L’UNESCO ha iscritto “l’arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’Umanità in quanto rappresentano “una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”.

La notizia è stata resa nota con un post sul profilo Twitter dell’organizzazione, con il quale si congratula con gli otto Paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all’Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

Nella motivazione dell’Unesco si legge: “L’arte del dry stone walling riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra a secco. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese“.

“Un riconoscimento prestigioso alla bellezza del nostro paesaggio rurale e alle maestranze locali che si sono tramandate l’arte antica della costruzione dei muri a secco”, commenta il presidente di Confagricoltura, dott. Antonino Pirrè.

“Il paesaggio ibleo, adesso – aggiunge Pirrè – è patrimonio materiale e immateriale non sono dei siciliani, ma del mondo intero. Un elemento in più di promozione del nostro ricco e prezioso territorio”.