Questa la richiesta della Filiera Olivicola Olearia Italiana (FOOI), che condivide le preoccupazioni di ASSITOL e sottolinea il forte impegno dell’olivicoltura periodo della pandemia per garantire materia prima di qualità. L’auspicio è che gli sforzi della filiera siano premiati, a cominciare dal segmento agricolo.

“Produrre olio extravergine significa lavorare con passione e competenza, anche in periodi complessi come quello che stiamo vivendo. Ecco perché condividiamo la stessa preoccupazione espressa da ASSITOL in merito all’attuale campagna olearia, soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento del nostro impegno a favore della qualità”. E’ il commento di Paolo Mariani, presidente Assofrantoi e di FOOI – Filiera Olivicola Olearia Italiana, l’Interprofessione italiana dell’olio d’oliva.

In una nota, l’Associazione italiana dell’industria olearia ha sottolineato come le previsioni di inizio campagna siano state, almeno in parte, smentite. La minore produzione di olio extra vergine nell’annata 2020-2021, non soltanto in Italia ma in tutto il Mediterraneo, è certamente legata all’annata di scarica, fenomeno consueto in olivicoltura. Il persistere della Xylella ha poi ridotto ulteriormente le potenzialità della Puglia, che in genere produce quasi la metà dell’olio nazionale. Il calo dei quantitativi ha reso ancora più difficile il reperimento di materia prima di qualità, sempre più ricercata dalle aziende. Inoltre, lo stesso livello qualitativo, ritenuto di buon livello agli inizi campagna, si è rivelato inferiore alle aspettative.

“Sono le incognite di chi lavora con un prodotto della terra – osserva Mariani –. Rispetto al passato, il consumatore appare più esigente, apprezza la grande varietà di oli che oggi il settore propone e chiede più qualità in bottiglia. Il vero problema è che fa fatica a capire come quella qualità tanto invocata presenti costi maggiori, quindi occorre pagarla di più”. Questa scarsa consapevolezza colpisce tutta la filiera, che richiede da tempo anche il rilancio del settore.

FOOI auspica che finalmente si riconosca il giusto valore all’extravergine, premiando chi lavora duramente per offrire un buon prodotto ai consumatori. “L’attuale campagna, influenzata anche dalle restrizioni della pandemia, ha imposto forti sacrifici alla nostra olivicoltura – afferma il presidente dell’Interprofessione –. Anche per questa ragione, è importante restituire all’extravergine il valore che merita, rafforzando così l’intero comparto olivicolo-oleario. In questo gioco di squadra ci auguriamo di coinvolgere anche gli operatori commerciali, il cui contributo è essenziale per la vita stessa della filiera”.