Consiglio Agricolo UE, Giansanti: le TEA rimangano una priorità. Ancora possibile accordo entro fine legislatura

“C’è bisogno di tecniche produttive all’avanguardia, per far crescere la sostenibilità ambientale del sistema agricolo. In quest’ottica, non è una buona notizia il mancato raggiungimento di un’intesa in seno al Consiglio Agricoltura UE sull’inquadramento delle nuove tecniche genomiche nell’ordinamento dell’Unione”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sugli aggiornamenti in arrivo da Bruxelles.

“I problemi emersi non sembrano insolubili. Ringraziamo la delegazione italiana per il positivo contributo assicurato alla discussione”, aggiunge.

Ad avviso di Confagricoltura è ancora possibile raggiungere un accordo prima della fine della legislatura. “L’invito che rivolgiamo al Parlamento europeo e alla presidenza di turno belga, che sarà in carica dal 1° gennaio – prosegue Giansanti –, è di mantenere il dossier delle tecniche genomiche in cima alla lista delle priorità, per evitare il rinvio delle decisioni alla fine dell’anno prossimo dopo le elezioni al Parlamento UE e l’insediamento della nuova Commissione”.

“Sarebbe difficile da comprendere un ritardo di quasi un anno per avviare la messa a disposizione delle imprese agricole di uno strumento innovativo, già utilizzato peraltro in alcuni dei grandi Paesi produttori nostri competitor, che consente di salvaguardare le produzioni, riducendo allo stesso tempo la pressione sulle risorse naturali”, conclude il presidente di Confagricoltura.

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Confagricoltura: il grano dalla Russia all’Africa strumento di influenza geostrategica. Indipendenza alimentare Ue sempre più importante

“L’indipendenza alimentare della UE assume un crescente valore, alla luce dell’uso dei prodotti agricoli di base come un’arma e come strumento di influenza geostrategica da parte della Federazione Russa”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’annuncio del ministero dell’Agricoltura di Mosca relativo alla decisione di cedere a titolo gratuito grano russo ad alcuni Paesi africani.

Nel complesso, saranno mobilitate circa 200 mila tonnellate entro i primi mesi dell’anno venturo. Due navi, con un totale di 50 mila tonnellate, sono già in viaggio alla volta di Somalia e Burkina Faso.

“Secondo le autorità russe – prosegue Giansanti – la decisione è resa possibile da un potenziale produttivo che resta elevato, nonostante le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina. Secondo le stime più accreditate, le esportazioni di grano della Federazione Russa potrebbero arrivare ad incidere per oltre il 20% sul totale mondiale”.

Le autorità di Mosca hanno anche annunciato la sospensione delle esportazioni di grano duro dal 1° dicembre a tutela della disponibilità sul mercato interno.

“L’export di grano duro russo è limitato – rileva il presidente di Confagricoltura – ma il blocco è indice della grande condizione di incertezza esistente sui mercati internazionali”.

La prossima settimana, l’assemblea plenaria del Parlamento europeo voterà sul progetto di regolamento che prevede la riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci. Rilancio l’invito a tener conto delle implicazioni in ordine alla salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura europea.

“La ricerca e le innovazioni ci danno la possibilità di produrre di più con una minore pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente“, conclude il presidente di Confagricoltura.

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Glifosato, Confagricoltura: il mancato rinnovo avrebbe avuto pesanti conseguenze sui livelli produttivi

In Italia è utilizzato solo nelle fasi di pre-semina, garantendo massimi livelli di sicurezza

“Una decisione positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato l’annuncio odierno della Commissione europea che procederà al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato per un periodo di dieci anni con nuove condizioni e restrizioni, in assenza di parere da parte degli Stati membri. Anche in seno al comitato di appello, infatti, non è stata raggiunta la maggioranza necessaria per approvare o respingere la proposta di rinnovo presentata dalla Commissione.

La proposta – evidenzia Confagricoltura – ha fatto seguito alle conclusioni a cui è giunta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dopo un processo di valutazione che è iniziato nel 2019. Secondo l’EFSA, “non sono state individuate aree critiche di preoccupazione per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”.  Nel corso di un’audizione che si è svolta al Parlamento europeo a fine agosto, i rappresentanti dell’EFSA hanno dichiarato che quella sul glifosato è stata la valutazione più approfondita mai effettuata.

Dal canto suo, anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha sostenuto che “l’esame dei pericoli posti dal glifosato non soddisfa i criteri scientifici che ne giustifichino la classificazione come sostanza cancerogena”.

“L’uso di prodotti chimici in agricoltura va ridotto, proseguendo un percorso che è già in atto da tempo – sottolinea Giansanti – ma gli agricoltori devono avere a disposizione valide alternative sul piano tecnico ed economico. Nella fase di grande incertezza che è in atto, anche l’impatto sul potenziale produttivo deve essere attentamente valutato”.

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Regolamento UE imballaggi, imprese in audizione: forte allarme, a rischio intere filiere

“Costruire alleanza europea per intervenire per maggiore buon senso ed equilibrio”

Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e CLAAI, oggi in audizione alla Camera sulla Proposta di Regolamento europeo in materia di imballaggi e rifiuti, hanno espresso al Parlamento l’assoluta necessità di fare pressione sulle Istituzioni Europee per un maggiore buon senso ed equilibrio nell’introduzione della nuova disciplina.

Abbiamo ribadito l’allarme che deriva dall’applicazione delle nuove norme.  Sono molti gli aspetti del provvedimento valutati come critici che, se approvato, rischiano di danneggiare un intero sistema di eccellenza. E’ a rischio oltre il 30% del Prodotto Interno Lordo del Paese, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Parliamo dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori di materie prime, dell’intera industria italiana del riciclo, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dall’agricoltura a tutte le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending, alla logistica, ai produttori di macchinari. Ciò che più preoccupa della proposta è la mancanza totale di neutralità tecnologica.

 Il governo si è assunto l’impegno di farsi portatore delle istanze delle imprese. Ma nelle prossime settimane i negoziati istituzionali giungeranno ad una fase decisiva. In vista del voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il prossimo 22 novembre, e dell’intenzione della Presidenza spagnola di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre, abbiamo ritenuto doveroso richiamare di nuovo l’attenzione delle Istituzioni italiane per i forti timori di pregiudizi irreversibili per l’economia e le filiere strategiche del Paese.

Pur condividendo la necessità imprescindibile di lavorare insieme ad obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, in questo caso non ci sono evidenze scientifiche che confermano che il riuso sia migliore del riciclo sotto il profilo ambientale, anzi per quanto riguarda i beni alimentari è vero il contrario. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un maggior consumo di acqua ed energia e le emissioni di CO2 sono nettamente peggiorative. L’Italia è tra i Paesi dell’Unione che, a detta della stessa Commissione, non corre il rischio di mancare gli obiettivi di riciclo né per gli imballaggi, né per i rifiuti urbani. Non si capisce quindi il motivo di penalizzare il riciclo a favore del riuso, sia sotto il profilo ambientale che economico.

Le criticità del provvedimento, purtroppo, non sono “limitate” solo al tema del riuso a scapito del riciclo. Sono presenti, infatti, anche divieti di produzione per diverse tipologie di imballaggi monouso.

Infine, un’ulteriore e importante criticità è rappresentata dall’identificazione, per alcune tipologie di imballaggi monouso, del cauzionamento (ovvero nel c.d. Deposit Return System, DRS).

Per tutto quanto, non possiamo che rinnovare l’auspicio, anche in questa sede, di una sostanziale e profonda rivisitazione dell’intero provvedimento, per orientarlo ad un maggiore equilibrio e flessibilità.

E’ fondamentale a nostro avviso concentrare con urgenza tutti gli sforzi su tre fronti: la presentazione e il sostegno di emendamenti per il voto in Parlamento europeo; il dialogo con la Presidenza Spagnola e i Paesi che sostengono la proposta per evitare scelte arbitrarie ed estremamente impattanti per la nostra economia; il consolidamento delle alleanze con gli altri Stati membri – ve ne sono molti – che come l’Italia non condividono le misure del Regolamento, poiché non consentono la necessaria flessibilità e non riconoscono il principio di neutralità tecnologica per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi ambientali attraverso l’economia circolare.

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Imballaggi, Confagricoltura: il voto della Commissione Ambiente penalizza l’ortofrutta. Salvo il vino. Il voto in plenaria a metà novembre

La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio che prevede il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg. La proposta non ha accolto le richieste del mondo agricolo, dell’Horeca e di tutti gli altri settori economici, recepite invece in Commissione Agricoltura.

“Questa proposta andrà ad impattare negativamente non solo su tutti i produttori di imballaggi, ma anche sui fornitori e gli utilizzatori – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Esiste un rischio estremamente concreto che vengano danneggiate intere filiere strategiche della produzione e della distribuzione nazionale, a loro volta fortemente integrate su scala europea. A subire i danni peggiori sarebbero le imprese e le cooperative agricole e della filiera alimentare, settore trainante del nostro export”.

Gli imballaggi alimentari in generale, inclusi quelli monouso, fra i più direttamente colpiti da questo approccio, sono decisivi per la protezione e la conservazione degli alimenti, l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, riducono gli sprechi alimentari e favoriscono l’accesso al cibo, anche nelle aree più a rischio. In particolare, le imprese della IV gamma dovrebbero ora fare fronte all’impossibilità di reperire sul mercato confezioni alternative in grado di offrire le stesse garanzie per il consumatore rispetto alla sua salute, alla perfetta conservazione e alla non contaminazione batterica degli alimenti.

Positivo invece il voto a favore dell’eliminazione dei rigidi parametri di riuso di vetro e imballaggi per i vini.

Impatto negativo sulla nostra economia deriva invece dalle norme sui fitofarmaci approvate dalla stessa Commissione Ambiente. In un momento di grande incertezza sui mercati e di approvvigionamento, è stata votata la riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci di almeno il 50% a livello europeo, mentre per il livello nazionale la diminuzione varia in base all’utilizzo nel periodo 2013/2017.

Confagricoltura aveva chiesto un rigetto della proposta per la mutata situazione geopolitica mondiale, per la mancanza di alternative di protezione delle piante, e perché non tiene conto delle diverse situazioni produttive, climatiche e pedologiche di ogni singolo Stato membro.

“Il voto di oggi sui due dossier – evidenzia Giansanti – è in aperto contrasto con l’avvio di un dialogo strategico sull’agricoltura annunciato a luglio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che aveva riconosciuto il ruolo strategico del settore primario e la necessità di politiche a salvaguardia delle potenzialità produttive delle imprese agricole”.

“L’intera relazione sarà votata in Plenaria a metà novembre – conclude il presidente di Confagricoltura – Inizia ora un percorso per ottenere in quella sede un cambio di posizione sui dossier”.

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Voto Comagri su regolamento fitofarmaci, Giansanti (Confagricoltura): discussione su riduzione dell’uso è da rimandare al dopo-crisi

La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo (Comagri) ha rivisto i contenuti della proposta di regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci in agricoltura abbassando i limiti massimi al loro uso e prorogando di cinque anni il termine per il raggiungimento dell’obiettivo.

 

Pur riconoscendo l’impegno della Commissione nel riportare il dibattito sugli input chimici su basi pragmatiche e non ideologiche, Confagricoltura ritiene che la discussione sulla proposta di regolamento per la riduzione dell’impiego di input chimici nel settore primario vada sospesa in attesa che si superi l’attuale fase di incertezza economica e di instabilità dei mercati internazionali dei prodotti agricoli.

 

“L’impegno della politica nazionale ed europea – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – deve essere concentrato sulla tutela del potenziale produttivo del nostro settore. Solo in questo modo è possibile continuare a garantire la sicurezza alimentare nel nostro Paese come anche negli altri Stati membri”.

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Ue, Confagricoltura: dalla Commissione una spinta agli investimenti nel settore agroindustriale

Il via libera della Commissione Ue al piano di sostegno per il settore agroindustriale italiano rende disponibile, in parte attraverso il PNRR, la somma di 910 milioni di euro e crea le condizioni formali per la realizzazione dei programmi di investimenti nel comparto.

Si tratta – spiega Confagricoltura – dell’ultimo passaggio della procedura che permette ora di rendere fruibili i fondi per i grandi progetti strategici e innovativi del settore primario, in particolare per la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli. Il regime, spiega Bruxelles, si rivolgerà a un numero di imprese che potrebbe arrivare a 500. L’importo dell’aiuto per beneficiario non supererà il 60% dei costi ammissibili e dipenderà dalla dimensione e dal luogo di realizzazione dei progetti.

E’ una buona notizia – conclude la Confederazione – perché ora le aziende possono mettere in atto gli investimenti indispensabili per l’innovazione e la competitività del comparto, per la ripresa del ciclo economico, soprattutto in un momento così delicato e difficile per il sistema produttivo.

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Europa, von der Leyen riconosce il valore del settore primario. Confagricoltura: passo importante, auspichiamo maggiore protagonismo dell’agricoltura

 “Cogliendo appieno il valore dell’intervento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, auspichiamo un maggiore protagonismo dell’agricoltura, con politiche che salvaguardino le potenzialità produttive delle nostre imprese”.

Questo il commento di Confagricoltura alle parole odierne di Ursula von der Leyen in occasione dell’annuale discorso sullo Stato dell’Unione all’assemblea plenaria a Strasburgo. La presidente della Commissione Ue ha riconosciuto ufficialmente, per la prima volta, il fondamentale ruolo dell’agricoltura. “Un fatto di rilievo – evidenzia Confagricoltura – che pone le basi di una nuova prospettiva con il settore primario al centro delle scelte politiche europee per garantire sicurezza alimentare, stabilità sociale e sostenibilità”.

“E’ necessario ora includere nella strategia di crescita un principio su cui Confagricoltura si batte da tempo: non c’è contrapposizione tra produttività e sostenibilità”.

Alla luce delle parole odierne della presidente von der Leyen, nell’ambito del processo di revisione del quadro finanziario pluriennale europeo, la Confederazione ribadisce perciò la necessità di procedere a un adeguamento del bilancio agricolo, rimasto invariato nonostante il forte rialzo dell’inflazione.

“Prendiamo inoltre atto delle indicazioni della Commissione di concludere entro l’anno corrente l’accordo con l’Australia e implementare quello con i Paesi del MERCOSUR – conclude Confagricoltura – Siamo da sempre favorevoli agli accordi di libero scambio, ma nel rispetto del principio di reciprocità, in particolare riguardo ai processi produttivi dei Paesi terzi”.

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Giansanti (Confagricoltura): “Rischio recessione se aumentano ancora i tassi di interesse”

 “Con un ulteriore aumento dei tassi di interesse salirebbe sensibilmente il rischio di una recessione generalizzata nell’area dell’euro”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, lancia l’allarme in vista della prossima riunione della Banca centrale europea (BCE) che potrebbe varare una nuova stretta creditizia.

“Gli ultimi dati della Commissione europea indicano che l’attività economica sta già rallentando e sono state riviste al ribasso le previsioni di crescita nell’area dell’euro per quest’anno e per il 2024 – rileva Giansanti -. L’inflazione è in calo, ma per i prossimi mesi è previsto un aumento dei costi energetici sui quali la nuova stretta della BCE non avrebbe effetto”.

“Preoccupa, in particolare, la recessione prevista per la Germania, che è il primo mercato di sbocco per le esportazioni italiane nel complesso e per le produzioni del settore agroalimentare. Non è quindi scontato che, come si è verificato in passato, le esportazioni del Made in Italy agroalimentare consentano di compensare la riduzione delle vendite sul mercato interno”.

Intanto l’ISTAT ha segnalato una preoccupante contrazione della produzione dell’industria alimentare. A luglio, la riduzione è stata del 4,5% sullo stesso mese del 2022. “Anche l’andamento dei prezzi agricoli all’origine risente in negativo della diminuzione dei consumi – rileva il presidente di Confagricoltura -. La riduzione è dovuta essenzialmente al taglio innescato dalla perdita di potere d’acquisto. L’aumento dei tassi di interesse comporterebbe un raffreddamento aggiuntivo della domanda”.

“La stretta creditizia già varata dalla BCE è senza precedenti per velocità e intensità – conclude Giansanti -. In aggiunta ai maggiori costi, è in calo la concessione di credito da parte delle banche. Tra le conseguenze c’è anche la crescente difficoltà delle imprese a partecipare alle iniziative del PNRR”.

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G20, alleanza sui biocarburanti. Confagricoltura: l’Europa non sia miope

Su iniziativa dell’India, nella veste di presidente di turno del G20, è stato annunciato ieri il lancio dell’Alleanza globale per i biocarburanti. Tra i Paesi aderenti c’è anche l’Italia.

“Esprimiamo pieno apprezzamento per la decisione assunta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che consente riproporre a livello mondiale il ruolo che i biocarburanti sono in grado di assicurare nel processo di transizione energetica, dopo le chiusure emerse a livello europeo” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Nove i Paesi che, al momento, hanno aderito all’iniziativa. Tra questi Stati Uniti, Brasile e Argentina, che sono tra i principali produttori ed esportatori di prodotti agroalimentari a livello mondiale.

 Nel comunicato diffuso dal governo indiano si precisa che la nuova Alleanza punta a promuovere “il progresso e l’adozione diffusa dei biocarburanti, facilitando i progressi tecnologici e definendo solidi standard e procedure di certificazione”.

Da ricordare che, lo scorso aprile, in ambito europeo, i biocarburanti sono stati esclusi dalle deroghe accordate in vista della fine, nel 2035, delle vendite di auto con motori alimentati con carburanti di origine fossile. “Una scelta discutibile e contestata dal governo italiano – rileva il presidente di Confagricoltura – perché la deroga è stata concessa ai carburanti di origine sintetica (e-fuels) che non sono disponibili e ancora allo studio sotto il profilo dell’impatto ambientale.

L’Unione europea ha quindi messo da parte il principio essenziale della neutralità tecnologica, considerato che i biocarburanti costituiscono una realtà consolidata.

“L’auspicio è che le novità definite in ambito del G20 inducano le istituzioni di Bruxelles a rivedere le scelte fatte. Avendo anche presenti le nuove esigenze in termini di sicurezza alimentare globale, l’Unione europea dovrebbe puntare decisamente sull’aumento della produzione interna di proteine vegetali”.

“Un piano specifico per le proteine vegetali è stato più volte sollecitato dal Consiglio, ma è rimasto nei cassetti della Commissione”, conclude Giansanti.

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