ha fatto parte del WFO Gymnasium, programma di capacity building e di leadership per i giovani leader di associazioni agricole. Collabora con l’Università delle Arti di Firenze (FUA) come docente del Wine Career Program, con la Ro-me Business School in qualità di docente per il master in Food and Beverage Management e con altre Università di settore.

 

Nella sua attività associativa all’interno dell’ANGA, Diana Lenzi si è occupata di approfondire i temi legati agli SDGs in Agricoltura e soprattutto delle attività legate alle politiche che hanno portato dal Farm to Fork all’ultima proposta di riforma della PAC. Ha sostenuto e sostiene la centralità della politica europea come strumento di supporto ai giovani agricoltori e ha lavorato per trasferirla a tutti gli associati valorizzando la discussione e il confronto sulle proposte da portare al CEJA.

 

“L’elezione alla Presidenza del Ceja di Diana Lenzi – ha affermato il presidente dei Giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea – è un tassello importante che i Giovani di Confagricoltura mettono a segno nel loro lavoro di rappresentanza sindacale dei giovani imprenditori. La competenza e la passione di Diana saranno una chiave vincente per il CEJA e non posso che esprimere la mia personale soddisfazione per questo traguardo fortemente voluto e raggiunto da tutta l’Associazione. I Giovani di Confagricoltura – ha concluso Mastrandrea – ci sono e si confermano punto di riferimento di tutti gli agricoltori under 40”.

 

*i vicepresidenti sono: Adam Nowak (Polonia); Doris Letina (Slovenia); Thomas Duffy (Irlanda); Anne-Catherine Dalcq (Belgio).

 

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Confagricoltura, trebbiatura 2021: meno grano ma di alta qualità, a tutto vantaggio della filiera della pasta Made in Italy

È in fase avanzata la trebbiatura del grano duro in Sicilia e Puglia ed emerge che, al contrario delle previsioni iniziali (che stimavano +9%), il raccolto è in diminuzione; IGC (International Grains Council) e BMTI hanno rivisto al ribasso le stime produttive (-9,2%). Lo pone in evidenza Confagricoltura che sta monitorando le operazioni di mietitura in atto sul territorio.

 

Nel Foggiano, area particolarmente vocata alla produzione – a causa della gelata di aprile e della siccità di maggio – si registra un calo produttivo ancor più marcato (tra -20 e -30%). Però la qualità sembra ottima con peso specifico mediamente superiore a 80, mentre le proteine medie si attestano intorno a 13/14%. Che la qualità ci sia, è testimoniato anche dal fatto che il listino prezzi della Borsa Merci di Foggia (del 23 giugno) – dopo la fase di stallo per la trebbiatura – registra per il prodotto fino con contenuto proteico minimo del 12%, quotazioni di 300 euro/tonn. Si tenga presente che i prezzi del grano duro avevano raggiunto picchi superiori a 300 euro a tonnellata nel 2020, poi erano calati gradualmente nel 2021.

 

L’anno scorso, complessivamente, la Puglia ha prodotto 9,5 milioni di quintali di grano duro, il 35% della produzione nazionale, impiegando una superficie superiore a 344 mila ettari. Da sola, la provincia di Foggia, nel 2020, ha prodotto oltre 7 milioni di quintali su una superficie di 240mila ettari, con una resa media per ettaro di 29,68 quintali.

 

Invece la siccità non sembra aver compromesso i raccolti di frumenti, ma anche dell’orzo, in Emilia Romagna. Ad oggi, grano ed orzo si presentano in buone condizioni, nonostante la prolungata siccità che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno, in quanto le piogge e le basse temperature dell’ultimo periodo hanno consentito l’assorbimento ottimale delle concimazioni azotate.

 

L’Emilia Romagna vanta l’investimento a grano tenero di 146 mila ettari, mentre il grano duro si concentra su poco meno di 50 mila ettari e l’orzo ne copre oltre 24 mila ha.

 

Nel Mantovano le prime indicazioni della trebbiatura dell’orzo rivelano rese in calo ma qualità buona e prezzi in aumento. In loco l’orzo è stato coltivato su circa 5 mila ettari.

 

“Stiamo lavorando per l’affermazione della filiera grano/pasta al 100 per cento made in Italy – ha concluso Confagricoltura -. Il grano che si sta raccogliendo è di ottima qualità, cosa che favorisce la collaborazione tricolore tra cerealicoltori e pastai. D’altronde, c’è una sempre maggiore attenzione e sensibilità da parte dei consumatori verso la pasta totalmente italiana”.

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Assemblea ASSOBIBE: la filiera del beverage insieme per affrontare le sfide della ripartenza

Le associazioni di categoria, che rappresentano oltre 350 mila imprese, chiedono di lavorare per un futuro di crescita e investimenti, senza nuove tasse sull’alimentare, insieme ad una filiera colpita duramente dalla pandemia

 

Roma, 21 giugno 2021. Un’occasione di confronto tra sigle del comparto del Beverage, della Distribuzione e dell’Agricoltura sullo stato del mercato e sulle ipotesi di ripresa: questo è risultato dell’Assemblea ASSOBIBE, Associazione di CONFINDUSTRIA che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dal titolo “Tra Covid e ripartenze: le aspettative per rilanciare il mercato interno” che si è tenuta oggi nella sede di CONFINDUSTRIA a Roma.

 

Alla tavola rotonda organizzata da ASSOBIBE hanno preso parte la Presidente di FEDERVINI Micaela Pallini, il Presidente di MINERACQUA Enrico Zoppas, il Presidente di ASSOBIRRA Michele Cason, il Presidente di FIPE Lino Enrico Stoppani, il Presidente di Italgrob Vincenzo Caso, che rappresentano complessivamente 350 mila imprese, per un fatturato totale di 141,3 mld di euro (Fonte: elaborazione dati forniti dalle Associazioni), insieme a Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura.

 

Assume ancora più valore quindi il loro desiderio di scattare una fotografia puntuale e provare a tracciare, insieme, la strada per la ripartenza di un settore fortemente cambiato durante la pandemia nelle modalità di consumo, penalizzato ulteriormente dalle chiusure del canale Ho.Re.Ca, dal calo del turismo e dal diffondersi dello smart working che ha ridotto la pausa pranzo fuori casa.

Unire le forze e lavorare insieme per la ripartenza è stato anche l’auspicio che il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha espresso nel suo saluto di apertura lavori, ribadendo il ruolo fondamentale dell’asse MIPAAF-MISE a sostegno delle imprese del comparto agricolo e agroindustriale in un’ottica di sviluppo comune, salvaguardando le specificità del settore, per rendere la filiera food and beverage più sostenibile e competitiva. Il ministro ha poi ricordato l’attenzione, propria del made in Italy, riservata alla differenziazione dell’offerta e alla salubrità e distintività del prodotto fino all’innovazione dei processi produttivi e distributivi.

 

“Nonostante gli effetti della pandemia, le imprese hanno continuato ad investire sul futuro, in innovazione di prodotto e di processo, rimboccandosi le maniche e collaborando con la filiera, dal campo al consumatore – dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE –. Ci sono stati ostacoli nuovi, alcuni imprevisti, ma questo è un settore che vuole e può rialzarsi, a patto di essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Le aziende che oggi abbiamo riunito condividono criticità e obiettivi, e vogliono solo avere modo di lavorare al rilancio del mercato senza nuove tasse sul comparto alimentare. Il Governo sostenga, non penalizzi, i consumi”.

 

Secondo i dati di una ricerca commissionata da ASSOBIBE a Nomisma, i consumi di bevande in Italia nel 2020 sono complessivamente calati dell’8,4% (-8,4% le bevande analcoliche e -8,3% quelle alcoliche), con ripercussioni importanti su un settore che conta 3.300 aziende. Numeri che si spiegano in parte con la contrazione dei consumi “fuori casa” che nel 2020 hanno fatto segnare un -35% rispetto all’anno precedente: il settore Ho.Re.Caha perso 34,4 mld di euro, e il saldo tra imprese nate e cessate è stato di -13.060.

 

A rendere il quadro ancora più complesso hanno contribuito la contrazione dei flussi turistici in Italia, che l’anno passato hanno fatto segnare un -52%, soprattutto alla voce turismo straniero (-70%) e il diffondersi di modalità di studio e lavoro da remoto: nel 2020 la crescita potenziale di italiani coinvolti in percorsi di studio e formazione a distanza è di oltre +11 milioni, mentre sono 7 milioni i lavoratori in smart working durante il lockdown, con ripercussioni evidenti sui consumi presso pubblici esercizi e ristoranti, che hanno perso mediamente -250 mln di euro al mese.

 

Preoccupazioni condivise anche da FIPE e Italgrob che fanno eco alle categorie di produttori ribadendo l’importanza di fare squadra per un mercato così fondamentale per l’economia del Paese: dopo tanti mesi difficili, la ripartenza, non priva di problemi, deve essere caratterizzata da grande attenzione alla sicurezza, da interventi strutturali che agevolino l’incontro di domanda e offerta di lavoro per contrastare il fenomeno della dispersione di professionalità cui si è assistito durante la pandemia, e da un progetto strategico in cui anche lo Stato faccia concretamente la sua parte tenendo in conto l’importanza di questo canale, per i valori che esprime e i livelli occupazionali che garantisce: un asset strategico poco sostenuto, anzi tassato.

 

Una situazione che si riflette sull’intera filiera, come sottolinea Confagricoltura, che ribadisce l’importanza di una strategia condivisa per il rilancio del settore, che veda imprese e istituzioni lavorare fianco a fianco e che valorizzi le materie prime nazionali utilizzate ed utilizzabili nei processi produttivi. Il Presidente Massimiliano Giansanti ha poi ribadito la necessità che le istituzioni riconoscano e sostengano i passi avanti fatti dal settore per innovare e migliorare sempre di più la qualità dei prodotti e favoriscano una crescita intelligente e sostenibile del comparto.

 

A chiusura delle riflessioni, come ricordato nel suo intervento dal Presidente di CONFINDUSTRIA Carlo Bonomi, l’impatto che nuove misure restrittive come Sugar e Plastic tax avrebbero su un settore strategico per il Paese: è necessaria una loro soppressione per evitare di drenare risorse necessarie all’innovazione, con conseguenze rilevanti su occupazione diretta e indiretta e sugli equilibri del comparto della filiera. È fondamentale, inoltre, che si sviluppino politiche industriali a supporto degli investimenti per l’innovazione, evitando tasse e divieti che indeboliscono la base industriale, vero motore per lo sviluppo sostenibile del Paese.

 

“Ci aspettiamo molto dai prossimi mesi, complici la stagione estiva e gli effetti della campagna vaccinale che porteranno a un ritorno, seppur graduale e cauto, alla normalità. Sono ancora troppe le variabili sul futuro, in uno scenario macroeconomico incerto e sul quale incombe il rischio di un calo della propensione alla spesa nel caso si andasse verso un aumento della fiscalità e della tassazione. Ad oggi, grazie al fondamentale supporto della filiera e dei sindacati, siamo riusciti a scongiurare un pericolo che costerà alle imprese 320 milioni all’anno, secondo le stime MEF – conclude Giangiacomo Pierini –. Le aziende che costituiscono il comparto del beverage hanno bisogno di misure che espandano il mercato, non di nuove tasse che le penalizzino. Chiediamo alla politica certezze, di metterci in condizione di poter immaginare e progettare un futuro. Vogliamo lavorare a strategie condivise per la ripartenza, se ci vengono tolte le risorse per poterlo fare ci viene tolto l’ossigeno”.

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Consorzio di Bonifica Ragusa, Pirrè (Confagricoltura): “Situazione grave. Scongiurare blocco erogazione servizi”

Continua ad essere preoccupante lo stato del Consorzio di Bonifica di Ragusa: debiti incontrollati e crescenti, dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi, sindacati sul piede di guerra e rischio blocco dell’erogazione dei servizi all’orizzonte.

Una situazione grave, che peggiora di settimana in settimana, e che Confagricoltura Ragusa ha più volte denunciato pubblicamente. Adesso i sindacati e i lavoratori hanno organizzato un’assemblea nella quale verrà decisa la data di una prima giornata di astensione dal lavoro con sospensione di tutti i servizi.

“Come abbiamo più volte ribadito a gran voce – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – occorre porre in essere soluzioni straordinarie per risolvere in maniera strutturale la gravissima situazione finanziaria dell’ente, pagare gli stipendi ai dipendenti e scongiurare in ogni modo il blocco dei servizi, che rappresenterebbe per gli imprenditori agricoli, oltre il danno, la beffa: infatti, a fronte di servizi talvolta scarsi ed inesistenti, il Consorzio spedisce agli utenti cartelle salatissime e l’eventuale blocco causerebbe danni gravissimi alle colture”.

“Siamo in stretto contatto con Sua Eccellenza il Prefetto – aggiunge Pirrè – per continuare ad offrire il contributo della nostra Organizzazione di categoria all’individuazione di soluzioni a breve e a lungo termine. Soluzioni per troppo tempo rinviate e che adesso vanno assunte, nell’interesse degli imprenditori, dei lavoratori e della nostra economia agricola”.

 

Ragusa, 18 giugno 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Glifosato, Confagricoltura: “Tutte le valutazioni siano ispirate dal massimo rigore scientifico”

Il glifosato non è cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione. Ci sono, quindi, le condizioni per prolungare l’autorizzazione all’uso del prodotto, anche se servono ulteriori analisi in merito all’impatto sulla biodiversità.

Sono le conclusioni – segnala Confagricoltura – del rapporto preliminare, redatto su mandato della Commissione europea, dalle autorità di quattro Stati membri – Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria – che è stato trasmesso all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

In una nota ufficiale diffusa ieri, l’EFSA ha evidenziato che le autorità dei quattro Stati membri, non hanno previsto “una modifica alla classificazione esistente” del glifosato.

“Prendiamo atto del parere preliminare – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Siamo solo al primo passaggio di una lunga e accurata procedura che si concluderà l’anno prossimo. Confidiamo che il prosieguo delle valutazioni, fino alla decisione finale, sia esclusivamente ispirato dal massimo rigore per la piena tutela di tutte le parti in causa, a partire dai consumatori”.

Il parere preliminare sarà oggetto, a partire da settembre, di consultazioni aperte al pubblico a cura dell’EFSA e della ECHA. A seguire, la classificazione del glifosato sarà portata all’esame del Comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia per le sostanze chimiche. Infine, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare effettuerà una revisione conclusiva che sarà resa nota nella seconda metà dell’anno venturo.

Terminata la procedura, sarà la Commissione europea a presentare la proposta per l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato. L’attuale autorizzazione quinquennale scadrà il 15 dicembre 2022.

“Occorre comunque rilevare che gli agricoltori italiani fanno un ricorso limitato al glifosato, utilizzato solo nelle fasi di presemina. Al di là di quelle che saranno le scelte della Ue, – conclude il presidente di Confagricoltura – la transizione ecologica impone la diffusione di processi produttivi più sostenibili e una minore pressione sulle risorse naturali”.

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Campagna antincendio in Sicilia a rischio per mancanza di fondi, Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Inaccettabile, si corra subito ai ripari”

Un buco da 77 milioni che rischia di bloccare la campagna antincendio in Sicilia: questa la notizia delle ultime ore, dopo il lancio in conferenza stampa, la stipula di un apposito protocollo d’intesa con le organizzazioni di categoria da estendere ai singoli imprenditori agricoli e la promessa del coinvolgimento di migliaia di lavoratori forestali.

In pratica, i 77 milioni previsti dalla riprogrammazione di risorse comunitarie non ci sono, come nemmeno l’accordo tra Palermo e Bruxelles che avrebbe dovuto rendere possibile il finanziamento della campagna annunciata.

“Una notizia che ci lascia basiti e ci preoccupa – commenta il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè –, rispetto alla quale bisogna correre subito ai ripari: ne va della salvaguardia delle nostre campagne e dei nostri boschi e del futuro di migliaia di lavoratori forestali”.

“Rivolgiamo un appello al Governatore Musumeci, alla sua Giunta e all’intera Assemblea Regionale – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – affinché si attivino, ognuno per il proprio ruolo e con tempi molto celeri, per reperire le risorse necessarie da capitoli ordinari del bilancio della Regione, senza attendere le procedure di riprogrammazione dei fondi europei. Ulteriori inadempienze o passi indietro non sarebbero tollerabili e rischierebbero di arrecare danni ambientali ed economici al nostro territorio”.

Ragusa, 15 giugno 2021

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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